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Archive for aprile 2011

A cura di Andrea Bovari

Mario Zucchini con la maglia della Civitanovese

Nella storia del calcio giallorosso, Mario Zucchini ha scritto pagine importanti, prima come calciatore di qualità, poi come tecnico competente e preparato. Nato nel 1927 a Potenza Picena, egli ha cominciato la sua avventura sportiva in anni difficilissimi, in piena seconda guerra mondiale. “Non avevamo neanche l’allenatore,-racconta- poi venne l’ungherese Jorki, atleta del Ferencvaros, che ci diede insegnamenti tecnico-tattici: è stato lui il nostro primo allenatore. Giocavamo nello spazio sotto le mura, dove adesso c’è il parcheggio (di fronte alla farmacia Eredi Sulpizi, n.d.r.)” Mario, che ha ricoperto prima il ruolo di centrattacco e poi quello di mezzala, ha disputato due campionati di Prima Divisione con la maglia del Potenza Picena (1945/46 e 1946/47), poi altri due nelle file della Civitanovese. E’ seguito un anno nella Recanatese, dove mise a segno la bellezza di trentadue reti! Anche grazie a questo splendido rendimento, la stagione successiva venne ingaggiato dall’Anconitana, la cui maglia ha indossato per quattro anni, toccando l’apice della sua carriera calcistica, in Ancona ho esordito in serie B: ricordo che accadde in trasferta, a Legnano, dove il termometro segnava sei gradi sotto lo zero! Perdemmo 1-2 ma la stampa parlò bene dei giovani della compagine dorica. Tra gli allenatori che ebbi in quel periodo, ricordo Degni e Piccinini: quest’ultimo conobbe momenti di gloria vincendo le Olimpiadi di Berlino con la Nazionale Azzurra nel 1936. Era un centromediano metodista di grande talento: insieme ai suoi compagni di squadra ricevette da Mussolini, a Palazzo Venezia, il premio di cinquemila lire ed un diploma. Negli anni di Ancona ho avuto modo di giocare insieme con Sandro Ciotti, il grande radiocronista delia Rai: era un cursore di centrocampo, suonava molte bene il pianoforte e ci allietava le vigilie delle partite. Nella gara contro il Catania, poi, mi infortunai al menisco: fu un contrasto violento con Pernigo, nel match Verona-Anconitana.” (altro…)

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Amos Rossi

I soldati italiani che dopo l’8 settembre del 1943 hanno scelto di continuare a combattere l’ex alleato tedesco, in Italia e all’estero, ridando dignità ed onore al popolo italiano agli occhi del mondo intero, sono considerati dei “traditori” da parte di coloro che hanno aderito alla Repubblica Sociale Italiana, seguendo Benito Mussolini al fianco di Hitler, e dei partigiani di serie B da parte della Resistenza ideologizzata.

Molti di loro sono anche morti nell’adempimento del loro dovere, ma vengono quasi dimenticati nelle ricorrenze ufficiali del 25 Aprile, anniversario della Liberazione. (altro…)

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Dott. Felice Schelini

Potenza Picena non può vantare tra i suoi figli più illustri un garibaldino. Ha avuto comunque la fortuna di ospitare per molti anni, dal 1852 al 1915, un eroe che ha seguito Giuseppe Garibaldi nelle sue battaglie che hanno portato alla conquista dell’Unità d’Italia.

Si tratta del dott. Felice Schelini, nato in Ancona il 26/6/1827, da Domenico, possidente, e da Albina Sartini, casalinga. Laureato in Medicina all’Università di Bologna nel novembre del 1850, è venuto a Monte Santo il 3/11/1852 come medico comprimario di campagna, prima interinale, poi assunto stabilmente fino al 31 maggio 1859, quando si assenta per partecipare alla 2ª Guerra d’Indipendenza. Verrà licenziato il 24 novembre dello stesso anno dal Delegato Apostolico di Macerata Apolloni per non aver ripreso il lavoro e non aver giustificato la sua assenza. Il Comune di Monte Santo, dopo l’Unità d’Italia, nel 1861, lo riassume per i suoi meriti medici (si era attivato nel 1855 per alleviare le sofferenze della popolazione santese colpita da una grave epidemia di colera) e patriottici, e rimarrà a Potenza Picena fino alla sua morte, avvenuta l’8 maggio 1915 nell’abitazione posta in Corso Vittorio Emanuele II al nº 349 (attuale nº 73). (altro…)

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Ermanno Carestia con Igino Bianchini

La comunità di Potenza Picena ha conosciuto sempre l’emigrazione, in parti­colare quella verso l’Argentina. All’inizio emigravano i contadini, gli operai, poi successivamente gli artigiani. Tra questi a Potenza Picena numerosi erano i muratori che hanno seguito la via dell’emigrazione nel sud dell’America.

In Italia, ed in particolare a Potenza Picena, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, i nostri muratori e manovali, per trovare lavoro, che da noi mancava, sono emigrati in Francia, nella zona di Parigi, ed in parti­colare nelle cittadine di Argenteuil e Pontoise.

Tutto è iniziato il 26/6/1956, l’anno della grande nevicata di Febbraio (lo neò), quando sono partiti i primi muratori e manovali di Potenza Picena, tra cui Ermanno Carestia, Giancarlo Simonetti, Luigino Rinaldelli, Candido Cardinali, Giuseppe Amichetti, Augusto Cittadini, Igino Bianchini e Primo Reucci. Insieme a loro con il treno, destinazione Parigi, sono partiti altri muratori di Porto Potenza Picena, Montelupone e Recanati, per un totale di circa 80 persone.

Successivamente, a Settembre dello stesso anno, sono partiti altri muratori e manovali di Potenza Picena, tra cui Giannino Clementoni, Vittorio Bernabiti, Arnaldo Clementoni. Sono stati tutti assunti dall’impresa edile dei fratelli Pagnanini di Civitanova Alta (la Pagnanini e freres), Vittorio, Fulvio e Nazzareno, che da diversi anni si erano trasferiti a lavorare in Fran­cia. La loro impresa con il passare degli anni è molto cresciuta, fino ad arrivare a superare gli 850 dipendenti, tra muratori, manovali, impiegati, ferraioli e carpentieri. E’ fallita nel 1964. Dal 1956 in poi sono emigrati da Potenza Picena e Porto Potenza Picena per la Francia, oltre 40 muratori e manovali. Tra loro c’era anche Giovanni Pastocchi, il poeta dialettale di Monte Santo, partito nel 1957 come manovale per poter avere il permesso di soggiorno, ma che ha svolto l’incarico di impiegato della Pagnanini e freres fino al 1961, quando è rientrato a Potenza Picena.

Ermanno Carestia e Vittorio Bernabiti

Molti di questi lavoratori sono ritornati a Potenza Picena, altri si sono sposati con ragazze francesi e sono rimasti in Francia, dove alcuni di loro sono anche morti, come Luigi Bufarini (Martellò), Luigino Rinaldelli, Giannino Clementoni, Giuseppe Scorbetti, Arnaldo Clementoni, Vittorio Bernabiti e Benito Giri.

La maggior parte di quelli che sono rimasti in Francia ritornano periodicamente a Potenza Picena con le loro famiglie, in particolare d’estate, perchè non hanno mai dimenticato la loro terra di origine.

Questa straordinaria esperienza di emigrazione, dopo 55 anni, sta volgendo al termine, ma non bisogna dimenticarla, anzi va fatta conosce­re per ricordare il sacrificio del nostro lavoro all’estero.

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