Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘azzolino clementoni’

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Interno teatro “B. Mugellini” anni 60 – foto Bruno Grandinetti

Il nostro teatro è stato condominiale fino al 1971, anno in cui il comune di Potenza Picena ha proceduto a liquidare i diciannove condomini, proprietari dei palchi, del loggione e del palcoscenico e ad acquisirne, pertanto, la titolarità.
Oggi il Teatro “Bruno Mugellini” è comunale e non ha alcun regolamento per quanto riguarda le norme da seguire nell’utilizzo della struttura.
Fino a quando è stato condominiale era disciplinato da un preciso e puntuale regolamento, che prevedeva diritti e doveri dei condomini, le regole per la sua gestione e le persone incaricate per la sua apertura al pubblico, sia per le rappresentazioni teatrali che cinematografiche. Si tenga conto che già nel 1919, all’interno del nostro Teatro Condominiale, cominciarono le proiezioni di cinema, all’inizio quello muto poi quello sonoro, diventando la struttura ufficialmente Cine-Teatro “Bruno Mugellini” nel 1933.
Il primo regolamento che i condomini approvarono per la futura gestione del Teatro Condominiale risale al 1856, quando iniziarono i lavori alla struttura.
Il secondo regolamento risale al 1865, redatto tre anni dopo l’apertura ufficiale avvenuta il giorno sabato 27/12/1862, mentre il terzo lo troviamo solo il 31/12/1920, segretario il maestro Azzolino Clementoni, che era anche uno dei condomini.
L’ultimo regolamento del teatro condominiale, già all’epoca chiamato “Bruno Mugellini”, venne deliberato il 05/01/1935, presidente il prof. Alessandro Baldoni, segretario il maestro Azzolino Clementoni.
Tra le regole comuni di questi quattro regolamenti troviamo quella che ogni anno i palchi venivano sorteggiati tra i condomini, ad eccezione del palco n° 12, nel secondo ordine, che spettava di diritto al nostro sindaco o al podestà nel periodo dell’avvento del fascismo.
I condomini erano tenuti tutti al versamento di una quota annua necessaria per coprire tutte le spese di gestione del teatro ed il versamento era obbligatorio, altrimenti si poteva anche perdere la titolarità del palco. I palchi erano provvisti di una porta e la chiave veniva consegnata al condomino.
Per la gestione del Teatro Condominiale erano necessarie molte figure professionali: il custode, il macchinista, l’elettricista, il bigliettaio, il portinaio e n° 2 guardie di sala, per un totale di n° 7 figure professionali necessarie per il buono e corretto funzionamento del Teatro e tutti venivano regolarmente retribuiti, compenso previsto nel regolamento.
Quando il teatro veniva concesso, per rappresentazioni teatrali o proiezioni cinematografiche, il concessionario doveva versare una cauzione, che, in caso di danni alla struttura, o di asportazione di materiale, veniva trattenuta dal condominio.

Sipario dedicato a Minerva del Teatro Mugellini. Foto Sergio Ceccotti.

Il veglione del lunedì di Carnevale era organizzato ogni anno direttamente dal condominio teatrale.
Per gli spettatori nei regolamenti c’era anche una curiosa proibizione: tenuto conto che la struttura non era dotata di riscaldamento, quando faceva freddo nessuno poteva portarsi scaldini a mano, ma solo borse d’acqua calda.
I condomini ogni anno dovevano eleggere un consiglio di amministrazione, che poi doveva nominare al proprio interno il presidente, il segretario-cassiere-economo e due deputati e tutti duravano in carica un anno ed erano poi rieleggibili.
Il Teatro Comunale “Bruno Mugellini” dopo i grandi lavori di ristrutturazione iniziati nel 1984, è stato poi riaperto al pubblico il giorno 03/05/1990.

Articoli correlati:

Read Full Post »

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Locandina dello spettacolo “Le memorie del diavolo” del 2 2 1913.

Potenza Picena ha inaugurato il giorno 27 dicembre 1862 il proprio Teatro Condominiale, ricavato all’interno dei locali del palazzo municipale su iniziativa di 20 condomini locali, a cui è stata concessa la proprietà di un palco a testa. Questo nostro Teatro Condominiale il giorno 28 ottobre 1933 è stato intitolato al musicista Bruno Mugellini, nato a Potenza Picena il giorno 24 dicembre 1871, cioè 150 anni fa e morto a Bologna il giorno 15 gennaio 1912. Questa nostra struttura, con l’avvento del cinema, prima muto poi sonoro, è stata anche adibita a Cine-Teatro.

Insieme al Cine-Teatro “Bruno Mugellini” a Potenza Picena ha operato anche il Cine-Teatro Aurora, di proprietà della Parrocchia di Santo Stefano, situato all’interno del Palazzo Marefoschi di Via Silvio Pellico. Questo locale, trasformato solo in un secondo momento in Cine-Teatro, era originariamente il Salone delle feste e della musica della famiglia Marefoschi, completamente affrescato nelle pareti e nel soffitto. All’interno del locale dove si trovava la biglietteria era collocato, sopra ad un basamento, un busto in marmo del sec. XVIII raffigurante Omero.

Planimetria del teatrino del Ricreatorio Festivo di Potenza Picena. ASCPP

Pochi sanno che in precedenza, sempre su iniziativa della Parrocchia di Santo Stefano, con il vice-parroco don Gustavo Spalvieri, che poi diventerà parroco della Parrocchia di San Giacomo Maggiore a Galiziano, era stato ricavato, all’interno del Palazzo Marefoschi, un altro teatrino, chiamato nel 1913 “Teatrino del Ricreatorio festivo”, il quale, successivamente, dopo la costituzione della Società Operaia di Consumo “Alessandro Manzoni”, venne chiamato teatrino “Alessandro Manzoni”. Tra coloro che più si impegnarono a promuovere e valorizzare questo teatrino troviamo il maestro elementare Azzolino Clementoni.

Il luogo in cui fu ricavato il Teatrino, oggi occupato dalle Poste Italiane, nel 1937 venne acquistato dagli imprenditori Archimede Mancini ed Egisto Bontempi per insediarvi la fabbrica di fisarmoniche chiamata “La fisarmonica”. Questo nuovo Teatrino fu collaudato nel 1913 dal perito agrimensore Domenico Filippetti, padre del Prof. Anton Mario Filippetti e fondatore a Potenza Picena della Scuola di disegno, poi trasformata dal prof. Umberto Boccabianca in Scuola d’Arte “Ambrogio della Robbia”, conosciuta soprattutto per l’attività svolta dal prof. Giuseppe Asciutti.

Don Gustavo Spalvieri

Fino a quando ha operato questo Teatrino, sconosciuto ai più? Sicuramente fino agli anni Trenta del Novecento, poi nel 1937 il locale fu utilizzato per la fabbrica “La fisarmonica”, pertanto la Parrocchia di Santo Stefano, con il Circolo dell’Azione Cattolica “Santo Stefano”, dovrebbe aver utilizzato il Salone dei ricevimenti del Palazzo Marefoschi, che per questo venne chiamato Teatrino “Santo Stefano”, il quale, dopo la guerra, agli inizi degli anni Cinquanta, venne rinominato Teatro “Aurora” per la presenza sul soffitto della struttura dell’affresco della copia dell’”Aurora” di Guido Reni.

A Porto Potenza Picena negli anni Trenta del Novecento, all’interno della Casa del Fascio e dell’Opera Nazionale Dopolavoro, in Via Duca degli Abruzzi, troviamo il Cinema-Teatro “Italia”, che dopo la guerra verrà chiamato “Florida”, con annessa l’arena, utilizzata oggi per le innumerevoli iniziative eno-gastonomiche e turistiche organizzate dalla Pro-Loco di Porto Potenza Picena e dal Comune durante il periodo estivo.

Documento allegato:

Articoli correlati:

Read Full Post »

Foto tratta dal libro “La mia terra” di Norberto Mancini. Anno 1954. ASCPP.

Presentazione di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

In un nostro precedente articolo abbiamo parlato del ruolo svolto da Archimede Mancini nel portare l’industria della fisarmonica a Potenza Picena nel 1937.

Aveva iniziato questa avventura imprenditoriale a Potenza Picena con Egisto Bontempi, anche se  dopo la fine della seconda guerra mondiale Egisto proseguirà da solo l’attività della ditta “La Fisarmonica”.

Archimede Mancini era nato a Potenza Picena il giorno 06/07/1905 in C.da Orfanotrofio Vecchio n. 216 (l’attuale Via Tripoli), da Temistocle e da Massimina Bufalari.  Aveva altri tre fratelli: Dante, Vitaliano e Galileo.

Era parente sia dello scrittore Norberto Mancini, che dei fratelli Clementoni: Azzolino, Arturo, Flavio, Giulio e Giuseppe.

Azzolino Clementoni
Azzolino Clementoni

La sua venuta a Potenza Picena nel 1937 è stata favorita dal cugino, il maestro elementare Azzolino Clementoni. Norberto Mancini, anche lui suo cugino, aveva annoverato Archimede tra i “potentini illustri” nel 1950. Azzolino Clementoni nel libro di Norberto Mancini “La mia terra” del 1954 aveva tracciato una bellissima biografia di Archimede Mancini, che noi oggi vogliamo far conoscere a tutti i nostri affezionati lettori.

Archimede Mancini si era sposato il giorno 03/06/1933 con la signora Adelia Fontanella ed è morto ad Urbino il giorno 15/01/1976.

Si riporta di seguito il testo tratto dal libro “La mia terra” di Norberto Mancini, Editrice C.E.I. di Ancona 1954.

UN UOMO E UN’INDUSTRIA

Un nome diventato celebre in tutta Italia e in varie parti del mondo, ci richiama alla memoria le origini umili di una industria che, dopo aver prosperato e recato benessere alla popolazione della ridente cittadina di Castelfidardo (Ancona), si è diffusa sempre più, creando maestranze esperte e solerti operai, i quali, in questa nuova attività, hanno trovato la soluzione del loro problema economico nel modo  i più decoroso, nobilitante e redditizio: la industria della fabbricazione delle Fisarmoniche.

            Quel nome risponde al comm. Paolo Soprani.

            Ma una mente geniale e creativa era necessario si affiancasse a questo grande apostolo del lavoro; una mente che, intravedendo quale sarebbe potuto essere lo sviluppo di questa sorgente di attività, ne sapesse anche intuire quali fossero i bisogni tecnici e i problemi urgenti da affrontare e risolvere; l’uomo adatto insomma, che, prescindendo dal fattore economico, si ponesse validamente al centro del problema creativo, ne desse la vitalità, l’incoraggiamento, lo sviluppo; ne fosse come il perno, il centro di convergenza e di propulsione di ogni progresso tecnico, anche se inizialmente incompreso.

            Questo uomo, febbrile nella sua attività, arduo nelle sue moderne concezioni, ferrato per superare ogni ostacolo, fu Temistocle Mancini.

            La di Lui attività multiforme, segna l’inizio di un cammino che, dalle umili forme di strumenti quasi senza pretese, si dirige verso forme sempre più perfette di costruzione sonora ed estetica, fino al raggiungimento del capolavoro.

            Temistocle Mancini lascia l’industria in perfetta funzione e maturità e la sua opera avveduta non dilegua colla sua immatura scomparsa.

            Ben quattro figli erediteranno da Lui la passione per la medesima industria; i quali da perfetti, intelligenti ed appassionati lavoratori, faranno sentire tutto l’apporto della loro genialità originaria nei vari rami prescelti, ognuno con proprie attrezzatissime officine e maestranze fedeli e laboriose: Dante (attuale Sindaco di Castelfidardo), Archimede, Galileo Vitaliano.

            La guerra, che ha creato poi nuove necessità e nuovi impegni, ha fatto sì che tale industria venisse trapiantata anche nella città di Pesaro, madre dei suoni, artefice di maestri sommi, culla di quest’universale genio che è Gioacchino Rossini.

            Oggi il Gr. Uff. Archimede Mancini, premiato dal Presidente della Repubblica S. E. Einaudi, per merito di lavoro, può essere orgoglioso della sua attività, coronata da magnifico successo.

            A Porta Rimini, ove sanguinano ancora le ferite del recente conflitto dei popoli, sorge nuovo e magnifico un grandioso stabilimento di fisarmoniche: officine rumorose ed echeggianti di suoni; saloni festosi di gioventù laboriosa; inno di capacità organizzativa per eccellenza; sviluppo di tecnica sempre più perfetta; centro di benessere per tante famiglie; lotta alla disoccupazione avvilente; volontà concordi, sotto la guida di Colui che ne fu l’organizzatore e che passa la sua esistenza nel lavoro, fra i suoi duecento operai che ne seguono l’esempio, che ne riconoscono l’autorità per quel rispetto naturale che merita chi si impone, non per forza di padronanza, ma di comprensione, di bontà, di effettivo valore e genialità personale.

            Allo sguardo panoramico, tanto si presenta.

            È un angolo della città di Pesaro dove c’è vita, concordia, attività, lavoro.

            Tutto ciò è benemerenza del Mancini che, trasferendosi da Castelfidardo, ha trovato in Pesaro una città accogliente, i cui cittadini, godendone i molti benefici che ne derivano, sanno apprezzarlo a dovere. Egli ha creato un complesso industriale ben organizzato. I lavoratori vi sono ampiamente tutelati secondo tutte le norme vigenti: l’organizzazione degli uffici è perfetta; gli orari osservati con scrupolosità e in tutti si vede la serenità di animo, e quasi la gioia di vivere. Ogni reparto ha i suoi capi specializzati che curano la disciplina nella produzione e che si rendono garanti presso il Mancini e, quindi, presso il cliente. Il materiale prodotto è ottimo, comunque lo si voglia considerare. Su ciò non può inocularsi alcun dubbio perché i responsabili capi, oltre ad essere persone provate ed oneste, hanno una competenza ed esperienza certe e rappresentano quanto di meglio il Mancini poteva creare.

            Ma per il raggiungimento di tale meta, quali i problemi da risolvere?

            Se si pensa che la produzione, dalla semplicissima armonica a bocca, va alle complicatissime ed artistiche fisarmoniche da concerto, a ma la pena si intuisce i forti problemi che si presentano.

            Il visitatore di fronte alle varie sale in cui trovasi il macchinario, resta meravigliato e non sa rendersi ragione perché una simile attrezzatura di torni, di trapani, di stampi e di tante altre macchine che, dal reparto falegnameria va al reparto verniciatura a fuoco, a smalto, alla cromatura, a tutte le altre difficili e varie necessità richieste anche dal più piccolo oggetto di produzione. Citerò un solo esempio: la scanalatura delle piccole armoniche a bocca per poi innestare le voci, pur sembrando una cosa semplice e quasi da nulla, richiede una macchina speciale.

Ora per condurre a termine qualsiasi lavoro, occorre una attività molteplice, alla quale corrisponde una di queste macchine. Costruire una linguetta, significa essersi costruito un congegno appropriato ed unico. Ecco la ragione di uno sfarzo di macchinario costosissimo ed indispensabile e che trova la sua ragione di essere proprio nelle tante esigenze richieste da ogni più minuto oggetto di fabbricazione.

            Ebbene, quasi integralmente, le macchine sono creazioni dello stesso Mancini, non essendo molte quelle in commercio. Qui si rivela la più alta e meritoria opera di Lui, i cui sogni sono interrotti, quando urge la soluzione di un nuovo problema tecnico. Son tormenti non appariscenti e che sanno valutare ed apprezzare chi vive al suo fianco, chi conosce le difficoltà che giornalmente si prospettano o che ne è messo al corrente per l’espresso desiderio di essere bene edotto in questo ramo industriale.

            Nella vasta produzione, come per un respiro di sollievo, Archimede Mancini ha trovato modo di fabbricare un tipo di fisarmonica giocattolo che, Fornita di un geniale metodo per impararla a suonare senza conoscere la musica (opera del Maestro Prof. Flavio Clementoni, apprezzatissima anche all’estero), dà modo ai bambini di appassionarli allo strumento, di addestrar visi in preparazione per quello che sarà l’impegno di una fisarmonica da concerto.

            Una novità in tale genere è rappresentata dalla completa fisarmonica stampata in alluminio. Il meccanismo interno, complicatissimo, ha l’esigenza di precisione come di orologeria. E, se mi è lecito chiamarlo prodotto affine o sottoprodotto, aggiungerò che, oltre ai coristi, ha dato inizio a una fabbricazione di strumenti musicali in ottone per complessi di bambini; fisarmoniche di vari modelli, in cartone: giocattoli vari di indole musicale, i quali hanno il favore ed il plauso dei clienti sparsi in tutto il mondo.

            Il Mancini segue il suo genio. Non esaurita una invenzione, è già in fermento per una nuova e l’impeto produttivo si acquieta solo quando vede tradotto in pratica ciò che pensa. Una mente vulcanica in un fisico apparentemente sereno.

            È un continuo arricchimento di coscienza estetica; è un incitamento all’amore della musica che dalla primitiva, semplice, arcaica canzone, si eleva sino alle sublimi essenze di un Palestrina, agli accorati canti di un Bellini e di un Verdi, alle laboriose pagine di un Wagner, alle ardite concezioni di un Bach e alle poderose esplosioni di un Quinta e di una Nona di un Beethoven.

AZZOLINO CLEMENTONI
Trascrizione a cura di Gianfranco Morgoni

Articoli correlati:

Read Full Post »

Foto tratta dal libro “La mia terra” di Norberto Mancini. Anno 1954. ASCPP.

a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

erché Egisto Bontempi nel 1937 è venuto a Potenza Picena da Castelfidardo ad impiantare una fabbrica di fisarmoniche, in una realtà dove la produzione di questo strumento musicale non aveva alcuna radice storica? E’ una domanda che ci siamo sempre posti, non avendo trovato fino ad oggi legami convincenti tra Potenza Piena e la famiglia Bontempi.

Continuando a cercare nel nostro ricchissimo archivio storico comunale, probabilmente abbiamo trovato la risposta.

Una delle famiglie più importanti nel campo degli strumenti musicali a Castelfidardo ed in particolare delle fisarmoniche, che ha saputo sviluppare l’attività imprenditoriale con grandi successi, è stata sicuramente quella dei Mancini, figli di Temistocle, grande imprenditore, Dante, che è stato anche Sindaco di Castelfidardo, Vitaliano, Galileo ed Archimede. Questa famiglia si era trasferita nel 1910 a Castelfidardo da Potenza Picena, dove il capofamiglia Temistocle Mancini era il moderatore dell’orologio della Torre Civica ed anche un valente meccanico orologiaio, parente dello scrittore Norberto Mancini e della famiglia di Azzolino Clementoni.

In particolare il legame di uno dei figli di Temistocle Mancini e Massimina Bufalari, Archimede, nato a Potenza Picena il giorno 6/7/1905 in c.da Orfanatrofio Vecchio n° 216 (l’attuale Via Tripoli) si riallaccia il giorno 24/2/1937 con la nostra città, quando propone al nostro Comune l’apertura di una fabbrica a Potenza Picena per la produzione di organetti a bocca, la prima in Italia, (si producevano solo in Germania) di voci per armoniche e fisarmoniche, dove poteva contare sull’appoggio del suo cugino, il maestro elementare Azzolino Clementoni. Archimede Mancini a Castelfidardo aveva già una fabbrica con 140 operai.

Il comune di Potenza Picena, Podestà l’ing. Cesare Maggini, il giorno 7/4/1937, accetta la proposta di Archimede Mancini ed Egisto Bontempi, che acquistano i locali del Palazzo Marefoschi in Via Silvio Pellico, che erano di proprietà della Parrocchia di Santo Stefano, mentre il nostro Comune si impegnava a dare per 5 anni gratuitamente l’energia elettrica, acqua ed esenzione delle tasse comunali. Con Archimede Mancini a quel punto vengono a Potenza Picena anche Egisto Bontempi, incisore di armoniche, Emanuele Rosciani, il padre dell’imprenditore Alberto Rosciani e successivamente Remo Galvani, accordatore di voci, Emilio Magi, il padre dell’ex Sindaco di Potenza Picena Maria Magi e tanti altri. Tra i primi dipendenti locali della nuova ditta “La Fisarmonica” troviamo la sig.ra Walfrida Percossi, morta il giorno 1/3/2014 all’età di 104 anni, l’ultima testimone di quella straordinaria attività imprenditoriale creata a Potenza Picena e che è proseguita poi in solitaria da Egisto Bontempi dopo la fine della 2° guerra mondiale e si è ampliata con il figlio, l’ing. Paolo Bontempi, arrivando ad essere leader mondiale degli strumenti musicali giocattolo e non solo.

Archimede Mancini subito dopo la seconda Guerra Mondiale trasferisce la sua attività imprenditoriale di armoniche a bocca e fisarmoniche da Castelfidardo a Pesaro, dove lavorerà anche il nipote Mario Clementoni, arrivando ad avere nel 1950 250 dipendenti. Mario Clementoni fonderà successivamente a Recanati insieme alla moglie Matilde Brualdi “La Clementoni Giocattoli”, oggi leader mondiale nel settore. Archimede Mancini si era sposato il giorno 3/6/1933 con la Sig.ra Adelia Fontanella ed è morto ad Urbino il giorno 15/1/1976.

Azzolino Clementoni

Azzolino Clementoni

Comunque se abbiamo avuto la fortuna di una presenza imprenditoriale nel campo degli strumenti musicali, oltre che alla famiglia Bontempi, Egisto e la moglie Maria Bianchi, ed il loro figlio ing. Paolo, lo dobbiamo anche, senza ombra di dubbio, all’inventiva di un figlio illustre di Potenza Picena, trasferitosi poi a Castelfidardo e successivamente a Pesaro, di nome Archimede Mancini, pioniere dell’imprenditoria marchigiana nel campo degli strumenti musicali, in particolare delle armoniche a bocca e delle fisarmoniche. Potenza Picena non deve dimenticare questo suo figlio illustre.

Azzolino Clementoni, nel libro di Norberto Mancini “La mia Terra” del 1954, ha tracciato di Archimede Mancini una bellissima nota biografica con foto, molto interessante.

Anche Norberto Mancini in “Potentini Illustri” del 1950 ha preso in considerazione Archimede Mancini.

Articoli correlati:

Read Full Post »

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Azzolino Clementoni

Azzolino Clementoni

Due famosi stornelli che riguardano Potenza Picena e Porto Potenza Pi­cena ci fanno conoscere un personaggio, il maestro elementare Azzolino Clementoni, di cui noi oggi conosciamo molto poco.

I due stornelli sono “Jrenne per Monte Santo”, dedicato in particolare al Capoluogo, ma non solo, e “Nenie di… Porto”, dedicato questo principal­mente alla cittadina rivierasca, ma sempre facente parte dello stesso Comune.

Il primo stornello è stato scritto negli anni Trenta del Nove­cento da Azzolino Clementoni in vernacolo, con la musica del fratello, il famoso prof. Arturo Clementoni, ed il secondo agli inizi degli anni Cinquanta, questa volta con testo e musica dello stesso Azzolino, parte­cipando nell’anno scolastico 1951-1952 ad un concorso di canto corale a livello provinciale con la Scuola Elementare di Porto Potenza Picena, dove ottenne il primo premio. In questi due stornelli il maestro Azzolino Clementoni dà prova delle sue qualità poetiche e culturali, ma anche di profonda conoscenza delle due realtà, della loro storia, cultura e situazione sociale, compresi i personaggi e le realtà produttive dell’epoca, uno spaccato delle due co­munità evidenziato in maniera straordinaria, a dimostrazione del suo gran­de attaccamento alle due realtà.

Azzolino Clementoni, maestro elementare, nasce a Potenza Picena il giorno 18/10/1891, in via Garibaldi, l’attuale Via Bruno Mugellini, da Angelo, friscolo e da Annun­ziata Bufalari, casalinga. Era il 3° di 5 figli, Giulio, (scanè), i famo­si musicisti Flavio ed Arturo e Giuseppe, padre dell’industriale del gio­cattolo di Recanati Mario, morto in un incidente stradale a Monterotondo il gior­no 25/8/1937. Ha frequentato la scuola elementare locale con il maestro Raffaele Petetti e si è poi sposato il giorno 15/9/1920 con la sig.ra Giulia Marconi, anche lei maestra elementare ed abitarono in Via Fioretti.

2020 02 28 0001

Il Maestro Azzolino Clementoni al centro insieme ai ragazzi e alle ragazze della scuola elementare di Potenza Picena.

Dal loro matrimonio è nata Gabriela, che sposerà successivamente il soldato polacco del Reggimento Skorpion che ha liberato Potenza Picena il giorno 30/6/1944, Taddeo Link. Partecipa alla prima guerra mondiale; insegnante presso la locale scuola elementare di Via Massucci, poi Mariano Cutini, dà lezioni di educazione fisica ed organizza corsi di canto e musica per i ragazzi e le ragazze della scuola. Nel 1920 istituisce addirittura una scuola di musica e canto intitolandola al maestro Bruno Mugellini, di cui era un grande estimatore. Si deve probabilmente proprio a lui 1’intitolazione del nostro glorioso Teatro condominiale il giorno 28/10/1933 a Bruno Mugellini. Del Teatro con­dominiale “Bruno Mugellini” è stato segretario e consigliere delegato.

Fa parte da giovane della Corale Santo Stefano e della Banda Cittadina, suonando il clarinetto.

Cultore di storia locale, amante del folclore santese, è stato tra gli or­ganizzatori sia della Festa dell’Uva, durante il fascismo, che tra i pro­motori della Festa del Grappolo d’Oro nel 1955.

Fervente cattolico, aveva aderito al Partito Popolare prima dell’avvento del fascismo, poi nel ventennio ha aderito al fascismo, ricoperto dal 25 Luglio 1939 fino al 29/3/1940 il ruolo di Commissario Prefet­tizio e dal 5/4/1940 al 4/8/1940 quello di Podestà del nostro Comune. È stato anche Presidente dell’Opera Nazionale Balilla di Potenza Picena.

frat-clementoni

I fratelli Arturo, Flavio, Azzolino e Giuseppe durante la prima Guerra Mondiale

Alla Liberazione di Potenza Picena, il giorno 30/6/1944, ha fatto parte del Comitato di Liberazione Nazionale locale, insieme al prof. Giuseppe Asciutti, Egisto Bontempi e al Colonnello Giovanni Pasquali. Il giorno 8 Luglio 1944 è stato nominato membro della Prima Giunta Comunale di Potenza Picena, in rappre­sentanza della Democrazia Cristiana e della classe impiegatizia.

Nel 1927 è stato nominato Presidente della Cooperativa di Consumo “Alessandro Manzoni”. Nel 1937 Azzolino Clementoni è tra coloro che porteranno a Po­tenza Picena la Ditta “La Fisarmonica” da Castelfidardo, grazie all’iniziativa di Egisto Bontempi e Archimede Mancini, suo cugino e producevano organetti a bocca, prima industria in Italia, voci per armoniche e fisarmoniche. Egisto Bontempi dopo la guerra, da solo riuscirà a farne una grande impresa produttrice di fisarmoniche esportate in tutto il mondo. Con il figlio, l’ing. Paolo Bontempi, l’Azienda diventerà leader mondiale nel campo degli strumenti musicali giocattolo.

fam-clementoni

Flavio e Arturo Clementoni con la madre Annunziata.

Il 15/4/I940 è stato tra i promotori della nascita della “Pro Porto Po­tenza Picena”, la futura Pro Loco, come Presidente nella sua veste di Podestà di Potenza Picena, insieme al dott. Giulio Gasciotti, Guido Clemen­ti, Carlo Marchetti, Filippo Bocci, Attilio Masserini, Gerio Matteucci, Nazzareno Pavoni, Daniele Fava. Dopo aver insegnato per molti anni nella Scuola elementare del Capoluogo si trasferisce ed insegna nel 1948 a Porto Potenza Picena ed abiterà in via Duca degli Abruzzi.

Nella realtà di Porto Potenza Picena sarà uno dei più importanti promotori culturali e sociali. Muore il giorno 22/9/1971. Azzolino Clementoni, insegnante elementare, Presidente del Consorzio Provinciale Patronati Scolastici, Cavaliere del Lavoro e Grande Ufficiale, uomo di cultura, poeta, scrittore, giornalista, appassionato di Canto e Musica, di tradizione e folclore locale, è sicuramente uno dei personaggi poliedrici più importanti della nostra comunità che è giusto ricordare sia a Potenza Picena che a Porto Potenza Picena.

Articoli correlati:

Read Full Post »

Porto Potenza Picena agli inizi del Nocevento.

a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Il 15 Aprile del 1940, anno XVIII° E.F., veniva costituito a Potenza Picena l’Ente “Pro Porto Potenza Picena”, con sede nella frazione Porto e con l’intento di sviluppare il turismo balneare.

Il primo consiglio di amministrazione era così composto:

 

Presidente Azzolino Clementoni Maestro Elementare

Podestà

Vice-Presidente Guido Clementi Magazziniere SCA

Segr. Fasci di Combattimento

Segretario Giulio Casciotti Farmacista
Cassiere Carlo Marchetti Ragioniere SCA
Consigliere Filippo Bocci Notaio
Consigliere Attilio Masserini Insegnante in pensione
Consigliere Gerio Matteucci Possidente
Consigliere Nazzareno Pavoni Pensionato F.S.
Consigliere Daniele Fava Fattore azienda Casalis-Douhet

Si gettavano in questo modo le basi per sviluppare il turismo, dopo che il Ministero della Cultura Popolare il 17/7/1936 aveva dichiarato Porto Potenza Picena “Centro di interesse turistico e di villeggiatura”. Uno dei primi slogan pubblicitari per promuovere Porto Potenza Picena è sta­to “la sua attraente spiaggia dal mare incantevole ad oriente e dalle lussureggianti colline ad ovest, è in una continua festa di azzurro, di verde, di sole. Visitatela.”

Azzolino Clementoni

Azzolino Clementoni

Già in quel periodo e negli anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, a Porto Potenza Picena, oltre che gli affittacamere privati, era­no già presenti strutture accoglienti per i turisti che sceglievano la nostra spiaggia per trascorrere le loro vacanze. Avevamo la Pensione Diana di Belluccini Alberico in Via Aprutina, l’Albergo Adriatico di Elisa Ricci in Via Duca degli Abruzzi n° 22, la Trattoria del Gallo in Piazza della Stazione 3 (con la specialità delle tagliatelle all’uovo), la Pensione Mare in Via Dante Alighieri 53 (ritrovo famigliare, aperto tutto l’anno, prezzi modici), il Caffè Giorgetti in Piazza della Stazione 10 (troverete il miglior caffè, liquore, dolciumi, gelati e vini).

Comunque i primi alberghi di Porto Potenza Picena sono stati l’Albergo “Piceno” che si trovava in Via Carlo Buonaccorsi, vicino alla Stazione Fer­roviaria, ed era gestito dalla sig.ra Luisa Prosperi in Castrucci nata a Ro­ma (ha operato fino al 1931 dopo di che la struttura è stata acquistata dalle Suore dell’Addolorata di Potenza Picena), l’Albergo “Marino” di Sante Pasquali in Via Dante Alighieri 615 e l’Albergo-Osteria Rampioni in Via Ettore Bocci. A Potenza Picena operava invece l’Albergo “Vittoria” in Corso Vittorio Emanuele II, gestito dalla sig.ra Vittoria Tamburrini Tamante.

I primi stabilimenti balneari di Porto Potenza Picena erano gestiti da famiglie di pescatori, come quelli di Ricci Riccardo e di Marconi Primo e Nazzareno. In quel periodo il turismo balneare a Porto Potenza Picena era prevalentemente locale, con famiglie che provenivano anche da grandi cit­tà come Perugia, Roma, Milano e Bologna. Inoltre forte era la presenza già all’epoca delle colonie per bambini, in particolare provenienti da Pollenza, per la presenza dell’Istituto “Mons. Corrado Marinozzi”, da Perugia, per la Colonia “Perugina”, da Recanati, per l’Educandato di S. Stefano gestito dalle Suore della città leopardiana.

Le presenze complessive delle stagioni estive a Porto Potenza Picena erano già considerevoli negli anni Trenta. Ad esempio nella stagione balneare del 1934 si erano registrate n° 861 presenze nel periodo luglio ed Agosto, di cui 409 adulti, 233 bambini e 219, sempre bambini, delle colonie estive. Vigilava sulla sicurezza dei bagnanti l’Associazione Marinai, in congedo, che utilizzava una lancia messa a disposizione da una famiglia di pescatori (Scataglini Augusto, Giri Pasquale). Era possibile già all’epoca assistere nella stagione estiva al cinema all’aperto, sia nell’arena del Cinema Italia, che nel giardino dell’Albergo “Piceno”. Non bisogna dimenticare che Porto Potenza Picena e la zona collinare circostante veniva scelta anche dai nobili, possidenti ed industriali per costruirvi le loro dimore e ville che utilizzavano in particolare nel periodo estivo, come la Villa Serra, costruita nel 1930 dall’ing. Giovanni Serra di Matelica, ed in precedenza le ville delle fa­miglie Bonaccorsi, Marefoschi, Solanelli, Casalis, Matteucci, Scarfiotti, Bocci.

Padre Erasmo Percossi nel 1969 definiva Porto Potenza Picena “affascinante ed accogliente, quale oasi di pace e di bene, con la sua ampia e nitida spiaggia, che chiameremo “la Perla della Provincia”, che simile a farfalla variopinta si adagia e svolazza da un fiore all’altro. E’ uno dei più bei centri turistici della regione marchigiana, che offre oltre ad una meravi­gliosa scena panoramica, di colli, di vigneti e campi verdeggianti…. un clima mite … un conforto di vita sana e ricreativa …..caratterizzata da una ospitalità, propria dei Potentini, affabile e gentile”. Artefice di questa intuizione è stato senza alcun dubbio il maestro elementare Azzolino Clementoni, in quel periodo Podestà del Comune di Potenza Picena. Azzolino era nato a Potenza Picena il 18/10/1891, da Serafino e Annunziata Bufalari, fratello dei più importanti musicisti Arturo e Flavio, oltre che di Giuseppe, tragicamente morto in un incidente stradale a Monterotondo di Roma il 25/8/1937.

bandiera-blu

bandiera blu 2009

Azzolino Clementoni si era sposato con la maestra elementare Giulia Marconi ed è sempre vissuto a Potenza Picena in Via Fioretti n° 15. Nel 1948 si è trasferito con la sua famiglia a Porto Potenza Picena, andando ad abitare in Via Duca degli Abruzzi 8. E’ autore di due famosi stornelli che esaltano l’intero territorio comunale di Potenza Picena: “Jrenne per Montesanto” e “Nenie …. di Porto”. Il primo dedicato al Capoluogo (appunto Montesanto), il secondo al Porto. E’ morto il 22/9/1971 a Porto Potenza Picena.

Oggi Potenza Picena, con la spiaggia di Porto Potenza Picena, le bellezze ambientali, architettoniche, artistiche e storiche del Capoluogo, le sue strutture ricettive, la capacità di accoglienza, può vantare di aver ottenuto la Bandiera Blu dal 2008, confermata anche nel 2019 per la dodicesima volta, ma senza il contributo di persone come il maestro Azzolino Clementoni e di tutti coloro che nel lontano 1940 hanno fondato la “Pro Porto Potenza Picena” ed hanno creduto nelle potenzialità turistiche del nostro centro rivierasco e dell’intero territorio comunale, questo ambitissimo traguardo non lo avremmo potuto raggiungere.

Adobe PDF iconDOC036.pdf –  Materiale promozionale turistico delle spiaggie dell’Adriatico in lingua tedesca e francese promosso dall’ENIT (Ente Nazionale Italiano di promozio­ne Turistica) nell’anno 1925. Si noti che anche la spiaggia di Poten­za Picena era presente insieme alle più importanti dell’Adriatico. Archivio Storico Comunale.

Read Full Post »

Older Posts »

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: