La Banca Popolare di Credito di Potenza Picena è stata fondata nel 1897, il giorno 11 novembre, da 56 soci ed il primo presidente è stato il conte Flavio Buonaccorsi. Il primo consiglio di amministrazione era composto da:
sindaci supplenti: Mercuri Pio e Piani Ferdinando;
comitato di sconto: Cardinali Emidio, Cerquetti Gregorio, Mengoni Ezio e Pierandrei Giuseppe;
collegio dei probiviri: Colocci Giovanni, Zamponi Pietro e Gasparrini Guglielmo.
Conte Amerigo Buonaccorsi
La Banca Popolare di Credito di Potenza Picena ha proseguito la sua attività fino al 1977, quando il giorno 17 dicembre è confluita nella Banca Popolare della Provincia di Ancona, dopo 80 anni dalla sua fondazione. Il 25 aprile del 1977, infatti, l’assemblea straordinaria dei soci della Banca Popolare di Potenza Picena, tenutasi presso il cinema Aurora, decise a maggioranza degli azionisti la fusione con la Banca Popolare della Provincia di Ancona. Solo alcuni azionisti, il vice Presidente Domenico Bernacchia, Igino Carestia e Severino Donati, tentarono di salvare l’autonomia della banca.
Nel 1972, il giorno 15 ottobre, si inaugurò l’apertura di una filiale a Porto Potenza Picena, festeggiando quell’anno anche i settantacinque anni della banca. I presidenti del consiglio di amministrazione che si sono alternati alla sua guida sono stati:
dal 1897 al 1901
conte Flavio Buonaccorsi
dal 1901 al 1904
Mocchegiani Domenico
dal 1904 al 1911
cav. Ettore Bocci
dal 1911 al 1914
conte Amerigo Buonaccorsi
dal 1914 al 1922
Matteucci Pacifico
dal 1922 al 1956
conte Rodolfo Tomassini Barbarossa
dal 1956 al 1962
Mazzoni Antonio
dal 1962 al 1966
dott. Angelo Sparapani
dal 1966 al 1973
comm. Egisto Bontempi
dal 1973 al 1977
Alberto Rosciani
Si ringrazia Giuseppe Properzi per le informazioni fornite sulla Banca Popolare di Potenza Picena.
Targa metallica ovale della Banca Popolare di Credito di Potenza Picena. Foto Sergio Ceccotti. Pianacoteca Comunale.
Il giorno 15 ottobre 1972, cioè 50 anni fa, ha aperto a Porto Potenza Picena in Piazza Giulio Douhet la filiale della Banca Popolare di Potenza Picena. L’apertura di questa filiale al Porto consentiva ai cittadini di poter disporre di due sportelli bancari (era già presente la Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata in Via Livorno). La Banca Popolare di Potenza Picena era sorta nel lontano 1897 e l’apertura di questa nuova filiale coincideva con i 75 anni dell’Istituto di credito santese. Per festeggiare l’avvenimento si tenne un’iniziativa all’interno del cinema Aurora in Via Silvio Pellico e per l’occasione la Banca Popolare donò al nostro comune un’autoambulanza. Il dott. Mauro Mancini in quella circostanza fece una ricostruzione storica della Banca Popolare di Potenza Picena. In quell’anno 1972 il Presidente della Banca Popolare di Potenza Picena era il comm. Egisto Bontempi, mentre il Vice-Presidente era l’imprenditore edile Domenico Bernacchia. Il consiglio di amministrazione era composto dai seguenti membri: Mauro Mancini, Emilio Mignanelli, Gianmario Fermani, Luciano Bilò, Francesco Percossi e Manlio Natalini. Il collegio sindacale era composto da: Ferruccio Orselli Presidente, Antonio Carestia e Pietro Scipioni, sindaci effettivi, Giacomo Cecarini e Aldo Minestroni, sindaci supplenti. Il Collegio dei Probiviri era composto da: Carlo Moretti, Presidente, Romolo Colafranceschi ed Umberto Rossi, membri. Nel 1972 con l’apertura della nuova filiale della Banca Popolare di Potenza Picena, a Porto Potenza avevamo 2 sportelli bancari, come anche a Potenza Picena.
Egisto Bontempi al centro
Oggi, a distanza di 50 anni il capoluogo ha un solo sportello bancario, Intesa San Paolo in Piazza Matteotti (in cui è confluita nel frattempo la Banca Popolare), mentre a Porto Potenza Picena troviamo ben 4 sportelli bancari: Cassa di Risparmio di Fermo in Via Rossini, Monte dei Paschi di Siena in Via Regina Margherita, Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano in Via Regina Margherita ed Intesa San Paolo in Via Livorno. Un’ultima curiosità, venuta fuori leggendo le poesie ed i racconti di Giuseppe “Ninì” Colafranceschi: in una sua poesia cita l’apertura di una Banca Popolare al Porto, promossa da un sacerdote, Don Dante De Angelis, agente bancario, poi fallita, purtroppo però nei documenti d’archivio di Via Trento non abbiamo mai trovato notizie di questo avvenimento.
Don Dante De Angelis ASCPPManifesti della Banca Popolare di Piotenza Picena per il 75° di Fondazione. Foto di Sergio Ceccotti.Manifesti della Banca Popolare di Piotenza Picena per il 75° di Fondazione. Foto di Sergio Ceccotti.
Nel 1937, grazie all’iniziativa imprenditoriale di Egisto Bontempi e di Temistocle Mancini, iniziava a Potenza Picena la sua attività la ditta “La Fisarmonica” nel palazzo Marefoschi di Via Silvio Pellico, oggi sede delle Poste Italiane. Una delle prime operaie di questa nuova attività imprenditoriale nella nostra città che produceva fisarmoniche è stata Valfrida Percossi, come intonatrice. Valfrida ha lavorato in maniera ininterrotta in questa azienda fino a quando è andata in pensione. Valfrida Percossi era anche una brava cucitrice a macchina e possedeva nella sua casa di Via Guglielmo Marconi una macchina Necchi modello RZZ del 1932, molto rara, oggi conservata ancora funzionante all’interno della collezione di macchine Necchi e non solo di Guglielmo Percossi, suo nipote, in Viale Trieste. Valfrida era nata a Potenza Picena il giorno 23/10/1909 da Effrendo, guardia municipale e da Pia Bernacchini ed aveva altri fratelli e una sorella: Giuseppe, Elio Dante, Roberto (emigrato in Argentina) e Giuseppa. Non si è mai sposata e negli ultimi anni è vissuta insieme a suo nipote Marcello Percossi, aveva studiato nelle scuole elementari locali con la maestra Adalgisa Matteucci e con il maestro Alessandro Palombari. Tra le sue compagne di classe troviamo Giuseppa Bernabiti, Ana Cardinali, Giulia Cardinali, Jole Rossi, Agata Polidori ed Isabella Sbalestra.
Operai ed operaie della Ditta “La Fisarmonica”
E’ morta a Potenza Picena, circondata dall’affetto dei suoi nipoti e pronipoti il giorno 1/03/2014, alla veneranda età di 104 anni. Era la più anziana, chiamata per questo “la nonnina di Potenza Picena”. Nel 2009 aveva festeggiato i suoi 100 anni ricevuta dal sindaco Sergio Paolucci, insieme ai suoi tanti nipoti, nel palazzo municipale.
Una delle realtà produttive più importanti di Potenza picena è stata sicuramente la fabbrica di strumenti musicali Bontempi.
Il fondatore è stato Egisto Bontempi, poi l’attività è proseguita con il figlio, l’Ing. Paolo Bontempi.
Egisto Bontempi è nato a Castelfidardo il giorno 31/07/1902 da Luigi e da Vittoria Ruffini, il giorno 30/4/1931 si è sposato con la signora Maria Bianchi e dal loro matrimonio sono nati Paolo ed Anna. È morto il giorno 17/12/1993 a Potenza Picena ed è sepolto nel cimitero di Chiarino di Recanati.
Egisto Bontempi è venuto a Potenza Picena da Castelfidardo nel 1937 ed ha aperto una fabbrica di fisarmoniche presso il palazzo Marefoschi, oggi sede delle Poste Italiane, chiamata all’epoca “La Fisarmonica”.
Aveva iniziato questa avventura imprenditoriale a Potenza Picena insieme all’imprenditore di Castelfidardo Archimede Mancini, nato a Potenza Picena e grazie all’appoggio del maestro elementare Azzolino Clementoni.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale Egisto porterà avanti da solo l’attività della ditta, mentre Archimede si trasferirà a Pesaro dove aprirà una fabbrica di armoniche a bocca e di fisarmoniche.
Agli inizi degli anni sessanta il palazzo di Via Silvio Pellico verrà lasciato dalla ditta Bontempi e la produzione trasferita nel nuovo stabilimento di Viale Don Bosco.
Il palazzo Marefoschi, valutato dai tecnici lire 115.000.000, nel 1979 verrà donato al Comune di Potenza Picena dai coniugi Egisto Bontempi e Maria Bianchi (delibera del Consiglio Comunale del 6/4/1979) per essere utilizzato per ricavarci appartamenti di edilizia popolare.
Oggi è occupato dalle Poste Italiane e sono stati ricavati solo 7 appartamenti di edilizia popolare.
Egisto Bontempi ha fatto parte a Potenza Picena del Comitato di Liberazione Nazionale, insieme al prof. Giuseppe Asciutti, Azzolino Clementoni, Presidente il Colonnello Giovanni Pasquali.
È stato rappresentante del Partito Socialista Italiano e degli industriali per un breve periodo e assessore alle attività produttive nella prima Giunta Comunale, nominata subito dopo la liberazione di Potenza Picena del 30/06/1944, Sindaco il colonnello Giovanni Pasquali, insieme a Giuseppe Pastocchi, per il PCI e per gli artigiani, Azzolino Clementoni per la DC e per i ceti impiegatizi, Antonio Mazzoni, in rappresentanza del Partito Democratico Liberale e degli Istituti di Credito.
Dopo le sue dimissioni dall’incarico di assessore, il suo posto è stato preso dal socialista Edoardo Clementoni.
È stato anche Presidente della Banca Popolare di Potenza Picena, istituto fondato nella nostra città nel 1897.
Trai i primi operai della ditta “La Fisarmonica” di Egisto Bontempi si ricordano Valfrida Percossi, Giuseppe Ricciardi, Giuseppe Rinaldoni (Peppò), Secondo Tortelli, Remo Galvani, Fernando Cennerelli, Emanuele Rosciani (il padre del Sindaco Alberto Rosciani), Emilio Magi (il padre del Sindaco Maria Magi).
Dopo l’invasione della Polonia da parte della Germania di Hitler il 1° settembre del 1939, Egisto Bontempi perse due cassoni di fisarmoniche del valore di lire 830.000 a causa del bombardamento tedesco della Dogana di Varsavia.
Foto tratta dal libro “La mia terra” di Norberto Mancini. Anno 1954. ASCPP.
Presentazione di Simona Ciasca e Paolo Onofri.
In un nostro precedente articolo abbiamo parlato del ruolo svolto da Archimede Mancini nel portare l’industria della fisarmonica a Potenza Picena nel 1937.
Aveva iniziato questa avventura imprenditoriale a Potenza Picena con Egisto Bontempi, anche se dopo la fine della seconda guerra mondiale Egisto proseguirà da solo l’attività della ditta “La Fisarmonica”.
Archimede Mancini era nato a Potenza Picena il giorno 06/07/1905 in C.da Orfanotrofio Vecchio n. 216 (l’attuale Via Tripoli), da Temistocle e da Massimina Bufalari. Aveva altri tre fratelli: Dante, Vitaliano e Galileo.
Era parente sia dello scrittore Norberto Mancini, che dei fratelli Clementoni: Azzolino, Arturo, Flavio, Giulio e Giuseppe.
Azzolino Clementoni
La sua venuta a Potenza Picena nel 1937 è stata favorita dal cugino, il maestro elementare Azzolino Clementoni. Norberto Mancini, anche lui suo cugino, aveva annoverato Archimede tra i “potentini illustri” nel 1950. Azzolino Clementoni nel libro di Norberto Mancini “La mia terra” del 1954 aveva tracciato una bellissima biografia di Archimede Mancini, che noi oggi vogliamo far conoscere a tutti i nostri affezionati lettori.
Archimede Mancini si era sposato il giorno 03/06/1933 con la signora Adelia Fontanella ed è morto ad Urbino il giorno 15/01/1976.
Si riporta di seguito il testo tratto dal libro “La mia terra” di Norberto Mancini, Editrice C.E.I. di Ancona 1954.
UN UOMO E UN’INDUSTRIA
Un nome diventato celebre in tutta Italia e in varie parti del mondo, ci richiama alla memoria le origini umili di una industria che, dopo aver prosperato e recato benessere alla popolazione della ridente cittadina di Castelfidardo (Ancona), si è diffusa sempre più, creando maestranze esperte e solerti operai, i quali, in questa nuova attività, hanno trovato la soluzione del loro problema economico nel modo i più decoroso, nobilitante e redditizio: la industria della fabbricazione delle Fisarmoniche.
Quel nome risponde al comm. Paolo Soprani.
Ma una mente geniale e creativa era necessario si affiancasse a questo grande apostolo del lavoro; una mente che, intravedendo quale sarebbe potuto essere lo sviluppo di questa sorgente di attività, ne sapesse anche intuire quali fossero i bisogni tecnici e i problemi urgenti da affrontare e risolvere; l’uomo adatto insomma, che, prescindendo dal fattore economico, si ponesse validamente al centro del problema creativo, ne desse la vitalità, l’incoraggiamento, lo sviluppo; ne fosse come il perno, il centro di convergenza e di propulsione di ogni progresso tecnico, anche se inizialmente incompreso.
Questo uomo, febbrile nella sua attività, arduo nelle sue moderne concezioni, ferrato per superare ogni ostacolo, fu Temistocle Mancini.
La di Lui attività multiforme, segna l’inizio di un cammino che, dalle umili forme di strumenti quasi senza pretese, si dirige verso forme sempre più perfette di costruzione sonora ed estetica, fino al raggiungimento del capolavoro.
Temistocle Mancini lascia l’industria in perfetta funzione e maturità e la sua opera avveduta non dilegua colla sua immatura scomparsa.
Ben quattro figli erediteranno da Lui la passione per la medesima industria; i quali da perfetti, intelligenti ed appassionati lavoratori, faranno sentire tutto l’apporto della loro genialità originaria nei vari rami prescelti, ognuno con proprie attrezzatissime officine e maestranze fedeli e laboriose: Dante (attuale Sindaco di Castelfidardo), Archimede, Galileo Vitaliano.
La guerra, che ha creato poi nuove necessità e nuovi impegni, ha fatto sì che tale industria venisse trapiantata anche nella città di Pesaro, madre dei suoni, artefice di maestri sommi, culla di quest’universale genio che è Gioacchino Rossini.
Oggi il Gr. Uff. Archimede Mancini, premiato dal Presidente della Repubblica S. E. Einaudi, per merito di lavoro, può essere orgoglioso della sua attività, coronata da magnifico successo.
A Porta Rimini, ove sanguinano ancora le ferite del recente conflitto dei popoli, sorge nuovo e magnifico un grandioso stabilimento di fisarmoniche: officine rumorose ed echeggianti di suoni; saloni festosi di gioventù laboriosa; inno di capacità organizzativa per eccellenza; sviluppo di tecnica sempre più perfetta; centro di benessere per tante famiglie; lotta alla disoccupazione avvilente; volontà concordi, sotto la guida di Colui che ne fu l’organizzatore e che passa la sua esistenza nel lavoro, fra i suoi duecento operai che ne seguono l’esempio, che ne riconoscono l’autorità per quel rispetto naturale che merita chi si impone, non per forza di padronanza, ma di comprensione, di bontà, di effettivo valore e genialità personale.
Allo sguardo panoramico, tanto si presenta.
È un angolo della città di Pesaro dove c’è vita, concordia, attività, lavoro.
Tutto ciò è benemerenza del Mancini che, trasferendosi da Castelfidardo, ha trovato in Pesaro una città accogliente, i cui cittadini, godendone i molti benefici che ne derivano, sanno apprezzarlo a dovere. Egli ha creato un complesso industriale ben organizzato. I lavoratori vi sono ampiamente tutelati secondo tutte le norme vigenti: l’organizzazione degli uffici è perfetta; gli orari osservati con scrupolosità e in tutti si vede la serenità di animo, e quasi la gioia di vivere. Ogni reparto ha i suoi capi specializzati che curano la disciplina nella produzione e che si rendono garanti presso il Mancini e, quindi, presso il cliente. Il materiale prodotto è ottimo, comunque lo si voglia considerare. Su ciò non può inocularsi alcun dubbio perché i responsabili capi, oltre ad essere persone provate ed oneste, hanno una competenza ed esperienza certe e rappresentano quanto di meglio il Mancini poteva creare.
Ma per il raggiungimento di tale meta, quali i problemi da risolvere?
Se si pensa che la produzione, dalla semplicissima armonica a bocca, va alle complicatissime ed artistiche fisarmoniche da concerto, a ma la pena si intuisce i forti problemi che si presentano.
Il visitatore di fronte alle varie sale in cui trovasi il macchinario, resta meravigliato e non sa rendersi ragione perché una simile attrezzatura di torni, di trapani, di stampi e di tante altre macchine che, dal reparto falegnameria va al reparto verniciatura a fuoco, a smalto, alla cromatura, a tutte le altre difficili e varie necessità richieste anche dal più piccolo oggetto di produzione. Citerò un solo esempio: la scanalatura delle piccole armoniche a bocca per poi innestare le voci, pur sembrando una cosa semplice e quasi da nulla, richiede una macchina speciale.
Ora per condurre a termine qualsiasi lavoro, occorre una attività molteplice, alla quale corrisponde una di queste macchine. Costruire una linguetta, significa essersi costruito un congegno appropriato ed unico. Ecco la ragione di uno sfarzo di macchinario costosissimo ed indispensabile e che trova la sua ragione di essere proprio nelle tante esigenze richieste da ogni più minuto oggetto di fabbricazione.
Ebbene, quasi integralmente, le macchine sono creazioni dello stesso Mancini, non essendo molte quelle in commercio. Qui si rivela la più alta e meritoria opera di Lui, i cui sogni sono interrotti, quando urge la soluzione di un nuovo problema tecnico. Son tormenti non appariscenti e che sanno valutare ed apprezzare chi vive al suo fianco, chi conosce le difficoltà che giornalmente si prospettano o che ne è messo al corrente per l’espresso desiderio di essere bene edotto in questo ramo industriale.
Nella vasta produzione, come per un respiro di sollievo, Archimede Mancini ha trovato modo di fabbricare un tipo di fisarmonica giocattolo che, Fornita di un geniale metodo per impararla a suonare senza conoscere la musica (opera del Maestro Prof. Flavio Clementoni, apprezzatissima anche all’estero), dà modo ai bambini di appassionarli allo strumento, di addestrar visi in preparazione per quello che sarà l’impegno di una fisarmonica da concerto.
Una novità in tale genere è rappresentata dalla completa fisarmonica stampata in alluminio. Il meccanismo interno, complicatissimo, ha l’esigenza di precisione come di orologeria. E, se mi è lecito chiamarlo prodotto affine o sottoprodotto, aggiungerò che, oltre ai coristi, ha dato inizio a una fabbricazione di strumenti musicali in ottone per complessi di bambini; fisarmoniche di vari modelli, in cartone: giocattoli vari di indole musicale, i quali hanno il favore ed il plauso dei clienti sparsi in tutto il mondo.
Il Mancini segue il suo genio. Non esaurita una invenzione, è già in fermento per una nuova e l’impeto produttivo si acquieta solo quando vede tradotto in pratica ciò che pensa. Una mente vulcanica in un fisico apparentemente sereno.
È un continuo arricchimento di coscienza estetica; è un incitamento all’amore della musica che dalla primitiva, semplice, arcaica canzone, si eleva sino alle sublimi essenze di un Palestrina, agli accorati canti di un Bellini e di un Verdi, alle laboriose pagine di un Wagner, alle ardite concezioni di un Bach e alle poderose esplosioni di un Quinta e di una Nona di un Beethoven.
AZZOLINO CLEMENTONI Trascrizione a cura di Gianfranco Morgoni
Foto tratta dal libro “La mia terra” di Norberto Mancini. Anno 1954. ASCPP.
a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri
erché Egisto Bontempi nel 1937 è venuto a Potenza Picena da Castelfidardo ad impiantare una fabbrica di fisarmoniche, in una realtà dove la produzione di questo strumento musicale non aveva alcuna radice storica? E’ una domanda che ci siamo sempre posti, non avendo trovato fino ad oggi legami convincenti tra Potenza Piena e la famiglia Bontempi.
Continuando a cercare nel nostro ricchissimo archivio storico comunale, probabilmente abbiamo trovato la risposta.
Una delle famiglie più importanti nel campo degli strumenti musicali a Castelfidardo ed in particolare delle fisarmoniche, che ha saputo sviluppare l’attività imprenditoriale con grandi successi, è stata sicuramente quella dei Mancini, figli di Temistocle, grande imprenditore, Dante, che è stato anche Sindaco di Castelfidardo, Vitaliano, Galileo ed Archimede. Questa famiglia si era trasferita nel 1910 a Castelfidardo da Potenza Picena, dove il capofamiglia Temistocle Mancini era il moderatore dell’orologio della Torre Civica ed anche un valente meccanico orologiaio, parente dello scrittore Norberto Mancini e della famiglia di Azzolino Clementoni.
In particolare il legame di uno dei figli di Temistocle Mancini e Massimina Bufalari, Archimede, nato a Potenza Picena il giorno 6/7/1905 in c.da Orfanatrofio Vecchio n° 216 (l’attuale Via Tripoli) si riallaccia il giorno 24/2/1937 con la nostra città, quando propone al nostro Comune l’apertura di una fabbrica a Potenza Picena per la produzione di organetti a bocca, la prima in Italia, (si producevano solo in Germania) di voci per armoniche e fisarmoniche, dove poteva contare sull’appoggio del suo cugino, il maestro elementare Azzolino Clementoni. Archimede Mancini a Castelfidardo aveva già una fabbrica con 140 operai.
Il comune di Potenza Picena, Podestà l’ing. Cesare Maggini, il giorno 7/4/1937, accetta la proposta di Archimede Mancini ed Egisto Bontempi, che acquistano i locali del Palazzo Marefoschi in Via Silvio Pellico, che erano di proprietà della Parrocchia di Santo Stefano, mentre il nostro Comune si impegnava a dare per 5 anni gratuitamente l’energia elettrica, acqua ed esenzione delle tasse comunali. Con Archimede Mancini a quel punto vengono a Potenza Picena anche Egisto Bontempi, incisore di armoniche, Emanuele Rosciani, il padre dell’imprenditore Alberto Rosciani e successivamente Remo Galvani, accordatore di voci, Emilio Magi, il padre dell’ex Sindaco di Potenza Picena Maria Magi e tanti altri. Tra i primi dipendenti locali della nuova ditta “La Fisarmonica” troviamo la sig.ra Walfrida Percossi, morta il giorno 1/3/2014 all’età di 104 anni, l’ultima testimone di quella straordinaria attività imprenditoriale creata a Potenza Picena e che è proseguita poi in solitaria da Egisto Bontempi dopo la fine della 2° guerra mondiale e si è ampliata con il figlio, l’ing. Paolo Bontempi, arrivando ad essere leader mondiale degli strumenti musicali giocattolo e non solo.
Archimede Mancini subito dopo la seconda Guerra Mondiale trasferisce la sua attività imprenditoriale di armoniche a bocca e fisarmoniche da Castelfidardo a Pesaro, dove lavorerà anche il nipote Mario Clementoni, arrivando ad avere nel 1950 250 dipendenti. Mario Clementoni fonderà successivamente a Recanati insieme alla moglie Matilde Brualdi “La Clementoni Giocattoli”, oggi leader mondiale nel settore. Archimede Mancini si era sposato il giorno 3/6/1933 con la Sig.ra Adelia Fontanella ed è morto ad Urbino il giorno 15/1/1976.
Azzolino Clementoni
Comunque se abbiamo avuto la fortuna di una presenza imprenditoriale nel campo degli strumenti musicali, oltre che alla famiglia Bontempi, Egisto e la moglie Maria Bianchi, ed il loro figlio ing. Paolo, lo dobbiamo anche, senza ombra di dubbio, all’inventiva di un figlio illustre di Potenza Picena, trasferitosi poi a Castelfidardo e successivamente a Pesaro, di nome Archimede Mancini, pioniere dell’imprenditoria marchigiana nel campo degli strumenti musicali, in particolare delle armoniche a bocca e delle fisarmoniche. Potenza Picena non deve dimenticare questo suo figlio illustre.
Azzolino Clementoni, nel libro di Norberto Mancini “La mia Terra” del 1954, ha tracciato di Archimede Mancini una bellissima nota biografica con foto, molto interessante.
Anche Norberto Mancini in “Potentini Illustri” del 1950 ha preso in considerazione Archimede Mancini.
Lettera firmata da Egisto Bontempi ed Archimede Mancini del 6/4/1937 indirizzata al Podestà di Potenza Picena Ing. Cesare Maggini con cui si comunica l’apertura della fabbrica “La Fisarmonica a Potenza Picena. ASCPP.
Lettera di Archimede Mancini del 24 2 1937 al Podestà di Potenza Picena Ing. Cesare Maggini con cui chiede di aprire una fabbrica di organetti a bocca, voci per armoniche e fisarmoniche. ASCPP.
Lettera di Archimede Mancini del 24 2 1937 al Podestà di Potenza Picena Ing. Cesare Maggini con cui chiede di aprire una fabbrica di
Lettera di Archimede Mancini del 24 2 1937 al Podestà di Potenza Picena Ing. Cesare Maggini con cui chiede di aprire una fabbrica di
Foto tratta dal libro “La mia terra” di Norberto Mancini. Anno 1954. ASCPP.
Palazzo donato dai Coniugi Bontempi visto da Via Silvio Pellico. Foto Sergio Ceccotti.