A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.
Il giorno 26 gennaio 2021 è stato riaperto completamente al transito pedonabile il Vico Balilla nel nostro centro storico. Il Vicolo collega, al pari di Via Dogali, il Corso Vittorio Emanuele II a Via Mariano Cutini.
Era stato parzialmente chiuso al transito pedonabile dopo la forte scossa di terremoto del giorno 30 ottobre del 2016.
L’attuale denominazione Vico Balilla è stata data solo agli inizi del Novecento, in precedenza si chiamava Vico delle Orfane, per la presenza nell’ex convento degli Agostiniani dell’Orfanotrofio femminile, mentre nel 1886, nello stesso fabbricato, troviamo anche l’Asilo d’Infanzia.
L’ex convento degli Agostiniani ha ospitato solo alla fine dell’Ottocento le scuole elementari, che in precedenza si trovavano nei locali dell’ex convento di S. Francesco.
Perché il nome Balilla di questo caratteristico vicolo? Non è riferito di certo ai bambini che nel periodo fascista venivano iscritti obbligatoriamente dagli 8 agli 11 anni nell’Opera Nazionale Balilla, che nella nostra Provincia era guidata dal concittadino Casimiro Scarfiotti. Balilla fu il nome dato al ragazzo genovese che il giorno 5 dicembre 1746 nel sestiere di Portoria scagliò un sasso contro un ufficiale tedesco delle truppe austro-piemontesi che avevano occupato la città di Genova, iniziando in questo modo la rivolta popolare. Il giovane balilla viene anche citato nella quarta strofa del Canto degli Italiani di Goffredo Mameli (musicato da Michele Novaro e diventato l’Inno Nazionale): “I bimbi d’Italia/si chiaman Balilla”.
In questo vicolo hanno abitato due famiglie nel Novecento, quella di Emanuele Simonacci “Checco d’Orazio” e quella di Giuseppe Ricciardi, “Peppe o’ roscio”. Il primo è stato combattente durante la prima guerra mondiale, invalido di guerra, consigliere comunale ed assessore prima dell’avvento del fascismo per il PSI, il secondo Giuseppe Ricciardi, anche lui è stato un rappresentante del PSI ed ha ricoperto in diverse legislature il ruolo di assessore, cominciando nel 1946 con il sindaco Antonio Carestia.
Oltre alla sede della scuola elementare della nostra città, i locali che hanno l’ingresso in Corso Vittorio Emanuele II hanno ospitato anche la scuola di avviamento professionale.
Inoltre in questo vicolo è nata nel 1977 la prima radio libera di Potenza Picena, Radio Sonic 97, 80 Mhz, dove ha iniziato nel 1978 la sua esperienza radiofonica Enrico Pighetti. Aveva la sua sede all’interno dell’abitazione messa a disposizione da Nazzareno Ricciardi, il figlio di Giuseppe. Inoltre nei locali un tempo occupati dalla scuola di avviamento professionale ha operato la scuola di arti figurative del maestro Nando Carotti, dove la sua prima allieva è stata Giusi Riccobelli e successivamente anche Mauro Mazziero.
Nel 1994 in questi locali è nato anche il Centro Sociale Millepiani, di cui facevano parte molti giovani di Potenza Picena, si ricordano Riccardo Pastocchi, Luca Carestia, Simone Parigi, Michele Galassi, Serafino Sargentoni, Gianluca Pavisa, Ugo Rossini, Elena Cennerelli, Stefania Giorgetti, Paolo Perogio, Andrea Rosati, Stefano Cognigni e tanti altri.
La loro prima iniziativa è stata, nel 1994, la pulizia delle Fonti di Galiziano e di quella della Concia, in seguito sono state svolte molte altre iniziative, tra cui ci piace ricordare le proiezioni di film, i corsi di lingua italiana per stranieri, corsi di pittura, poesia, e musica.
In questi locali di Vico Balilla ha avuto la propria sede anche il Centro Prevenzione Disagi Giovanili (C.P.D.G.) seguito da Giuseppe Rosati.
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