Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for luglio 2021

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri


Lo Stato Italiano nel 1935/1936, con lo scopo di effettuare ricerche petrolifere nel territorio italiano, dava l’incarico all’AGIP di effettuare verifiche in tutta Italia; l’AGIP era sorta solo nel 1926, con Regio Decreto Legge del 3 aprile n.556.
Pochi sanno che anche a Potenza Picena sono state fatte ricerche petrolifere, con la presenza di una squadra di tecnici AGIP formata da molti professionisti, i quali, con le loro famiglie, risiedevano a Porto Potenza Picena. Nel censimento del 1936 risultavano presenti a Porto Potenza Picena ben 12 nuclei familiari di tecnici addetti alle ricerche petrolifere.

La tecnica per la ricerca del petrolio consisteva nell’ esplosione di mine sul terreno. Sono state effettuate rilevazioni in molte zone del nostro paese, tra cui in Contrada Rio Maggio, Contrada Cappuccini, Via Piana, Contrada Pisciarello, Contrada Molino Vecchio, Monte Coriolano, Località Fornace, Contrada Frisco, Contrada Mandolesi, Montecanepino, Contrada San Paterniano, Contrada Mortolo, Contrada Zoccolanti, Contrada Casale, Contrada Redefosco, Contrada Marolino, terreno Melatini Orazio e bosco della Villa Bonaccorsi. A proposito di questa ultima località, cioè il bosco di Villa Bonaccorsi, è anche sorto un contenzioso tra l’AGIP ed i proprietari, i Bonaccorsi-Matteucci, per i danni causati al luogo, con richiesta di risarcimento danni.

Dai documenti del nostro archivio storico comunale risulta che la presenza di queste squadre di tecnici dell’AGIP per le ricerche petrolifere siano andate avanti anche nel periodo 1937-1938, nel cantiere chiamato Fontespina, dove probabilmente è stato trovato petrolio da estrarre.

Denuncia del Podestà di Potenza Picena da parte dell’AGIP di Roma nel cantiere denominato “Fontespina” nel territorio Comunale per la ricerca petrolifera. ASCPP

Richiesta danni da parte di Gerio Matteucci all’AGIP di Roma per l’esplosione di Mine nel Bosco della Villa Buonaccorsi. ASCPP

Read Full Post »

A cura di Paolo Onofri.

Porta Galiziano. Foto di Sergio Ceccotti.

La Porta di Galiziano di Potenza Picena, risalente al sec. XIV, è l’unica Porta Medievale che si è salvata della nostra città.

Le altre tre, Porta del Cunicolo o della Cava, Porta Girola o Marina e Porta San Giovanni, sono state abbattute.

Porta Galiziano è uno dei monumenti più belli della nostra città ed è stata restaurata nel 1999, inaugurata il giorno 9 giugno dal Sindaco Mario Morgoni; i lavori di restauro sono stati eseguiti dall’impresa edile di Umberto Parigi di Potenza Picena e sono costati alle casse comunali la somma di Lire 78.000.000.

Tenuto conto che è l’unica porta medievale della nostra città, bisogna tutelarla e salvaguardarla nel migliore dei modi.

Sopra la Porta di Galiziano è stata collocata una guaina per evitare che si verifichino infiltrazioni di acqua pluviale nella volta interna. L’acqua pluviale che si raccoglie sopra alla Porta di Galiziano defluisce in un unico punto, scendendo sulla destra. Da questo unico boccaporto l’acqua cade sull’aiuola sottostante e per la pendenza del terreno ritorna sotto alla parete della Porta, arrivando all’interno del manufatto.

Bisognerebbe che l’acqua da sopra la Porta di Galiziano defluisse da tutte e sei le uscite presenti, oppure che venisse raccolta in un invaso per farla defluire nella rete fognaria pubblica.

Veduta dalla parte superiore della Porta di Galiziano.

Con il tempo e l’usura la guaina che si trova sopra la Porta di Galiziano si è evidentemente staccata dalla parete e l’acqua pluviale si infiltra all’interno della volta del manufatto, arrecando in questo modo gravi danni. Sarebbe necessario far sistemare subito la guaina per evitare danni molto più gravi all’antico manufatto e ripulire tutte le altre cinque uscite dell’acqua.

Gli amministratori ed il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Ing. Dora De Mutiis sono stati informati già dal giorno 18/11/2020, ma niente è stato fatto. Durante la continua pioggia del giorno lunedì 28 dicembre 2020 di nuovo si è verificata un’infiltrazione d’acqua pluviale nella volta della Porta di Galiziano, nello stesso punto della volta precedente. Anche l’acqua che si raccoglie all’esterno è ritornata internamente.

Stessa situazione il giorno sabato 17 luglio 2021, durante l’intensa pioggia che si verificata quel giorno.

Grazie alla presenza in zona del vigile urbano Antonio Fontinovo, è stato possibile documentare fotograficamente i danni causati dall’infiltrazione d’acqua pluviale sulla Porta di Galiziano.

Articoli correlati:

Read Full Post »

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

L’attuale Collegiata di Santo Stefano di Potenza Picena un tempo era la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola dei Gesuiti locali.
Quando il giorno 25 maggio 1796 venne abbattuta la Collegiata di Santo Stefano che si trovava in Piazza Grande (l’attuale Piazza Giacomo Matteotti), si decise il suo trasferimento nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola dei Gesuiti, in quanto questi ultimi avevano lasciato Monte Santo nel 1773, dopo lo scioglimento dell’ordine deciso dal Pontefice Clemente XIV.
La struttura della Pieve di Santo Stefano di Monte Santo viene citata nei documenti già nel 947, nel 1128, nel 1199 e nel 1252: aveva un’unica navata con l’altare maggiore dedicato a Santo Stefano Protomartire e n.5 altari laterali dedicati alla Madonna del Suffragio, al Carmine, a S. Biagio, allo Spirito Santo e a Santa Maria Maddalena. Nello Statuto Comunale del 1431 Santo Stefano era il patrono principale di Monte Santo, mentre Santa Maria Maddalena era la “feconda Governatrice” della nostra città.
Dal disegno conservato presso l’Archivio storico arcivescovile di Fermo, firmato da d .Seraf. Tibur. (Serafino Tiburzi?), fotografato a suo tempo da Mauro Mazziero e pubblicato da Vincenzo Galiè nel suo libro del 1992 “Da Potentia a Monte Santo a Potenza Picena”, risulta che le dimensioni della Pieve di Santo Stefano erano espresse in palmi romani.
Il Prof. Gianfranco Morgoni ha rapportato in metri i palmi romani, pertanto oggi possiamo affermare che probabilmente la Pieve misurava metri 13 di larghezza della sola facciata e metri 27,80 di profondità, mentre per quanto riguarda l’altezza era di metri 8,60. La Pieve conservava inoltre 119 reliquie di Santi autenticate e donate dal S.te Giuseppe Compagnoni Marefoschi e sotto l’altare del Suffragio vi era il corpo di San Gaudenzio Martire donato da Mons. Mario Marefoschi.
L’altare maggiore era dedicato a Santo Stefano Protomartire ed ospitava il polittico di Pietro Domenico da Montepulciano del sec. XV, nel quale erano presenti Santo Stefano e San Girio, con al centro la Vergine con Angeli ed i Santi Michele Arcangelo e San Lorenzo. Questo polittico fu venduto nel 1943 dalle monachette al Duca Ferretti di Ancona.
Nell’altare dedicato allo Spirito Santo si trovava il quadro di Andrea Lanzani del sec. XVII “La discesa dello Spirito Santo”, oggi conservato all’interno della Collegiata di Santo Stefano, nel primo altare laterale a sinistra entrando. Nella Collegiata di Santo Stefano dell’antica Pieve che si trovava in Piazza Grande si conserva sulla facciata dell’attuale chiesa la lapide che testimonia l’elevazione ad Insigne Collegiata nel 1754 della Pieve da parte del Pontefice Benedetto XIV.
Come era posizionata la Pieve di Santo Stefano in Piazza Grande?
Secondo Vincenzo Galiè, per la presenza del cimitero, l’ingresso della Pieve era posizionato verso l’ex scuola elementare, cioè a levante, mentre l’abside era posizionata a ponente.
Secondo noi l’ingresso invece era rivolto verso ponente, mentre l’abside verso levante. Questa nostra tesi viene confermata dalla raffigurazione del 1773 di Giuseppe Federici, dove si riproduce la Porta di Galiziano con la cinta muraria e vicino alla Torre Civica, ancora con l’imponente cuspide, poi abbattuta dal fulmine il giorno 11 gennaio 1886, svetta la Pieve di Santo Stefano, già all’epoca Insigne Collegiata, con l’ingresso rivolto verso ponente. Anche nel quadro di Benedetto Biancolini del 1770 dedicato a Sant’Emidio che protegge Monte Santo, viene raffigurata la Insigne Collegiata, con l’ingresso rivolto a ponente.

Facciata della Collegiata di Santo Stefano con lapide. Foto di Sergio Ceccotti.

Con l’abbattimento della Pieve di Santo Stefano nel 1796, è stato previsto un allargamento della Piazza e la costruzione di un fabbricato da parte della Prepositura di Santo Stefano, poi successivamente venduto al comm. Bartolomeo Casalis e quindi passato nel 1886 al nostro comune al prezzo di lire 6.000. Questo fabbricato ha ospitato la Società Cittadina, con il Gabinetto di lettura e la Biblioteca circolante, istituita dal prof. Umberto Boccabianca ed il Caffè Cittadino. Nel 1914, quando si sono unite la Società Cittadina, la Società operaia di Mutuo Soccorso e la Società Artigiana di Mutuo Soccorso, formando la nuova “Società Cittadina, operaia ed artigiana di Mutuo soccorso, Gabinetto di Lettura”, il locale è stato adibito a loro sede.
Il caffè cittadino era gestito dalla famiglia di Rossi Rocco, poi dalle figlie Jole e Licia.
Nel 1960 al suo posto è stato costruito l’Albergo Centrale, ora trasformato dall’Impresa edile Castagna in appartamenti e attività commerciali tra cui la Farmacia Comunale.

Articoli correlati:

Read Full Post »

A cura di Paolo Onofri.

Due Vergare lavano i panni presso la fonte di Galiziano di Potenza Picena. Foto Bruno Grandinetti

Uno dei progetti più interessanti che il Comune di Potenza Picena ha inserito nel portale Art Bonus è sicuramente il restauro della Fonte di Galiziano.

La legge Art Bonus prevede per tutti coloro che finanziano i progetti un beneficio fiscale del 65%, diluito in 3 anni (Legge 29/7/2014 n. 106).

Il progetto di restauro della Fonte Galiziano è stato predisposto, a seguito della determina dell’Ufficio Ragioneria n. 2129 del 04/08/2018 di affidamento dell’incarico, dall’architetto di San Severino Marche Debora Bravi e prevede la ripartizione dei lavori in due stralci: il primo di Euro 48.229,91 (I.V.A. compresa) ed un secondo di Euro 46.823,80 (I.V.A. compresa), per un totale complessivo di €95.053,71. Il progetto, nel suo complesso, è stato approvato dalla Soprintendenza di Ancona in data 18/01/2019 e successivamente inserito sul portale Art Bonus dalla Dott.ssa Simona Ciasca (limitatamente al primo stralcio dei lavori di €48.229,91) in data 17/04/2019.

Dal giorno dell’inserimento di questo progetto sul portale non si è riuscito a raccogliere la somma sufficiente per iniziare i lavori.

Il giorno 28 maggio 2021 l’Ufficio Ragioneria ha predisposto la richiesta di finanziamento alla Fondazione Carima del progetto Art Bonus relativo al primo stralcio della Fonte di Galiziano, allegando il corposo progetto dell’architetto Bravi, nel quale l’Amministrazione ha previsto una iniziale compartecipazione economica a proprio carico di €10.000,00. La Fondazione Carima in data 14 giugno 2021, cioè solo dopo due settimane dalla presentazione della richiesta, ha comunicato al nostro comune la concessione di un contributo a fondo perduto di €20.000,00 sui €38.000,00 richiesti.
Tenuto conto che l’erogazione del contributo Art Bonus della Fondazione Carima si concretizza solo nel caso in cui l’intero intervento di restauro inserito sul portale venga completato, il nostro comune ha saggiamente deciso di coprire con propri fondi comunali i restanti €18.000, portando in questo modo l’impegno finanziario ad €28.000,00. E’ un risultato veramente straordinario per la comunità di Potenza Picena.

Fonte Galiziano – Foto di Sergio Ceccotti

Ci si augura a questo punto che i lavori di restauro possano essere avviati velocemente, in modo da poter vedere nel giro di pochi mesi la Fonte di Galiziano restaurata, vanto della nostra città.

La Fondazione non è la prima volta che finanzia un progetto del nostro comune: già del 2006 aveva concesso un contributo di € 10.000,00 per il restauro del sipario dedicato a Minerva del nostro Teatro “Bruno Mugellini”, poi inaugurato il giorno 18/11/2006. Nel 2007 aveva concesso un altro importante contributo di € 25.000,00 per il restauro dell’organo da sala Giovanni Fedeli del 1757 della chiesa di Sant’Agostino, oggi Auditorium “Ferdinando Scarfiotti”, inaugurato il giorno 08/12/2008.

Nell’ultima mostra fotografica di Bruno Grandinetti organizzata presso il palazzo comunale nel 2002 (dal 27 aprile al 19 maggio), un anno prima della sua morte avvenuta il giorno 12/7/2003, dal titolo molto significativo “Nel passato il nostro futuro, alla ricerca di una identità”, organizzata in collaborazione con la ditta Map srl di Potenza Picena di Mario Carlocchia, dove le foto esposte sono state scelte personalmente da Bruno Grandinetti, la locandina della mostra riportava una bellissima foto della Fonte di Galiziano degli anni Sessanta del Novecento, dove due nostre vergare sono intente a lavare i panni. Questa foto è un documento storico straordinario e per questa ragione la riproponiamo in questa occasione.

Un ringraziamento particolare va rivolto alla Dott.ssa Simona Ciasca, Economo Comunale, che ha seguito le varie fasi dell’iniziativa, dalla redazione del progetto di restauro, alla richiesta di autorizzazione da parte della Soprintendenza di Ancona, all’inserimento dell’intervento relativo al primo stralcio nel portale Art Bonus ed infine alla richiesta di contributo presso la Fondazione Carima.

Articoli correlati:

Read Full Post »

Chiesa del cimitero di Potenza Picena.

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.
Negli elenchi delle chiese di Potenza Picena non viene mai citata la chiesa del cimitero di Potenza Picena, nel nostro capoluogo, che noi chiamiamo di Sant’Emidio.
L’epoca di costruzione di tale chiesa è recente, rispetto a tutte le altre chiese della nostra città, tenendo anche conto del fatto che la costruzione del nostro cimitero è stata decisa dal Consiglio Comunale il giorno 17/10/1808, Podestà il Conte Flavio Bonaccorsi. I lavori sono iniziati il 29/06/1817, mentre la costruzione della chiesa nel cimitero fu decisa dal consiglio comunale del giorno 19/10/1868, facente funzioni di Sindaco l’assessore comunale Arezio Gasparrini.

In precedenza i defunti venivano seppelliti all’interno delle chiese, per le classi sociali abbienti o in fosse comuni, per la restante popolazione. Con la legge dell’11 settembre 1862 fu vietato seppellire i defunti all’interno delle chiese, conventi o monasteri.

Sant’Emidio che protegge Monte Santo di Benedetto Biancolini – 1770 – olio su tela. Foto Sergio Ceccotti.

Solo il 27/04/1869 la Giunta Municipale di Potenza Picena decise la costruzione della chiesa all’interno del nostro cimitero, secondo il progetto di Leonardo Badaloni di Recanati. La chiesa fu completata nel 1876 e fu prevista anche la camera mortuaria. I lavori furono seguiti, per il nostro comune, dall’ingegnere Giuseppe Pierandrei.

La somma inizialmente messa a disposizione per la sua costruzione di Lire 1.000,00, non risultò sufficiente.

All’interno della piccola chiesetta fu collocato inizialmente il quadro di Benedetto Biancolini del 1770 “Sant’Emidio che protegge Monte Santo”. Oggi l’opera d’arte, dopo il suo restauro, è collocata all’interno della Sala “Antonio Carestia” nel palazzo municipale.

All’interno della piccola chiesa del nostro cimitero si trovano oggi le foto di quasi tutti i caduti di Potenza Picena durante la seconda guerra mondiale sul fronte russo, grazie all’iniziativa di Mario Barbera Borroni.

Articoli correlati:

Read Full Post »

A cura di Paolo Onofri.

Statua lignea di S. Nicola di Tolentino

Il Comune di Potenza Picena ha inserito sul portale Art Bonus il progetto di restauro della statua lignea di San Nicola di Tolentino del 1729 a seguito della delibera di Giunta Comunale n. 90 del 5/7/2021.

Il progetto di restauro, che prevede una spesa complessiva di €1.642,64 + I.V.A, è stato redatto da Paolo Pallotto di Potenza Picena ed approvato dalla Soprintendenza di Ancona in data 24/06/20211.
Il restauratore Paolo Pallotto nel 2020 ha portato a termine positivamente per il Comune di Potenza Picena il restauro della statua lignea della Madonna col Bambino ed Angeli del sec. XVI e di n.3 inginocchiatoi dei sec. XVIII e XIX.

Il restauro della statua lignea di San Nicola di Tolentino del 1729 va ad aggiungersi ad altri progetti Art Bonus del nostro Comune: il restauro della Fonte di Galiziano del sec. XV, il restauro del quadro di Santa Apollonia del sec. XVIII e quello delle due ante del Teatro “Bruno Mugellini” del 1862. I primi progetti Art Bonus che il nostro comune ha inserito nel portale e che hanno avuto un buon riscontro tra i mecenati sono stati quello delle 10 statue lignee degli Apostoli del sec. XVII e quello degli antifonali dei secc. XVI e XVII (ne sono stati finanziati tre su quattro, rimane ancora da finanziare l’antifonale del sec. XVII, Antifonale proprio dei Santi e Comune dei Santi, per un importo complessivo di €2.091,57).
La statua di San Nicola di Tolentino, risalente al 1729, era in origine collocata all’interno della chiesa di Sant’Agostino, oggi Auditorium “Ferdinando Scarfiotti” e si trovava nella nicchia sopra l’altare dedicato al Santo di Tolentino. Dopo il restauro la statua verrà ricollocata di nuovo al suo posto, completando in questo modo tutti gli altari.

Volto della statua di San Nicola di Tolentino

La statua era stata donata agli Agostiniani di Monte Santo nel 1729 dal nobile santese Cav. Tommaso della Torre, molto devoto al Santo di Tolentino, che l’aveva acquistata in Ancona ed aveva persino fatto costruire la nicchia dove collocarla.

Chi fosse interessato a finanziare il restauro dei questa statua lignea di San Nicola da Tolentino o contribuire al restauro di altri progetti inseriti nel portale Art Bonus può rivolgersi all’ Economo Comunale Dott.ssa Simona Ciasca (0733/679212 o simona.ciasca@comune.potenza-picena.mc.it) , potendo usufruire anche del beneficio previsto dalla legge Art Bonus (www.artbonus.gov.it) che prevede una detrazione fiscale del 65%, diluita in tre anni (legge 29.7.2014 n. 106 – conversione del d.l. 31.5.2014 n. 83).

Articoli Correlati:

Read Full Post »

Older Posts »

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: