Presentazione a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri
Copertina del libro la mia terra
Lo scrittore di Potenza Picena Norberto Mancini ha pubblicato nel 1954 il libro La mia terra, dedicato alle Marche, una regione in quel periodo prevalentemente agricola.
Il libro, dedicato alla moglie Leonella ed al figlio Giulio Maria dell’autore, contiene una prefazione del prof. Aldo Tornese, Provveditore agli studi di Macerata. La copertina del libro, stampato dall’Editrice CEI di Ancona, riproduce una xilografia del prof. Giuseppe Asciutti, raffigurante la nostra regione. Il libro contiene al suo interno altre quattro xilografie di Asciutti e cinque di Bruno da Osimo.
In precedenza Norberto Mancini, nel 1950, aveva già pubblicato il libro Potentini illustri e successivamente, nel 1958, un altro libro dedicato alla propria città, Visioni Potentine.
Tra le città marchigiane citate nel libro La mia terra, oltre che Potenza Picena e Porto Potenza Picena, troviamo Ancona, il capoluogo, Loreto, Numana, Sirolo, Genga, Arcevia, Ascoli Piceno, Porto San Giorgio, Grottammare, Servigliano, Macerata, Recanati, Camerino, Tolentino, Cingoli, Sarnano, San Firmano di Montelupone, Civitanova Marche, Porto Recanati, Pesaro, Urbino, Fonte Avellana e Sant’Angelo in Vado.
Norberto Mancini all’età di 20 anni
Per quanto riguarda Potenza Picena, in quel periodo erano presenti le seguenti attività produttive: le “Fornaci Antonelli e Ceccotti”, la fabbrica di fisarmoniche di Egisto Bontempi, il calzaturificio “Kurbistan” di Alessandro Mazzarella, la “Società Ceramica Adriatica”, la fabbrica di conserve “SILA”, il cantiere per la costruzione di barche di Ennio Clementoni, gli stabilimenti enologici dei Casalis e Douhet, i broccati e damaschi delle nostre monachette e le acque gassose di Giuseppe Belluccini e di Igino Ciuccarelli. Per quanto riguarda, invece, Porto Potenza Picena, si citano gli alberghi “Adriatico”, “Gallo”, la “Pensione a Mare”, “Grazia” e la trattoria Rampioni. Potenza Picena per il Pincio veniva chiamata “Il balcone piceno”.
I personaggi santesi elencati nel dizionario bio-bibliografico dei piceni contemporanei sono in totale ben duecentoventisette nomi, tra cui Giuseppe Asciutti, padre Eugenio Bompadre, G. Battista Boni, Arturo Clementoni, Flavio Clementoni, Mario Formiconi, Eusebio Petetti e Marino Polverini.
Foto tratta dal libro “La mia terra” di Norberto Mancini. Anno 1954. ASCPP.
In quel periodo molte città marchigiane erano già caratterizzate e conosciute per una specifica attività: Castelfidardo, per le fisarmoniche, con gli imprenditori Paolo Soprani e Temistocle Mancini ed i suoi quattro figli, Archimede, Galileo, Dante e Vitaliano, Fabriano per l’industria cartaria con la “Miliani”, Ancona con i cantieri navali, Pesaro per le maioliche, Ascoli Piceno per l’anisetta, Recanati per i pettini, gli organetti e le pipe, Porto Recanati per i cementi ed i concimi. Inoltre possiamo ricordare i cappelli di paglia di Montappone; le campane dei Pasqualini a Montedinove, poi a Fermo; la pelletteria “Nazareno Gabrielli” a Tolentino; i merletti ed il tombolo ad Offida, infine le scarpe nel Fermano.
Nel libro si parla anche di storia, letteratura, arte e scienza marchigiana.
Copia del libro La mia terra di Norberto Mancini si trova anche presso la biblioteca comunale “Carlo Cenerelli Campana” di Via Trento a Potenza Picena.
Un antico mestiere artigianale, molto legato alla tradizione contadina, era quello dei costruttori di recipienti in rame.
Questi artigiani venivano chiamati calderari, in dialetto santese i “callarà”.
A Potenza Picena questo mestiere era svolto da Mario Scipioni, per tutti i santesi “Mario lo callarà”, artigiano che costruiva manufatti in rame nel suo laboratorio di Via la Rupi.
Mario, che era nato a Montecosaro il giorno 9 aprile del 1925 da Tullio (anche lui calderaro) e da Laurina Morresi, aveva iniziato a lavorare all’età di 15 anni.
Il giorno 3 ottobre del 1949 si era sposato con la sig.ra Anna Pesci di Potenza Picena e dal loro matrimonio sono nati Giordano, Giovanni e Jonathan.
È morto a Potenza Picena il giorno 27 luglio del 2018, mentre la moglie Anna Pesci è morta il giorno 6 giugno 2020.
Presso il suo negozio di via Guglielmo Marconi ancora oggi possiamo ammirare molti suoi lavori in rame, tra cui recipienti, imbuti e lumini.
Ernesto Riccobelli ha immortalato in diverse foto l’attività di Mario Scipioni, “lo callarà”, che noi vi facciamo conoscere.
Anche il Resto del Carlino il giorno 21/3/2006, con un bellissimo articolo di Fernando Pallottini, si è occupato di Mario Scipioni di Potenza Picena “il maestro del rame”.
Il Resto del Carlino 21-3-2006.Mario Scipioni nelle foto di Ernesto Riccobelli.Mario Scipioni nelle foto di Ernesto Riccobelli.Mario Scipioni nelle foto di Ernesto Riccobelli.Mario Scipioni nelle foto di Ernesto Riccobelli.Mario Scipioni nelle foto di Ernesto Riccobelli.Mario Scipioni nelle foto di Ernesto Riccobelli.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.Oggetti in rame lavorati da Mario Scipioni. Foto Gionatan Scipioni.
Facciate della Chiesa di S. Agostino in una foto degli anni 60 del Novecento. Foto Bruno Grandinetti.
Il giorno 9 ottobre 2021, al mattino, finalmente, dopo un anno e mezzo, gli operai comunali sono intervenuti per ripulire i canali di scorrimento delle acque pluviali dell’Auditorium “Ferdinando Scarfiotti”.
L’intervento di pulizia degli escrementi acidi e corrosivi dei piccioni è stato effettuato solo sul canale di Corso Vittorio Emanuele II, poi l’intervento è stato interrotto, in quanto, alla mattina, all’interno dell’Auditorium, si stava svolgendo un convegno sulla presenza francescana a Potenza Picena.
L’intervento di pulizia degli operai comunali ha consentito di liberare un solo discendente del canale di scorrimento delle acque, mentre gli altri due rimangono ostruiti. Comunque, da questo versante dell’Auditorium, l’acqua piovana riesce ad uscire dal canale.
Per quanto riguarda invece il canale, ugualmente ostruito, che si trova sul versante superiore, quello verso i parcheggi di Via Silvio Pellico, non è stato fatto nessun intervento nei giorni successivi.
Tetto del foyer dell’auditorium Scarfiotti con la vegetazione cresciuta grazie al guano dei piccioni.
In questo caso non c’è bisogno della scala aerea, basta una semplice scala e la buona volontà di un operaio comunale per togliere gli escrementi dei piccioni accumulati all’interno del canale. Nel caso di questo canale, quando piove e l’acqua fuoriesce, una buona parte rientra nel muro sottostante che si trova all’interno del foyer dell’Auditorium. È evidente la grossa macchia nera creata da queste continue infiltrazioni d’acqua, dietro al quadro incorniciato dal premio Oscar Ferdinando Scarfiotti. Dopo l’intervento degli operai comunali del giorno 9 ottobre 2021, nessun altro intervento è stato effettuato sui canali dell’Auditorium “Ferdinando Scarfiotti”.
Cosa si aspetta ad intervenire, danni molto più gravi alle pareti della struttura?
Sopra al tetto del foyer dell’Auditorium, per la presenza notevole degli escrementi dei piccioni, è cresciuta una folta vegetazione, che sicuramente sta danneggiando il manto di copertura della struttura.
Veduta dall’alto del tetto dell’Auditorium ScarfiottiTetto del foyer dell’auditorium Scarfiotti con la vegetazione cresciuta grazie al guano dei piccioni.Tetto del foyer dell’auditorium Scarfiotti con la vegetazione cresciuta grazie al guano dei piccioni.Tetto del foyer dell’auditorium Scarfiotti con la vegetazione cresciuta grazie al guano dei piccioni.Acqua piovana che fuoriesce dal tetto del Foyer.Foyer dell’Auditoriun Scarfiotti. Nell’angolo la macchia di umidità causata dall’infiltrazione di acqua piovana.Foyer dell’Auditoriun Scarfiotti. Nell’angolo la macchia di umidità causata dall’infiltrazione di acqua piovana.
Quarant’ anni fa, il giorno 25/03/1982, morivano, in un tragico incidente stradale a Villa Potenza di Macerata, due ragazzi santesi, Francesco Agostini e Roberto Boccanera, dirigenti della società di pallavolo Avis di Potenza Picena, mentre si recavano a Treia per partecipare ad una riunione della federazione provinciale di pallavolo.
Francesco Agostini, bidello della scuola elementare di Porto Potenza Picena, nato a Potenza Picena il giorno 20/05/1958, era il presidente da un anno della locale società di pallavolo Avis, società che era sorta solo nel settembre del 1979, mentre Roberto Boccanera, perito meccanico diplomato all’Istituto Tecnico Industriale Statale di Recanati, nato a Potenza Picena il giorno 01/07/1962, era dirigente, giocatore ed allenatore dei ragazzi della giovane società sportiva.
Erano due giovani uniti dalla comune passione per lo sport ed in particolare per la pallavolo che oggi, grazie anche al loro impegno, unito a quello di tanti altri ragazzi e ragazze, a Potenza Picena ha potuto raggiungere importanti traguardi, arrivando alla serie B sia nel settore maschile, con la Goldenplast che in quello femminile, con la Volley Torresi.
Dopo la loro morte, il Comune di Potenza Picena il giorno 5/04/1982 con delibera di Giunta Comunale n° 192, decise di intitolare a questi due ragazzi il campetto di pallavolo da poco realizzato in Via Macerata, nella Circonvallazione Nord, vicino alla Porta di Galiziano.
Questo campo periferico venne realizzato dal Comune di Potenza Picena, grazie anche ad una petizione popolare tra i giovani ed i cittadini del nostro centro, promossa il 06/05/1981 proprio da Francesco Agostini, che ne fu il primo firmatario e che raccolse le firme di centocinquantasette persone.
Inoltre, tra gli amici, si formò un comitato promotore, presieduto da Alessandro Principi, con l’obiettivo di ricordarli, dedicando loro un’opera d’arte, un bassorilievo in bronzo, dal titolo significativo: “Un’opera per la vita e lo sport”, commissionato all’artista di Marina di Montemarciano, il prof. Claudio Candelaresi, docente all’Accademia di Belle Arti di Macerata.
La soluzione artistica che scaturì fu molto significativa: due mani destre protese a schiacciare una palla sopra una rete di pallavolo, che si aiutano vicendevolmente, a significare che nello sport, come nella vita, c’è bisogno sempre di aiuto reciproco, di solidarietà.
L’opera costò, all’epoca, due milioni di lire per il solo materiale, l’artista non richiese alcun compenso per il suo lavoro, che venne successivamente donato al Comune di Potenza Picena.
L’opera, che venne finanziata con una raccolta di fondi tra la popolazione, con il contributo anche di aziende, enti e Comune, fu inaugurata il giorno 27/03/1983 e collocata provvisoriamente nel campetto di pallavolo di Via Macerata, intitolato l’anno precedente ai due ragazzi. Questo bassorilievo in bronzo, dal 1983, è diventato il logo ufficiale della società di pallavolo di Potenza Picena.
Il giorno 08/10/2000 il bassorilievo, dopo un accurato restauro, è stato definitivamente collocato all’esterno della palestra della scuola elementare “Giacomo Leopardi” di Potenza Picena, che, con l’occasione, è stata intitolata a Francesco Agostini e Roberto Boccanera (delibera di Giunta Comunale n° 198 del 19/05/2000).
Sono passati quarant’ anni dalla tragica notte che ha sconvolto due famiglie e tutta Potenza Picena per la scomparsa di Francesco e Roberto, ma il loro ricordo rimarrà sempre nei nostri cuori.
Lino Palanca in un ritratto di Fedora Zazzetta – tratto dal volume Lengua Matre 2010
Il giorno lunedì 22 novembre del 2021, in Ancona, all’Ospedale “Torrette”, è venuto a mancare il prof. Lino Palanca di Porto Recanati, all’età di 74 anni. Era sposato con la sig.ra Orietta Zazzetta ed avevano avuto una sola figlia, Mara.
Professore di Francese al liceo classico “Campana” di Osimo in pensione, giornalista, storico, scrittore, ha saputo raccontare in tanti anni di attività la storia della sua città, Porto Recanati.
Ha fondato negli anni Ottanta, insieme a Luigi Sorgentini, Pina Zaccari, Marino Scalabroni ed Emilio Gardini il “Centro Studi Portorecanatesi” e nel 1999 la rivista “Potentia, archivi di Porto Recanati e dintorni”, di cui era il direttore responsabile.
Nel 2011 ha diretto la Rivista trimestrale “lo Specchio Magazine”, che è andata avanti fino al 2017, quando, con il numero 19, ha chiuso questa esperienza. Ha scritto tantissimi libri, tra cui vogliamo ricordare il vocabolario del dialetto di Porto Recanati, nel 2010, “Léngua Màtre”, dove ci sono 900 pagine, 12000 vocaboli, 30000 righe, 1.240.769 caratteri.
Ricordiamo inoltre i seguenti libri:
Gli Scarfiotti e Porto Recanti. Anno 1991
A Marcello non piacciono le fave… Scritto con Aldo Biagetti, 1999
Le undici di notte e l’aria oscura… Canti popolari, filastrocche e altro tra Potenza e Musone. Anno 2013
D’onore e d’orgoglio. Vita di Attilio Valentini. Anno 2006
Il cantiere navale Gardano e Giampieri. Anno 2000
Dalla liberazione alla Casa del Popolo. Anno 2005
Portorecanatesi nel XIX e XX secolo. Anno 2012
Con il cuore si vince. Anno 2009
Poi chissà come l’andrà – Il porto dalla grande guerra al fascismo. Anno 2014
L’Italia che non volle morire: Recanati Loreto e Porto Recanati negli anni 1944-’46. Anno 2015
Copertina de “Lo Specchio Magazine” – n. 0 maggio 2011
Abbiamo avuto la fortuna di conoscere Lino Palanca nel 2011 quando ha iniziato l’avventura come direttore della rivista trimestrale “Lo Specchio Magazine”, rivista stampata dalla tipografia “Bieffe” di Recanati, dei fratelli Franco e Giulio Biagiola, originari di Potenza Picena.
Il primo approccio lo abbiamo avuto quando Lino Palanca stava scrivendo il suo articolo dedicato al partigiano di Porto Recanati Lorenzo Michelini. In quella circostanza gli abbiamo fornito un documento del partigiano di Potenza Picena Giuseppe Nazzareno Pastocchi, messo a disposizione del figlio, Lucio Pastocchi, articolo che è stato poi da lui riportato integralmente.
Da quel momento la rivista “Lo Specchio Magazine” ha cominciato ad ospitare articoli del nostro blog, già dal numero 2 del 2011 troviamo quello dedicato al concerto della Corale Santo Stefano per i 150 dell’unità d’Italia, “Il canto del patriota”, svoltosi in Piazza Matteotti.
Lino Palanca conosceva il nostro blog e lo apprezzava, dopo l’articolo pubblicato nel numero 2 della rivista, hanno fatto seguito, nei numeri successivi, altri ventinove articoli, fino all’ultimo numero del 2017, il numero 19.
Lino non cambiava una virgola del nostro testo, interveniva eventualmente solo sul titolo. La rivista nel corso degli anni non solo ha ospitato articoli del nostro blog, scritti da Simona Ciasca e Paolo Onofri, ma anche articoli di Mauro Mazziero, Roberto Domenichini, Luca Carestia, Andrea Bovari ed Aurora Pepa, per quanto riguarda Potenza Picena e Porto Potenza Picena.
Per noi è stata una bellissima esperienza che ci ha consentito di farci conoscere ad una platea molto più ampia, tenuto conto che la rivista veniva diffusa in diversi comuni, oltre che a Potenza Picena.
Copertina della rivista Potentia, Archivi di Porto Recanati e dintorni n. 27 estate 2008
Conserviamo molto gelosamente tutti i 19 numeri della rivista ed anche il numero zero, una rarità.
Noi già conoscevamo il talento di Lino Palanca, in quanto potevamo leggere i suoi articoli scritti per la rivista “Potentia, archivi di Porto Recanati e dintorni”, che regolarmente arrivava presso la nostra biblioteca comunale “Carlo Cenerelli Campana” di Via Trento, oppure leggere i suoi interventi sul “Corriere Adriatico” e sul “Resto del Carlino”.
Il ricordo di Lino Palanca rimarrà sempre vivo nel nostro cuore.
Libro scritto da Lino PalancaLibro scritto da Lino PalancaLibro scritto da Lino PalancaLibro scritto da Lino PalancaLibro scritto da Lino PalancaLibro scritto da Lino PalancaCopertina della rivista Potentia, Archivi di Porto Recanati e dintorni n. 27 estate 2008Copertina de “Lo Specchio Magazine” – n. 1 agosto 2011Copertina de “Lo Specchio Magazine” – n. 0 maggio 2011Libro scritto da Lino PalancaLibro scritto da Lino PalancaLibro scritto da Lino PalancaLibro scritto da Lino PalancaLino Palanca in un ritratto di Fedora Zazzetta – tratto dal volume Lengua Matre 2010
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Dal giorno domenica 12 dicembre 2021 fino al giorno domenica 2 gennaio 2022, si è svolta la mostra fotografica dedicata al professore Giuseppe Asciutti, in occasione dei quaranta anni dalla sua morte, avvenuta a Potenza Picena il giorno 9 luglio 1981.
La mostra è stata organizzata dalla associazione culturale “Montesanto” del presidente Enzo Romagnoli, insieme al blog “isantesi”, con il patrocinio della città di Potenza Picena e del convento dei Frati Minori di Sant’Antonio di Padova della nostra città.
Sono state esposte cinquantacinque foto, sviluppate con molta professionalità da Enzo Romagnoli, che ha anche curato e tenuto aperta la mostra.
Conclusa la mostra il giorno 3 febbraio 2022, Enzo Romagnoli, a nome dell’associazione culturale “Montesanto”, ha deciso di donare le cinquantacinque foto della mostra alla nostra città, depositandole nel contesto dell’Archivio Storico Comunale di via Trento.
Tra le cinquantacinque foto troviamo anche quella scattata nel 1912, dove c’è l’allievo Giuseppe Asciutti, insieme agli altri ragazzi ed al professore Alessandro Palombari, che in quel periodo dirigeva la scuola d’arte “Ambrogio Della Robbia”, dopo la prematura scomparsa del professore Umberto Boccabianca, avvenuta il giorno 15 luglio 1910.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Molte delle foto ritraggono il professore Asciutti insieme ai suoi allievi, nelle foto scattate nel 1932, 1937, 1958 e 1961.
Tra di loro troviamo diverse generazioni di santesi che grazie all’insegnamento del professore Asciutti hanno potuto imparare un mestiere artigianale, oppure sono anche diventati successivamente degli imprenditori nei vari campi.
Nella foto del 1932, scattata al Pincio, intorno alla fontana realizzata dagli allievi della scuola d’arte, troviamo: Zacconi Franco, Orselli Ferruccio, Rossini Alceo, Donati Severino, Paolucci Antonio, Turchi Giovanni, Girotti Giovanni, Ceccotti Cittadino, Scataglini Eugenio, Valentini Roberto, Borroni Antonio, Scoppa Antonio, Cameranesi Fernando, Clementoni Raffaele, Sabbatini Giuseppe, Clementoni Giulio, Matalucci Lamberto, Cotognini Fernando, Tortelli Armando, Clementoni Giuseppe, Giannini Giuseppe, Grandinetti Pino e Scarpa Trieste.
Nella foto del 1937, sempre i ragazzi raccolti intorno alla fontana del Pincio, troviamo: Riccobelli Giuseppe, Rinaldelli Primo, Cameranesi Igino, Valentini Dino, Scarpa Giuseppe, Bocchini Mario, Scataglini Ferdinando, Clementoni Giuseppe, Tombesi Oreste, Scataglini Luigi, Grandinetti Enrico, Domenichini Luigi, Ceccotti Cittadino, Clementoni Giuseppe, Valentini Gildo, Ceccotti Fernando, Valentini Armando, Riccobelli Luigi, Grandinetti Decio, Grandinetti Silvano e Persichini Alfredo.
Nella foto del 1958, troviamo gli allievi intorno alla fontana che poi verrà collocata dietro alla chiesa della Madonna della Neve. Tra i ragazzi troviamo: Girotti Nazzareno, Carestia Beniamino, Malatini Elio, Linardelli Claudio ed Antonio Mancini.
Nella foto del 1961, troviamo raccolti, intorno alla fontana che poi verrà collocata nello spazio davanti alle Fontanelle, i seguenti ragazzi: Bongelli Giuseppe, Tramannoni Giuseppe, Girotti Nazzareno, Paolucci Luigi, Ricciardi Enrico, Parigi Carlo, Malatini Elio, Ricciardi Mario e Linardelli Claudio.
Queste cinquantacinque foto hanno un grande valore storico ed economico ed arricchiscono il patrimonio del nostro Archivio Storico Comunale.
Grazie ad Enzo Romagnoli per questo suo nobile gesto e per aver organizzato e curato anche la mostra dedicata al professore Giuseppe Asciutti.
Enzo Romagnoli già nel marzo 2014, Sindaco Sergio Paolucci, aveva donato alla nostra città la sua collezione di 270 macchine fotografiche Kodak, ospitate nel contesto della Fototeca Comunale “Bruno Grandinetti”.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Resto del Carlino 1 Marzo 2022
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Giuseppe Asciutti allievo della Scuola d’Arte nel 1912 con il Prof. Alessandro Palombari. Fondo museo Asciutti. Restauro Enzo Romagnoli.
Giuseppe Asciutti. Fondo museo Asciutti. Restauro Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.
Ricordando il Prof. Giuseppe Asciutti nel 40° della morte. Foto a cura di Enzo Romagnoli.