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Archive for febbraio 2014

Copertina del libro “Maddalena Profuga Per Sempre”

Copertina del libro “Maddalena Profuga Per Sempre”

Il giorno 9 Dicembre 2013, in occasione dell’inaugurazione a Recanati presso Villa Colloredo Mels del Museo Regionale dell’Emigrazione Marchigiana nel mondo, ho avuto modo di conoscere la dott.ssa Graziella Carassi, psicoterapeuta a Roma, con uno studio anche nelle Marche a S. Benedetto del Tronto. Avevo già sentito parlare della dott.ssa Graziella Carassi dopo che il prof. Gianfranco Morgoni di Potenza Picena mi aveva segnalato un interessante articolo che era uscito il 20/10/2013 su Cronache Maceratesi, che conteneva un’intervista di Maria Cristina Pasquali dal titolo “Graziella Carassi, la sua storia tra Potenza Picena, Venezuela e Buenos Aires.” Mi aveva molto incuriosito il fatto che era nata a Potenza Picena e che la mamma, Clarice (Clara), era la figlia di Gaudenzio Rampioni e Adorna Amadio. La dott.ssa Graziella Carassi mi ha donato una copia del libro “Maddalena profuga per sempre” scritto nel 2011 e pubblicato da Andrea Livi di Fermo mentre la seconda edizione nel dicembre 2012 è stata stampata da Capponi Editore di Ascoli Piceno. Il libro ho provveduto immediatamente a consegnarlo alla Biblioteca Comunale “Carlo Cenerelli Campana”, dove è stato catalogato ed inserito in rete sul sistema bibliotecario nazionale e dove risulta che quella di Potenza Picena è l’unica Biblioteca della Provincia di Macerata a possedere questo testo della nostra concittadina. Una bella soddisfazione. Il libro racconta la storia di Maddalena, una profuga di Gorizia, che a causa della prima guerra mondiale viene mandata via dalla sua terra di origine insieme alla madre Caterina e a suo padre Riccardo, non sposati, per approdare nelle Marche, ad Offida, dove conosce Clarice (Clara) Rampioni madre dell’autrice del libro, che già si trovava nella città del tombolo ospite della zia Giovanna Amadio, maestra e sorella della madre Adorna. Maddalena e Clara crescono insieme, non perdendosi di vista nemmeno dopo che Clara sposa Gino Carassi, imprenditore edile di Offida, dal cui matrimonio nasceranno Guido, Giampiero e Graziella. E’ un libro che ho avuto modo di leggere attentamente nel giro di pochi giorni, tanto era l’interesse di seguire le vicende sia di Maddalena che di Clara e delle loro rispettive famiglie.

Graziella Carassi, autrice del libro.

Graziella Carassi, autrice del libro.

Maddalena vivrà la sua condizione di profuga per tutta la sua lunga vita, non riuscendo a farsi una famiglia. Maddalena era nata a Gorizia il 10/6/1909 da Caterina e da Riccardo, fuori dal vincolo matrimoniale. Il patrigno Odorico lavorava nel campo dell’edilizia negli Stati Uniti (aveva anche lavorato con il nonno di Graziella, Guido Carassi) e con Caterina aveva avuto 6 figli. Dopo essere venuto a conoscenza del rapporto di sua moglie Caterina con Riccardo, Odorico ritorna dagli Stati Uniti e toglie alla moglie i sei figli e li porta con sé in America. Caterina non riuscirà più a rivederli. Maddalena cercherà disperatamente di poter rintracciare sia i fratelli e le sorelle. Alla fine saprà che sono sparsi tra l’Italia, la Francia e gli Stati Uniti. Una cosa straordinaria che contiene il libro, che mi ha molto colpito positivamente, è l’enorme quantità di documenti e foto messi a corredo dei racconti e dei personaggi, un vero e proprio archivio documentario e fotografico composto da 362 pezzi, compresa la copertina. Un’operazione di unione del racconto con documenti e foto ben riuscita, straordinaria. Un’altra cosa che mi ha colpito è il metodo seguito dall’autrice: partendo dalle vicende familiari dei protagonisti, ci racconta la storia più in generale, locale, nazionale ed internazionale. Ritornando alla nostra autrice, la dott.ssa Graziella Carassi, abbiamo detto che è nata a Potenza Picena, ed esattamente al Porto in Via Ettore Bocci n° 3 da Clarice (Clara) Rampioni e Gino Carassi di Offida. Dopo appena 3 mesi ritornano ad Offida. I coniugi Clara Rampioni e Gino Carassi si erano sposati nella nostra città, a Porto Potenza Picena nella Chiesa di S. Anna il 21/4/1931. La famiglia di Clara era originaria di Potenza Picena.

Maddalena al Teatro Ventidio Basso

Maddalena al Teatro Ventidio Basso

Il nonno Gaudenzio era la Guardia Municipale, dopo che era stato il primo tipografo del paese ed era nato a Potenza Picena il 17/3/1875, in Via Mancini 39 (l’attuale Via B. Mugellini) ed è morto a Porto Potenza Picena nel 1944. Si era sposato con la sig.ra Adorna Amadio originaria di Offida che ha gestito al Porto una trattoria. La famiglia Rampioni oltre che da Clara era composta anche da Giuseppe, Gaudenzio (Nino), Gregorio, Francesco, (il tipografo) e Decia.

Dopo la morte di Maddalena, avvenuta a Roma il 1/1/2000, Graziella Carassi si è assunta l’impegno di raccontare la sua storia, raccolta in questo libro, il cui ricavato andrà interamente a beneficio della Lega del Filo d’Oro di Osimo, associazione benefica a cui la stessa Maddalena aveva deciso di donare parte del suo patrimonio alla morte. Ci auguriamo che questo interessante libro possa essere presentato anche a Potenza Picena, città che ha visto nascere Graziella Carassi, della nostra terra illustre figlia, da noi poco conosciuta.

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Museo dell'Emigrazione Marchigiana nel mondo,

MUSEO DE LA EMIGRACION MARCHEGIANA EN EL MUNDO

“Cuando nuestros abuelos eran extracomunitarios”

PARA RECUPERAR LA MEMORIA DE LA EMIGRACIÓN MARCHEGIANA EN EL MUNDO,
CONTRIBUYE TU TAMBIEN A LA RECOLECCIÓN DE MATERIALES PARA EL MUSEO

SI POSEES:

  • Documentos originales (Cartas, autógrafos, textos, billetes de viaje, diarios de viaje, envíos y valores bancarios, partituras musicales, facturas comerciales, manifiestos políticos, billetes de lotería, entradas para espectáculos, cartas con membretes marchegianos, libretas escolares, pedidos de expatriación…)
  • Libros (Ensayos, novelas, testimonios, historias, fábulas…)
  • Escrituras populares (Cartas privadas, diarios, autobiografías, memorias…)
  • Películas y fotografías (Tarjetas comerciales, manifiestos publicitarios…)
  • Publicaciones (Periódicos, diarios, revistas, boletines, recetas…)
  • Documentos varios (Pasaportes, certificados sanitarios, certificados de nacimientos, de bautismo y de muertes, documentos de viajes…)
  • Objetos y utensilios ligados a la profesión (Objetos personales, vestimenta, bolsas, sombreros, paraguas, bastones, relojes, adornos, cheques, monedas, medallas, portafolios, anteojos, instrumentos musicales, juguetes…)
  • Y cualquier otro material útil para testimoniar la emigración marchegiana en el mundo.

COMUNÍCATE CON NOSOTROS A LA BREVEDAD

C.D.E. Centro de Documentación de Emigración.
Museo Cívico Villa Colloredo Mels
Calle Gregorio XII RECANATI (MC) (62019)
Tel. 071 7587217 – Tel. y Fax 071 7570410
museoemigrazione@comune.recanati.it
museoemigrazionemarche@virgilio.it

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l'assunta-e-lapide-primo-piano

Lapide del 1566 al disopra dell’immagine dell’Assunta

Indubbiamente con il Comune di Potenza Picena ci vuole molta pazienza. L’antica epigrafe marmorea di Porta Girola o Marina che risale al 1566, la più antica del nostro territorio comunale che testimonia i lavori di restauro della cinta muraria di Monte Santo effettuati a difesa dagli attacchi dei turchi sotto il pontificato di Pio V, nei prossimi mesi verrà recuperata.

Il Comune di Potenza Picena, dopo molti tentennamenti, ha deciso di intervenire.

La stessa Soprintendenza ai Monumenti di Ancona in data 7/8/2013 aveva sollecitato il nostro Comune “a prevedere un intervento di restauro e ripristino della stessa, anche in considerazione del titolo di Città d’arte del Comune di Potenza Picena”.

Dopo un primo intervento di spostamento dei cavi elettrici, che in parte coprivano l’epigrafe marmorea, promosso dall’Ing. Giuseppe Percossi dell’Ufficio Tecnico Comunale, intervento effettuato il giorno 17/10/2013, anche un’azienda privata si era offerta di finanziare il restauro della lapide.

Il comune di Potenza Picena, tenendo anche conto della modesta spesa per il recupero, 150€ + IVA, ha finalmente deciso di finanziare direttamente l’intervento affidandone l’incarico alla restauratrice Paola Carestia di Potenza Picena, figlia di Beniamino, che già nei mesi scorsi si era cimentata nel recupero e restauro dell’antica targa metallica degli inizi del Novecento del Touring Club Italiano, poi ricollocata all’ingresso del nostro centro storico presso la Porta Girola o Marina.

Parete del Palazzo De Angelis

Parete del Palazzo De Angelis

Ci permettiamo in questa felice circostanza di rivolgere un’ultima richiesta al nostro Ufficio Economato. Finalmente consideri questa antica epigrafe marmorea tra i beni storici della nostra comunità, inventariandola, visto che fino ad oggi non era stata mai considerata.

Dedichiamo infine questo importante recupero di un pezzo della nostra storia a Bruno Grandinetti che non si stancava mai di farci capire l’importanza di questa antica epigrafe marmorea. Anche in questo caso si è concretizzato un sogno di Bruno ed il restauro verrà effettuato proprio da una sua nipote, Paola Carestia di Potenza Picena.

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Armando Rinaldelli, foto Antonietta Rinaldelli.

Armando Rinaldelli

Pochi si ricordano di Armando Rinaldelli, chiamato da tutti Romano, che ha gestito per tanti anni il chiosco per la vendita dei giornali di Piazza Matteotti. Il chiosco era una struttura fissa posta all’angolo della Piazza, davanti ai Palazzi Bonaccorsi e Carradori, ed è stato costruito nel 1948 su iniziativa delle locali sezioni del PCI e del PSI. La richiesta al Comune di Potenza Picena, Sindaco all’epoca Antonio Carestia, era stata presentata in data 10/09/1947, con il relativo disegno del chiosco che si doveva andare a costruire, da Severino Donati per il PCI e da Giuseppe Ricciardi per il PSI. Fin dall’inizio la gestione era stata affidata ad Armando Rinaldelli, detto Romano, perchè per un lungo periodo era stato a lavorare a Roma come calzolaio. Era ritornato a Potenza Picena nel 1934. Armando Rinaldelli era nato in Argentina a S. Fernando il giorno 7/9/1899 da Luigi, fornaciaio e da Teresa Piani, figlia di Venanzo Piani. Armando aveva un’altro fratello, Domenico, e due sorelle, Filomena e Maria, anche loro nati in Argentina a S. Fernando. Il fratello Domenico, falegname si era sposato con la sig.ra Maria Bernabiti, sorella di mia nonna materna Giuseppa, ed aveva un curioso soprannome, “pippitto”. La sorella Maria si era invece sposata con Pietro Piani ed era andata a Roma. L’altra sorella Filomena non si era sposata. Il giorno 18/2/1950 presso la Collegiata di S.Stefano a Potenza Picena si era sposato con la sig.ra Amina Torregiani, figlia del fotografo Secondo Torregiani. Non hanno avuto figli.

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Il Chiosco di Armando Trovarelli.

Armando era un attivista del PCI di Potenza Picena, partito a cui era iscritto dal 4/9/1945, come lo era anche la moglie Amina Torregiani, operaia presso la SCA, la Ceramica Adriatica di Porto Potenza Picena. Armando Rinaldelli ha gestito il chiosco dei giornali di Piazza Matteotti insieme alla moglie Amina, fino alla sua morte, avvenuta il giorno 18/1/1960, dopo di che la struttura è stata rimossa. Il chiosco di Piazza Matteotti viene ricordato anche per un’altra particolarità, legata alla stagione politica del periodo del Fronte Popolare. Era stata installata sopra al chiosco una grossa falce e martello illuminata. Comunque il ricordo di questo chiosco dei giornali e di Armando Rinaldelli, Romano, e di sua moglie Amina Torregiani, rimarrà sempre nella memoria di tanti santesi.

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Annetta Chiaramoni. Foto prop. Rosetta Ciuccarelli.

Annetta Chiaramoni

Potenza Picena durante la Seconda Guerra Mondiale non è stata teatro di importanti azioni di guerra. Comunque grande fu la tragedia del 30/6/1944 quando i tedeschi in fuga spararono dalle colline di Recanati tre cannonate, due delle quali colpirono sia la Piazza Principe di Napoli (oggi Giacomo Matteotti), che la zona rurale di c/da La Concia (oggi Viale Europa), ed in particolare l’abitazione della famiglia Mazzoni, causando in tutto 8 vittime, 5 delle quali donne, tutti civili inermi. I loro nomi rimangono scolpiti sotto la Torre della Piazza e sono: Alfredo Piccioni, Ersilia Penco, Elvira Vitelli, Antonio Zambruni, Maria Carlini, Rosa Micucci, Maria Battistelli e Jolanda Silvestrini. Le ultime tre donne sono morte presso l’abitazione della famiglia Mazzoni in c/da La Concia. I pochi tedeschi presenti a Potenza Picena, per ostacolare l’avanzata delle truppe alleate, costituite dal reggimento polacco dei carristi dello Skorpion, che sono arrivati nella nostra città il 30/6/1944, danneggiarono la centrale elettrica di Molino Gatti, requisirono e danneggiarono i mezzi della Sap e cercarono di distruggere il tratto di strada della Circonvallazione della Madonna delle Grazie, quello posto sotto le mura castellane dell’orto delle Suore dell’Addolorata, dove sopra c’è anche l’imponente struttura della Collegiata di S.Stefano. Tutto questo tratto era stato completamente minato dai tedeschi, ma grazie al provvidenziale intervento di una vecchietta di 78 anni, Annetta Chiaramoni, che abitava in Piazzale Diaz, solo parte dell’esplosivo ha funzionato. Infatti Annetta, da quel giorno diventa una vera e propria eroina per la nostra comunità, ha raccolto molte delle miccie degli esplosivi, scambiandole per degli spaghi, che potevano sempre essere utili in quei momenti di estremo bisogno. L’esplosione avvenne comunque, ma in maniera ridotta, causando lievi danni alla cinta muraria, oltre che alle abitazioni che si trovavano sopra le mura. Anche la Chiesa della Madonna delle Grazie ebbe conseguenze successivamente da questo episodio. Annetta Chiaramoni era nata a Morrovalle il 17/1/1866 da Francesco e Caterina Codoni. Aveva sposato a Potenza Picena Giuseppe Riccobelli, contadino del luogo ed avevano avuto il 6/4/1895 un’unico figlio Agostino.

Agostino Riccobelli figlio di Annetta. Foto prop. Rosetta Ciuccarelli.

Agostino Riccobelli

Il marito Giuseppe è morto giovane il 9/6/1904. Annetta è la bisnonna del nostro vicesindaco Ugo Riccobelli e del nostro Comandante dei Vigili Urbani, cap. Ernesto Riccobelli. Il nipote Giuseppe Riccobelli, marito di Rosetta Ciuccarelli, aveva a suo tempo scritto un racconto di questo avvenimento, che purtroppo non ho avuto la possibilità di leggere, dedicato alla nonna Annetta, eroina per caso della nostra comunità, che probabilmente ha salvato da danni molto più gravi la cinta muraria, la stessa Collegiata di S.Stefano, il Monastero delle suore dell’Addolorata e la Chiesa della Madonna delle Grazie. Annetta Chiaramoni è morta a Potenza Picena il 13/2/1951. Questo episodio non è stato mai citato nei testi locali che parlano delle vicende della Seconda Guerra Mondiale e della Liberazione di Potenza Picena. Era ora di colmare questa grave carenza. La nostra comunità non deve dimenticare Annetta, eroina per caso.

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di Loris Sangelantoni*

Arduino "Alduccio" Pomili

Arduino “Alduccio” Pomili

Scrivere di un amico che non c’è più mette in difficoltà, a me per lo meno mi ci mette. Ho il timore di dimenticare qualcosa di importante, ho, forse ancora più forte, il timore di scivolare nel banale, e questo più di quello mi darebbe il senso di offenderne la memoria. Ma quando mi è arrivato l’invito a ricordare Arduino per queste pagine ho sentito che questi rischi dovevo correrli, senza tante fisime. L’ho conosciuto il 26 gennaio nel 2000, in occasione della fondazione della sede locale Portorecanatese di Archeoclub d’Italia, non parlava molto, ma non perdeva una parola di quanto gli altri, me compreso, dicevano. L’amicizia è nata in seguito, lentamente, propiziata dalle riunioni periodiche; credo sia l’unico a non essere mancato mai a una riunione, a un’assemblea, a una manifestazione. Aveva tempo, Arduino, da dedicare al club, ma aveva soprattutto una grande passione e, cosa quasi incredibile, non aveva il minimo sintomo di quella diffusa “malattia” che si chiama protagonismo. Era riservato, di più, era timido, non amava esporsi, la luce dei riflettori gli dava fastidio, ma quando c’era da lavorare te lo trovavi sempre lì, sempre a darti una mano, soprattutto se lo poteva fare da dietro le quinte, era uno specialista nei compiti “senza gloria”, quelli che per un motivo o per un altro tutti cercano di evitare, ma della vita associativa, o forse proprio per questo, era il collante, la base sulla quale tutto poggiava, era semplicemente indispensabile. Solo dopo molto tempo che ci frequentavamo mi ha raccontato di una passeggiata in bicicletta con un amico (Sergio Senigagliesi), anno 1981, lavori di scavo per tubazioni dell’acqua in un campo vicino la statale 16, dalle parti di S.Maria in Potenza, una pavimentazione (romana) sulla quale era incappata la pala dello scavatore, e lui era capitato lì al momento giusto. Così, da quella sua passeggiata, dalla sua curiosità, dalla sua intuizione e dal suo senso civico, attraverso “Mons Arcis”, l’associazione culturale di cui faceva parte (gli piaceva ricordarla come un Archeoclub ante litteram), è partita la segnalazione alla Soprintendenza Archeologica delle Marche, sono partiti gli scavi nell’area della città romana di Potentia, è nato l’embrione di quella che, ancora speriamo, potrà diventare un’area, un parco (?????) archeologico, fruibile da tutti, se il virus del cemento non arriverà prima a distruggere definitivamente, e consapevolmente, in un attimo, quello che il passaggio di barbari inconsapevoli e duemila anni di tempo indifferente non sono riusciti a far scomparire. Solo un paio d’anni fa, in un dopocena passato a progettare iniziative, mi ha fatto vedere una lettera dattiloscritta della Sovrintendenza che liquidava 93.250 lire a Umberto Montali, in qualità di Presidente di Mons Arcis appunto, quale compenso per quella segnalazione, firmato: dott.ssa Edwige Percossi. Non riusciva a mascherare l’orgoglio, ma io vedevo che un po’ se ne vergognava, diceva che quei soldi, non richiesti, non avevano senso. Era fatto così. Di professione: tipografo. Ma “non come quelli di adesso, che fanno tutto col computer, noi (“noi” diceva, non “io”) componevamo con le lettere di piombo”.

Area archeologia di Potentia di Porto Recanati

Sapeva leggere al rovescio, specularmente, come la scrittura di Leonardo, quando ne parlava si aggiustava meglio sulla seggiola e gli brillavano gli occhi. Il suo più grande cruccio: non essere riuscito a recuperare il materiale dismesso della sua vecchia tipografia… Insieme abbiamo condiviso la passione per l’archeologia, abbiamo vissuto la soddisfazione per le iniziative andate a buon fine e l’amarezza per i progetti non realizzati. Ho avuto la sua pazienza mite e la semplicità del suo buon senso a disposizione del mio carattere spigoloso e incostante per i 13 anni di vita dell’Archeoclub, è un debito. Lo scorso giugno, quando la malattia lo stava già consumando e l’ho convinto a fare un giro in macchina, mi ha chiesto di portarlo giù agli scavi, a vedere se erano arrivati “i belgi”, non c’erano. Sperava molto che i lavori del prof. Vermeulen trovassero la strada per realizzare finalmente una sinergia con la Soprintendenza e l’Amministrazione Comunale, per aprire un’esposizione permanente dei reperti di Potentia. Era uno dei nostri sogni nel cassetto, forse il più importante, ma lui lo sentiva più intensamente di me, comunque in modo diverso. Quando l’ho visto per l’ultima volta ho aspettato che andassero via tutti, poi gli ho infilato una moneta tra le dita. Mi sono sentito un po’ stupido ma lui sapeva cos’era l’obolo a Caronte. Sono contento di averlo salutato così.

* Il dott. Loris Sangelantoni è il presidente Archeoclub”Bassa Valle del Potenza” di Porto Recanati

Articolo tratto da Potentia – Archivi di Porto Recanati e dintorni n° 37 del 2013.

Documenti allegati:

 archeoclub.pdf – Iniziativa dell’Archeoclub di Porto Recanati a Potenza Picena il 9 maggio 2004 “operazione chiese aperte”

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