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Archive for aprile 2010

Giuseppe Nazzareno Pastocchi

Una delle figure più importanti della Resistenza a Potenza Picena è stata sicuramente quella di Giuseppe Nazzareno Pastocchi, personaggio di spicco dell’antifascismo santese.

Tra i fondatori del PCI locale, uomo di profonda fede, dopo l’8 settembre 1943 organizzò insieme ad altri, compreso il fratello Edmondo, la cellula clandestina del GAP (Gruppo di Azione Patrittica) di Potenza Picena, collegata alla Brigata “Spartaco”, che si riuniva presso i locali del Convento dei Frati Minori Zoccolanti, dove era Guardiano padre Pieragostini, diventandone comandante.

La loro attività consisteva principalmente nel procurare armi, viveri ed indumenti per i combattenti partigiani che si erano rifugiati in montagna, aiutare sia i ragazzi renitenti alla leva a nascondersi, che i prigionieri alleati scappati dai campi di concentramento a fuggire. Era inoltre la persona incaricata di tenere i contatti con gli altri gruppi partigiani della zona e di curare i rapporti con i rappresentanti delle truppe alleate.

Partecipò anche nel mese di Aprile del 1944 ad una azione militare contro i fascisti locali, in località Varco di Potenza Picena, in collaborazione con i partigiani di Porto Recanati, e fu anche arrestato.

Nato a Potenza Picena il 17 luglio 1903 da Cesare e da Maggini Emilia, falegname, dopo la liberazione di Potenza Picena da parte delle truppe polacche del Generale Anders il giorno 30 giugno 1944 (il famoso battaglione “Skorpion”), fu nominato l’8 luglio 1944 prima come componente della Giunta Comunale in rappresentanza del PCI e degli artigiani, poi il 14/12/1944 Sindaco del paese, carica che ricoprì con competenza ed onestà fino al 9/8/1945, quando si dimise volontariamente per motivi familiari, sostituito nel ruolo da Antonio Mazzoni. Continuò comunque a ricoprire la carica di Segretario della locale sezione dell’ANPI. Muore a Potenza Picena il 13 agosto 1978.

Anche il figlio Lucio, pur giovanissimo, diede il suo contributo alla lotta partigiana, in particolare svolgendo il delicato compito di staffetta del GAP locale.

In occasione della Festa del 25 Aprile 2010, 65º anniversario della Liberazione, Potenza Picena deve rendere omaggio a questo straordinario personaggio, forse troppo frettolosamente dimenticato dalla nostra comunità.

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Portale del Palazzo Cenerelli (oggi Rappini-Pallotto) in Via Tripoli con colonne Ioniche.

Grazie alle ricerche effettuate dal geometra Simone Petini di Potenza Picena, finalmente siamo riusciti a sapere dove è nato e vissuto Carlo Cenerelli Campana, autore nel 1852 del libro sulla storia di Monte Santo. Si tratta del palazzo storico del XVIII secolo sito in via Tripoli, fino a poco tempo fa proprietà della famiglia del dott. Umberto Rossi ed oggi proprietà dei signori Samuele Grappini di Civitanova Marche e Paolo Pallotto di Macerata, che lo stanno restaurando (progettista Architetto Sebastiano Cecarini di Civitanova Marche)

Proprio dalle ricerche effettuate presso gli archivi storici per poter predisporre una relazione sul Palazzo per chiedere il vincolo ai sensi della legge da parte della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle Marche di Ancona, è emerso che alla fine del Settecento questo stabile era di proprietà del Tenente Nicola Cenerelli, padre di Carlo Annibale, autore nel 1852 della prima storia di Monte Santo, stampata presso la Tipografia Jaffei di Ripatransone.

In questo Palazzo Carlo Annibale è nato il giorno 14 luglio 1773 ed è vissuto successivamente insieme a sua moglie Caterina Romani di Macerata ed ai suoi sei figli, fino alla morte, avvenuta il 18 giugno 1859. Dopo la sua morte il resto della sua famiglia continuò ad abitare il Palazzo fino a quando questo passò di proprietà a Francesco Consolani di Potenza Picena.

La famiglia Cenerelli nel XVIII secolo era annoverata tra le famiglie nobili di Monte Santo, nobiltà acquisita per meriti militari, ed il Piazzale posto dietro al Palazzo porta il loro nome.

I nuovi proprietari sicuramente sapranno recuperare e valorizzare in tutta la sua straordinaria bellezza questo antico Palazzo, arricchito ora storicamente e culturalmente anche di questa ultima scoperta, di essere stato cioè casa natale e dimora di uno dei più importanti storici di Monte Santo, Carlo Cenerelli Campana, magari collocandovi una lapide che ricordi questa circostanza.

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Quercia di S. Cassella

Pochi sanno che a Potenza Picena, a S. Cassella, era presente fino a pochi anni fa una delle più grandi querce secolari delle Marche, segnalata già nel 1986 nel libro di Valido Capodarca “Marche – Cinquanta alberi da salvare”, Vallecchi Editore, Firenze. Il libro è consultabile presso la Biblioteca Comunale “Carlo Cenerelli Campana”, Via Trento n. 3.

La quercia di S. Cassella già nel 1986 era imponente. Aveva una circonferenza di m. 4,15, un’altezza di m. 18,00 ed una chioma di m. 33,50. L’abbattimento della quercia sembra sia dovuto a cause naturali, cioè il forte vento.

Tutto il territorio del comune di Potenza Picena è stato sempre ricco di questa specie di piante. In ogni terreno erano presenti querce in quantità, che potevano garantire sia il legname che il frutto, la ghianda, indispensabile per l’alimentazione dei maiali.

Addirittura vi erano anche dei boschi di querce, e delle case, dette “roccoli”, circondate da queste piante che servivano, con dei richiami, ad attrarre gli uccelli da catturare con le reti.

La tenuta di S. Cassella è stata sempre proprietà della nobile famiglia Bonaccorsi. L’ultima discendente è stata la contessa Eleonora Bonaccorsi, figlia di Leopoldo e Ada Antonelli, che nel 1933 si sposò con Luigi Michele Gigotti.

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