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Archive for aprile 2018

a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Prof. Alessandro Baldoni.

Prof. Alessandro Baldoni

Il Teatro Condominiale di Potenza Picena è stato costruito nel periodo dal 1856 fino al 1862, la cui inaugurazione è avvenuta il giorno Sabato 27 Dicembre 1862. L’iniziativa della costruzione del nuovo Teatro Condominiale a Monte Santo, come si chiamava ancora nel 1856 la nostra città, è stata presa da 20 nostri concittadini, nobili e non, che hanno finanziato i lavori, rimanendo per questo proprietari di un palco, la cui assegnazione ogni anno veniva sorteggiata tra i condomini. Il nostro Comune, poteva disporre del palco centrale nel secondo ordine, riservato al nostro Sindaco.
Questo tipo di gestione condominiale è andata avanti per molti anni, seguendo un Regolamento, rivisto per ultimo nel 1935 dopo i grandi lavori del 1933, quando fu anche intitolato al maestro Bruno Mugellini, nato nella nostra città il giorno 24 Dicembre del 1871 e morto a Bologna il 15 Gennaio del 1912, a soli 41 anni. Bruno Mugellini è ancora oggi famoso nel mondo per il suo rivoluzionario metodo di esercizi tecnici per pianoforte che ha pubblicato nel 1911, un anno prima della sua prematura morte. Nel 1935 la gestione del Teatro era affidata a personalità come il prof. Alessandro Baldoni ed il maestro Azzolino Clementoni. Nel 1970 il Teatro “Bruno Mugellini” con ordinanza del Questore di Macerata del giorno 30 novembre è stato dichiarato inagibile per le sue precarie condizioni. Erano necessari grandi investimenti per la sua ristrutturazione e la società condominiale non era in grado di poterli finanziare. Per questo motivo si è arrivati alla decisione, accettata da tutti i condomini, di cedere la proprietà dei 23 palchi, del loggione e del palcoscenico del Teatro al Comune, che doveva in questo caso riscattare la titolarità, dando una liquidazione economica ai proprietari.

Nel consiglio comunale del 6/9/1969, il sindaco Rolando Simonetti decise di acquistare il diritto di proprietà del condominio, per questo motivo i 19 proprietari accettarono la corresponsione di una somma di lire 231.578 a testa. Il comune di Potenza Picena si impegnò in questo modo con i condomini a restaurare il teatro, senza modificarne la struttura e la sua destinazione d’uso.

I nomi dei 19 proprietari dei palchi erano i seguenti:

Azzolino Clementoni

Azzolino Clementoni

 

  1. – Eredi di Alessandroni Giuseppe
  2.  – Eredi del prof. Alessandro Baldoni
  3.  – Belluccini Vittorio
  4.  – Buonaccorsi Lazzarini Leopoldina
  5.  – Eredi di Buonaccorsi Matteucci Giuseppina
  6.  – Eredi di Clementoni Azzolino
  7.  – Clementoni Luigia
  8.  – Presidente ECA (ins. Mancini Giuseppe)
  9.  – Giustozzi Dott. Dante
  10. – Mazzarella Primo
  11.  – Eredi di Mazzoni Antonio
  12.  – Mignanelli Emidio
  13. – Moschini geom. Bruno
  14.  – Petetti Giuseppe
  15.  – Eredi di Piani Giuseppe
  16.  – Pierandrei comm. Pierino
  17.  – Pistilli Filippo
  18. – Eredi di Principi Augusto
  19. – Properzi Properzio

Dei 19 proprietari dei palchi è oggi vivente solo il geometra Bruno Moschini.
Le somme ai condomini furono liquidate nel 1971 e nel 1973 dai
Sindaci Alberto Rosciani prima e Gabriele Nocelli poi. In questo modo si è posta fine alla storia condominiale del nostro Teatro, iniziata nel 1862 ed andata avanti per ben 110 anni ed il Teatro, sebbene nelle condizioni di inagibilità, è tornato nella disponibilità esclusiva del nostro Comune.

Interno teatro "B. Mugellini" anni 60 -  foto Bruno Grandinetti

Interno teatro “B. Mugellini” anni 60 – foto Bruno Grandinetti

Solo nel 1984 sono iniziati i lavori di restauro, dopo la grande mobilitazione popolare del 1982, culminata con la raccolta di 1604 firme tra la popolazione, che hanno poi portato alla sua riapertura nel mese di Maggio del 1990, con una spesa complessiva di Lire 1 miliardo e 100 milioni. In quella occasione non era ancora stato ricollocato al suo posto l’antico sipario dedicato a Minerva, restaurato successivamente ed inaugurato il giorno 18 Novembre del 2006.

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Amedeo Morganti. Per gentile concessione di Giovannina Morganti.a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri
Una delle battaglie più importanti che il ricostituito Esercito Italiano di Liberazione (CIL) ha combattuto nelle Marche è stata sicuramente quella di Filottrano nel luglio del 1944, che ha poi portato alla liberazione della città il giorno 9.
I paracadutisti della Nembo, al comando del Generale Giorgio Morici e i bersaglieri, tutti inquadrati nel Corpo Italiano di Liberazione insieme ai soldati polacchi della divisione Kresova, hanno sconfitto i soldati tedeschi. In questa battaglia di Filottrano sono morti 135 soldati italiani del CIL, 157 soldati polacchi, 86 soldati tedeschi e 80 civili di Filottrano, per un totale di 458 caduti.
La città di Filottrano ha concesso a tutti i vecchi ex combattenti la cittadinanza onoraria. Con decreto del Presidente della Repubblica del 12/9/1989 è stata conferita dalla città di Filottrano la medaglia d’argento al merito civile.
Tra i combattenti della Nembo, troviamo anche il paracadutista Sergente Maggiore di Potenza Picena Amedeo Morganti, insignito della croce al merito di guerra per il suo eroico comportamento nella battaglia di Filottrano del ‘44. Amedeo Morganti viene anche citato nel libro di Norberto Mancini “Potentini Illustri” del 1950.
Ma chi era Amedeo Morganti? Nato a Potenza Picena in c.da Galiziano n. 69 (l’attuale via Marolino) vicino alla fonte di Galiziano, il giorno 18 luglio del 1916 da Giovanni e Rosa Papa, fratello di Secondo e di Luigi, sposa il giorno 8/9/1946 la Signora Elena Giorgetti e dal loro matrimonio nascono Mario e Giovannina.
a_morganti_attestato_3Aveva frequentato le scuole locali prima con la Maestra Alessandra Gabrielli Principi, poi con il Maestro Azzolino Clementoni ed infine con Renato De Angelis ed i suoi compagni di classe sono stati tra gli altri Ferruccio Orselli, Filiberto Carota e Luigi Consolani.
Ha frequentato anche la Scuola d’Arte “Ambrogio della Robbia” ed abbiamo trovato diversi suoi disegni tra i 3498 oggi conservati nel contesto del Museo Gipsoteca della Scuola. Durante la sua vita ho svolto il mestiere di muratore ed è stato capo cantiere a Roma con l’impresa edile del Geometra Bruno Moschini. E’ morto a Roma il giorno 23/12/1967 ed oggi riposa presso il nostro cimitero del capoluogo.
Amedeo Morganti, a nostro parere, va annoverato tra i soldati italiani che hanno contribuito alla liberazione dell’Italia e non dimenticato.

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Grazie al contributo economico del Dott. Roberto Domenichini, nostro concittadino ed attualmente Direttore dell’Archivio di Stato di Pesaro, le monache Benedettine di Potenza Picena hanno potuto far restaurare quattro quadri.
Due di loro provengono dalla Chiesa di San Sisto e due dall’interno del Monastero. Si tratta nello specifico di quattro tele di autore ignoto:

  1. Olio su tela cm 200×100 raffigurante “Gesù Flagellato” – Sec. XVIII
  2. Olio su tela cm 200×100 raffigurante “Madonna Addolorata” – Sec. XVIII
  3. Olio su tela cm 98×120 raffigurante “Madonna del Buon Consiglio” – Sec. XVI
  4. Olio su tela cm 95×65 raffigurante “Madonna col Bambino” – Sec. XVIII

Il restauro è stato effettuato, con molta professionalità, dalla Signora Letizia Bruscoli di Pesaro. Le nostre monache Benedettine ringraziano di cuore il Dott. Roberto Domenichini, che si è anche impegnato al restauro del più famoso quadro di Pietro Paolo Jacometti del 1630 “Vergine in gloria tra i Santi Caterina d’Alessandria, Benedetto da Norcia e Scolastica”, che oggi si trova all’interno del loro Monastero e che anticamente fino al 1880 ornava l’altare maggiore della loro chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, oggi Fototeca Comunale “Bruno Grandinetti”.
Anche la comunità di Potenza Picena ringrazia il Dott. Roberto Domenichini per questo suo ennesimo atto d’amore verso la nostra città ed in particolare verso le Monache Benedettine locali.
Negli anni passati il Dott. Roberto Domenichini aveva contributo al restauro del quadro, sempre delle Benedettine, “Madonna col Bambino, San Giovanni Battista e San Sisto”, fin sec. XVII di autore ignoto ed aveva finanziato il restauro del quadro della Collegiata di Santo Stefano “Madonna col Bambino ed Angeli, Sant’Ignazio di Loyola e San Girio”, sec. XVII di Giacinto Brandi.
Inoltre aveva provveduto, sempre a sue spese, alla stampa degli atti del Convegno Nazionale su Bruno Mugellini, svoltosi a Potenza Picena nel 2012, in occasione del centenario della morte del grande musicista nato nella nostra città il giorno 24/12/1871.
Il Dott. Roberto Domenichini per Potenza Picena si sta dimostrando un vero mecenate dell’arte e della cultura.

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cartolina7La spiaggia di Porto Potenza Picena è una delle più belle del litorale adriatico marchigiano, posta tra quelle molto più importanti di Porto Recanati e Civitanova Marche.
Oggi il turismo balneare è molto fiorente, ma quali sono state le sue origini ed i suoi protagonisti?
Il grande sviluppo popolare si è concentrato sicuramente solo dopo la seconda guerra mondiale, ma dai documenti contenuti nel nostro ricchissimo archivio storico comunale di Via Trento, possiamo avere delle interessanti informazioni storiche, che ci consentono di poter conoscere meglio il fenomeno turistico nella nostra realtà.
Il giorno 24 Luglio del 1910 è venuto a passare le sue vacanze estive a Porto Potenza Picena anche il Rettore dell’Università di Siena, il prof. Filippo Virgili, sicuramente ospite della villa del prof. Balduino Bocci, anche lui professore all’Università di Siena, villa che all’epoca si trovava lungo la strada di collegamento tra Potenza Picena e Porto Potenza Picena. Il Rettore dell’Università di Siena in una sua lettera definisce la spiaggia di Porto Potenza Picena “bellissima e tranquilla per il mio riposo estivo”, e questo è sicuramente una straordinario complimento.
cartolina5L’Enit, l’ente nazionale di promozione turistica, nel 1925 ha inviato un questionario nei giorni 11 e 26 Febbraio al nostro comune e dalle risposte del nostro Ente abbiamo la possibilità di poter conoscere meglio la realtà del turismo a Porto Potenza Picena in quel periodo. Nella risposta del nostro Podestà dell’epoca, l’avv. Paolo Scarfiotti, (il padre dello scenografo Ferdinando Scarfiotti, premio Oscar nel 1988 per la scenografia del film di Bernardo Bertoluccì “L’Ultimo Imperatore”) veniamo a sapere che in quel periodo al Porto non c’erano impianti sportivi e ritrovi mondani e che vi era solo un modesto albergo e che nella prossima stagione balneare 1925 ne apriva invece un’ altro, molto più signorile e fornito di camerette. Inoltre si dice che c’erano capanni che si affittavano a prezzi modicissimi, e si informa che nella nostra realtà è esistente un Istituto Educativo con educandato delle suore della Addolorata di Potenza Picena che fanno passare nel loro Palazzo al Porto alle loro ragazze 2 o 3 mesi di bagni. Vi era già un Sanatorio per bambini malati e convalescenti chiamato “Colonia Perugina”, fondato dal conte Giancarlo Conestabile della Staffa di Perugia.
L’Enit, nel 1925, dopo le risposte fornite dal nostro Comune, ha incluso la spiaggia di Potenza Picena in una pubblicazione di propaganda in lingua francese, che è stata stampata in 100.000 copie e distribuita sia in Italia che all’estero. La spiaggia di Potenza Picena si trova insieme a quelle di Pesaro, Fano, Mondolfo, Senigallia, Falconara, Porto Civitanova, Porto San Giorgio, Grottammare e San Bendetto del Tronto. Il Ministero della Cultura Popolare il giorno 17/7/1936 aveva dichiarato Porto Potenza Picena “Centro d’interesse turistico e di villeggiatura”.
cartolina9Di certo il turismo balneare all’epoca, negli anni Venti del Novecento, contava veramente poco nell’economia di Porto Potenza Picena e dell’intero comune. Era molto più importante l’industria e l’agricoltura, oltre che il sanatorio fondato dal conte Giancarlo Conestabile Della Staffa. Era già presente la SMAT (poi SCA), la fornace Antonelli, la SIF per citarne alcune delle industrie molto importanti a Porto Potenza Picena. C’era indubbiamente una bellissima spiaggia e pochi capanni che venivano affittati d’estate a prezzi modicissimi da alcuni pescatori. Per quanto riguarda gli Alberghi che vengono citati nel questionario dell’Enit nel 1925, il primo in assoluto che è sorto a Porto Potenza Piena è stato quello gestito da Sante Pasquali, aperto nel 1921 e chiamato Albergo Marino. Nella stagione estiva del 1925 poi ha aperto l’Albergo Piceno gestito da Prosperi Palmira coniugata Castrucci che era di Roma. A Potenza Picena nello stesso periodo operava in Corso Vittorio Emanuele II l’Albergo Vittoria, gestito da Tamanti Vittoria che era nata a Petritoli.
Per quanto riguarda invece i primi noleggiatori di casotti in un censimento del 1937 troviamo Riccardo Ricci che era all’epoca proprietario di n° 10 casotti, Primo Marconi di n° 4 e Nazzareno Marconi di n° 3 per un totale di n° 17 casotti presenti nella spiaggia di Porto Potenza Picena. Tutti e tre i gestori dei casotti erano anche pescatori. In questo interessante censimento del 1937 troviamo come noleggiatore di barche, sandolini e mosconi il sig. Domenico Carlini, figlio di Lorenzo, mentre l’attività della pesca era svolta in quel periodo dai seguenti pescatori Carlocchia Rinaldo, Giri Nicola, Giampaoli Arturo, Giampaoli Gino e Giampaoli Nazzareno. Nello stesso periodo gli affittacamere regolarmente autorizzati erano Piatti Luigi, Paccaloni Fosca, Barbetti Alessandro e Amadio Adornina, per un totale di n° 8 letti.
cartolina8Nel 1940, il giorno 15 Aprile, a Porto Potenza Picena si è anche costituita la “Pro Porto Potenza Picena” (antesignana dell’attuale Pro Loco) per promuovere meglio il turismo balneare, ed il primo Presidente è stato il maestro comm. Azzolino Clementoni.
Oggi l’attività turistica si è molto sviluppata e costituisce sicuramente un’importante fonte di reddito per la nostra comunità, ma è utile poter conoscere meglio la sua storia e l’evoluzione nel corso del Novecento. Dal 2008 Potenza Picena può vantare la Bandiera Blu, titolo che è stato sempre confermato in questi 10 anni consecutivi.

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a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri
Senza titolo-2-6E’ uno dei più antichi insediamenti del secondo ordine francescano. Secondo la tradizione, il Monastero sarebbe stato fondato, vivente Santa Chiara, da due consorelle della Santa.
Il primo documento che lo riguarda è una bolla, in pergamena, emessa dal Pontefice Gregorio IX in data 20 Ottobre 1227, primo anno del suo Pontificato (era stato eletto Papa il giorno 19 marzo 1227).
Alle fondatrici vengono pure attribuite alcune tonachelle ancora oggi conservate nel luogo. Il monastero rivela un’architettura povera, in sintonia con gli ideali dell’ordine francescano, e si è sviluppato con interventi di vario tipo nel corso dei secoli, occupando una vasta area del centro storico, “dalla parte di tramontana”. La chiesa invece, è stata ricostruita tra la fine del sec. XVII e gli inizi del seguente, demolendo quasi del tutto la precedente struttura. Infatti all’interno mostra linee e decorazioni barocche, con l’eccezione degli altari in pietra policroma di stile neoclassico realizzati nel 1780. Sopra i due altari laterali sono presenti altrettanti dipinti (“L’Annunciazione” e “L’Immacolata tra i Santi Gioacchino ed Anna, Francesco e Chiara d’Assisi”) forse di scuola romana di fine secolo XVII, inizi sec. XVIII.
La pala d’altare maggiore, invece, che raffigura “L’incredulità di San Tommaso Apostolo”, è stata attribuita a Francesco Caccianiga (1700-1781). Nel cenobio è sempre stata in vigore la regola francescana e le monache hanno fatto vita comune. Fino all’arrivo delle armate napoleoniche, nel 1797, il monastero possedeva vari beni terrieri, in genere ricevuti con lasciti testamentari da persone pie. Le soppressioni napoleoniche e ancor più quelle post-unitarie del Commissario Valerio Lorenzo (1861) determinano uno sconvolgimento dell’assetto, non solo economico, del monastero.
Senza titolo-3-6Questo però è sopravvissuto alle vicissitudini, tanto che, nel 1881, per alcuni anni, il monastero di San Tommaso ha ospitato anche le monache benedettine di santa Caterina di Potenza Picena, cui era stata imposta, per decreto, la concentrazione presso altri Istituti.
La famiglia religiosa del monastero di San Tommaso di Potenza Picena ha visto sempre una notevole presenza di monache, che provenivano non solo dalla nostra città, ma anche dai comuni limitrofi. Nel 1899 si sono riuniti alle nostre monache n° 21 religiose provenienti dal Monastero di Petritoli che nel 1621 era stato fondato da due religiose provenienti dal Monastero di Monte Santo, suor Bernardina Coti e suor Caterina Spiriti. Nel 1927 si sono inoltre aggiunte altre 4 monache provenienti dal Monastero di Santa Maria di Loreto.
Nel 2008 per carenze di vocazioni, le ultime 4 monache rimaste sono state trasferite nel Monastero di San Giuseppe di Pollenza. Il Monastero di Potenza Picena è stato quindi definitivamente chiuso, compresa la bellissima chiesa in stile barocco di San Tommaso Apostolo, un vero gioiello. Nel Monastero di Monte Santo è vissuta tra il 3 Novembre del 1656 ed il 24/11/1713, giorno della sua morte, la Serva di Dio, suor Angela Benedetta Bongiovanni, che era nata a Servigliano il giorno 23/11/1640. Tra i sostenitori del Monastero di Potenza Picena negli ultimi anni risulta anche Giorgio La Pira (1904-1977).
Senza titolo-4-7Il giorno Lunedì 19 Febbraio 2018, al mattino, siamo potuti entrare all’interno del Monastero, dopo aver avuto l’autorizzazione da parte delle Clarisse di Pollenza, per poter prendere della documentazione storica dell’ordine di Potenza Picena.

pdficon_largetesto breve papale_web.pdf – Testo del Breve del Pontefice Gregorio IX del 20 ottobre 1227.

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a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.
L'Assunta tra gli angeli. Sec XVII. Foto di Sergio Ceccotti.L’avvocato Silvano Mazzoni di Potenza Picena nella pubblicazione realizzata in occasione delle celebrazioni italo-argentine per l’inaugurazione della Piramide de Mayo di Largo Leopardi del giorno 16 Luglio 1967, nella rubrica relativa alle opere d’arte di Potenza Picena chiamata “L’A-B-C dell’arte a Montesanto”, cita per quanto riguarda il Monastero delle Clarisse di San Tommaso una tela raffigurante “La Vergine Assunta in Cielo”, attribuita al Pomarancio (Cristoforo Roncalli 1552-1626), e fa presente che il dipinto in questione era montato su “cornice finemente intarsiata” (secondo lui venduta ad un antiquario di Fermo nel 1963 dalle monache, che avevano probabilmente urgente bisogno di soldi per il loro Monastero).
La cornice è stata invece venduta nel 1961 e le monache hanno ricavato la notevole somma di Lire 250.000.
In questi cinquant’anni molti si sono domandati che fine avesse fatto la tela, una volta venduta la preziosa cornice. Si tenga conto che all’epoca, cioè nel 1961, un esperto, il sig. Giuseppe Bartozzi, aveva addirittura ipotizzato l’attribuzione della tela al Maratta, cosa però smentita sia dalla Soprintendenza di Urbino, tramite il suo soprintendete dott. Giuseppe Marchini, che da altri esperti d’arte del Vaticano.
Il nostro comune ha acquisito al proprio patrimonio una notevole quantità di tele, acqueforti, aggetti vari e mobili, donati dalle Clarisse di Pollenza, dopo che il Monastero di Potenza Picena era stato chiuso nel 2008.
quadro con corniceDi alcune tele abbiamo già avuto modo di parlare nel nostro blog, tra cui “Il Calvario”, “L’Assunta tra i Santi Tommaso Apostolo e Chiara”, e tutte le opere d’arte esposte dal giorno 2 Giugno 2017 nella Pinacoteca comunale “Benedetto Biancolini” di Via Trento.
Il giorno 30 Novembre 2017 inoltre sono stati definitivamente prelevati dal monastero di San Tommaso delle Clarisse tutti gli altri quadri, acqueforti e mobili che rientravano nel donativo a favore del nostro Comune e sono stati collocati temporaneamente nel soppalco dell’Auditorium “Ferdinando Scarfiotti”. Successivamente il giorno 22 Marzo 2018 le opere sono state trasferite nei locali di deposito della nostra Pinacoteca comunale. Tra questi quadri troviamo eccezionalmente anche quello citato dall’avvocato Silvano Mazzoni, purtroppo non più collocato nella sua straordinaria cornice intagliata, in quanto venduta nel 1961.
On quell’anno la persona che si era occupata per conto delle Clarisse della vendita del quadro e della cornice agli antiquari, è stato Mons. Giuseppe Bernacchia, nostro concittadino, nel passato Segretario del Vescovo di Fermo Mons. Carlo Castelli.
Nella corrispondenza con la Soprintendenza di Urbino, il Soprintendente dott. Giuseppe Marchini definisce la cornice del quadro “dorata e decorata da un motivo a girari in pastiglia rilevata”. Era stata inviata alla soprintendenza la foto del quadro con la preziosissima cornice, foto scattata da Bruno Grandinetti. Secondo la Soprintendenza di Mons. Giuseppe Bernacchi. Foto Studio Minnoni Fermo. Prop. Gianfranco Morgoni.Urbino l’attribuzione della tela al Maratta non era corretta, per motivi di qualità, per loro si trattava dell’opera di “un ignoto artista marchigiano della seconda metà del sec. XVII”.
Oggi l’opera d’arte in oggetto fa parte del patrimonio del nostro Comune ed andrebbe adeguatamente restaurata, incorniciata e valorizzata collocandola presso la nostra Pinacoteca Comunale, insieme a tutte le altre opere d’arte provenienti dal Monastero di San Tommaso delle Clarisse di Potenza Picena.

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