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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

L’attuale Collegiata di Santo Stefano di Potenza Picena un tempo era la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola dei Gesuiti locali.
Quando il giorno 25 maggio 1796 venne abbattuta la Collegiata di Santo Stefano che si trovava in Piazza Grande (l’attuale Piazza Giacomo Matteotti), si decise il suo trasferimento nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola dei Gesuiti, in quanto questi ultimi avevano lasciato Monte Santo nel 1773, dopo lo scioglimento dell’ordine deciso dal Pontefice Clemente XIV.
La struttura della Pieve di Santo Stefano di Monte Santo viene citata nei documenti già nel 947, nel 1128, nel 1199 e nel 1252: aveva un’unica navata con l’altare maggiore dedicato a Santo Stefano Protomartire e n.5 altari laterali dedicati alla Madonna del Suffragio, al Carmine, a S. Biagio, allo Spirito Santo e a Santa Maria Maddalena. Nello Statuto Comunale del 1431 Santo Stefano era il patrono principale di Monte Santo, mentre Santa Maria Maddalena era la “feconda Governatrice” della nostra città.
Dal disegno conservato presso l’Archivio storico arcivescovile di Fermo, firmato da d .Seraf. Tibur. (Serafino Tiburzi?), fotografato a suo tempo da Mauro Mazziero e pubblicato da Vincenzo Galiè nel suo libro del 1992 “Da Potentia a Monte Santo a Potenza Picena”, risulta che le dimensioni della Pieve di Santo Stefano erano espresse in palmi romani.
Il Prof. Gianfranco Morgoni ha rapportato in metri i palmi romani, pertanto oggi possiamo affermare che probabilmente la Pieve misurava metri 13 di larghezza della sola facciata e metri 27,80 di profondità, mentre per quanto riguarda l’altezza era di metri 8,60. La Pieve conservava inoltre 119 reliquie di Santi autenticate e donate dal S.te Giuseppe Compagnoni Marefoschi e sotto l’altare del Suffragio vi era il corpo di San Gaudenzio Martire donato da Mons. Mario Marefoschi.
L’altare maggiore era dedicato a Santo Stefano Protomartire ed ospitava il polittico di Pietro Domenico da Montepulciano del sec. XV, nel quale erano presenti Santo Stefano e San Girio, con al centro la Vergine con Angeli ed i Santi Michele Arcangelo e San Lorenzo. Questo polittico fu venduto nel 1943 dalle monachette al Duca Ferretti di Ancona.
Nell’altare dedicato allo Spirito Santo si trovava il quadro di Andrea Lanzani del sec. XVII “La discesa dello Spirito Santo”, oggi conservato all’interno della Collegiata di Santo Stefano, nel primo altare laterale a sinistra entrando. Nella Collegiata di Santo Stefano dell’antica Pieve che si trovava in Piazza Grande si conserva sulla facciata dell’attuale chiesa la lapide che testimonia l’elevazione ad Insigne Collegiata nel 1754 della Pieve da parte del Pontefice Benedetto XIV.
Come era posizionata la Pieve di Santo Stefano in Piazza Grande?
Secondo Vincenzo Galiè, per la presenza del cimitero, l’ingresso della Pieve era posizionato verso l’ex scuola elementare, cioè a levante, mentre l’abside era posizionata a ponente.
Secondo noi l’ingresso invece era rivolto verso ponente, mentre l’abside verso levante. Questa nostra tesi viene confermata dalla raffigurazione del 1773 di Giuseppe Federici, dove si riproduce la Porta di Galiziano con la cinta muraria e vicino alla Torre Civica, ancora con l’imponente cuspide, poi abbattuta dal fulmine il giorno 11 gennaio 1886, svetta la Pieve di Santo Stefano, già all’epoca Insigne Collegiata, con l’ingresso rivolto verso ponente. Anche nel quadro di Benedetto Biancolini del 1770 dedicato a Sant’Emidio che protegge Monte Santo, viene raffigurata la Insigne Collegiata, con l’ingresso rivolto a ponente.

Facciata della Collegiata di Santo Stefano con lapide. Foto di Sergio Ceccotti.

Con l’abbattimento della Pieve di Santo Stefano nel 1796, è stato previsto un allargamento della Piazza e la costruzione di un fabbricato da parte della Prepositura di Santo Stefano, poi successivamente venduto al comm. Bartolomeo Casalis e quindi passato nel 1886 al nostro comune al prezzo di lire 6.000. Questo fabbricato ha ospitato la Società Cittadina, con il Gabinetto di lettura e la Biblioteca circolante, istituita dal prof. Umberto Boccabianca ed il Caffè Cittadino. Nel 1914, quando si sono unite la Società Cittadina, la Società operaia di Mutuo Soccorso e la Società Artigiana di Mutuo Soccorso, formando la nuova “Società Cittadina, operaia ed artigiana di Mutuo soccorso, Gabinetto di Lettura”, il locale è stato adibito a loro sede.
Il caffè cittadino era gestito dalla famiglia di Rossi Rocco, poi dalle figlie Jole e Licia.
Nel 1960 al suo posto è stato costruito l’Albergo Centrale, ora trasformato dall’Impresa edile Castagna in appartamenti e attività commerciali tra cui la Farmacia Comunale.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Mons. Giovanni Cotognini

Mons. Giovanni Cotognini (all’anagrafe Giovanni, Euro, Renato) nasce a Potenza Picena il 3/12/1908 in Via S. Croce n.237, da Giuseppe, calzolaio e da Piatti Caterina, casalinga.

Aveva altri fratelli e sorelle: Delia, Igina, Fernando, Gustavo, Rosa e Nerina.

Dopo aver frequentato le scuole locali con il M° Renato De Angelis, entra in seminario a Fermo e successivamente si laurea in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Viene nominato Cappellano a Torre S. Patrizio nella Parrocchia di S. Salvatore, Rettore del Santuario della Madonna delle Grazie di Potenza Picena, Parroco a Calderette Ete di Fermo (Ponte Ete) nella Parrocchia Immacolata Concezione. Assistente Diocesano delle Suore dell’Istituto “Figlie SS. Redentore e B.V. Addolorata” di Potenza Picena, Presidente e guida spirituale delle “Figlie di Maria”, Associazione femminile locale costituita l’8 settembre 1908 ed estinta alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, è stato per molti anni anche membro del Tribunale Matrimoniale Ecclesiastico Regionale e Professore di Lettere all’Istituto Magistrale “Bambin Gesù” di Fermo, oltre che Professore di Diritto in Seminario. È stato insignito dell’onorificenza Pontificia di “Cappellano del Papa”. Socio dell’Accademia dei Catenati, cultore di storia e di memorie locali, ha effettuato dei lavori di ricerca basandosi esclusivamente sulla consultazione dei documenti d’archivio.

Ha pubblicato nel 1953, per la Deputazione di Storia Patria per le Marche, una ricerca sulla Sacra Rota di Macerata e nel 1973 uno studio su “L’organo e la Schola Cantorum di Potenza Picena”. Da un suo dattiloscritto del 1971 sulla storia del Monastero delle Benedettine di Potenza Picena, è stato stampato nel 1988 un bellissimo libro. Insieme a Suor Maria Candida Italiani e Don Giovanni Carnevale S.D.B. ha scritto la storia delle Suore dell’Istituto “Figlie SS. Redentore e B.V. Addolorata” di Potenza Picena andata in pubblicazione nel 1991. Ha lasciato un interessante lavoro di ricerca su “Il Capitolo dell’Insigne Collegiata di S. Stefano di Monte Santo” da noi pubblicato nel 2009 sul blog “Isantesi”, grazie alla disponibilità di sua nipote Marisa Principi, figlia della sorella Nerina.

È morto a Potenza Picena il 15/3/1991.

Per le sue qualità di uomo di cultura e fine ricercatore, per i suoi lavori di approfondimento storico delle memorie locali, Mons. Giovanni Cotognini deve essere considerato, insieme a Norberto Mancini, uno dei più importanti storici di Potenza Picena del Novecento.

Con questo articolo pubblichiamo il testo integrale del suo lavoro di ricerca storica sulla Sacra Rota di Macerata, estratto dagli atti e memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche, serie VII- Volume VIII – 1953.

La sorella Igina Cotognini e gli eredi nel 1995 hanno donato al Comune di Potenza Picena 5 pubblicazioni appartenute a Mons. Giovanni Cotognini: “Potentini Illustri” di Norberto Mancini del 1950, “La Vergine delle Grazie venerata nel suo Santuario” di Padre Nazzareno Pistelli del 1943, “Orazione a lode dell’Eminentissimo e Reverendissimo sig. Cardinale Mario Compagnoni Marefoschi, recitata nell’Accademia dei Catenati di Macerata tenutasi nel Palazzo Pubblico il dì XXX dicembre 1771 pubblicata da Domenico Quercetti di Osimo nel 1772”, “Padre Pietro Carlucci, o.f.m., nel primo centenario della nascita”, di Padre Armando Pierucci, Treia 1983, “Nel primo centenario della denominazione del Comune di Potenza Picena” 1862-1962, di Dante Cecchi, Fermo 1963.

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polittico Pietro di Domenicoa cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Conosciamo meglio le opere d’arte di Potenza Picena. Il polittico di Pietro di Domenico da Montepulciano del sec. XV, “Madonna col Bambino ed Angeli tra i Santi Michele Arcangelo, Stefano, Lorenzo e Girio”

La pieve di Santo Stefano a Monte Santo in Piazza Grande, oggi Giacomo Matteotti, ospitava al suo interno uno straordinario capolavoro del Quattrocento. Si trattava di un polittico di Pietro di Domenico da Montepulciano del 1415-1418 circa, una tempera su tavola, oggi purtroppo di proprietà di un collezionista privato di Firenze.
In questa opera troviamo la più antica raffigurazione di San Girio esistente, compatrono della nostra città, raffigurato con un abito rosso ed un mantello cenerino.
Il polittico di Monte Santo era sormontato da un secondo ordine ed aveva una predella sottostante; del secondo ordine è rimasto solo il San Marco, oggi di proprietà di privati e conservato in Ancona, venduto nel 1943 al duca Ferretti dalle nostre Suore delle Figlie dell’Addolorata. Della predella sottostante nessuna traccia.
Dopo l’abbattimento dell’antica Pieve di Santo Stefano in Piazza Grande nel 1796, il polittico fu trasferito all’interno della chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, che prenderà il nome di Santo Stefano ed ospiterà l’Insigne Collegiata. Il polittico in questa nuova sede fu collocato in fondo alla chiesa, dove è rimasto fino al 1922. Nel 1924 fu trasferito nel contesto del Monastero delle Figlie dell’Addolorata, contiguo alla Collegiata di Santo Stefano; successivamente, nel 1943, le suore lo hanno poi venduto, per necessità economiche dell’Istituto, al duca Ferretti di Ancona.
Nel mese di Maggio del 1974 il polittico viene venduto all’asta da Sotheby’s a Firenze per un importo di 70 milioni di lire, infine nel 1988 è stato venduto all’asta da Finarte di Milano ed oggi si trova a Firenze proprietà di un collezionista privato.
Di questo capolavoro del Quattrocento santese ne parlano ampiamente sia Alessandro Marinucci, che il marchese Filippo Bruti Liberati e Carlo Cenerelli Campana.
Nel 1766 nel libro di Alessandro Marinucci sul culto e la vita di San Girio è presente una riproduzione del Santo ad opera dell’incisore Alessio Iardone, tratta dal polittico di Pietro di Domenico da Montepulciano.
Il marchese Filippo Bruti Liberati di Ripatransone nella sua IIIª lettera sopra Monte Santo del 1840, scritta in occasione del matrimonio del conte Paolo Emilio Carradori con la sig.ra Matilde Perozzi, parla di questa opera. In questo caso il polittico viene fatto risalire addirittura al Trecento. Inoltre secondo lui, i santi presenti sono gli stessi che oggi si conoscono, ma in un ordine diverso, ordine cambiato dopo il lavoro di restauro.
Carlo Cenerelli Campana nella sua storia di Monte Santo del 1852, a pagine 151, parla ampiamente di quest’opera fatta risalire, come il Bruti Liberati, al Trecento.
Per quanto riguarda i Santi presenti, egli elimina Santo Stefano, e fa risultare presente invece San Sebastiano, sbagliando. Nel volume “Pittori di Ancona nel Quattrocento” a cura di Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, Banca Marche 2008, troviamo in tutta la loro bellezza le foto a colori sia del polittico che oggi si trova a Firenze in una collezione privata, che della cuspide di San Marco, che invece si trova in Ancona, sempre in una collezione privata. Molto interessanti gli approfondimenti delle due opere.
S. Matteo part.
Infine citiamo la tesi di laurea di un nostro concittadino, Mauro Mazziero, che nell’anno accademico 1990-1991 presso l’Accademia Belle Arti di Macerata, cattedra di restauro, relatrice la professoressa Francesca Pappagallo, ha svolto il lavoro su Pietro di Domenico da Montepulciano “Il polittico di Recanati, studio storico e progetto di restauro”. All’interno di questa interessante tesi di Mauro Mazziero, che è possibile consultare presso la nostra Biblioteca Comunale “Carlo Cenerelli Campana”, si parla anche del polittico di Monte Santo. In questo caso il polittico si dice che si stato restaurato nel 1940 e ci sono anche le foto antecedenti e successive al restauro, foto fornite da Bruno Grandinetti. In questo lavoro di Mauro Mazziero, citando un documento in possesso dell’avvocato Silvano Mazzoni, recentemente scomparso, si dice che il polittico aveva in origine anche una predella, non solo il secondo ordine.
Questo capolavoro del Quattrocento santese, oggi purtroppo di proprietà di un collezionista privato di Firenze è comunque una nostra opera d’arte, la più antica che si conosca che è sopravvissuta e di cui comunque dobbiamo essere orgogliosi.
Sarebbe straordinario poterla riportare in esposizione a Potenza Picena, in accordo con l’attuale proprietario di Firenze.

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don andreaIl giorno 8 Ottobre 2017 ha concluso la sua missione come parroco della Parrocchia dei Santi Stefano e Giacomo di Potenza Picena don Andrea Bezzini, sostituito da padre Michele Ardò.
Ha lasciato la nostra città dopo 16 anni di presenza per assumere l’incarico di parroco della Parrocchia di San Lorenzo Martire a Montecosaro.
Era arrivato a Potenza Picena don Andrea Bezzini nel 2001 e in tutti questi anni la nostra comunità ha saputo apprezzare le sue doti di Parroco e di uomo di cultura.
Ha fatto molto per Potenza Picena ed ha portato a termine un’opera molto importante, il nuovo Oratorio parrocchiale “Carlo Acutis” e la casa parrocchiale. Inoltre prima di andarsene a Montecosaro ha voluto concludere i lavori per poter riaprire al culto sia la Collegiata di Santo Stefano che la chiesa della Madonna della Neve.
Per tutto quello che ha saputo fare a Potenza Picena don Andrea Bezzini merita non solo l’affetto da parte di tutti i santesi che gli vogliono veramente bene, ma crediamo che il nostro comune gli debba dare un doveroso riconoscimento per la sua straordinaria opera a favore della nostra comunità, conferendogli la cittadinanza onoraria, annoverandolo tra coloro che la nostra città ricorda con grande affetto e riconoscenza.

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Inaugurazione Oratorio e Casa Parrocchiale Potenza Picena. Foto di Elisa Cartuccia.

Lo stesso riconoscimento nel passato è stato dato giustamente ad altri due parroci, don Vincenzo Galiè e don Cesare Di Lupidio. Siamo certi che il nostro Sindaco Francesco Acquaroli e l’intera Giunta comunale prenderanno seriamente in considerazione questa proposta, che sicuramente sarà accolta con grande entusiasmo da parte di tutti i cittadini di Potenza Picena.

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Collegiata
a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri
La Parrocchia di Santo Stefano di Potenza Picena è la più antica del nostro Comune. Fino agli inizi del Settecento era anche l’unica, poi nel 1739 è stata istituita quella di San Girio e nel 1774 quella di San Giacomo Maggiore a Galiziano.
Nel 1899 è stata istituita anche la Parrocchia di Sant’Anna a Porto Potenza Picena ed infine nel 1957 quella di Montecanepino, poi chiusa nel 1986.
Nel 1754 la Pieve di Santo Stefano, chiesa che si trovava nella Piazza Grande, oggi Giacomo Matteotti, è stata elevata ad Insigne Collegiata dal Pontefice Benedetto XIV, ed alla sua guida veniva nominato un preposto.
Nel 1796 la Pieve di Santo Stefano fu abbattuta e la Collegiata fu trasferita nel contesto della chiesa di Sant’Ignazio, un tempo dei Gesuiti locali.
Il primo preposto è stato don Marziale Mozzoni, nato a Monte Fiore e morto a Monte Santo il giorno 28 Novembre del 1783.
E’ seguito suo fratello Tomasso Mozzoni, anche lui nato a Monte Fiore e morto a Monte Santo il giorno 28 Ottobre del 1819.
Il primo preposto nato a Monte Santo è stato don Luigi Pasquali nato il giorno 5 Giugno 1764 e morto nella nostra città il giorno 4 Agosto 1834. Con lui è cresciuto l’Istituto delle Figlie della Addolorata, istituzione religiosa locale fondata nel 1816 da suor Faustina Mengo.

mons.-giuseppe-gironelli

mons.-giuseppe-gironelli

Segue Nicola Scarcarelli, nato a Monte Santo il giorno 2/9/1790 e morto il giorno 1/2/1867.
Poi abbiamo avuto Luigi Michelangeli nato a Monte Santo il giorno 3/2/1820 e morto nella nostra città il giorno 4 Marzo 1884.
Dopo di lui don Alessandro Cìpollari sempre di Monte Santo, nato il giorno 6 Giugno 1833 e morto a Potenza Picena il giorno 2/2/1898 Successivamente abbiamo avuto don Giuseppe Gironelli, nato a Morrovalle il giorno 11 Settembre del 1853 e morto a Potenza Picena il giorno 14/2/1941. E’ stato parroco dal 1890 fino al 1921.
Dal 19/3/1904 fino al 1919 è stato vicario cooperatore di don Giuseppe Gironelli, don Gustavo Spalvieri.
Don Giuseppe Gironelli viene ricordato per aver fatto costruire a sue spese la Casa Parrocchiale.
Dal 1921 fino al 1923 abbiamo avuto come amministratore della Parrocchia don Vincenzo Leoni.
Dal 1923 fino al 1927 risulta preposto don Giuseppe Giorgini, nato a Potenza Picena il giorno 18/3/1876 e morto nella nostra città il giorno 17/4/1932.
Dal 1927 fino al 1929 abbiamo come amministratore della Parrocchia don Giuseppe Corallini nato a Fermo il giorno 28/6/1900, che diventerà parroco solo nel 1930.
Dal 12/7/1931 subentra come Preposto don Marone Cesanelli nato a Civitanova il giorno 28/5/1898 e morto a Lapedona il giorno 24/8/1979. Resta parroco fino al 23/12/1951.
Dal 18/5/1952 fino al 1978 abbiamo come preposto don Giacomo Fortunati, nato a Rapagnano il giorno 25/7/1902 e morto a Potenza Picena il giorno 10/1/1982. Dal 1978 fino al 1988 don Primo Pennacchioni ricopre il ruolo di parroco. Nato a Morrovalle il giorno 21/1/1940 muore il giorno 31/8/2014.

Don Carlo Leoni

Don Carlo Leoni

Dal 1988 fino al 2006 don Carlo Leoni ricopre il ruolo di parroco della Parrocchia. Nato a Comunanza il giorno 21/5/1939 è morto a San Benedetto del Tronto il giorno 16/2/2011. Con lui la Parrocchia di Santo Stefano nel 1989 si unisce con quella di San Giacomo Maggiore. Don Carlo Leoni inoltre ha iniziato i lavori che hanno portato all’apertura dell’Oratorio “Pier Giorgio Frassati”; il giorno 30/11/2003 ha fatto riaprire la Collegiata di Santo Stefano, dopo il terremoto del 1997. Dal 2007 fino ad oggi il ruolo di parroco è ricoperto da don Andrea Bezzini, nato a Bozzolo(Mantova) il giorno 10/7/1975. Don Andrea Bezzini ha portato a termine i lavori per il nuovo Oratorio parrocchiale “Carlo Acutis” e la casa parrocchiale, inaugurati il giorno 25 Giugno 2017. Ha riaperto inoltre la Collegiata di Santo Stefano il giorno 22 Aprile 2017, dopo i lavori resisi necessari per i danni causati dalla forte scossa di terremoto del giorno 30 Ottobre del 2016.
Notizie tratte dal volume “L’Insigne Collegiata di Santo Stefano” di Mons. Giovanni Cotognini del 1951.
Il fascino della storia e il respiro del mare, Potenza Picena a cura di Renza Baiocco, testi di Andrea Bovari. 2009.

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di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Casa Parrocchiale sul piazzale S. Stefano. Foto di Sergio Ceccotti.

Casa Parrocchiale sul piazzale S. Stefano. Foto di Sergio Ceccotti.

Stanno procedendo celermente i lavori sull’Oratorio e la casa parrocchiale portati avanti dalla Parrocchia dei Santi Stefano e Giacomo di Potenza Picena.
Dagli inizi del mese di Aprile 2017 è stata smontata sia l’impalcatura che la gru dell’impresa Paccaloni di Potenza Picena che era collocata davanti alla facciata del palazzo della casa parrocchiale, posta a fianco della Collegiata di Santo Stefano.
Il Palazzo esteriormente si sta mostrando in tutta la sua bellezza, grazie ai lavori che sono stati eseguiti con molta professionalità dall’impresa locale. Oltre alla facciata, è stato sistemato il tetto e si è proseguito con i lavori all’interno del fabbricato. L’inaugurazione della casa parrocchiale e dell’Oratorio Carlo Acutis è prevista per Domenica 25 Giugno 2017.
Qual’è la storia di questo straordinario Palazzo posto in questo ampio piazzale a fianco alla Collegiata?

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Casa Parrocchiale sul piazzale S. Stefano. Foto Bruno Grandinetti. Prop. fototeca Comunale.

Mons. Giovanni Cotognini nella sua storia dell’Insigne Collegiata di Santo Stefano del 1951, da noi pubblicata integralmente sul blog, ne aveva già parlato.
Secondo lui il Palazzo risale al 1900 ed è stato fatto costruire dal prevosto don Giuseppe Gironelli, a sua spese.
Don Giuseppe Gironelli, nato a Morrovalle il giorno 11/9/1853, è venuto a Potenza Picena nel 1890, ed ha assunto la carica di
Prevosto della Collegiata, che ha lasciato solo alla fine del 1921, per rinuncia. E’ morto nella nostra città il giorno 14/2/1941. Era stato nominato dal Pontefice PIO XI Prelato Domestico di S.S. il giorno 2/6/1928.
Oltre al Palazzo della casa parrocchiale ha donato alla Parrocchia di Santo Stefano anche gli altri due fabbricati di Via S. Marco e che oggi costituiscono l’Oratorio parrocchiale.
Dai documenti dell’archivio storico comunale di Via Trento è emerso che la costruzione di questo Palazzo nel piazzale di Santo Stefano, era stato fonte di un ricorso presso la Prefettura di Macerata. Nel ricorso si mettevano in risalto in particolare due problemi: il primo era l’impatto del nuovo fabbricato con la facciata in cemento attaccato alla Collegiata di Santo Stefano, struttura cinquecentesca in mattoni(Indubbiamente stona), il secondo problema riguardava la proprietà del muraglione posto sopra l’orto dove era stato costruito il Palazzo; per il nostro Comune questo muraglione era una sua proprietà. Il Prefetto di Macerata, in accordo con le parti, per poter trovare una soluzione nominò un perito, nella persona dell’ingegnere provinciale Ciarapica, il quale, dopo approfondite ricerche d’archivio, arrivò alla conclusione che il muraglione era di proprietà della Parrocchia e non del nostro Comune e quindi la costruzione del Palazzo era legittima. L’ingegnere Ciarapica ha comunicato alle parti la sua decisione il giorno 26/10/1901.

mons.-giuseppe-gironelli

mons.-giuseppe-gironelli

La proprietà di questo Palazzo, insieme agli altri due di Via S. Marco, è passata alla Parrocchia di Santo Stefano il giorno 27 Settembre 1934, con atto del notaio dott. Filippo Bocci di Potenza Picena e registrato a Recanati il giorno 16 Ottobre 1934, atto n° 108. Se oggi la nostra comunità parrocchiale può utilizzare questi locali della casa parrocchiale del piazzale Santo Stefano e quelli di Via San Marco è grazie alla generosità di Mons. Giuseppe Gironelli.
Per ricordarlo sarebbe opportuno collocare sulla parete una targa che renda omaggio a questo sacerdote, oppure intitolargli una parte dei locali, esponendo una sua foto.

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