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Archive for agosto 2019

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Cav. Anselmo Anselmi

Uno degli storici più importanti delle Marche, il Cav. Anselmo Anselmi di Arcevia, Regio Ispettore ai Monumenti delle Marche, tra la fine dello Ottocento e gli inizi del Novecento ha contribuito a farci conoscere meglio sia il polittico di Vittore Crivelli del 1493, che le due opere in terracotta di fra Ambrogio Della Robbia nel periodo in cui egli ha vissuto a Monte Santo (tra il 1523 ed il 1527/28).

Anselmo Anselmi nato ad Arcevia nel 1859 e morto nel 1907 è venuto a Po­tenza Picena diverse volte ed ha avuto la possibilità di consultare il nostro archivio storico comunale, in particolare quello notarile che all’epoca si trovava ancora nella nostra città, mentre oggi si trova a Macerata.

Queste sue ricerche d’archivio hanno riguardato sia l’opera di Vittore Crivelli a Monte Santo del 1493, pubblicate sulla “Nuova Rivista Misena” e distribuite in Regione dal 1888 fino al 1897. In questa rivista si ap­profondisce la conoscenza del polittico di Vittore Crivelli che si tro­vava nel contesto della chiesa di San Francesco dei Frati Francescani Conventuali al Pincio.

Santa Caterina d’Alessandria, parte del polittico di Vittore Crivelli di Monte Santo del 1493. Esposta presso l’Asmolean Musem di Oxford.

L’approfondimento sulla presenza di fra Ambrogio Della Robbia a Monte Santo è stato pubblicato invece sulla Rivista di Firenze “Arte e Storia” del Di­cembre 1904. Di fra Ambrogio Della Robbia all’epoca erano presenti a Potenza Picena due opere, la Maddalena e la Pietà ne1 Palazzo Pierandrei.

Il metodo di ricerca di Anselmi si basava essenzialmente sulla consultazione di documenti di archivio storico, e grazie a lui si è potuto approfondire la conoscenza a Monte Santo delle opere di due grandi artisti del XV e XVI secolo italiano.

 

vittore crivelli web.pdf  – articolo del Cav. Anselmo Anselmi sul polittico di Vittore Crivelli di Monte Santo del 1493.

Adobe PDF icon Arte e storia.pdf – Copia della rivista “Arte e Storia” di Firenze del 31-12-1904 che riporta l’articolo dello storico marchigiano Anselmo Anselmi sul ritrovamento dei documenti che attestano la presenza di Fra Ambrogio della Robbia a Monte Santo negli anni Venti del Cinquecento.

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SANTA MARIA MADDALENA

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Nel 1904 il cav. Anselmo Anselmi di Arcevia (1859-1907), Ispettore ai Monumenti delle Marche, ha scoperto nell’Archivio Notarile di Potenza Picena una straordinaria notizia. Il plastificatore fiorentino fra Am­brogio Della Robbia, frate domenicano, al secolo Francesco figlio di Andrea, nato a Firenze nel 1477 e morto a Monte Santo nel 1527/28, ha avuto nella nostra città casa ed officina nel quartiere di San Giovanni, nel periodo tra il 1523 ed il 1527/28 ed è stato cappellano nella Pieve di Santo Stefano della nostra città.

Questa scoperta del cav. Anselmo Anselmi è stata possibile grazie anche alla collaborazione con il Segretario Comunale di Potenza Picena, dott. Giuseppe Gazzoni.

Portale in terracotta del 1402 di Palazzo Properzi in Via Marefoschi a Potenza Picena. Foto di Sergio Ceccotti.

Secondo lo storico Anselmi a Potenza Picena Ambrogio Della Robbia ha la­sciato due importanti opere in terracotta: si tratta della Maddalena, conservata in Comune, ma che proveniva dalla Chiesa di Sant’Agostino, rubata il giorno 13 Gennaio del 1997 e mai più ritrovata e di un Redentore, busto, sempre in terracotta invetriata, di proprietà della famiglia di Giuseppe Pierandrei, ingegnere comunale. Quest’ultima opera attribui­ta ad Ambrogio Della Robbia, non si sa che fine abbia fatto.

Il 16 Dicembre del 1905 il consiglio comunale di Potenza Picena, su pro­posta del prof. Umberto Boccabianca, ha deciso di intitolare ad Ambrogio Della Robbia la locale Scuola d’Arte applicata all’industria.

Presepio in terracotta Sec. XVII – Scuola Marchigiana

Nel passato sono state inoltre attribuite ad Ambrogio Della Robbia altre opere d’arte presenti a Potenza Picena, tra cui i famosi portali in terracotta del palazzo oggi della famiglia Properzi in Via Marefoschi. In uno dei due portali si indica chiaramente una data, 1402. In quell’anno Ambrogio Della Robbia ancora non era nato, quindi questa attribuzione è sicuramente da scartare per evidenti motivi, la seconda attribuzio­ne, dell’avv. Silvano Mazzoni, è quella del presepio in terracotta delle Clarisse del sec. XVIII. Anche in questo caso gli esperti hanno dato una diversa attribuzione, cioè alla scuola marchigiana ed a un periodo di­verso dal sec. XVI

In ogni modo la presenza a Monte Santo di un artista del calibro di fra Ambrogio Della Robbia è pienamente documentata.

Notizie tratte dalla Rivista “Arti e Storia” del Dicembre 1904, articolo a cura del cav. Anselmo Anselmi.

Lucia Cingolani “Attività e opere dei Della Robbia nel maceratese”. Studia Picena Ancona Istituto Teologico Marchigiano Anno 1996 numero LXI.

“L’Ordine Il Corriere delle Marche” del 2/3 Gennaio 1906. Archivio Storico Comunale Potenza Picena.

Si ringrazia per la fattiva collaborazione il dott. Roberto Domenichini che ci ha fornito la copia della Rivista “Arti e Storia” del mese di Dicembre 1904.

 

Adobe PDF icon Arte e storia
Copia della rivista “Arte e Storia” di Firenze del 31-12-1904 che riporta l’articolo dello storico marchigiano Anselmo Anselmi sul ritrovamento dei documenti che attestano la presenza di Fra Ambrogio della Robbia a Monte Santo negli anni Venti del Cinquecento.

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V0000248 Horatius Augenius. Line engraving, 1688.Di Norberto Mancini

Un oblio ingiustificato, non da oggi, copre la memoria di alcuni potentini che, attraverso i secoli, recarono il loro valido contributo al progresso dell’arte sanitaria. Meritano di esser conosciuti non solo perché beneficiarono spesso l’umanità sofferente con geniali e severe conquiste, ma anche in quanto sono il decoro e il vanto della terra nativa e della nostra regione.

Il primo insigne medico di cui si occupano gli annali di Potenza Picena è Lodovico Augeni assai famoso nella professione sanitaria che esercitò nelle principali città della Toscana e della Romagna. Egli fu accettissimo a diversi principi francesi e al papa Cle­mente VII che lo prese al suo servizio.

Nel 1511 andò a insegnare nello studio di Perugia. Morì vecchissi­mo il 17 gennaio del 1573. Gae­tano Marini, nel primo tomo della sua opera «Degli archiatri pon­tifici», afferma che scrisse un «Trattatello dei vini».

Figlio del precedente è Orazio Augeni (1527-1603). Fu lettore di logica all’Università di Macerata. A Roma, nella Sapienza, tenne la cattedra di medicina teorica straordinaria per cinque anni, sino al 1558. In seguito si ritirò a vita privata. Ma per breve tempo, poi­ché il principe Carlo di Savoia gli assegnò la prima cattedra di medicina nello studio di Torino dove rimase sino al 1593. Fu as­sunto, in ultimo, alla cattedra di medicina teorica in Padova. In questa città, carico di anni e consunto dalle fatiche, morì nel 1603. Pubblicò non poche opere. Se ne può vedere l’elenco nel primo to­mo dell’opera incompleta «Biblioteca picena» di Filippo Vecchietti e Tommaso Moro. Il figlio Ilario le fece stampare di nuovo offrendole, con lettera dedicatoria, al cardinale Alessandro Peretti. Al­l’edizione egli aggiunse di suo due indici: l’uno contenente il titolo dei capitoli delle varie materie e l’altro delle cose più degne di osservazione. L’edizione uscì a Ve­nezia nel 1607 «apud haeredem Damiani Zenari».

Console Generale Gaetano Solanelli

Gaetano Solanelli

Gli storici della medicina consi­derano Sebastiano Augeni (+1578) come uno dei migliori scienziati del suo tempo. Esercitò la professione di medico a Camerino. Recatosi a Firenze, per alcuni suoi interessi, Cosimo de’ Medici gli affidò la cattedra di medicina dell’Università di Pisa. Da questa, dopo vari anni, passò a quella di Perugia dove si trattenne lunganente. Lasciò opere di non piccolo pregio che trattano svariatissimi argomenti. Notevole quella intitolata «De natura humana».

Arcangelo Mercenari ( + 1585) in­segnò nell’Università di Padova. Ebbe una lunga polemica, su que­stioni di carattere scientifico, con Orazio Augeni. Le dottissime ri­sposte che diede al suo concitta­dino furono raccolte in volume. Si hanno di lui parecchi lavori di non secondaria importanza.

Gli storici Carlo Cenerelli Cam­pana, Antonio Maria Costantini, Giovanni Panelli e Filippo Bruti Liberati ci danno scarse notizie su altri due medici potentini: Giu­lio Pechini e Nicola Casanova. Vissero nel secolo XVI. Si distin­sero assai nelle discipline medico-­scientifiche. Il secondo stampò vari suoi scritti.

Molto interessante la vita di Gaetano Solanelli (1834-1898). Lau­reatosi giovanissimo all’Università di Bologna, andò a perfezio­narsi alla Sorbona di Parigi. Fu anche per qualche tempo in In­ghilterra. Egli si trovava in pa­tria il 18 settembre del 1860 quan­do tutta la popolazione era fuori Porta Marina — non esisteva ancora via Piana — e sul colle dei Cappuccini per seguire costernata le sorti della battaglia di Castelfidardo. Quando i «papalini», sbandati e in fuga, protestandosi vittime di una imboscata, attra­versarono la vallata del Potenza per risalire affannosamente i colli di Montesanto e di Montelupone, i cittadini ritennero prudente di rientrare nelle loro case e di chiu­dere le porte del paese. Il Solanelli e altri pochi animosi resta­rono fuori delle mura per soccor­rere i feriti e gli invalidi sotto il porticato della chiesa della Madonna della Neve e per con­vincere i fuggiaschi, violenti per disperazione e per paura, a pro­seguire il loro cammino verso Macerata.

Prof. Bruno Brunacci

Prof. Bruno Brunacci

Dopo un breve regime militare, il Solanelli fu il primo sindaco di Montesanto e quando il Governo Piemontese si trasferì a Firenze, eleggendo questa città a capitale, egli e il consiglio comunale, al­l’unanimità, deliberarono di cam­biare il nome di Montesanto in quello di Potenza Picena.

Per quanto fosse dottore, in me­dicina e chirurgia, riuscì ad entrare nella carriera diplomatica. Fu console d’Italia a Larnaca di Cipro, a Trebisonda, a Tagarong sul Mare d’Azof, a Gerusalemme e a Corfù dove chiuse l’operosa esistenza terrena. I suoi resti mor­tali furono portati nella terra na­tale il 7 marzo del 1898.

Poche le notizie della vita di Bruno Brunacci (1879-1919). Essa fu breve e fruttuosa. Nacque da famiglia antichissima della quale una donna, Piera, fu cognata a Dante Alighieri, e alla quale ap­partenne il celebre cardinale Ercole Brunacci-Consalvi, ministro di Pio VII. Insegnò fisiologia nel­le Università di Siena e di Roma. Egli portò contributi preziosi spe­cialmente alla conoscenza della secrezione parotidea e biliare nel­l’uomo e dell’adattamento degli anfibi all’ambiente liquido esterno mediante la regolazione dei loro liquidi interni. A proposito scrisse pregevoli lavori che resero noto il suo nome in Italia e all’estero, soprattutto in Germania.

Ecco, in ultimo, uno scienziato e umanista di fama internaziona­le: Balduino Bocci (1852-1945). Fu medico provinciale di Roma e pro­fessore di fisiologia nell’Ateneo ro­mano e in quello di Siena. Pub­blicò geniali memorie su l’ottica fisiologica e su la meccanica car­diaca.  Numerosissimi i lavori scientifici da lui dati alle stam­pe, quali: «L’Organo del gusto», «Immagini visive cerebrali» e «Guida allo studio sperimentale della psicologia». Quest’ultimo è il risultato della sua vita di scienziato e specialmente degli intenti che lo guidarono e lo sorressero nell’ardua via dell’insegnamento.

Balduino Bocci

Balduino Bocci

Oltre che scienziato il Bocci fu scrittore, critico, saggista e poe­ta. Molti i suoi libri di argomento letterario. Di particolare valore i seguenti: il poema epico-lirico «Italia! Italia», «Piccolo Decamerone eroico», «Il dinamismo cerebrale del genio: G. Leopardi» e « Le api ».

Maestro della esperienza scien­tifica, scrittore animoso e affascinante, poeta della grazia, uomo di vecchio stampo tutto d’un pezzo, Balduino Bocci può essere addita­to come esempio alle nuove gene­razioni.

Recentemente è stato proposto alla dottoressa Maria Sabbatini, attivissima dirigente del Circolo didattico di Potenza Picena ed amante dello spirito e dell’arte, della storia e della vita delle Mar­che, di adoperarsi perché al Bocci venga dedicato il nuovo edificio scolastico di Porto Potenza.

Articolo tratto dal Resto del Carlino del 1969.

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mappa-circondario-montesanto

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

La quarta Porta Medievale di Monte Santo, la meno conosciuta, si chiama­va Porta del Cunicolo o della Cava e si trovava nel quartiere di Sant’An­gelo, nella zona della Circonvallazione nord, posta a tramontana.

Il suo nome “La Cava”, o in dialetto santese “la Ca’”, è riferito alla presenza in zona di una cava di argilla, materia prima sia per le fornaci che per i vasari. Secondo Carlo Cenerelli Campana, nella sua storia di Monte Santo del 1852, in questa zona sono stati trovati strati di creta smaltata di sostanza argentea (pagina 110).

Il secondo nome della Porta, cioè “cunicolo”, evidenzia la presenza in zona di una cavità, di una grotta, di un cunicolo appunto. In questo caso si­curamente si fa riferimento alla cavità, al cunicolo che conduceva da questa zona fino alla Piazza centrale, Piazza Grande oggi Piazza Giacomo Matteotti. Questa cavità durante la seconda guerra mondiale è stata utilizzata come rifugio antiaereo e poi successivamente chiusa.

La Porta del Cunicolo o della Cava viene menzionata in una mappa del 1817, ma già all’epoca era stata chiusa; la Porta era situata nelle vicinanze della Fonte della Cava, nei pressi delle attuali fontanelle. Ancora oggi a testimonianza del manufatto antico rimane un rudere di muro a ridosso delle abitazioni di Via Lodovico Scarfiotti con evidenti feritoie.

mura

Resti delle antiche mura

Vista la posizione della Porta, questa era di modeste dimensioni, sormon­tata da “pinnacoli” e riservata solo all’accesso pedonale.

Nei pressi della Porta si trovava la Fonte della Cava le cui origini ri­salgono alla fine del Settecento: composta da 5 archi è stata de­molita nel 1970. La porta era circondata da mura castellane, parti delle quali sono emerse durante i lavori di sistemazione della scarpata.

Con la presenza della cava di argilla, in una delle abitazioni poste so­pra, dove avevano anche un forno di cottura, lavorava una famiglia di vasari, i Galeazzi chiamati anche i “coccioni” per il tipo di lavoro che svolgevano. Questa famiglia storica di Monte Santo svolgeva il lavoro di vasari dalla fine del Settecento. È testimoniata anche la presenza di fra Ambrogio Della Robbia con un suo laboratorio e una sua fornace nel quartiere di San Giovanni a Monte Santo, vissuto nella nostra città agli inizi del Cinquecento. Aveva lasciato a Monte Santo una famosa terracotta della Maddalena, sottratta da ignoti al nostro Comune nel 1997.

Nei pressi delle Fontanelle, nel 1872, fu decisa la costruzione di una neviera, poi nello stesso spazio sorse il Parco della Rimembranza nel 1923 a ricordo dei 116 soldati di Potenza Picena morti durante la prima guer­ra mondiale. Nel 1927 questo Parco è stato abbellito da un tempietto prefabbricato, dono del cementificio Scarfiotti e Volpini di Porto Recanati.

Progetto definitivo neviera

Progetto definitivo della neviera dell’ing. Giuseppe Pierandrei. (Archivio Storico Comunale di Potenza Picena)

Nel terreno dei “coccioni” nel 1927 fu costruito inoltre il fabbricato che ospitava il lavatoio pubblico, poi nel 1965 trasformato in locale pubblico “Le Fontanelle” con due gancie di bocce, gestito dalla locale Pro Loco, il cui Presidente era il maestro Edgardo Latini.

Oggi questo locale è sede della Casa dell’Hockey di Potenza Picena. Davanti a questo locale nel 1944 sono stati ricavati i rifugi antiaerei, oggi chiusi.

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Bianchini e Scarfiotti

Il Prof. Lionello Bianchini e il Comm. Casimiro Scarfiotti

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Potenza Picena dopo la seconda guerra mondiale, con l’avvento della democrazia, nel 1946 è stata governata dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco comunista Antonio Carestia, che comprendeva i socialisti, i comunisti ed i repubblicani.  Nel 1951, il giorno 27 Maggio, è stato invece eletto Sindaco il dott. Nazzareno Riccobelli della Democrazia Cristiana, sostituito l’anno successivo dal maestro Lionello Bianchini, con una coalizione che comprendeva la Democrazia Cristiana, i repubblicani, i socialdemocratici e gli indipendenti. Sconfitti i socialisti con i comunisti.

Con le elezioni amministrative del giorno 27 Maggio 1956, cioè 63 anni fa, hanno replicato la vittoria del 1951 i democristiani con i suoi alleati, i repubblicani, i socialdemocratici ed i liberali. Sconfitti di nuovo i socialisti ed i comunisti che si presentavano insieme. È stato confermato Sindaco il maestro Lionello Bianchini.

Camillo Simonacci. Foto Massimo Simonacci.

Camillo Simonacci. Foto Massimo Simonacci.

In queste elezioni amministrative si sono presentate tre liste: quella della DC, insieme a PRI-PSDI e PLI ed avevano sul loro simbolo la scritta “Libertas, l’edera, il sole nascente e la bandiera italiana”, la seconda lista vedeva uniti i socialisti con i comunisti ed aveva sul loro simbolo una spiga di grano con la scritta “Lista Popolare”, la terza lista, che non ha eletto nessun consigliere comunale, aveva sul proprio simbolo la Torre Civica di Piazza Matteotti a Potenza Picena ed una vela, con la scritta “Lista Cittadina”.

Sono stati eletti consiglieri comunali per la maggioranza DC-PRI-PSDI-PLI i seguenti consiglieri: Bianchini Lionello, Bilò Nazzareno, Pasquali Silvio, Grandinetti Mario, Simonacci Camillo, Grandinetti Nello, Carestia Rinaldo, Romagnoli Giuseppe, Gelosi Giuseppe, Torresi Raoul, Fontana Umberto, Rinaldoni Rinaldo, Giustini Nicodemo, Mazzoni Umberto, Palloni Ivo, Paniconi Quirino. Per la minoranza PSI-PCI sono invece stati eletti Ricciardi Giuseppe, Cantarini Vincenzo, Cagnoni Americo e Verrucci Luigi.

Sono stati eletti assessori effettivi i consiglieri Simonacci Camillo (vice-sindaco), Pasquali Silvio, Torresi Raoul e Grandinetti Mario. Gli assessori supplenti erano Paniconi Quirino e Gelosi Giuseppe.

Romagnoli

Parte del Consiglio Comunale Eletto il 27 maggio 1956. Da sx seduti Torresi Raoul, Mario Grandinetti, Nello Grandinetti, Rinaldo Carestia, Giuseppe Romagnoli, Umberto Mazzoni. Foto B. Grandinetti. Per gentile concessione di Enzo Romagnoli.

Questa amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Lionello Bianchini, ha portato a termine regolarmente il suo mandato fino al 1960, quando alle elezioni amministrative del giorno 6/11/1960 è stato eletto Sindaco di Potenza Picena l’Avv. Silvano Mazzoni della Democrazia Cristiana.

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