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Archive for agosto 2008

Particolare del Caffeaus del Giardino Marefoschi

Particolare del Caffeaus del Giardino Marefoschi

Il Giardino Marefoschi è situato a breve distanza dal centro storico di Potenza Picena (MC), a sud dellla Porta di Galazzano. Una lunga cortina muraria ricoperta da edera ed un piccolo edificio in mattoni è quello che resta di una dimora settecentesca appartenuta alla famiglia Compagnoni Marefoschi.
Purtroppo, non si conosce quasi nulla di questo magico luogo, abbandonato da molto tempo; perfino l’attuale proprietario e gli eredi della famiglia Marefoschi ignorano le vicende che hanno segnato la nascita e l’esistenza passata del giardino. Possiamo tracciare un profilo storico solo da documenti ritrovati nell’archivio privato Maresfoschi e dai manufatti ancora esistenti, visto che l’argomento è del tutto sconosciuto e inedito.
Sin dalle lontane origini, il luogo era famoso per il Giardino giacché, nei documenti non compare mai il termine di Villa. Dalle mappe del 1765, del catasto rustico Federici dell’Archivio Comunale di Potenza Picena, è nominato come “Contrada Galazzano ossia del Giardino”. Il toponimo Galazzano è anche il nome dell’antica fonte pubblica posta nelle immediate vicinanze che, come riportato dai documenti, era di servitù dell’acqua per il giardino.
Incerta è anche la data di costruzione; questa è compresa nell’arco di tempo che va dal 1644 anno in cui nel catasto  è descritto che “Camillo Senior Marefoschi possiede terra alberata in C.da della Fonte di Galazzano” e il 1745 anno in cui il giardino è citato nell’inventario dei beni appartenenti agli eredi Mons. Mario, Cav. Giuseppe e Camillo Marefoschi.
Questo è il primo documento ritrovato che testimonia dell’esistenza del giardino ed è importante perché descrive in modo dettagliato l’intero complesso:
“Una cortina vicina alla Fonte di Galazzano di capacità di some 2 circa, con casa per il colono, e giardino d’aranci con stanze 2 da riporre vasi d’agrumi e fiori, e con palombarino, arativa con mori, alberata, una vignola e orto di erbaggi quali si tiene in affitto dal colono con la spesa di scudi 2 l’anno…”
È interessante sottolineare la presenza del palombarino, una tipologia edilizia che è presente in tutta la regione anche se oggi, ne restano pochi esempi ancora intatti.
La palombara ha costituito nel Medioevo il primo insediamento abitativo nelle campagne; si è poi adeguata alle politiche agrarie ed è diventata la costruzione riservata all’allevamento dei colombi torraioli. Nel ‘700, quando il concime non era più fornito dai colombi ma da animali più grandi come bovini, le palombare persero il loro ruolo, anche se, nel territorio di Monte Santo nel 1865 ne esistevano ancora venti e per lo più, erano di proprietà nobiliare.
Affiancata alla torre c’era la residenza del colono di più recente costruzione. Il palombarino, cui fa riferimento il documento citato, doveva essere la stanza posta sopra l’apertura ad arco, che rappresentava l’ingresso all’edificio, caratterizzata dalle finestre di dimensioni ridotte rispetto alle altre. La porta a destra dell’arco, secondo il mio parere, non esisteva, fu realizzata più tardi, in seguito alla costruzione del Caffeaus.
L’ingresso, che immetteva alle stanze utilizzate per riporre in inverno i vasi di agrumi, è posto in posizione centrale rispetto alle aperture.
L’abitazione principale della famiglia Marefoschi era “Palazzo Grande” situato nella Piazza principale del Comune, mentre il giardino, rappresentava la tipica residenza di campagna, dove trascorrere pomeriggi all’aperto e controllare l’attività agricola.
Dal 1775 circa, il patrimonio Marefoschi è ereditato da Camillo Compagnoni Maresfoschi, il quale si occupa della gestione del giardino ed è probabile che sia lui a far costruire il Caffeaus.
Dal registro di entrata ed esito risultano una serie di spese occorse per il suddetto giardino, ed in particolare dei piombi, cioè le condutture idriche in piombo per le fontane ed i giochi d’acqua.
Camillo muore nel 1810, lasciando l’eredità ai figli Giovanni Francesco, Nunzio Apostolico e Alessandro, Cavaliere. Dal 1778 al 1850 circa, il giardino conobbe il periodo di massimo splendore.
Il Cenerelli Campana nel 1852 lo descrive come: “giardino di agrumi e di fiori, con scherzi di acque, e con vasche, contenenti pesci di bellissimi colori”. Il declino del giardino è dovuto probabilmente all’acquisizione di nuove proprietà: il 10 Maggio 1813, Mons. Giovanni Francesco Compagnoni Marefoschi acquista Palazzo Rosso sito in C.da Marina.
Un complesso architettonico composto di un’antica casa-fortilizia, rafforzata agli angoli da quattro baluardini con chiesetta e giardino. In seguito all’intervento di ristrutturazione dell’architetto recanatese Giuseppe Brandoni (1855), l’edificio acquista l’aspetto di villa di campagna rustica, divenendo la dimora estiva e di rappresentanza della famiglia Marefoschi, segnando così, il lento abbandono del giardino.
Quest’ultimo restò di proprietà dei Marefoschi fino al settembre 1883, anno in cui, Francesco Pastocchi, acquista, per la somma di 560 scudi, l’intero complesso dall’ultima erede-proprietaria Adele Marefoschi. Attualmente, il “giardino” che si trova in uno stato di completo degrado è inserito nella proprietà agricola della famiglia Morganti di Potenza Picena.

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