a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri
Uno degli sport più antichi che si praticava a Potenza Picena è stato sicuramente quello del gioco del pallone col bracciale, gioco comune in tutte le Marche ed in particolare a Treia, dove ogni anno dal 1978 in questa città si svolge la Disfida del bracciale tra i 4 rioni cittadini.
Il gioco del pallone col bracciale, che viene anche ricordato in una poesia di Giacomo Leopardi del 1821 “A un vincitore nel pallone”, dedicata al campione di Treia Carlo Didimi (Treia 6/5/1798 – 4/6/1877), veniva semplicemente chiamato pallone o palloncella. Il campo da gioco, lo sferisterio, era posto sotto le mura castellane, vicino alla chiesa della Madonna della Neve, oggi trasformato in un ampio parcheggio per auto. Questo spazio è stato anche il primo campo da gioco del Foot-ball, il moderno calcio, prima che i soldati polacchi del battaglione Skorpion costruissero nel 1946 il campo sportivo comunale, oggi chiamato Favale-Scarfiotti-Skorpion.
Nel nostro ricchissimo archivio storico comunale si trovano spesso informazioni su questo sport, da noi molto popolare.
Nel 1898 un gruppo di dilettanti, con una petizione, richiese al nostro comune la sistemazione del campo da gioco, ridotto in pessime condizioni. Tra di loro troviamo Bocci Lucianino, Bocci Luigi, Alessandroni Giuseppe, De Angelis Giuseppe, Mataloni Giuseppe, Zucchini Domenico, Bufalari Nazzareno, Pignani Giovanni, Casciotti Pacifico, Pignani Igino ed il maestro Raffaele Petetti.
Il giorno 10/6/1922, inoltre, si era costituita nella nostra città la società sportiva Iris, il cui presidente era Alfredo Casciotti ed il segretario Albino Principi e la loro attività sportiva prevedeva i seguenti sport: pallone (pallone col bracciale), Foot-Ball (calcio), ciclismo ed atletica leggera.
Il giorno 16/7/1922 i nostri giocatori di pallone col bracciale si sono battuti contro i dilettanti di Recanati.
Anche durante le tradizionali feste religiose che si svolgevano a Potenza Picena il gioco del pallone col bracciale era spesso praticato, in particolare durante la Festa dell’Assunta, il giorno 15 di Agosto. Si evince, pertanto, che questo sport era largamente praticato a Potenza Picena sia nell’Ottocento che i primi decenni del Novecento.
Secondo una ricerca storica pubblicata sulla rivista Marca/Marche, n° 9 del Settembre del 2017 a cura di Andrea Livi dal titolo “Il gioco del pallone col bracciale nelle Marche tra 700′ e 800′”, a Monte Santo tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento viveva un importante giocatore di pallone col bracciale, un certo Sassetti, che giocava nelle partite al Porto di Fermo, l’attuale Porto San Giorgio.
Per non perdere la memoria storica di questo sport popolare che si praticava a Potenza Picena, l’antica Monte Santo, sarebbe opportuno far collocare sul campo da gioco di Largo Giuseppe Asciutti, vicino alla Madonna della Neve, una targa che ricordi a tutti il luogo dove veniva praticato il gioco del pallone col bracciale.
pol-iris-web.pdf – Statuto Società Sportiva Iris di Potenza Picena del 1922. A.S.C.P.P.
Articolo correlato:
Spettacolare articolo! Non sapevo che anche a Montesanto lo sport del pallone col bracciale avesse auto tanto seguito….. Per me, quel parcheggio “non esiste”, nei miei ricordi vedo ancora il campo da tennis e lo spazio delle giostre e le macchinine a scontro…
Gent.ma Sig.ra Luisarita Staccini, grazie per il suo intervento e per i suoi complimenti al nostro articolo. Anche per noi è stata una grande sorpresa poter conoscere il grande seguito che aveva a Potenza Picena il gioco del Pallone col Bracciale. E’ vero inoltre che in questo ampio parcheggio c’era anche una volta un campo da tennis, nella parte iniziale, ed il resto dello spazio veniva spesso utilizzato per far collocare le giostre e la macchinette a scontro. Inoltre veniva anche utilizzato questo spazio per le fiere del bestiame come campo boario. A testimonianza di questo uso sulle pareti ci sono ancora 19 grossi anelli metallici dove venivano legati gli animali. Saluti.
Io invece ricordo che ,tutta quell’area almeno negli anni 50, 60, da porta Galiziano a quasi , porta Madonna della Neve era il posto dove si tiravano e costruivano corde lunghissime .
Gent.ma Sig.ra IVA,
grazie per il suo intervento.
E’ vero che nell’area che va da porta Galiziano fino alla Madonna della Neve operavano i nostri cordari. Verso la Madonna della Neve c’erano i Grandinetti, Primo ed il figlio Lamberto, verso la Madonna della Grazie “Martinello”, cioè Cittadini e verso la porta Galiziano Pigliacampo.
Saluti.