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Archive for ottobre 2021

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Don Francesco Miti

La Parrocchia di Sant’Anna di Porto Potenza Picena è la più popolosa del nostro comune ed è anche la più recente come istituzione. E’ stata, infatti, istituita solo nel 1899 con Bolla dell’Arcivescovo di Fermo Mons. Roberto Papiri il giorno 15 marzo.
Le altre due Parrocchie della nostra città sono quelle dei Santi Stefano e Giacomo e di San Girio.
La prima è retta dal parroco Padre Lorenzo Turchi, con Vice Padre Gabriele Lazzarini, quella di San Girio da Don Aldo Marinozzi.
La Parrocchia di Sant’Anna in questi 122 anni di vita ha avuto in totale solo 4 parroci. Il primo è stato Don Silvio Spinaci, che ha retto la Parrocchia dal 1899 fino al 1947, il secondo è stato Don Mauro Carassai dal 1947 al 1982, il terzo Don Cesare Di Lupidio dal 1982 fino al 2010 e l’ultimo Don Francesco Miti dal 2010 fino ad oggi.

Don Massimo Fenni

Dal giorno 24 ottobre 2021 Don Francesco lascia la Parrocchia di Sant’Anna per andare nella Parrocchia del Cristo Re di Civitanova Marche. Al suo posto arriva Don Massimo Fenni proveniente dalla Parrocchia di Santa Maria Apparente di Civitanova Marche.
Un saluto affettuoso a Don Francesco che ha retto la Parrocchia di Sant’Anna per 11 anni ed un benvenuto a Don Massimo per il suo nuovo incarico a Porto Potenza Picena.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Pala d’altare Sant’Andrea Avellino dinanzi a Gesù Cristo Risorto – sec. XVIII – Chiesa di S. Francesco

Grazie al prof. Claudio Caproli di Mogliano, che ha pubblicato nel mese di luglio 2021 un libro su Sant’Andrea Avellino, nel V centenario della nascita (1521-2021), culto e pietà popolare nel maceratese, con analisi iconografica ed iconologica di Isabella Crucianelli, siamo venuti a conoscenza di due importanti opere d’arte che hanno come soggetto principale proprio Sant’Andrea Avellino presenti nella nostra città, che dovrebbero risalire tutti e due al Settecento.

La più importante e grande si trova all’interno della chiesa di san Francesco, un tempo chiesa del Convento dei frati Conventuali ed è collocata su uno degli altari laterali della chiesa. E’ un’opera molto bella, negli anni passati è stata sottoposta ad un attento restauro in un laboratorio di Bologna e raffigura Sant’Andrea Avellino mentre cade sorretto da un chierichetto, davanti all’altare.

Il secondo quadro è di proprietà comunale, si trova nel deposito della chiesa di Sant’Agostino, oggi Auditorium “F. Scarfiotti” ed è un quadro molto più piccolo di quello della chiesa di San Francesco, ma il soggetto è molto similare, rappresenta, infatti la morte del Santo durante la celebrazione della messa. Il corpo esanime è sostenuto dal chierico mentre in alto, sotto un fascio di luce, sospesa tra le nuvole, è dipinta la Madonna che schiaccia con il piede la testa del serpente. Il quadro è in buone condizioni di conservazione.

Nel libro di Claudio Caproli veniamo a conoscenza anche della biografia di Sant’Andrea Avellino, nato a Castronuovo, un piccolo paese della Diocesi di Anglona-Tursi, allora provincia di Lucania nel Regno di Napoli, il giorno 20/08/1521 da Giovanni Avellino e da Margherita Appella (Apelli), primogenito di due fratelli. Al battesimo gli fu dato il nome di Lancellotto. Entrato nell’Ordine dei Padri Teatini, morì il giorno 10 novembre 1608 nella chiesa di San Paolo Maggiore a Napoli durante la messa, quando all’improvviso fu colpito da un colpo apoplettico. Fu subito soccorso dall’assistente e poi portato in canonica dove morì. Dopo la sua morte “a seguito del fervore, dell’entusiasmo e della sentita e partecipata devozione del popolo, dei nobili, dei signori e di tutti gli ecclesiastici, del clamore popolare sulle virtù ed i miracoli di padre Andrea”, iniziarono presto i processi informativi sulla sua vita. Il 31 agosto 1624, a sedici anni dalla scomparsa, la Sacra Congregazione dei Riti del Vaticano emise il Decreto di Beatificazione, il 10 giugno del 1625 Papa Urbano VIII dichiarò solennemente Beato Andrea Avellino ed infine Papa Clemente XI lo proclamò Santo il 22 maggio del 1712.

Il 25 giugno del 1860 il Beato Pio IX lo affermò “Avvocato della Buona Morte”. La festa liturgica di Sant’Andrea Avellino ricorre il 10 novembre, giorno della sua nascita in Cielo.

Quadro Morte di Sant’Andrea Avellino – sec. XVIII – Auditorium F. Scarfiotti

Sant’Andrea Avellino è patrono, insieme a Sant’Alfonso Maria Liguori ed altri Santi, di avvocati e di uomini di legge; è protettore dei paralitici, dei malati di cuore, di ictus cerebrale e di coloro che sono morti di morte improvvisa in qualsiasi modo avvenga.

Le sacre spoglie sono venerate nella Basilica di San Paolo Maggiore a Napoli.

Grazie al libro del prof. Claudio Caproli abbiamo avuto la possibilità di conoscere Sant’Andrea Avellino e valorizzare i due quadri che lo raffigurano presenti a Potenza Picena.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Vergine del Rosario – Sec. XVIII – Attrib. Natale Ricci di Fermo – foto luigi anzalone

All’interno della ex chiesa di Sant’Agostino di Potenza Picena, oggi Auditorium “Ferdinando Scarfiotti”, si trova un altare (il primo a sinistra, vicino all’abisde) dedicato alla Madonna del Rosario.

In quest’altare c’è una bellissima tela (cm. 340 x cm.180) attribuita a Natale Ricci di Fermo, del sec. XVIII, restaurata nel 2007 dalla ditta Kriterion di Bologna, responsabile la dott.ssa Francesca Rabbi.

La pala è stata chiamata semplicemente la “Madonna del Rosario”, ma crediamo sia opportuno analizzarla attentamente per comprendere il valore dell’opera non solo da un punto di vista artistico, ma anche religioso.

Troviamo al centro la Vergine Maria con il Bambino, circondata da molti Angeli e Santi. Il Bambino porge il rosario a Santa Caterina da Siena, mentre la Madonna porge il rosario al monaco fondatore della festività della Madonna del Rosario, San Domenico. Sulla testa sia della Madonna che del Bambino è presente una bella corona metallica, probabilmente argentata. In basso troviamo due angioletti, uno accarezza un cane mentre l’altro sostiene un cesto di rose. In alto sulla tela ci sono scene religiose che rappresentano i cinque misteri gaudiosi.

La festa della Madonna del Rosario è stata istituita dal Pontefice Pio V nel 1571 e si celebra solennemente il giorno 7 ottobre di ogni anno. Gli Agostiniani di Potenza Picena erano soliti, per questa festa, fare una solenne processione per le vie del paese, come ci ricorda Carlo Cenerelli Campana nel suo libro del 1852 sulla storia di Monte Santo.

Macchina processionale Madonna del Rosario

In questa circostanza gli agostiniani portavano in processione la macchina processionale dedicata alla Madonna del Rosario, che oggi si trova nel soppalco del foyer dell’Auditorium Scarfiotti. Questa macchina processionale, molto bella e suggestiva, ha una struttura in legno intagliato, che nella parte inferiore, in un cartiglio evidenzia la scritta “Succurre Miseri”. Il baldacchino ha due fori nella parte inferiore utilizzati per portare l’immagine in processione. Al centro, infatti, si trova una piccola tela (cm. 93x cm.71) raffigurante la Madonna del Rosario, dove troviamo la Madonna con il Bambino, figure gradevoli specialmente nei volti rosei, porcellanati, delineati con grazia. La Madonna ha al collo un rosario vero di ottone, antico, con saldature a mano. Sulla testa sia della Madonna che del Bambino è collocata una corona metallica, di fine manifattura, probabilmente bagnata d’argento.

Questa bella macchina processionale fino ad oggi non è stata mai collegata alla Madonna del Rosario.

Nel contesto della chiesa di Sant’Agostino inoltre sono stati trovati degli ex voto, sicuramente dedicati alla Madonna del Rosario, tre in totale. Due di questi oggi si trovano all’interno dei locali della Pinacoteca Comunale “Benedetto Biancolini”, uno del 1925 di Vittorio Ciarrocca, con un anello ed un santino della Madonna del Rosario di Pompei ed un altro del 1930 di Luigia Domenichini. Un terzo ex voto era dedicato ad un bambino, Giuseppe Fontinovo, ma purtroppo non si trova più.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

La palazzina della delegazione comunale di Porto Potenza Picena è stata progettata dall’Architetto Aristide Marazzi di Potenza Picena ed il Direttore dei lavori è stato il nostro concittadino, l’Ingegnere comunale Giuseppe Pierandrei.

Foto fine Ottocento interno Chiostro S. Agostino – Potenza Picena

Il fabbricato è stato costruito nel periodo 1891/1894 e collaudato nel 1895 ed è nato come sede della scuola elementare di Porto Potenza Picena. L’Ingegnere Capo Pierandrei è nato a Potenza Picena il giorno 23 agosto 1836 da Ignazio e da Silvana Santini di Osimo. Il palazzo della loro famiglia, situato in Piazza Grande, oggi Giacomo Matteotti, era anticamente della famiglia nobile dei Mazzagalli e nello stesso palazzo è nato, il giorno 24 dicembre 1871, cioè 150 anni fa, il musicista Bruno Mugellini.

Giuseppe Pierandrei si è laureato in Ingegneria presso l’Università di Macerata il giorno 10/06/1859 e subito dopo la laurea ha cominciato a lavorare nelle Ferrovie dello Stato, progettando strade ferrate, viadotti, gallerie e ponti. Dopo l’improvvisa morte del padre Ignazio, che è stato per diversi anni anche assessore del nostro Comune, ha lasciato le Ferrovie per essere assunto presso il nostro Comune come Ingegnere Capo nel 1872, dove è rimasto fino a quando non è andato in pensione, nel 1908.

Si è sposato con la signora Maddalena Giorgi di Ascoli Piceno e dal loro matrimonio sono nati Luigi ed Ignazio. Il figlio Luigi, ingegnere, è morto il giorno 27 febbraio 1918, prima del padre.

Ing. Luigi Pierandrei – Foto Sergio Ceccotti.

L’Ingegnere Capo comunale Giuseppe Pierandrei, infatti, è morto a Potenza Picena il giorno 7 ottobre 1921, cioè esattamente 100 anni fa ed il suo funerale è stato seguito da una grande moltitudine di persone e di autorità. Per la sua morte è stato anche pubblicato un libretto, una copia originale si trova presso il nostro archivio storico comunale di Via Trento. Un suo nipote, figlio di Luigi, Pierino Pierandrei, è stato il primo Presidente dell’Unione Sportiva Potentina nel 1945, la società di calcio di Potenza Picena.

L’Ingegnere Capo Pierandrei è stato anche Presidente della Scuola d’Arte applicata all’industria “Ambrogio Della Robbia” di Potenza Picena, sia sotto la direzione del Prof. Umberto Boccabianca che del Prof. Alessandro Palombari. E’ stato tra i fondatori a Potenza Picena sia della locale Cassa di Risparmio nel 1892 che della Banca Popolare di Credito Cooperativo nel 1897.

Notizie tratte dal libro “Potentini Illustri” di Norberto Mancini, industria tipografica Pupilli di Recanati, 1950.

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Al centro in piedi Pierino Pierandrei (in cravatta e gilet) nipote dell’Ing. Giuseppe Pierandrei

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Presentazione a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Le più Belle Preghiere dei Santi

Agli inizi del mese di gennaio 2017, mentre stavamo consegnando alla prof.ssa Raffaella Sasso, moglie dell’indimenticabile prof. Arturo Sardini, una copia del n.16 della Rivista “Lo Specchio”, siamo venuti a conoscenza che era stato pubblicato un libro del dott. Francesco Maria Nocelli sulle preghiere dei Santi.

La sig.ra Raffaella Sasso, che ne aveva una copia, ci ha consentito gentilmente di leggerlo e successivamente ce lo ha lasciato e noi oggi lo consegniamo alla biblioteca comunale “Carlo Cenerelli Campana”, per metterlo a disposizione di tutti.

Il libro dal titolo “Le più belle preghiere dei Santi” riporta in copertina la riproduzione di un capolettera miniato molto bello ed originale ed è dedicato dall’autore a don Luigi Giussani, padre e maestro, fondatore del Movimento ecclesiale “Comunione e Liberazione”.

Raccoglie al suo interno le più belle preghiere, per un totale di 700, recitate da 127 Santi, da Agostino d’Ippona, a Bernardo di Chiaravalle, da Antonio da Padova a Giovanni Paolo II, da Madre Teresa di Calcutta a Padre Pio, santi antichi e moderni che portano con le loro preghiere nel cuore della spiritualità cristiana.

Il libro è stato pubblicato dalla casa editrice Mimep Docete di Pessano con Bornago (Milano) nel 2016.

Al suo interno troviamo anche preghiere di Santi e sacerdoti che sono nati nelle Marche, tra cui citiamo Giacomo della Marca di Monteprandone (Ascoli Piceno 1393-Napoli 1476), Camilla Battista da Varano (Camerino 1458-1524), Veronica Giuliani (Mercatello -Pesaro 1660- Città di Castello 1727) e Papa Pio IX, Giovanni Mastai Ferretti (Senigallia 1792-Roma 1878).

Francesco Maria Nocelli

Francesco Maria Nocelli è un nostro concittadino, nato a Macerata il giorno 30/03/1969 dal prof. Gabriele Nocelli e dall’insegnante elementare Anna Clementoni. Il padre Gabriele Nocelli è stato Sindaco di Potenza Picena dal 1972 fino al 1975 per la Democrazia Cristiana ed è venuto a mancare il giorno 19/06/2021. Francesco Maria Nocelli ha studiato presso le scuole elementari e medie di Potenza Picena, poi ha frequentato il Liceo Scientifico di Civitanova Marche e si è laureato all’Università di Macerata. Ha ricoperto in precedenza il ruolo di Segretario Comunale in diversi comuni marchigiani, tra cui Castelfidardo, Loreto e Falconara, attualmente ricopre il ruolo di Segretario Generale della Giunta Regionale delle Marche.

Si è sposato con la signora Sara Santarello e dal loro matrimonio sono nati Caterina, Benedetta e Pietro. Vive attualmente a Camerano e coltiva la passione per la vita dei Santi e la storia del Risorgimento. E’ impegnato nella Parrocchia di Camerano nella catechesi ed è membro del Consiglio Pastorale.

Da giovane a Potenza Picena ha praticato l’hockey su prato con la locale società e Judo presso la palestra “Jigoro Kano”.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Fonte della Cava – foto di Bruno Grandinetti

Lungo la scarpata della Circonvallazione Nord, oggi Via Macerata, a Potenza Picena, si trovava la Fonte della Cava, chiamata popolarmente da tutti “Fonte de la Ca’” ed era di proprietà comunale.
Bruno Grandinetti ha immortalato questa fonte con una sua foto, che pubblichiamo per farla conoscere ai nostri lettori.
Oggi la Fonte della Cava non c’è più, ma quando era stata costruita?
Già prima della costruzione di questo manufatto, lungo la strada della Circonvallazione Nord, c’era un’altra fonte, sempre chiamata della Cava, lungo la strada di Via Le Rupi, raffigurata in una mappa del 1818 elaborata dall’Ingegnere Comunale Saverio Pierangeli, che i nostri lettori già conoscono.
La Fonte della Cava nuova è stata costruita solo nel 1812, vicino alla Porta della Cava o del Cunicolo ed i lavori, eseguiti dall’impresa edile di Trincia Giuseppe, sono costati la somma di lire 1.260. Era una manufatto a 6 archi e viene anche citata nel libro di Carlo Cenerelli Campana sulla storia di Monte Santo, a pagina 110.
L’architetto Elisabetta Menghini di Potenza Picena, che si è laureata in architettura all’Università di Napoli Federico II nel 2004, nella sua tesi, relatore l’Arch. Rosario Paone, ha fatto uno specifico studio sulle fonti storiche di Monte Santo, oltre che del Giardino Marefoschi, che si trova vicino alla Fonte di Galiziano. Nel suo straordinario studio l’architetto Menghini ha predisposto una scheda anche per la Fonte della Cava, completa e molto interessante da un punto di vista tecnico e storico, indicando anche dove questa fonte si trovava fino a 50 anni fa. Secondo i più anziani, quando la strada della Circonvallazione è stata allargata, la Fonte della Cava non è stata distrutta, ma solo coperta, pertanto scavando nel punto indicato dall’architetto Menghini potremo ancora trovare i resti dell’antico manufatto.

mappa-circondario con la nuova Fonte della Cava

Un’ultima curiosità: il nome della Fonte della Cava deriva dal fatto che in quella zona si “cavava”, cioè si estraeva argilla, necessaria all’attività dei vasai locali. La più importante famiglia di vasai di Monte Santo era quella dei Galeazzi, detti i “coccioni” per il loro lavoro di vasai.
Avevano la loro abitazione ed il loro laboratorio con la fornace, necessaria per la cottura dei manufatti, poco distante dalla Fonte della Cava. Lungo la scarpata, che si trova sotto le abitazioni di Via Le Rupi, spesso si trovano ancora oggi resti delle lavorazioni di questi vasai di Monte Santo, i Galeazzi.
Severino Donati ha dedicato anche alla Fonte della Cava un suo testo dal titolo “La Ca’”, pubblicato nel 2006 sul libro “Galazzà e dintorni”, curato dalla figlia Anna Donati.

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