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Archive for giugno 2009

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Capitolo 9
Capitolo 10

Il post dell’organo Bazzani

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bonaventura-granati
Granati Bonaventura

A Potenza Picena c’è una famiglia che può vantare di aver dato tre generazioni di amministratori al Comune.
È la famiglia Granati, originaria di Loreto, che si è trasferita a Potenza Picena alla fine dell’Ottocento. Il capofamiglia Raffaele, verniciaio, e la moglie Vittoria Fermani, cucitrice in cotone, abitavano nel 1881 in Vico Costantini, insieme ai loro figli Anna, Tarsilia, Giovanna, Giuseppe, Bonaventura ed Eliseo.
L’impegno dei rappresentanti della famiglia Granati nel Consiglio Comunale inizia con Bonaventura, prosegue col figlio Roberto e va ulteriormente avanti con la nipote Maria Teresa, pervenuta successivamente anche all’elezione alla Camera dei Deputati.
Il primo amministratore della famiglia Granati è stato Bonaventura, capo-mastro muratore, nato a Potenza Picena il 7 agosto 1875 in Via Costa delle Donne n. 303 (è l’attuale Via Luca Spano). Il 2 settembre 1901 si è sposato con la Sig.ra Ida Lavini, ed è morto il 6 febbraio 1964.
È stato consigliere comunale dal 5 settembre 1920 al 29 aprile 1923 in rappresentanza del Partito Socialista Italiano, in un Consiglio Comunale che annoverava grandi personalità, come il prof. Balduino Bocci, l’avv. Lodovico Scarfiotti, l’on. Volpino Volpini, il conte Mario Buonaccorsi, l’avv. Gaetano Solanelli, il dott. Gioacchino Mazio, Tomassini Barbarossa, Giuseppe Antonelli, Antonio Mazzoni, il Sindaco Guglielmo Gasparrini, oltre che Emanuele Simonacci (“Checco d’Orazio”), che era anche assessore per il PSI.
Nel 1930, come capo-mastro muratore, alle dipendenze del costruttore di Porto Recanati Italo Frati, ha partecipato alla ricostruzione dell’abitato di Senigallia, distrutto da un violento terremoto. Insieme a lui sono partiti per Senigallia il figlio Roberto, Riccardo Bertini, Giulio Pastocchi, Manlio Rinaldelli, Ulisse Pepi, Roberto Rinaldelli, Nazzareno Ciuccarelli, Mario Bongelli, Elio Bianchini, Leopoldo Sorichetti, Agostino Riccobelli, Fernando Bufalari, Americo Rinaldelli e Giuseppe Sposetti, tutti muratori di Potenza Picena.
Nel 1948 ha aderito al Partito Comunista Italiano.
Come tanti altri santesi, Bonaventura è stato costretto anche ad emigrare per cercare lavoro. È documentata la sua emigrazione in Argentina nel 1909.

Roberto Granati
Roberto Granati

Questa sua passione civile e politica è stata trasmessa anche al figlio Roberto, anche lui muratore. Roberto Granati nasce a Potenza Picena il 28 marzo 1908, in Vico Solanelli 34. Il 22 aprile 1935 sposa Elisabetta Morgoni (Elisa).
Nelle elezioni amministrative del 1946 viene eletto consigliere comunale per il PCI, partito a cui aveva aderito nel 1945, nella lista guidata da Antonio Carestia, che sarà poi eletto Sindaco. All’interno della Giunta Comunale ricoprirà il ruolo di assessore supplente, ruolo che svolgerà fino alla fine della legislatura (1951).
Grande era la sua passione per la musica, ed in particolare fece parte della Banda Cittadina, quando era diretta dal Maestro Giulio Gasparrini. Inoltre negli anni 1946/47 fu tra i promotori della ricostituzione della stessa Banda, la cui direzione fu affidata al Maestro Edgardo Latini.
Anche la moglie Elisabetta Morgoni (Elisa) si è sempre attivamente impegnata per la nostra comunità, ed in particolare a favore delle donne, organizzando l’UDI (Unione Donne Italiane) di Potenza Picena.
L’ultima della famiglia Granati che ha ereditato la passione civile e politica di Bonaventura, è stata la nipote Maria Teresa.
Nata a Potenza Picena il 30 settembre 1937, in Viale Trieste n. 44, studia nelle scuole locali, successivamente si diploma presso il Liceo Classico di Recanati e si laurea in Filosofia nell’Università di Bologna. Il 19 settembre 1963 sposa a Bologna Saverio Caruso.

Maria Teresa Granati
Maria Teresa Granati

Maria Teresa viene eletta consigliere comunale per il PCI a Potenza Picena nelle elezioni del 1964, ma successivamente si dimette, nel 1966, per trasferirsi a Modena, sua nuova città di residenza, dove si dedica all’attività di insegnante. Anche in questa città continuerà il suo impegno amministrativo, ricoprendo inizialmente il ruolo di assessore nel Consiglio Provinciale. Nel 1976 viene eletta alla Camera dei Deputati del Parlamento Italiano, sempre per il PCI, e conserverà tale mandato sino al 1987. Successivamente tornerà al comune di Modena in qualità di assessore. Oggi, in pensione, prosegue il suo impegno nel campo del volontariato culturale e sociale, in particolare a favore degli anziani. Continua a frequentare la nostra città, dove possiede un’abitazione, ed è molto legata alla sua terra d’origine. Lo stesso attaccamento che hanno suo marito Saverio ed i figli Roberta e Carlo.

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La maddalena

La Maddalena

Durante i lavori di sistemazione della scarpata della Circonvallazione Nord di Potenza Picena, in prossimità dei resti delle antiche mura castellane medievali e vicino alla quarta Porta di accesso al Centro Storico, chiamata Porta della Cava o del Cunicolo, sono stati recentemente trovati reperti, tutti collocati in un unico sito.
Alcuni di questi per le loro caratteristiche di qualità e antichità sono riconducibili ad una fornace di cottura di terracotta che esisteva in questa zona, visto che ci troviamo anche in prossimità della materia prima, cioè l’argilla, in questa zona di ottima qualità (fino a pochi anni fa c’era anche la Fonte della Cava, per indicare che si trovava in un luogo dove si estraeva l’argilla).
Tutti inoltre sono a conoscenza che tra l’Ottocento e gli inizi del Novecento in questa zona abitavano ed operavano dei vasai, chiamati popolarmente “Coccioni”, forse per il tipo di lavoro che svolgevano (il loro cognome era però Galeazzi, Lorenzo oltre che Domenico ed i suoi figli Carlo e Luigi).
Pochi sanno invece che negli anni Venti del Cinquecento a Monte Santo ha abitato e lavorato per diversi anni un grande artista plasticatore fiorentino, famoso per le sue maioliche e sculture, fra’ Ambrogio della Robbia (al secolo Francesco), nato il 23/7/1477 e morto presumibilmente nell’estate del 1528 nella nostra città, figlio di Andrea e fratello dei più famosi Luca e Mattia (risulta dai documenti d’archivio che aveva acquistato nel 1524 una casa nel quartiere di S. Giovanni e che svolgeva il compito di Cappellano della Pieve di S. Stefano, allora situata nella Piazza centrale del Paese).
Nella nostra città comunque ha lasciato dei lavori che possono essere attribuiti alla sua opera, ed in particolare, la “Maddalena”, busto in terracotta che si conservava fino al 13 gennaio 1997 nella Sala del Consiglio Comunale nel Palazzo Municipale, poi rubata nella notte e non più ritrovata (proveniva dalla Chiesa di S. Agostino, appunto dedicata alla Maria Maddalena), e una Pietà in terracotta invetriata che si conservava nel Palazzo Mazzagalli (Pierandrei) oggi dispersa, ma presente almeno fino al 1904, quando l’ha potuta visionare lo storico marchigiano Anselmo Anselmi, che ha condotto approfondite ricerche sui Della Robbia nelle Marche.
Inoltre ne 1905 il Prof. Umberto Boccabianca ha intitolato ad Ambrogio della Robbia la locale Scuola d’Arte Applicata all’Industria.
Insieme a questo materiale, probabilmente riconducibile all’officina di fra’ Ambrogio della Robbia, sono stati trovati altri significativi reperti, come particolari coperture, manici, fondi di vasi, parti di terrecotte smaltate e decorate e vetri.
Il ritrovamento è stato segnalato sia alla Soprintendenza Archeologica di Ancona che all’Ufficio Tecnico Comunale di Potenza Picena.

Ancora una volta la scarpata della Circonvallazione Nord di Potenza Picena, dopo le antiche mura castellane medievali (purtroppo ricoperte), ci riserva una gradita sorpresa, che sicuramente arricchirà la storia della nostra comunità.

Adobe PDF icon Arte e storia
Copia della rivista “Arte e Storia” di Firenze del 31-12-1904 che riporta l’articolo dello storico marchigiano Anselmo Anselmi sul ritrovamento dei documenti che attestano la presenza di Fra Ambrogio della Robbia a Monte Santo negli anni Venti del Cinquecento.

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