Don Oreste Benzi a Potenza Picena. Foto Silvio Menghi.
Don Oreste Benzi, fondatore della comunità “Giovanni XXIII” di Rimini è stato anche a Potenza Picena, invitato dal Gruppo Scout locale, guidato da Paolo Malatini.
L’incontro, molto partecipato, si è tenuto presso la ex chiesa di Santa Caterina d’Alessandria il giorno 25 marzo 2004, alle ore 21,00, sul tema “Il ruolo della famiglia oggi”. L’incontro è stato patrocinato dal Comune di Potenza Picena, rappresentato nell’occasione dall’assessore alla cultura Fabio Sacconi.
Presenti tutti gli scout del gruppo I di Potenza Picena, il parroco della Parrocchia di Santo Stefano e Giacomo, don Carlo Leoni, il suo vice, don Andrea Bezzini, il parroco della parrocchia di Sant’Anna di Porto Potenza Pciena, don Cesare Di Lupidio e don Giovanni Ginevri.
Presente anche il professor Arturo Sardini.
All’incontro con don Oreste Benzi sono stati invitati in particolare gli educatori, i catechisti ed i genitori.
Da sx don Carlo Leoni, don Oreste Benzi e Paolo Malatini. Foto Silvio Menghi.
La struttura della ex chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, facente parte del complesso dell’ex Monastero delle Benedettine di Potenza Picena, dopo un lungo lavoro di restauro, è stata inaugurata il giorno 28 novembre 2003 ed oggi ospita la Fototeca Comunale “Bruno Grandinetti”.
Don Oreste Benzi nato a San Clemente (Forlì) il giorno 07/09/1925, ha iniziato a Rimini l’attività della comunità “Giovanni XXIII” ed è morto a Rimini il giorno 02/11/2007.
Il servizio fotografico della serata è stato effettuato da Silvio Menghi di Potenza Picena.
La Banda Cittadina di Potenza Picena è un’istituzione molto antica.
La Banda Cittadina di Potenza Picena nel 1970 a Monte Cosaro diretta dal M° Edgardo Latini.
Fondata nel lontano 1842 dalla fusione dei filarmonici dell’“interno”, facenti capo alla famiglia Marefoschi, con quelli del “giardino”, facenti capo alla famiglia Bonaccorsi, ha proseguito la sua attività nel corso degli anni.
La sua attività si è interrotta solo in concomitanza dei due conflitti mondiali, quello del 1915-18 e l’ultimo del 1940-45.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, a Potenza Picena si sentiva molto forte l’esigenza di ricostituire la Banda Cittadina, in quel momento priva di una guida. Il Sindaco, che era stato eletto con le elezioni democratiche indette dopo la caduta del fascismo nel 1946, Antonio Carestia, anche lui da giovane componente della Banda Cittadina con il maestro Giulio Gasparrini e nella quale suonava il trombone, decise di assumere il maestro Edgardo Latini di Morrovalle, diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma nel 1939 e perfezionatosi poi al Conservatorio Rossini di Pesaro nel 1946.
Il maestro Latini nell’anno 1947, il giorno 1 Luglio, venne assunto dal nostro comune oltre che per dirigere la Banda Cittadina anche per la direzione della scuola di musica.
Antonio Carestia. A.S.C.P.P.
La prima uscita pubblica della ricostituita Banda Cittadina avvenne nel 1948, a giugno, partecipando alla prima festa di Sant’Antonio da Padova dei Frati Minori.
La Banda Cittadina ricostituita era gestita da un comitato di cittadini, alla cui Presidenza era stato nominato il Sindaco Antonio Carestia e di cui facevano parte: Roberto Valentini, capo-banda, Nazzareno Morresi, cassiere, Gildo Zucchini, il prof. Giuseppe Asciutti, Remo Scoccia, Romeo Renzi, padre Erasmo Percossi e Roberto Granati.
I primi componenti della ricostituita Banda erano i seguenti musicisti: Dino Domenichini, Giuseppe Riccobelli, Ignazio Carestia, Roberto Valentini (capo-banda), Erasmo Domenichini, Igino Spinaci, Luigi Consolani, Romolo Rinaldelli, Remo Scoccia, Ermanno Sargentoni, Adrio Scoccia, Gino Scoppa, Giuseppe Patacconi, Nazzareno Melatini, Nemorino Valentini.
M° Edagardo Latini
Grazie al loro impegno ed alla professionalità del maestro Edgardo Latini, la Banda Cittadina di Potenza Picena è cresciuta ed ha potuto continuare la sua attività fino ad oggi; in questo contesto il contributo del maestro Edgardo Latini è stato fondamentale ed è proseguito fino alla sua morte (12 dicembre 1999).
Dal 2000 la Banda Cittadina di Potenza Picena è diretta dal maestro Samuele Travaglini.
Inaugurazione restaurato stemma Comunale in Pietra Arenaria del Sec. XIV del giorno sabato 14 Novembre 2015. Foto Sergio Ceccotti.
Cento anni fa, nel 1919, è stato pubblicato il libro del dott. Luigi Pratesi “La Historia Servatae Libertatis di Montesanto” del 1562, contributo alla conoscenza delle vicende patrimoniali della Chiesa, stampato a Macerata dallo stabilimento Cromo-Tipografico Commerciale.
Il libro è dedicato alla memoria del conte Carlo Bonaccorsi, per molti anni benemerito Sindaco di Potenza Picena, “in cui alle vicende storiche di quel comune va unito il nome glorioso della sua famiglia”, i Bonaccorsi.
Il conte Carlo Bonaccorsi morì il giorno 25/03/1918.
Questa storia, che riguarda la nostra città, scaturisce da una decisione del Pontefice Pio IV, il milanese Giovanni Angelo Medici, eletto Papa il giorno 26/12/1559.
Il Pontefice Pio IV emanò il 16 maggio 1562 un Breve con il quale concedeva la città di Monte Santo al duca di Ferrara Francesco D’Este, in cambio di Benevento, che in questo modo passava al duca Cesare Gonzaga di Mantova, marito della nipote del Pontefice, Camilla, figlia del conte Gilberto Borromeo.
ritratto di pio iv
Il Segretario del Pontefice Pio IV era all’epoca il Cardinale Carlo Borromeo, suo nipote. La decisione del Pontefice Pio IV fu presa senza consultare il Collegio Cardinalizio ad esclusivo vantaggio di un suo parente, il duca Cesare Gonzaga di Mantova.
La popolazione di Monte Santo, una volta venuta a conoscenza di questa decisione del Pontefice Pio IV, si oppose e si mobilitò in ogni direzione per far cambiare la volontà del Pontefice. Furono presi contatti con alcuni Cardinali che sostenevano Monte Santo: Savelli, Carpi ed i veneziani Marcantonio da Mula e Bernardo Novaforo, oltre che l’ammiraglio Duca Marcantonio Colonna. Una delegazione di rappresentanti santesi si recò a Roma per essere ricevuta dal Papa e fargli cambiare idea sulla concessione di Monte Santo al Duca Francesco d’Este di Ferrara.
Tutta la popolazione di Monte Santo era contraria a passare dalla Santa Sede al potere temporale del signore di Ferrara, ad eccezione di un certo Cinzio Volpizio, che invece sosteneva la causa di Francesco d’Este, il quale aveva mandato a Monte Santo il suo emissario Borgheselli per prendere possesso della città. La popolazione per opporsi uccise Cinzio Volpizio a pugnalate ed il suo corpo fu abbandonato vicino al portone di ingresso del Monastero delle Clarisse di Monte Santo. Dopo questo delitto, a Roma, il Pontefice Pio IV, in accordo con il Duca Francesco d’Este di Ferrara, lasciò libero il comune di Monte Santo e gli concesse un altro territorio. Questo avvenne il giorno 19 settembre del 1562.
In questo modo la lotta del popolo di Monte Santo risultò vittoriosa ed il nostro comune rimase legato alla Santa Sede, nonostante si fosse ribellato ad una decisione del Pontefice nepotista Pio IV.
francesco deste 1516 1578
In segno di ringraziamento della mancata infeudazione, i rappresentanti della nostra comunità decisero di fare un pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Loreto, portando in processione una raffigurazione in argento del palazzo comunale della città e lasciando in offerta al Santuario 5 fiorini d’oro.
Inoltre si decise di rendere festivo il giorno 19 settembre di ogni anno e di ripetere il pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Loreto, portandovi sempre la raffigurazione del palazzo comunale in argento e lasciando in offerta 5 fiorini d’oro alla Madonna. La processione partiva dalla chiesa della Madonna della Neve, vicino Porta Girola.
marcantonio colonna
Questo tradizionale pellegrinaggio del 19 settembre è proseguito nel corso dei secoli, fino alla seconda metà del sec. XX. Oggi viene organizzato un pellegrinaggio a Loreto portando l’immagine della Madonna di Loreto del Monastero delle Clarisse il giorno sabato prima dell’inizio delle lezioni scolastiche, a settembre. Il giorno non si fa ricadere, quindi, col 19 settembre e non c’è alcun riferimento alla vicenda storica del 1562.
Oggi noi, a distanza di 100 anni, vogliamo far conoscere il libro scritto nel 1919 del Dott. Luigi Pratesi, in quanto lo riteniamo molto interessante e utile per capire la storia di Monte Santo e del suo attaccamento all’autonomia amministrativa ed alla Chiesa di Roma, che ha portato la nostra popolazione nel 1562 a mobilitarsi contro una decisione del Pontefice Pio IV ed a vincere la battaglia.
Conte Commendator Carlo Buonaccorsi. Foto Sergio Ceccotti.
Al suo interno troviamo il testo integrale del Breve del 16 Maggio 1562 del Pontefice da cui è partita tutta la vicenda che viene narrata nel libro di Luigi Pratesi. Anche Carlo Cenerelli Campana, nel suo libro del 1852 “Istoria dell’antica città di Potenza Rediviva in Montesanto” parla molto ampiamente di questa vicenda. Questo avvenimento è stato tratto da un manoscritto anonimo che era conservato presso il nostro Archivio Storico Comunale. Questo documento, che hanno potuto visionare sia Carlo Cenerelli Campana che il dott. Luigi Pratesi, oggi non è più presente nel nostro Archivio Storico e pertanto il libro del Pratesi è fondamentale per poter ricordare questa storia.
Dopo il grande successo sia sul nostro blog che presso il sito ilcittadinodirecanati.it, che ringraziamo, del nostro articolo a ricordo di Arnaldo (Nando) Cingolani, il tipografo di Potenza Picena che ci ha lasciato il giorno 30 marzo 2020 presso l’Ospedale di Civitanova marche, d’accordo con la famiglia Cingolani, abbiamo deciso di utilizzare il testo per una pubblicazione da distribuire a tutti coloro che conoscevano Nando, e sono tanti, e che desiderano conservare un suo ricordo.
La pubblicazione, quattro facciate, riporta quasi integralmente il contenuto del nostro articolo, compresa la storia locale dell’industria tipografica, arricchita da 7 foto, le quali ricordano Nando impegnato nella sua tipografia (foto di Sergio Ceccotti e Giuliano Margaretini), Nando durante la visita di una scolaresca della Scuola Media Statale “Marietta Gioia” di Casette d’Ete il giorno 14/03/1989, con il complesso musicale “I Leoni” di Recanati, con la Banda Cittadina di Recanati “Beniamino Gigli” e con la Banda Città di Potenza Picena. Abbiamo anche inserito il sonetto del prof. Arturo Sardini “Profezia” dedicato a lui.
Siamo certi che questa pubblicazione sarà molto gradita ai cittadini di Potenza Picena e a tutti coloro che hanno conosciuto ed apprezzato Nando Cingolani e che lo vogliono degnamente ricordare.
La pubblicazione si può richiedere presso la Tipografia Cingolani, oppure al sig. Mario Romagnoli, Presidente della Banda Città di Potenza Picena.
Cento anni fa, il giorno 14 giugno 1920, nasceva a Morrovalle il M° Edgardo Latini, figlio di Giuseppe e di Maria Morelli.
Dal 1947, chiamato dal Sindaco di Potenza Picena Antonio Carestia e fino al 1999, anno della sua morte, ha diretto la Banda Città di Potenza Picena. Il giorno 13/04/1953 si è sposato con la signora Giuliana Clementoni di Potenza Picena e dal loro matrimonio sono nati Fabrizio, Stefania e Lorella.
Oltre che Direttore della Banda Città di Potenza Picena, è stato anche Presidente della Pro Loco di Potenza Picena, dal 1955 fino al 1965. Ha partecipato nel 1959, nei giorni di 11 – 12 e 13 luglio in Ancona, all’ ”VIII Festival Adriatico della canzone”, arrivando secondo con la canzone “Con tutta l’anima”, dove il testo è di Franco Gambini di Potenza Picena e la musica di Edgardo Latini. La canzone doveva essere cantata da Corrado Lojacono, poi è stata cantata da Adriano Celentano.
Quell’anno ha vinto il “Festival Adriatico della canzone” la canzone “Il tuo bacio è come il rock”, scritta da Piero Vigorelli, musica di Adriano Celentano, cantata dallo stesso Adriano Celentano.
Il Comune di Potenza Picena, con delibera di Giunta Comunale n. 111 del 13/05/2009, Sindaco Sergio Paolucci, ha dedicato al M° Edgardo Latini il Belvedere del Parco del Colle Bianco, quartiere dove abitava.
La richiesta di intitolazione del Belvedere è stata avanzata da un gruppo di cittadini del quartiere del Colle Bianco in data 18/04/2009 ed accolta dal nostro Comune.
Una delle sue nipoti, Cecilia Latini, figlia di Fabrizio e di Stefania Pesci, dirigente e componente la Banda Città di Potenza Picena, dove suona il clarinetto, ci ha lasciato un suo ricordo biografico del nonno Edgardo, che noi pubblichiamo integralmente.
Testo di Cecilia Latini.
Edgardo Latini nacque a Morrovalle il 14 giugno del 1920, lì visse fino all’ età di quattordici anni, quando ottenne una borsa di studio. Grazie a quest’ ultima partì per Roma, per andare a frequentare l’accademia di S. Cecilia. Negli anni 1937/38/39 superò esami su materie complementari (cultura militare: 8/10; educazione fisica: 7/10; teoria solfeggio e dettato musicale: 8/10; cultura musicale generale: 9/10; storia ed estetica musicale: 8/10; materie letterarie: 6/10) fino ad ottenere il diploma di TROMBA nell’ A.S. 1939/40 con 8,5/10.
Il M° Edgardo Latini
Giunto quasi al termine dei suoi studi venne chiamato alle armi. Solo dopo la fine della seconda guerra mondiale poté riprendere i suoi studi, ma non più a Roma, bensì a Pesaro; lì si diplomò in STRUMENTAZIONE PER BANDA nel 1946, dopo aver superato altri esami di materie complementari. Nel 1947 appena terminati gli studi, avendo ottenuto I’abilitazione d’insegnamento di musica e canto, venne chiamato per I’insegnamento da vari comuni tra i quali quello di Potenza Picena. Il maestro Latini accettò la proposta del sindaco di P. Picena che gli chiese di insegnare a giovani ed adulti l’arte della musica attraverso la sua conoscenza di molteplici strumenti musicali. Andò poi ad insegnare in molte altre città come Pioraco e Civitanova Marche.
La Banda Cittadina scalinata di Via Trento 1953
Diventato poi presidente della pro-loco di Potenza Picena, creò la scuola di musica per ragazzi, I’ orchestra, aiutò la ricostituzione della Schola Cantorum con la quale accompagnava puntualmente le celebrazioni religiose e riformò la banda cittadina. Riportò poi alla luce il tradizionale “Palio del Grappolo d’ Oro”, che in precedenza era stato rimosso. Grazie alle sue numerosissime composizioni vinse medaglie ed attestati e, proprio grazie alle sue canzoni, vinse in Ancona il festival dei bambini. In seguito partecipò al Festival degli Adulti dove però arrivò secondo, poiché la sua canzone fu battuta da Adriano Celentano.
Continuò poi le sue attività a Potenza Picena, dove morì il 12 Dicembre del 1999.
banda cittadina ricostruzione.pdf – Pubblicazione curata dal M° Edgardo Latini in occasione del 50° Anniversario della Ricostituzione della Banda “Città di Potenza Picena” (1947-1997)
Canzone con tutta l’anima scritta fa Franco Gambini con musica di Edgardo Latini.
Il M° Edgardo Latini porta al Festival “Il Pulcino d’Oro” di Ancona la canzone vorrei fare lo sceriffo, testo di Rolando Sensini di Treia.
Teatro B. Mugellini operetta Il Ritorno del 16/6/1949. Il M° Edgardo Latini dirige l’orchestra di 20 elementi.
Inno a Potenza Picena, versi di Norberto Mancini e musica di Edgardo Latini.
“O Bella Potentina” – testo di Severino Donati e musica del M° Edgardo Latini. ASCPP.
La piazza principale di Potenza Picena oggi si chiama Piazza Giacomo Matteotti, questo nome è stato conferito solo il giorno 27 novembre 1946 dal Consiglio Comunale di Potenza Picena, Sindaco Antonio Carestia.
Foto anno 1887 – Piazza Principe di Napoli (Piazza Matteotti) – Potenza Picena – Al Centro il Palazzo comunale.
Unica foto esistente della Piazza senza la fontana e della torre con il quadrante dell’orologio ottagonale in pietra.
Giacomo Matteotti, deputato socialista, nato il giorno 22/05/1885 a Fratte Polesine (Rovigo) da Girolamo Stefano e da Lucia Elisabetta Garzarolo, fu assassinato dai fascisti il giorno 10/06/1924 a Roma. Il suo corpo fu ritrovato solo il giorno 16 agosto 1924 nella macchia della Quartarella, un bosco del comune di Riano (Roma) dal cane di un brigadiere in licenza: Ovidio Caratelli.
Nella stessa seduta del Consiglio Comunale del 27 novembre 1946, che decise il cambio del nome della Piazza, da Principe di Napoli ad appunto Piazza Matteotti, si era anche deciso di cambiare il nome di tutte le vie del paese intitolate ad esponenti della Casa Reale Savoia.
Corso Vittorio Emanuele II fu cambiato in Corso don Giovanni Minzoni, Via Umberto I in Via Antonio Gramsci, Viale Regina Margherita in Viale della Repubblica e Via Duca degli Abruzzi in Via Bruno Buozzi.
Da parte delle autorità superiori, cioè della Prefettura, venne accettato solo il cambio del nome della piazza principale da intitolare a Giacomo Matteotti, mentre tutti gli altri cambi di nome delle vie non furono accettati.
La stessa volontà di cambiare i nomi delle vie intitolate a rappresentanti della Casa Reale di Savoia era stata espressa dal Commissario Prefettizio di Potenza Picena Renato De Angelis il giorno 05/01/1944. Piazza Principe di Napoli veniva cambiata con Piazza del Popolo, il Corso Vittorio Emanuele II con Corso Giuseppe Mazzini, Via Umberto I con Via Goffredo Mameli ed il Viale Regina Margherita con Viale Adriatico. Tutto questo in applicazione di una circolare prefettizia del Governo della R.S.I. del 28/12/1943. Queste modifiche non sono state messe in pratica in quanto Potenza Picena è stata liberata dai nazi-fascisti il giorno 30/06/1944 da parte dei soldati polacchi del Reggimento corazzato Skorpion, al comando del colonnello Ignacy Kowalczewski.
L’antico nome della nostra piazza principale era quello di Piazza Santo Stefano, per la presenza, nella piazza, della Pieve di Santo Stefano, intitolata al Protomartire ed elevata a Collegiata Insigne del 1754 dal Pontefice Benedetto XIV. Si tenga conto inoltre che Santo Stefano era anche il patrono principale della nostra città.
Questa denominazione, secondo le ricerche del dott. Roberto Domenichini, era già in voga nel Medioevo, cioè prima del sec. XIII.
Successivamente, in antico regime, viene chiamata Piazza Grande, probabilmente per la sua grandezza. Questa denominazione è rimasta fino al 17/10/1890, quando il Consiglio Comunale di Potenza Picena, Sindaco Luciano Bocci, decise di intitolare la piazza principale del nostro paese al Principe di Napoli, figlio del Re Umberto I e della Regina Margherita di Savoia, in occasione del suo 21° anno di età, mandandogli anche un telegramma.
Marcello Simonacci parla ad una manifestazione elettorale in piazza Matteotti a Potenza Picena. Foto Bruno Grandinetti. ASCPP
Il Principe di Napoli era nato il giorno 11/11/1869 a Napoli ed è diventato Re d’Italia alla morte del padre Umberto I, assassinato a Monza dall’anarchico Gaetano Bresci il giorno 29/07/1900, prendendo il nome di Vittorio Emanuele III di Savoia. Ha abdicato a favore del figlio Umberto II il giorno 09/05/1946 ed è morto in esilio ad Alessandria d’Egitto il giorno 28/12/1947.
Nella nostra piazza principale si trovava fino al 25 maggio 1796 la Pieve di Santo Stefano, poi demolita e la chiesa di San Giovanni de Platea, posta vicino al palazzo comunale. Si affacciano sulla piazza il palazzo comunale, con il Teatro “Bruno Mugellini”, la Torre Civica, il Palazzetto del Podestà ed i palazzi delle più importanti famiglie nobili di Monte Santo: quello dei Bonaccorsi, dei Marefoschi, dei Mazzagalli e dei Corradori, mentre al centro della piazza troviamo la fontana del 1895.