Stemma Comunale tratto dal frontespizio del Catasto rustico di Monte Santo (1762-1765) presso l’archivio storico
di Potenza Picena, disegnato da Giuseppe Federici.
È stato pubblicato nel mese di febbraio 2010 da Zecchini Editore di Varese (http://www.zecchini.com), un libro dedicato al grande scenografo internazionale Ferdinando Scarfiotti di Potenza Picena, curato da Luciano Gregoretti, nato a S. Severino Marche ma residente a Roma, autore e regista, libero professionista, già docente di Regia all’Accademia di Belle Arti di Macerata, insieme alla moglie Maria Teresa Copelli, nata a Luzzara, che collabora con lui dal 1993 come autore e aiuto regista.
Il libro, oltre alla sua biografia e all’attività artistica nel mondo del cinema e del teatro, contiene anche un DVD della serata dedicata al grande scenografo, tenuta a Porto Recanati all’Arena “Beniamino Gigli” il 5 luglio 2008.
Tutti ricordano Ferdinando Scarfiotti per il premio Oscar ottenuto negli Stati Uniti per la scenografia del film di Bernardo Bertolucci “L’ultimo Imperatore” del 1988, oltre che per il David di Donatello e il Nastro d’Argento ottenuti in Italia per lo stesso film.
Ma l’attività artistica di Ferdinando Scarfiotti è stata molto intensa, e questo libro sicuramente contribuisce a colmare questo aspetto, grazie al lavoro di ricerca effettuato dagli autori.
Ferdinando Scarfiotti era nato a Potenza Picena il 6 marzo 1941 nella villa della sua famiglia in contrada Torrenova, dall’avvocato Paolo e da Luisa Solari, ed è morto a Los Angeles il 30 aprile 1994. Pur avendo frequentato le scuole a Porto Recanati, la sua famiglia era molto legata a Potenza Picena. Il nonno Lodovico, nato a Torino il 21/1/1862, è stato nel 1899 tra i fondatori della FIAT e primo Presidente ed avviò nel 1906 l’attività del Cementificio di Porto Recanati, insieme all’ingegner Giuseppe Moro di Livorno ed Enrico Volpini di Porto Recanati, intervenendo alla fondazione della Società con il suo agente sig. Filippo Ciccarelli di Recanati, che curava in zona tutti i suoi molteplici interessi.
Nonostante i molti impegni lavorativi Lodovico Scarfiotti ricoprì importanti incarichi amministrativi all’interno del comune di Potenza Picena. Consigliere comunale dal 5/9/1920 al 9/4/1923, commissario prefettizio dall’agosto 1923 al maggio 1924. Alla sua morte, avvenuta a Torino il 19/5/1924, la città di Potenza Picena partecipò con una sua rappresentanza ai funerali, e il nostro paese gli tributò nei giorni successivi solenni cerimonie.
La nonna di Ferdinando, Luigia Favale, era la figlia del Senatore Casimiro Favale, proprietario nel nostro territorio di una notevole quantità di terreni agricoli. È documentata la loro presenza in qualità di proprietari di terreni già dal 1873, mentre nel 1888 risultano anche titolari di una fornace in contrada Via Piana. Nel 1890 la figlia Luigia sposa Lodovico Scarfiotti e dopo la morte del Senatore il 19/4/1896 a Torino, la gestione del patrimonio della famiglia Favale passa allo avvocato Lodovico. Tramite i suoi agenti di zona, i fratelli Ciccarelli di Recanati, sottoscrive da Torino nel 1891 nº 10 azioni della Banca Popolare di Potenza Picena da poco costituita.
Inoltre in un censimento del 1897, risulta tra i maggiori produttori di vino del nostro comune, dopo il senatore Bartolomeo Casalis, il conte Flavio Bonaccorsi, il conte Prospero Marefoschi, e Pietro Formiconi con 3 ettari di vigneti.
Il figlio Paolo, padre di Ferdinando, dopo la sua morte ricoprirà prima la carica di Sindaco di Potenza Picena dal 27/7/1924 fino al 3/4/1927, poi, a seguire, quella di Podestà fino al mese di agosto 1929, dopo essere stato nominato Federale di Macerata.
Gigantografia di Ferdinando Scarfiotti che alza la statuetta dell'Oscar
Potenza Picena ha avuto molto dalla famiglia Scarfiotti. Non bisogna dimenticare che nel 1926 fu proprio il Cementificio Scarfiotti-Volpini di Porto Recanati a donare alla nostra comunità il tempietto votivo del Parco della Rimembranza. Inoltre nel dopoguerra di nuovo la famiglia Scarfiotti ha donato alla città di Potenza Picena il terreno dove è stato costruito il campo sportivo comunale, inaugurato il 10 giugno 1946.
Proprio per questo motivo nel nostro comune vi è una via dedicata al fondatore della FIAT e primo Presidente, l’avvocato Lodovico Scarfiotti, quella che costeggia il Parco della Rimembranza. Il campo sprtivo comunale è dedicato alla famiglia Favale-Scarfiotti, oltre che al battaglione polacco “Skorpion” che nel 1946 l’aveva costruito, il locale Ferrari Club è intitolato al pilota Lodovico Scarfiotti e per ultimo proprio l’Auditorium creato all’interno della chiesa di S. Agostino il giorno 19/12/2004 è stato intitolato allo scenografo, premio Oscar, Ferdinando Scarfiotti.
Credo che non vi sia altra realtà locale che abbia tributato tanto onore alla famiglia Scarfiotti-Favale.
Gigantografia di Ferdinando Scarfiotti che alza la statuetta dell’Oscar
Il 22 Marzo del 1944 venivano fucilati dai nazi-fascisti a Montalto, località del Comune di Cessapalombo, insieme ad altri 24 ragazzi, due giovani di Potenza Picena, Cutini Mariano e Scipioni Mariano, tra di loro veri amici. Per una scelta che rispondeva alle loro convinzioni di fede religiosa e di libertà, si erano rifiutati di rispondere alla chiamata alle armi disposta, con il bando del 4/11/1943, dalla Repubblica Sociale Italiana, ed insieme il 2 Febbraio 1944, giorno della Candelora, decisero di lasciare le loro famiglie ed unirsi ai patrioti del gruppo 201, comandato dal Tenente Achille Barilatti, che nelle montagne maceratesi si opponeva ai nazi-fascisti.
Sono stati gli unici patrioti di Potenza Picena morti nella guerra partigiana che si è combattuta nelle nostre zone.
Erano due ragazzi come tanti altri, lavoratori, uniti da una profonda fede religiosa e convinti antifascisti (erano aderenti all’Azione Cattolica locale e frequentavano la Parrocchia di S. Stefano; una lapide oggi posta all’interno dell’Oratorio li ricorda come giovani dell’Azione Cattolica caduti per la Patria. La lapide venne inaugurata il 19/10/1947 alla presenza dell’Arcivescovo di Fermo Mons. Norberto Perini e dell’On. Renato Tozzi-Condivi, ed era collocata in origine all’interno del Teatro S. Stefano (poi cinema Aurora).
Scipioni Mariano nasce a Potenza Picena il 16/2/1925 in via Umberto I° n. 165, da Bonaventura, campagnolo, e da Valentini Teresa, anche lei campagnola. Frequenta la Scuola Elementare locale con l’insegnante Maria Vittoria Spagnoli. Successivamente, dopo l’Avviamento Professionale, segue i corsi della Scuola d’Arte diretta dal Prof. Giuseppe Asciutti, ed inizia a lavorare come manovale muratore.
Cutini Mariano nasce invece il 13/4/1924 in C.da S. Girio n. 378, da Giuseppe, contadino e Sabbatini Anna, anche lei contadina. Frequenta la Scuola Elementare rurale di Tergi-Pamperduto, con l’insegnante Maria Pastocchi, e dopo l’Avviamento Professionale inizia a lavorare come operaio nella Fornace Antonelli.
Cutini Mariano
Il Comune di Potenza Picena (delibera di Giunta n. 98 del 25/10/1945) “nell’intento di onorare le vittime della ferocia nazi-fascista, Cutini Mariano e Scipioni Mariano morti il 22/3/1944 nell’eccidio di Montalto, tenendone vivo il ricordo nell’animo della cittadinanza, delibera di intitolare al nome di Cutini Mariano l’attuale Via Massucci ed al nome di Scipioni Mariano il Vicolo Bernabei”.
Il Comune di Tolentino, in data 19/4/1947, ha conferito la cittadinanza onoraria ai congiunti di Mariano Cutini e Mariano Scipioni, Giuseppe e Bonaventura, per l’apporto dato dai loro figli alla lotta di Liberazione, combattuta al fianco dei giovani tolentinati.
L’Esercito Italiano nel 1962 ha conferito ai due giovani di Potenza Picena morti a Montalto la Croce al Merito di Guerra, alla memoria, per attività partigiana. La nostra comunità non deve dimenticare il sacrificio di questi due ragazzi, eroi italiani, che hanno pagato con la vita la loro convinzione di fede e di libertà.
Si ringraziano le famiglie Cutini e Scipioni per la loro collaborazione e per aver fornito documenti, foto e notizie sui loro congiunti fucilati a Montalto il 22 Marzo 1944. Su ringraziano inoltre Lucio Pastocchi e sua moglie Dian Furiasse (originaria di Montalto), Giulia e Sendra Asciutti per i loro suggerimenti.
Corteo dei lavoratori della Comus Bontempi del 1983
Nel 1983 a Potenza Picena è stata vissuta una pagina molto importante di lotta sindacale contro i 98 licenziamenti alla Comus Bontempi, azienda di strumenti musicali giocattolo, la più grande realtà produttiva del territorio comunale.
I lavoratori coinvolti, operai, impiegati e tecnici qualificati, insieme al Sindacato, alle Istituzioni locali (Comune e Regione), alla cittadinanza solidale e alle forze politiche, in particolare il PCI di Potenza Picena, hanno lottato con dignità, per difendere il loro diritto al lavoro. I manifestanti durante gli scioperi davanti ai cancelli dell’azienda sono stati anche caricati dai Carabinieri (questo fatto è stato anche oggetto di una interrogazione parlamentare), ma hanno resistito dimostrando grande coraggio e capacità di mobilitazione, riuscendo alla fine a far ritirare alla proprietà i licenziamenti, ed ottenendo per tutti i lavoratori la concessione della Cassa Integrazione guadagni Speciale per 24 mesi.
È stato l’inizio di una profonda ristrutturazione della Comus Bontempi, azienda di proprietà della famiglia Bontempi, che è arrivata ad occupare anche 650 dipendenti nello stabilimento di Potenza Picena nel periodo 1978/1980.
L’Azienda è sorta nel 1937 grazie all’iniziativa di Egisto Bontempi, che da Castelfidardo, dove era nato e viveva, si era trasferito a Potenza Picena insieme alla moglie Maria Bianchi e al figlio Paolo (l’altra figlia Anna è nata successivamente), ed ha iniziato la sua attività nei locali di Corso Vittorio Emanuele II e di Via Silvio Pellico, producendo fisarmoniche.
Questi locali, parte del complesso dell’antica proprietà dei Marefoschi, nel 1979 la famiglia Bontempi, Egisto e la moglie Maria Bianchi, li hanno donati alla comunità di Potenza Picena.
L’Azienda inizialmente si chiamava “La Fisarmonica” ed oltre ad Egisto Bontempi vedeva in società anche l’imprenditore Dante Mancini, anch’egli di Castelfidardo, e la partecipazione del maestro Azzolino Clementoni, ed ha occupato fino a 70 dipendenti.
Tra i primi operai risultano Giuseppe Ricciardi (diventato successivamente nel 1946 vice-sindaco di Potenza Picena), Carestia Igino, Bernacchia Mariano e Walfrida (Alfreda) Percossi, l’unica ancora vivente e che il 23/10/2009 ha compiuto 100 anni.
Operai ed operaie della Ditta “La Fisarmonica"
L’Azienda “La Fisarmonica” di Bontempi e Mancini esportava i suoi prodotti, cioè le fisarmoniche, in tutto il mondo, ma con lo scoppio della seconda guerra mondiale il commercio internazionale si è fermato ed anche la produzione dell’Azienda di Potenza Picena ne ha risentito, e per questo motivo l’attività fu sospesa dal 15/8/1939.
Dai documenti d’archivio risulta addirittura che la ditta “La Fisarmonica” aveva esportato delle fisarmoniche in Polonia, spedite il 14/6/1939, ma, dopo l’invasione tedesca del I/9/1939, il cliente polacco, la ditta BRACIA GEREWOLF di Varsavia, non aveva più pagato la fornitura di 36 fisarmoniche, per un valore di LIT. 13.580. l’Azienda di Potenza Picena per questo motivo sollecitava il Ministero degli Affari Esteri Italiano per il risarcimento economico del danno subìto in conseguenza degli eventi bellici.
Durante la guerra poi l’attività dell’Azienda, gestita solo da Egisto Bontempi proseguì con enormi difficoltà con pochi operai, tra cui, nel periodo 1941/1942 e 1943, Secondo Tortelli, Renato Rossini, Rinaldoni Giuseppe, Cennerelli Fernando ed anche Remo Galvani, che veniva inizialmente a lavorarci da Loreto, producendo fisarmoniche giocattolo per il mercato nazionale.
Per un lungo periodo, per la mancanza di energia elettrica (il 28 giugno 1944 la centrale Gatti fu sabotata dai Tedeschi in fuga) l’attività fu sospesa. Solo dopo il 1946, con la riapertura del commercio internazionale e la riattivazione dell’energia elettrica, l’attività della ditta “La Fisarmonica” di Egisto Bontempi riprende definitivamente la produzione, portandola negli anni successivi, grazie anche all’ingresso in Azienda del figlio, l’ing. Paolo Bontempi, a diventare leader mondiale nel campo degli strumenti musicali giocattolo.
Dal Palazzo Marefoschi l’attività si è successivamente trasferita fuori dal centro storico di Potenza Picena, in Viale Don Bosco, dove si trova attualmente, ed il primo prodotto uscito dal nuovo stabilimento, una pianola, porta la data del 14/7/1964.
Il grande successo di questa Azienda si deve sicuramente alle capacità imprenditoriali della famiglia Bontempi, di Egisto prima e poi dell’ingegnere Paolo, ma non bisogna dimenticare le capacità professionali delle maestranze che hanno lavorato in questa importante struttura, operai, impiegati, tecnici e dirigenti, uomini e donne.
In particolare credo che il motivo per cui Egisto Bontempi nel 1937 è venuto da Castelfidardo, patria delle fisarmoniche, a Potenza Picena e qui ha avuto un grande successo, è perché da noi vi era una importante e qualificata professionalità artigianale, nel campo del legno in particolare, cioè vi erano dei bravi falegnami, formati da tanti anni di insegnamento della locale Scuola d’Arte “Ambrogio della Robbia”, in quel periodo diretta dal prof. Giuseppe Asciutti. Inoltre il primo socio di Egisto Bontempi, cioè Dante Mancini, anche lui residente a Castelfidardo, era originario di Potenza Picena ed era cugino del maestro Azzolino Clementoni.
Non bisogna dimenticare inoltre l’impegno civile antifascista di Egisto Bontempi, che nel dopoguerra fece parte del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) di Potenza Picena, insieme al Prof. Giuseppe Asciutti e al M° Azzolino Clementoni, e rappresentò il PSI e gli industriali nella prima Giunta Comunale presieduta dal Colonnello Giovanni Pasquali.
Stabilimento della Comus Bontempi
Questa vicenda dei 98 licenziamenti della Comus Bontempi del 1983 è stata comunque una pagina importante della storia di Potenza Picena e del movimento sindacale locale da non dimenticare. Questo articolo è dedicato a chi in questa vicenda è stato protagonista e a tutti coloro che hanno lavorato in questa importante Azienda, che, grazie anche alla famiglia Bontempi, ha contribuito notevolmente allo sviluppo e al benessere della nostra comunità.
Si ringraziano per le loro informazioni i Sig.ri Cennerelli Fernando (è stato anche componente il Consiglio di Fabbrica della Bontempi), Tortetlli Secondo, Renato Rossini e Remo Galvani che hanno lavorato alla Bontempi fin dai primi anni, cioè dal 1941/1942/1943.
Comizio del PCI di Potenza Picena sulla vicenda dei 988 licenziamenti alla Comus Bontempi. Introduce Polo Onofri e Parala il Consigliere Regionale del PCI Pietro Marcolini.
Documenti allegati:
Delibera Comunale Delibera del Consiglio Comunale di Potenza Picena del 6/4/1979 con cui si accetta il donativo del Palazzo Marefoschi nel Centro Storico del paese da parte della famiglia Bontempi (Egisto e la moglie Maria Bianchi) con destinazione di alloggi – parcheggi. Archivio Storico Comunale.
Verbale di accordo Accordo del 30/4/1983 tra la proprietà della Comus Bontempi di Potenza Picena e i rappresentanti sindacali dei lavoratori (CGL – CISL – UIL e ULD – CISAL) che prevedeva il ritiro dei 98 licenziamenti e la concessione della cassa integrazione guadagni speciale per 24 mesi a decorrere dal 2 maggio 1983.
Corteo dei lavoratori della Comus Bontempi del 1983