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Archive for Maggio 2018

locandina S&SCogliamo occasione di informare tutti i cittadini che giovedì 31 maggio si terrà a Recanati la presentazione del numero 5 della rivista Storia & Storie delle Marche. Tra i molti ed interessanti articoli contenuti, segnaliamo la ricerca condotta da Luca Carestia sulla storia della neviera sotterranea costruita a Potenza Picena negli ultimi anni del XIX secolo nell’area del Parco delle Fontanelle.
L’incontro avverrà alle ore 17:30 nella nuova sede dell’Associazione Spazio Cultura, in via Roma 31/b.

Prossimamente una copia della rivista sarà consultabile presso la nostra Biblioteca

L’articolo di Luca Carestia può comunque essere consultato e scaricato gratuitamente cliccando qui.

pdficon_large Indice.pdf – Storia & Storie delle Marche. Indice del n. 5

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polittico Pietro di Domenicoa cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Conosciamo meglio le opere d’arte di Potenza Picena. Il polittico di Pietro di Domenico da Montepulciano del sec. XV, “Madonna col Bambino ed Angeli tra i Santi Michele Arcangelo, Stefano, Lorenzo e Girio”

La pieve di Santo Stefano a Monte Santo in Piazza Grande, oggi Giacomo Matteotti, ospitava al suo interno uno straordinario capolavoro del Quattrocento. Si trattava di un polittico di Pietro di Domenico da Montepulciano del 1415-1418 circa, una tempera su tavola, oggi purtroppo di proprietà di un collezionista privato di Firenze.
In questa opera troviamo la più antica raffigurazione di San Girio esistente, compatrono della nostra città, raffigurato con un abito rosso ed un mantello cenerino.
Il polittico di Monte Santo era sormontato da un secondo ordine ed aveva una predella sottostante; del secondo ordine è rimasto solo il San Marco, oggi di proprietà di privati e conservato in Ancona, venduto nel 1943 al duca Ferretti dalle nostre Suore delle Figlie dell’Addolorata. Della predella sottostante nessuna traccia.
Dopo l’abbattimento dell’antica Pieve di Santo Stefano in Piazza Grande nel 1796, il polittico fu trasferito all’interno della chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, che prenderà il nome di Santo Stefano ed ospiterà l’Insigne Collegiata. Il polittico in questa nuova sede fu collocato in fondo alla chiesa, dove è rimasto fino al 1922. Nel 1924 fu trasferito nel contesto del Monastero delle Figlie dell’Addolorata, contiguo alla Collegiata di Santo Stefano; successivamente, nel 1943, le suore lo hanno poi venduto, per necessità economiche dell’Istituto, al duca Ferretti di Ancona.
Nel mese di Maggio del 1974 il polittico viene venduto all’asta da Sotheby’s a Firenze per un importo di 70 milioni di lire, infine nel 1988 è stato venduto all’asta da Finarte di Milano ed oggi si trova a Firenze proprietà di un collezionista privato.
Di questo capolavoro del Quattrocento santese ne parlano ampiamente sia Alessandro Marinucci, che il marchese Filippo Bruti Liberati e Carlo Cenerelli Campana.
Nel 1766 nel libro di Alessandro Marinucci sul culto e la vita di San Girio è presente una riproduzione del Santo ad opera dell’incisore Alessio Iardone, tratta dal polittico di Pietro di Domenico da Montepulciano.
Il marchese Filippo Bruti Liberati di Ripatransone nella sua IIIª lettera sopra Monte Santo del 1840, scritta in occasione del matrimonio del conte Paolo Emilio Carradori con la sig.ra Matilde Perozzi, parla di questa opera. In questo caso il polittico viene fatto risalire addirittura al Trecento. Inoltre secondo lui, i santi presenti sono gli stessi che oggi si conoscono, ma in un ordine diverso, ordine cambiato dopo il lavoro di restauro.
Carlo Cenerelli Campana nella sua storia di Monte Santo del 1852, a pagine 151, parla ampiamente di quest’opera fatta risalire, come il Bruti Liberati, al Trecento.
Per quanto riguarda i Santi presenti, egli elimina Santo Stefano, e fa risultare presente invece San Sebastiano, sbagliando. Nel volume “Pittori di Ancona nel Quattrocento” a cura di Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, Banca Marche 2008, troviamo in tutta la loro bellezza le foto a colori sia del polittico che oggi si trova a Firenze in una collezione privata, che della cuspide di San Marco, che invece si trova in Ancona, sempre in una collezione privata. Molto interessanti gli approfondimenti delle due opere.
S. Matteo part.
Infine citiamo la tesi di laurea di un nostro concittadino, Mauro Mazziero, che nell’anno accademico 1990-1991 presso l’Accademia Belle Arti di Macerata, cattedra di restauro, relatrice la professoressa Francesca Pappagallo, ha svolto il lavoro su Pietro di Domenico da Montepulciano “Il polittico di Recanati, studio storico e progetto di restauro”. All’interno di questa interessante tesi di Mauro Mazziero, che è possibile consultare presso la nostra Biblioteca Comunale “Carlo Cenerelli Campana”, si parla anche del polittico di Monte Santo. In questo caso il polittico si dice che si stato restaurato nel 1940 e ci sono anche le foto antecedenti e successive al restauro, foto fornite da Bruno Grandinetti. In questo lavoro di Mauro Mazziero, citando un documento in possesso dell’avvocato Silvano Mazzoni, recentemente scomparso, si dice che il polittico aveva in origine anche una predella, non solo il secondo ordine.
Questo capolavoro del Quattrocento santese, oggi purtroppo di proprietà di un collezionista privato di Firenze è comunque una nostra opera d’arte, la più antica che si conosca che è sopravvissuta e di cui comunque dobbiamo essere orgogliosi.
Sarebbe straordinario poterla riportare in esposizione a Potenza Picena, in accordo con l’attuale proprietario di Firenze.

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Pergamena del Prof. Giuseppe Asciutti.Nel 1976, il giorno 31 ottobre, a Potenza Picena la Comunità delle Clarisse di San Tommaso ha festeggiato l’anniversario dei 750 anni della fondazione del loro Monastero, uno dei più antichi insediamenti del secondo ordine francescano.
I festeggiamenti sono stati organizzati da un comitato promotore, composto da fra Salvatore Pantoni, don Erminio Cognigni, direttore del coro della Cappella di S. Stefano, Eliseo Fratalocchi, Mauro Mancini e padre Mario Silvestrini.
Il primo documento che riguarda il Monastero di Monte Santo è un breve del Pontefice Gregorio IX del 20 ottobre 1227. Il monastero di Monte Santo, secondo la tradizione, sarebbe stato fondato, vivente Santa Chiara, da due consorelle della Santa.
Il programma delle celebrazioni prevedeva un momento religioso, con la solenne messa all’interno della Chiesa di San Tommaso Apostolo, celebrata dal vescovo di Fermo Mons. Cleto Bellucci. Inoltre un concerto lirico, vocale e strumentale, presso l’Auditorium della Chiesa di San Francesco, presente il coro della Cappella Musicale “S. Stefano”, diretto da don Erminio Cognigni, con i seguenti cantanti lirici: Edda Piccinini, soprano, Jordy Ramiro, tenore, Eliseo Fratalocchi, basso, Luigino Savoretti, tenore. Al pianoforte la Prof.ssa Emma Raggi Valentini, mentre all’organo il M° Edgardo Latini.
Il Comune di Potenza Picena ha fatto dono alle monache Clarisse di una targa ricordo, mentre le monache, tramite la loro badessa Suor Maria Antonietta Morresi, hanno donato al nostro Sindaco Maria Magi, una originalissima pergamena eseguita dal Prof. Giuseppe Asciutti.

Manifesto dei festeggiamenti dei 750 anni del Monastero delle  Clarisse.

Manifesto dei festeggiamenti dei 750 anni del Monastero delle Clarisse. Foto Sergio Ceccotti.

Il servizio fotografico della giornata, sia all’interno della Chiesa di San Tommaso Apostolo che nella Chiesa di San Francesco, è stato eseguito da Bruno Grandinetti.
Hanno infine parlato molto ampiamente di questa celebrazione dei 750 anni di fondazione del Monastero di San Tommaso delle Clarisse di Potenza Picena l’Osservatore Romano del giorno 17/11/1976, firmato da Chiara Montesanto, ed il Resto del Carlino nei giorni 21/10/1976, 29/10/1976 e 6/11/1976.

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Bambini e Bambine dell’asilo intorno all’edicola votiva dedicata alla Madonna di Lourdes – Foto 1961

Sono trascorsi 10 anni da quando il giorno 15 Maggio del 2008 abbiamo iniziato con Rodolfo Cingolani questa meravigliosa avventura editoriale del blog I Santesi.
Il primo articolo non si dimentica mai. Trattava l’abbattimento del manufatto dell’edicola votiva dedicata alla Madonna di Lourdes che era stata costruita dalle suore delle Figlie della Carità, le famose “cappellone”, all’interno della struttura dell’ex monastero di Santa Caterina d’Alessandria delle Benedettine, che all’epoca ospitavano anche l’asilo infantile.
L’edicola votiva era stata costruita nel 1958 in occasione del centenario delle apparizioni della Madonna a Bernadette de Soubirous a Lourdes, in Francia. La prima foto che abbiamo inserito nel nostra blog è stata quindi quella dell’edicola votiva con i bambini e le bambine dell’Asilo infantile, classi 1956-1957-1958, tra cui c’ero anche io all’età di 6 anni, vicino a suor Luisa.

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Paolo Onofri. Inaugurazione restaurato sipario del giorno 18/11/2006. Foto di Luigi Anzalone.

La valorizzazione delle nostre tradizioni storiche, culturali e religiose, delle opere d’arte, delle chiese e dei conventi e monasteri, oltre che dei palazzi antichi sia pubblici che privati, la riscoperta dei tanti personaggi santesi famosi nei vari campi, civile, culturale, religioso, scientifico, militare, accademico, ma anche semplici cittadini e cittadine, è andato avanti con molta coerenza, di pari passo con la puntuale denuncia di degrado e di abbandono di strutture pubbliche e private, del pericolo per le nostre opere d’arte. Noi in questi 10 anni non siamo mai venuti meno alla nostra missione iniziale: essere sempre e comunque al servizio della nostra comunità, dicendo sempre la verità, trattando gli argomenti con molta obiettività, rischiando anche di persona in alcuni casi, pur di fare gli interessi comuni. Non siamo mai stati il megafono di nessuno, noi non facciamo propaganda, facciamo informazione libera ed onesta.
In questo modo il nostro blog in questi 10 anni è potuto diventare con
grande orgoglio punto di riferimento per tante persone di Potenza Picena, dell’intero comune, compresa Porto Potenza Picena, dell’Italia e del mondo intero, in particolare per tutti coloro che ci seguono, e sono tanti, dall’Argentina, discendenti dei nostri emigrati in quella lontana terra del Sud America.
Per quanto riguarda le collaborazioni, per le traduzioni, possiamo sempre contare per lo spagnolo su Emilio Zamboni, per l’inglese su George Dernowski, mentre per il francese sulla prof.ssa Sandra Moroncini e su Loretta Lazzarini.

Simona Ciasca

Simona Ciasca

Per le fotografie, fondamentale ed unico è il contributo professionale di Sergio Ceccotti, che si dimostra sempre disponibile alle nostre innumerevoli richieste e ci consente di poter utilizzare le sue bellissime foto. Ogni servizio è un’operazione artistica di notevole spessore, e tutto viene fatto gratuitamente.
Per quanto riguarda gli articoli, ringraziamo tutti coloro che hanno voluto contribuire a collaborare con noi, come don Andrea Bezzini, Emilio Zamboni, Luca Carestia, Roberto Domenichini e Gianfranco Morgoni.
Un discorso a parte merita la collaborazione con la dott.ssa Simona Ciasca, che spesso firma insieme a me gli articoli. Il suo contributo arricchisce i nostri articoli e li rende migliori sia nella forma che nel contenuto. Mi auguro che questa fruttuosa collaborazione possa continuare ancora per molto tempo, perché sta diventando fondamentale per il nostro blog.
L’ultimo ringraziamento, il più importante per me, lo merita sicuramente la mente del nostro blog, Rodolfo Cingolani, il Web master. Senza la sua competenza, pazienza e disponibilità non potremmo fare niente. Quindi il merito del grande successo del nostro blog e della sua lunga vita è grazie al lavoro collettivo di un gruppo molto affiatato, unito da un forte legame, con un comune obiettivo, essere al servizio della nostra comunità. Ognuno di noi da soli non saremmo in grado di fare niente. Insieme, Rodolfo Cingolani, Simona Ciasca, Sergio Ceccotti e Paolo Onofri, sono il meraviglioso risultato del blog isantesi. L’andamento di questo 10° anno è in controtendenza rispetto al precedente. Il risultato del blog isantesi.wordpress.com con quello del sito isantesi.it è pari a n° 81.256 pagine consultate, ed è stato inferiore alle 100.006 del 9° anno, con una diminuzione di n° 18.750 pagine, pari ai 18,74% in meno. Complessivamente abbiamo raggiunto le 678.428 pagine consultate, di cui 13.594 del sito isantesi.it.

Il risultato dei 10 anni è stato il seguente:

 

1° anno pagine

7.849

2° anno pagine

23.403

3° anno pagine

42.960

4° anno pagine

65.356

anno pagine

83.549

6° anno pagine

83.688

7° anno pagine

97.223

80 anno pagine

93.138

9° anno pagine

100.006

10° anno pagine

81.256

Sergio Ceccotti

Sergio Ceccotti

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Il Sindaco Francesco Acquaroli insieme a Rodolfo Cingolani. Foto Sergio Ceccotti.

 

Per quanto riguarda gli articoli sono stati in questo decimo anno n° 82 portando il totale a n. 642, mentre le fotografie ed i documenti sono stati n° 856, per un totale di n°5.976 , ed i video n° 1, portando il totale a n° 64.

I nostri articoli continuano ad essere pubblicati sulla rivista Lo Specchio Magazine diretta da Lino Palanca, anche se questa esperienza editoriale sembra arrivata al capolinea con il numero 19.
I nostri articoli continuano ad essere segnalati sia dal cittadinodirecanti.it che dal sito del comune di Potenza Picena.
Andare avanti è sempre più difficile, ma confidiamo sull’affiatamento del nostro gruppo e sui nostri affezionati lettori sparsi in Italia e nel resto del mondo, oltre che a Potenza Picena, Porto Potenza Picena, San Girio e Montecanepino.

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a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

quadro-s-girio

quadro di San Girio

San Girio è il compatrono di Potenza Picena ed è molto interessante analizzare come viene raffigurato nelle opere d’arte sacre che si trovano sia a Potenza Picena che a Lunello, in Francia, dove il Santo è nato.
Tra queste due realtà a livello iconografico, nella rappresentazione del Santo, c’è una notevole differenza. In Francia, a Lunello, San Girio, per loro San Gerardo, viene raffigurato con un saio, avendo fatto parte della Confraternita dei Penitenti Bianchi, fondata da San Francesco, mentre a Potenza Picena ha un abito verde coperto da un mantello rosso.
Per quanto riguarda Potenza Picena, la più antica raffigurazione di San Girio è sicuramente quella del polittico di Pietro di Domenico da Montepulciano del sec. XV, dove il Santo è ritratto insieme a Santo Stefano, San Lorenzo e San Michele Arcangelo, oltre che alla Madonna con il Bambino. In questo capolavoro San Girio è ritratto con un abito rosso ed un mantello cinerino,(grigio chiaro).
Il polittico in origine si trovava all’interno della Pieve di Santo Stefano in Piazza Grande, oggi Giacomo Matteotti, chiesa che è stata abbattuta nel 1796, pertanto l’opera d’arte è stata successivamente trasferita all’interno della chiesa di Sant’Ignazio di Loyola dei Gesuiti. Questa chiesa è stata dedicata poi a Santo Stefano Protomartire ed ha ospitato il polittico per molti anni, successivamente e stato venduto a privati nel 1943, dalle suore dell’Addolorata.
S. GirioIl culto di San Girio a Monte Santo come compatrono è stato molto favorito molto dall’azione dei Gesuiti, che tendevano a valorizzare i santi locali, ed avevano anche commissionato al pittore romano Giacinto Brandi nel sec. XVII un quadro dove il Santo è ritratto insieme a Sant’Ignazio di Loyola. Questo quadro recentemente è stato anche restaurato dalla Parrocchia e oggi ricollocato nel contesto della Collegiata di Santo Stefano, grazie al contributo economico del dott. Roberto Domenichini. Nella stessa Collegiata di Santo Stefano si trova dal 1896 anche un altro quadro che raffigura San Girio del sec. XVIII.
Presso il Convento dei Frati Cappuccini si trovava un quadro del Beato Girio del sec. XVIII, attribuito alla scuola di Filippo Ricci di Fermo.
Questo quadro è stato commissionato dai Frati Cappuccini locali sia per rendere omaggio all’iniziativa di padre Antonio Maria Costantini di Monte Santo, frate cappuccino, postulatore della causa sopra il culto immemorabile del Santo, sia per onorare San Girio come terziario francescano, considerato dai frati cappuccini loro “confratello”.
Nel Santuario di San Girio si trova il quadro più importante realizzato da Benedetto Biancolini nel 1793 su incarico del nostro comune.
Nella sacrestia dovrebbe essere ancora conservato il quadro di Ottavio Amaro del sec. XVII, citato da Carlo Cenerelli Campana nella sua storia di Monte Santo del 1852.

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Quadro di S. Gérard (San Girio) presente all”interno della Chiesa di Notre Dame du Lac di Lunell. Foto per gentile concessione della Parrocchia di San Filippo di Vidourle – Mathilde Delprat.


Anche negli affreschi che arricchiscono il Santuario realizzati nel 1951 dall’artista di Mombaroccio, Pesaro, Ciro Pavisa, compare San Girio.
Nel 2013 la Parrocchia di San Girio ha fatto realizzare all’artista di Castelfidardo Renzo Romagnoli una bellissima statua del santo. In Francia, a Lunello, la città dove è nato San Girio, all’interno della chiesa di Notre Dame du Lac si trova una tela e la statua del Santo, della prima metà del Sec. XIX. Inoltre, in occasione dei festeggiamenti del Santo nel 1838, fu coniata una medaglia celebrativa.

Infine nel libro sulla vita di San Girio di Alessandro Marinucci del 1766 è contenuta un’immagine del Santo dell’incisore Alessio Iardone, tratta dal polittico di Pietro di Domenico da Montepulciano.
Questo quadro complessivo delle raffigurazioni sacre di San Girio evidenzia come il nostro compatrono sia conosciuto ed amato sia nel nostro territorio che all’estero.

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Cristina Gasparrini con la nonna Amelia Belliccini. Foto Cristina Gasparrini.a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri
Nel contesto della tesi di laurea di Cristina Gapparrini di Loreto dal titolo molto significativo ed impegnativo “I bambini protagonisti involontari della Grande Guerra”, si parla anche di Potenza Picena. La tesi è stata discussa con un ottimo risultato, 97/110, il giorno Lunedì 16 Aprile 2018 presso l’Università di Macerata, Dipartimento di scienza della formazione, dei beni culturali e del turismo, relatore il prof. Edoardo Grasson, ed è stata arricchita anche con materiale e notizie che sono stati reperiti nell’archivio storico comunale di Via Trento.
Consultando il nostro archivio, l’autrice ha potuto trovare lettere e documentazione dei nostri soldati, alcuni dei quali caduti combattendo al fronte.
Inoltre nell’ambito della sua ricerca ha potuto verificare che anche a Potenza Picena, durante la grande guerra, molti ragazzi e ragazze, oltre alle donne, sono stati impegnati nell’agricoltura e nell’industria in sostituzione dei tantissimi uomini che sono partiti per il fronte. Un’azienda locale, la fornace Antonelli, addirittura si era convertita nella produzione di proiettili per il nostro Esercito. I morti di Potenza Picena e Porto Potenza Picena durante la prima guerra mondiale sono stati moltissimi, per un totale di n° 117 di cui 69 caduti in combattimento, e 48 morti per causa di guerra. I loro nomi sono scolpiti a perenne ricordo nella lapide collocata sulla parete della Torre Civica in Piazza Matteotti.
Tra di loro troviamo anche diversi soldati che erano sposati e che hanno lasciato piccoli orfani ed orfane di guerra. Per questi sfortunati bambini, tra cui anche Severino Donati, figlio di Sante, morto il 12 maggio 1918, dopo la fine della guerra furono organizzate molte iniziative a loro sostegno. Oltre alla raccolta di fondi, ci piace ricordare l’ingresso gratuito un giorno al mese durante lo proiezioni cinematografiche che si effettuavano dal 1919 all’interno del Teatro Condominiale, oggi Comunale, “Bruno Mugellini”.
Questo lavoro di ricerca è molto interessante ed originale e può essere consultato presso la nostra Biblioteca Comunale “Carlo Cenerelli Campana”, dove è stata depositata una copia della tesi.
Durante questo lavoro di ricerca di Cristina Gasparrini siamo venuti a conoscenza che sua nonna materna, la sig.ra Amelia Belluccini, è originaria di Potenza Picena, della contrada Crocifissetto, a San Girio. Nata il giorno 15/10/1935, figlia di Nazzareno e Maria Pantanetti, il giorno 15/9/1957 si è sposata con Achille Astuti. E’ la sorella di Teresa e Luigi Belluccini.
Frontespizio tesi di Laurea di Cristina Gasparrini.La sig.ra Amelia Belluccini ha voluto da noi una foto dell’edicola votiva del Crocefissetto, manufatto antico che si trova confinante con il terreno della famiglia dei Belluccini, nella omonima contrada. I Belluccini erano mezzadri dell’ECA, Ente Comunale di Assistenza, di Potenza Picena, ed il terreno, compresa l’edicola votiva, era stato donato alla nostra comunità, all’Ospedale Civico , nel 1869 alla sua morte dalla Sig.ra Albina Gezzi ved. Pierandrei.

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