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Archive for agosto 2022

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Targa metallica ovale della Banca Popolare di Credito di Potenza Picena. Foto Sergio Ceccotti. Pianacoteca Comunale.

Il giorno 15 ottobre 1972, cioè 50 anni fa, ha aperto a Porto Potenza Picena in Piazza Giulio Douhet la filiale della Banca Popolare di Potenza Picena.
L’apertura di questa filiale al Porto consentiva ai cittadini di poter disporre di due sportelli bancari (era già presente la Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata in Via Livorno).
La Banca Popolare di Potenza Picena era sorta nel lontano 1897 e l’apertura di questa nuova filiale coincideva con i 75 anni dell’Istituto di credito santese.
Per festeggiare l’avvenimento si tenne un’iniziativa all’interno del cinema Aurora in Via Silvio Pellico e per l’occasione la Banca Popolare donò al nostro comune un’autoambulanza.
Il dott. Mauro Mancini in quella circostanza fece una ricostruzione storica della Banca Popolare di Potenza Picena.
In quell’anno 1972 il Presidente della Banca Popolare di Potenza Picena era il comm. Egisto Bontempi, mentre il Vice-Presidente era l’imprenditore edile Domenico Bernacchia.
Il consiglio di amministrazione era composto dai seguenti membri: Mauro Mancini, Emilio Mignanelli, Gianmario Fermani, Luciano Bilò, Francesco Percossi e Manlio Natalini.
Il collegio sindacale era composto da: Ferruccio Orselli Presidente, Antonio Carestia e Pietro Scipioni, sindaci effettivi, Giacomo Cecarini e Aldo Minestroni, sindaci supplenti.
Il Collegio dei Probiviri era composto da: Carlo Moretti, Presidente, Romolo Colafranceschi ed Umberto Rossi, membri.
Nel 1972 con l’apertura della nuova filiale della Banca Popolare di Potenza Picena, a Porto Potenza avevamo 2 sportelli bancari, come anche a Potenza Picena.

Egisto Bontempi al centro

Oggi, a distanza di 50 anni il capoluogo ha un solo sportello bancario, Intesa San Paolo in Piazza Matteotti (in cui è confluita nel frattempo la Banca Popolare), mentre a Porto Potenza Picena troviamo ben 4 sportelli bancari: Cassa di Risparmio di Fermo in Via Rossini, Monte dei Paschi di Siena in Via Regina Margherita, Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano in Via Regina Margherita ed Intesa San Paolo in Via Livorno.
Un’ultima curiosità, venuta fuori leggendo le poesie ed i racconti di Giuseppe “Ninì” Colafranceschi: in una sua poesia cita l’apertura di una Banca Popolare al Porto, promossa da un sacerdote, Don Dante De Angelis, agente bancario, poi fallita, purtroppo però nei documenti d’archivio di Via Trento non abbiamo mai trovato notizie di questo avvenimento.

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A cura di Paolo Onofri

Viale Trieste. Foto Bruno Grandinetti.

Potenza Picena, la città del Governatore delle Marche Francesco Acquaroli, può vantare dal lontano 1900 uno dei più bei viali alberati delle Marche: Viale Trieste, nato nel contesto della festa degli alberi promossa a Potenza Picena dal prof. Umberto Boccabianca, prima ancora che venisse istituita a livello nazionale la festa degli alberi.

Il viale è lungo 350 metri, è arricchito da ben 14 panchine rivestite di granito bianco e 24 aiuole. Si trova all’ingresso del nostro centro storico medievale, vicino a dove fino al 1950 si trovava la bellissima Porta Girola o Marina, abbattuta per poter allargare l’ingresso in modo da far entrare le corriere della Sap.

Nel 2003 un gruppo di 150 cittadini chiese al comune di poter intervenire sul viale per salvarlo dal degrado, tenuto conto che era pericoloso e pieno di buche.

Oggi a distanza di 19 anni il nostro comune ritorna ad intervenire sulla pavimentazione del viale, non per sostituire l’asfalto con altro materiale, ma per rimetterlo nuovo.

Sembrerebbe una decisione incomprensibile, anche perché un intervento del genere fatto nel 2022 significa rischiare di non poter sostituire per molti anni l’asfalto e di non poter avere pertanto una pavimentazione come ad esempio quella del Pincio o del marciapiede della Circonvallazione Nord in Via Macerata.

Successivamente abbiamo capito che la scelta di rimettere l’asfalto in questo originale viale era una decisione che si basava su un fatto storico. Nel Medioevo a Monte Santo e solo nella nostra città, già si usava questo materiale, l’asfalto, quello tipico ed originale della nostra città.

Un plauso all’ingegnere Dora De Mutiis, capo del nostro Ufficio Tecnico comunale ed all’assessore ai Lavori Pubblici Luisa Isidori per questa scelta che valorizzerà sicuramente il nostro Viale.

Ovviamente, per coerenza, verrà anche asfaltato il lato destro del marciapiede del viale, lasciando i cordoli in cemento e non in travertino.

L’ingresso principale del nostro centro storico in questo modo verrà valorizzato in senso moderno.

Viale Trieste con la Porta Girola o Marina. Foto p. Nazzareno Pistelli.

Dopo i lavori di asfaltatura del viale pedonabile, costati complessivamente oltre 140.000,00 euro, questo sembra più una pista ciclabile. Già prima dell’esecuzione di questi lavori molti ciclisti passavano in questo viale, in discesa anche ad alta velocità, rischiando di investire coloro che tranquillamente passeggiavano nel viale, in particolare gli anziani, ma non solo.

Ora con il nuovo asfalto i ciclisti saranno molto più stimolati a percorrere il viale. In questo modo probabilmente non sarà più possibile passeggiare in tranquillità per i nostri anziani.

Era proprio necessario intervenire oggi in questo viale con nuovo asfalto? Se non vi erano i soldi, come dice il nostro sindaco, il lavoro poteva sicuramente essere rimandato magari fatto tra un anno o due oppure quest’anno si poteva pavimentare solo il lato destro, ma con altri materiali.

Speriamo che questa mania dei nostri amministratori e dell’ufficio tecnico comunale di utilizzare l’asfalto nel borgo medievale di Monte Santo abbia fine (vi ricordate quando si voleva asfaltare anche il Piazzale Santa Croce?).

Nell’intervenire oggi sul nostro viale ci si augura che venga messo a dimora l’ottantottesimo tiglio, mancante ormai da 4 anni, come sostituito il palo arrugginito e la targa illeggibile del viale che si trova in fondo al viale.

Prof. Umberto Boccabianca

Nella nostra città medievale per quanto riguarda i marciapiedi assistiamo ad una situazione paradossale: i marciapiedi della Circonvallazione Nord di Via Macerata sono completamente pavimentati in mattoni con un cordolo in travertino. Nei marciapiedi della Circonvallazione Le Grazie dove ci sono le abitazioni, la scuola media, la chiesa della Madonna delle Grazie e quella della Neve, invece, troviamo asfalto e cemento, con cordoli in cemento. Sono due città diverse?

Norberto Mancini ha dedicato al viale Trieste di Potenza Picena una sua poesia, che facciamo conoscere ai nostri lettori.

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Presentazione a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Copertina del libro “Lo Porto de Tant’anni fa” di Giuseppe “Ninì” Colafranceschi.

Dopo aver parlato del libro di Alida Scocco Marini “Porto Potenza Picena, tante storie per una storia”, presentato il giorno domenica 12 dicembre 2021, oggi parliamo di un altro libro che parla di Porto Potenza Picena. Si tratta della ristampa del libro di Giuseppe “Ninì” Colafranceschi “Lo Porto” de tant’anni fa. Il testo era stato scritto dall’autore nel lontano 1991 e la ristampa del volume è stata presentata il giorno 15 luglio 2022 a Piazza Marotta a Porto Potenza Picena, promossa dalla Pro Loco del Porto in particolare dalla Presidente Francesca Ceci. Il libro è stato stampato dall’Editore Giaconi di Recanati.

Il testo è stato riletto e preparato da Roberto Purifico e da Marco Fermani, mentre la parte grafica è stata curata da Rosanna Stefanelli. I figli di Giuseppe Colafranceschi, Paola e Carlo, hanno acconsentito di far pubblicare di nuovo il libro del padre, arricchito da ben 42 cartoline d’epoca e foto di Porto Potenza Picena messe a disposizione dal collezionista privato Roberto Purifico.

L’autore del libro amava tantissimo il suo paese, il Porto e lo ha saputo raccontare in tante poesie e racconti scritti in un dialetto locale, molto originale. Troviamo nel libro anche un dizionario di questo dialetto. Giuseppe Colafranceschi era nato a Porto Potenza Picena il giorno 18 agosto 1914, da Ugo e da Eda Benedetti,  aveva altri due fratelli, Remo e Romolo. Si era sposato con la signora Ivana Benedetti  e dal loro matrimonio sono nati Paola e Carlo.

Ha studiato presso le scuole elementari di Porto Potenza Picena con la maestra Augusta Angeletti Tranquilli e poi ha frequentato l’avviamento professionale di Fermo, diventando meccanico tornitore.

Prematuramente scomparso il padre Ugo, ha lavorato presso la tenuta dei conti Buonaccorsi a Montecanepino per poter mantenere la sua famiglia. Alla fine degli anni Trenta, fino al sopraggiungere degli eventi bellici, ha lavorato presso i cantieri navali di Trieste come tecnico progettista.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale ha lavorato presso la Ceramica Adriatica di Porto Potenza Picena del comm. Eugenio Quaglia, progettando fornaci sempre più efficienti per la produzione di mattonelle. Ha lavorato presso la SCA fino alla fine degli anni Settanta, quando va in pensione per problemi polmonari.

Muore il giorno 15 dicembre del 2000.

Era veramente innamorato del suo Porto ed era sempre molto presente nella comunità locale, seguendo molto attivamente la società di calcio.

Nelle sue poesie e nei suoi racconti possiamo ricostruire veramente la storia di Porto Potenza Picena, fatta di tanti personaggi, importanti e non, di fatti anche sconosciuti, delle attività produttive che sono sorte dal 1921 in poi, che hanno trasformato la realtà sociale ed economica del Porto, come la colonia marina perugina del conte Giancarlo Conestabile della Staffa di Perugia, la SMAT del conte Antonio Antonelli e Giacinto Tebaldi, la SIF per la lavorazione dei pomodori, i cantieri navali dei Merani e di Ennio Clementoni, la sartoria di alta moda di Romolo Ricci.

Parla anche del turismo balneare al Porto e dell’attività della pesca.

Cita personaggi famosi che frequentavano la spiaggia di Porto Potenza Picena, da Beniamino Gigli, che da 1925 fino al 1927 è stato ospite della Villa Carancini, del Principe Bandini, dei conti Buonaccorsi di Macerata, del conte Giancarlo Conestabile della Staffa, di Brandicelli, di Barbarossa, dell’ambasciatore Cancellario, del prefetto Olivieri, del medico Murri, fratello di suor Ida Murri, del violinista Principe, delle cantanti liriche Pederzini ed Albanese, del pittore Tamburi e delle attrici Alida Valli e Lea Padovani.

Dalle poesie e dai racconti di Giuseppe “Ninì” Colafranceschi veniamo anche a conoscenza di fatti mai menzionati storicamente, come la costituzione al Porto di una Banca Popolare promossa da un sacerdote, don Dante, poi andata fallita.

Si tenga conto che già dal 1897 vi era a Potenza Picena la Banca Popolare di Credito.

Giuseppe Colafranceschi aka “Ninì” a 16 anni. ASCPP

In conclusione questo libro è molto interessante con i suoi 101 racconti e poesie, che vanno attentamente letti.

Un plauso alla Pro Loco di Porto Potenza, in particolare al Presidente Francesca Ceci, per questa bella ed originale iniziativa editoriale.

Pubblichiamo con questo articolo una foto di Giuseppe Colafranceschi scattata nel 1930, quando aveva solo 16 anni, trovata nel nostro ricchissimo archivio storico comunale di Via Trento.

Il libro si può consultare presso la Biblioteca Comunale “Carlo Cenerelli Campana” di Via Trento e si può acquistare presso la Pro Loco di Porto Potenza al prezzo di €15,00.

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A cura di Paolo Onofri

Interno cineteatro Aurora. Foto Bruno Grandinetti.

Nel 2019, il giorno 25 marzo, poco prima delle elezioni amministrative, sono iniziati i lavori del cantiere sia dell’ex cinema Aurora che della costruzione di n° 4 appartamenti di edilizia economica e popolare.
L’intervento comportava una spesa complessiva di euro 2.000.000, finanziata in parte dalla Regione Marche, per euro 1.300.000 e per il resto dal nostro Comune.
I lavori, interrotti dall’ epidemia di Covid, sono ripresi il giorno 5 ottobre 2020 ed oggi purtroppo fermi da un anno. In un gradone del parcheggio davanti al cantiere, nel corso degli anni, è stato accumulato dalla ditta parecchio materiale edile di scarto, che solo nei giorni 24 e 25 novembre 2021 è stato portato via dalla ditta PSP di Potenza Picena.
Quando sono ripresi i lavori, nel corso del 2020, il nostro Comune aveva emesso un comunicato stampa in cui si informavano i cittadini della ripresa dei lavori e che gli stessi comportavano altri cinquecento giorni lavorativi, compreso il restauro degli affreschi settecenteschi sulle pareti del cinema Aurora.
Tenuto conto che l’impresa che stava lavorando in questo cantiere non si fa più vedere da un anno, tutti i nostri concittadini si domandano legittimamente cosa stia succedendo.
Il cantiere è fermo per un motivo tecnico o economico? L’impresa edile ha finito i lavori che le competono? In queste condizioni si potranno rispettare i tempi di conclusione dei lavori? Quando i nostri concittadini potranno vedere finalmente riaperta Via Silvio Pellico?

Busto in marmo Sec. XVII del Cineteatro Aurora. Foto Sergio Ceccotti.

Il cartello che era stato collocato sulla parete del palazzo Marefoschi, all’inizio dei lavori, indicava la conclusione degli stessi per il 2/8/2020, per quanto riguarda i 4 appartamenti. Si è incominciato a parlare di questo cantiere dal 2017. Quando realmente si potrà vederne la conclusione? I cittadini di Potenza Picena vogliono saperlo.
La ricollocazione all’interno dell’ex cinema Aurora del busto in marmo del sec. XVIII raffigurante Omero è prevista? ne è stato previsto il restauro? Il busto di Omero dal giorno 11 agosto 2021 si trova all’interno dell’Auditorium “Ferdinando Scarfiotti”, nella ex chiesa di Sant’Agostino.
Potenza Picena per quanto riguarda il cinema del Capoluogo è famosa per l’opera incompiuta di Via della Sport. Il recupero del Cinema Aurora non deve essere una seconda incompiuta.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Fotocartolina di Bruno Grandinetti, sulla linea d’orizzonte è possibile scorgere la nuova costruzione a fianco alla Chiesa di San Lorenzo dei Cappuccini.

Chi frequenta il quartiere Colle Bianco a Potenza Picena o va a messa nella chiesa di San Lorenzo dei francescani si è potuto rendere conto, negli ultimi tempi, che il fabbricato che si trovava vicino al convento è stato abbattuto. Questo fabbricato da tutti veniva popolarmente chiamato delle “claviette”, perché ospitava, negli anni passati, una fabbrica di strumenti musicali. Quando è stato costruito questo particolare fabbricato a Colle Bianco?
Dai documenti del nostro archivio storico comunale di Via Trento, risulta che era stato costruito nel lontano 1949, su iniziativa della parrocchia di Santo Stefano, in particolare del parroco don Marone Cesanelli.
Il terreno dove è stato costruito il fabbricato era di proprietà dell’opera pia “Anton Mario Filippetti”, oggi fondazione “Anton Mario Filippetti”, il fabbricato veniva utilizzato come dormitorio per i ragazzi e le ragazze che frequentavano d’estate la colonia elioterapica, gestita dalle nostre monachette.
La popolazione di Potenza Picena ha contribuito economicamente alla costruzione del fabbricato.
Successivamente ha ospitato diverse attività produttive: prima una fabbrica di strumenti musicali la “Melody Guitars”, di Gerio Pescetti e Branko di Recanati, poi, negli ultimi tempi, la fabbrica di scarpe della famiglia Natalini, di Potenza Picena, che ne ha acquistato la proprietà. Tra gli operai della Melody Guitars si ricordano: Bocchini Nereo, Carestia Edmondo, Guerrini Giuseppe, Carlini Secondo, Perini Gianni, Luzi Leopoldo, Valentini Armando e Zallocco Primo.

Don Marone Cesanelli

La proprietà è rimasta ai Natalini, che l’hanno ceduta all’impresa edile di Giuseppe Castagna, di Potenza Picena, per ricavarci otto appartamenti.
Per non perdere la memoria di questo fabbricato che ha ospitato prima la colonia elioterapica, poi diverse attività produttive di Potenza Picena, abbiamo voluto scrivere questo articolo, riportando anche il disegno originario del progetto, che nel 1949 fu approvato dall’amministrazione comunale del sindaco Antonio Carestia.

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Lettera del Parroco Don Marone Cesanelli e disegni, caratteristiche costruttive del fabbricato. ASCPP

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Cerimonia di Consacrazione Monastica di Suor Maria Beatrice al secolo Ilaria Antonini. Foto per gentile concessione di Suor Maria Beatrice.

Il monastero di Santa Caterina in San Sisto delle Benedettine di Potenza Picena è presente nella nostra città da molti secoli, secondo Mons. Giovanni Cotognini addirittura dal 1280.
Il primo documento che testimonia la loro presenza a Monte Santo risale al 1348, quando una certa signora Gebelosa donò al monastero diversi terreni. La pergamena che attesta la donazione è attualmente conservata presso l’archivio storico comunale di Via Trento.
Oggi, all’interno del monastero, si trovano quattro monache: la Priora, Madre Maria Agostina; la Abbadessa, Madre Maria Paola; Suor Maria Beatrice e Suor Marcella, che è entrata nel monastero di Potenza Picena il giorno 18 luglio 2019.
L’ultima consacrazione monastica è stata quella di Suor Maria Beatrice, al secolo Ilaria Antonini di Potenza Picena, nata a Loreto il giorno 13/07/1985.
Il 2 ottobre 2007 Ilaria ha ricevuto l’abito ed il nome di Suor Maria Beatrice, successivamente nel 2009, il giorno 8 settembre, ha celebrato la “professione semplice”.

Interno Chiesa di San Sisto – Monastero Benedettine di Santa Caterina in San Sisto a Potenza Picena – Foto Sergio Ceccotti.

Il giorno della sua consacrazione monastica (3 ottobre 2012) presso la chiesa Collegiata, erano presenti il Vescovo di Fermo, Mons. Luigi Conti, il parroco Don Andrea Bezzini, tutti i parroci del nostro territorio ed i religiosi della nostra comunità, oltre al Sindaco della nostra città, Ing. Sergio Paolucci e tantissimi cittadini. La Collegiata di Santo Stefano era stracolma. Presenti anche le altre quattro monache del monastero, con la Abbadessa Madre Maria Paola Bernardi.

Suor Maria Beatrice Antonini, quando nel 2007 decise di entrare nel monastero delle Benedettine di Potenza Picena, stava ancora studiando e faceva parte della banda cittadina locale.s

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