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Posts Tagged ‘opere d’arte’

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L’Assunta tra i Santi Tommaso Apostolo e Chiara d’Assisi. Foto di Sergio Ceccotti.

Durante la mostra Le acqueforti e i manufatti delle “Sorelle Povere”, che si è tenuta nei giorni 9, 10 ed 11 settembre 2022, all’interno dei locali della pinacoteca comunale “Benedetto Biancolini” di Via Trento a Potenza Picena, nell’ambito dell’iniziativa regionale Marchestorie, sono state esposte al pubblico n° 21 acqueforti facenti parte del donativo fatto al nostro Comune nel dicembre del 2016 dalle Clarisse Pollenza, provenienti dal monastero delle Clarisse di San Tommaso di Potenza Picena, chiuso dal 2008.
In una stanza della pinacoteca sono state anche esposte al pubblico, per la prima volta dopo il loro restauro, le due tonachelle dei sec. XV e XVII delle nostre Clarisse ed anche le pergamene provenienti dallo stesso monastero di San Tommaso di Monte Santo, risalenti agli anni 1227, 1231 e 1253, oltre ad altri documenti antichi di questo monastero di San Tommaso.
Rimanevano esposti al pubblico anche due importanti quadri sempre provenienti dal monastero di San Tommaso delle nostre Clarisse: una grande Crocefissione del sec. XVIII ed una bellissima Assunta tra i Santi del sec. XVII.
Gli organizzatori di questa mostra, autorizzati dall’assessore alla cultura del nostro Comune, Tommaso Ruffini, hanno tolto dalle finestre e dal finestrone principale del corridoio tutte le protezioni che garantivano la salvaguardia dal sole e dalla eccessiva luminosità delle opere d’arte presenti all’interno di questa struttura. Si tenga conto che tutte le finestre ed il finestrone che danno su Via Trento sono colpite, in particolare al mattino, in maniera molto forte dal sole e da una eccessiva luminosità che sicuramente danneggia le opere d’arte per troppo tempo esposte ai raggi solari, in particolare le acqueforti, ma anche le tele.
Pensavamo che finita la mostra, portate via dalla parrocchia dei Santi Stefano e Giacomo sia le due tonachelle che le pergamene ed i documenti antichi del monastero di San Tommaso delle Clarisse di Monte Santo, tutte le protezioni alle finestre ed al finestrone del corridoio sarebbero state ricollocate al loro posto dagli organizzatori della mostra. L’operazione necessaria non è stata fatta.

Il Calvario inizi Sec. XVII autore ignoto. Foto Sergio Ceccotti.

Gli organizzatori della mostra e l’assessore alla cultura Tommaso Ruffini sono stati chiamati in causa, ma nessuno ad oggi si è ancora preoccupato di far ricollocare comunque delle protezioni alle finestre ed al finestrone per salvaguardare sia tutte le acqueforti che le tele provenienti dal monastero di San Tommaso delle nostre Clarisse.
Allora, dopo la nostra denuncia pubblica del giorno 25/10/2022, che non ha avuto alcun esito concreto, oggi abbiamo deciso di coinvolgere la Soprintendenza di Marche Sud, chiamando in causa il dott. Pierluigi Moriconi, il giorno 05/01/2023.
Speriamo che, dopo questa segnalazione fatta alla Soprintendenza di Marche Sud, qualcuno del nostro Comune intervenga per far ricollocare finalmente le protezioni alle finestre ed al finestrone principale a chi le aveva tolte.
Facciamo conoscere ai nostri lettori tutte le opere d’arte donate al Comune di Potenza Picena dalle Clarisse di Pollenza nel 2016, provenienti dal monastero di S. Tommaso di Potenza Picena, presenti oggi all’interno dei locali della Pinacoteca Comunale Benedetto Biancolini di Via Trento. Sono tantissime opere d’arte, un grande patrimonio da tutelare.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Eliseo Fratalocchi

Eliseo Fratalocchi è stato un grande artista poliedrico, autodidatta, pittore e cantante lirico. Nato a Mogliano il giorno 18/03/1917 da Enrico e da Michelina Settembri, viene a Potenza Picena nel 1945, dopo aver vinto un concorso al Comune come vigile urbano. Si sposa il giorno 26/09/1942 a Mogliano con Sestilia Rozzi, collaboratrice scolastica a Potenza Picena presso la scuola elementare “Giacomo Leopardi”; dal loro matrimonio nascono due figli, Guglielmo e Lina (Michelina). Combatte nella Seconda guerra mondiale sul fronte greco-albanese, dove viene ferito, per il suo valore gli verrà conferita la croce al merito di guerra.
Per quanto riguarda le sue attitudini artistiche, siano esse musicali che pittoriche, sicuramente svolge un importante ruolo l’ambito familiare: il fratello Roberto è stato un affermato pittore, mentre Guglielmo, morto durante la seconda guerra mondiale, è stato un valente maestro di musica.
Grazie a questo humus familiare, Eliseo Fratalocchi manifesta le sue doti di pittore e di cantante lirico, come basso. Come cantante lirico si esibisce in molte città delle Marche: Macerata, Civitanova Marche, Recanati, Corridonia, Potenza Picena, Porto Recanati, Porto Potenza Picena, San Severino Marche ed anche Cattolica, in Emilia Romagna. Fa parte del coro dello Sferisterio di Macerata in occasione di opere liriche.
Partecipa anche ad una trasmissione radiofonica della RAI.
Collabora attivamente con la banda cittadina di Potenza Picena, diretta dal maestro Edgardo Latini, come solista e con la corale Santo Stefano di Potenza Picena, con il maestro don Erminio Cognigni, in occasione dell’esecuzione di opere liriche.

Eliseo Fratalocchi intento a modellare il volto del cristo. Prop. Famifglia Fratalocchi

Come pittore partecipa a molte mostre collettive e personali a Potenza Picena, Macerata, Campobasso, Civitanova Marche, San Benedetto del Tronto, Gualdo Tadino, Ancona, Cingoli, Rimini, Milano, ottenendo riconoscimenti ed importanti premi: la coppa d’argento alla mostra nazionale “Castelfiorito Semprinia” di Porto Potenza Picena, il 1° premio alla “Marguttiana” di Macerata, la coppa d’argento “Riviera del Conero” di Ancona, la coppa d’argento “Extempore” di Cingoli, l’ “Oscar dell’Adriatico” alla mostra internazionale di Rimini, il premio “Molise” a Campobasso, la coppa d’argento al primo “Premio Internazionale” di Gualdo Tadino, il 2° premio alla mostra d’arte sacra di San Benedetto del Tronto, il diploma di maestro di pittura honoris causa al Seminario Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Salsomaggiore. Membro dell’Accademia Tiberina, Accademico d’Italia con medaglia d’oro, premio “Una vita per l’arte” alla memoria da parte dell’Accademia dei maestri di Pralboino (Brescia).
Eliseo Fratalocchi deve essere anche ricordato per le sue opere di pittura “culinaria”, realizzate con pasta e fagioli.
I suoi quadri sono presenti in molte collezioni pubbliche e private.

Eliseo Fratalocchi canta con la Banda Cittadina di Potenza Picena diretta dal M° Edgardo Latini. Prop. Famiglia Fratalocchi

Per quanto riguarda un giudizio sulla sua opera artistica, ci piace riportare l’opinione di Virgilio Bonifazi, pittore, suo grande amico, che gli ha dedicato un ritratto nel 1972.
La sua pittura, spontanea ed intuitiva, non ha regole fisse; nasce come per incanto attraverso un inesauribile filone creativo che via via si viene sempre più rafforzando senza che il tempo abbia alcun peso sulla freschezza, sempre notevole, delle sue opere.
Indubbiamente è raro poter trovare un autodidatta come Fratalocchi, che ha potuto ottenere tanti riconoscimenti regionali e nazionali per la sua attività artistica.
Potenza Picena è una fucina di tanti talenti, sempre autodidatti, tra cui ricordiamo Romeo Renzi e Severino Donati.
Infine, Eliseo Fratalocchi ha avuto l’onore di donare una sua opera d’arte al Santo Padre Giovanni Paolo II nell’udienza del giorno 16/11/1983, in quell’occasione ha potuto stringergli le mani e addirittura cantare al suo cospetto con la Schola Cantorum di Corridonia. È morto a Potenza Picena il giorno 1 luglio 1984. Il Prof. Arturo Sardini gli ha dedicato un bellissimo sonetto.
Potenza Picena deve essere orgogliosa di questo artista santese acquisito.
Nel 2012, dal 22 al 30 settembre, presso la Fototeca Comunale “Bruno Grandinetti”, Eliseo Fratalocchi è stato ricordato in una bellissima mostra “Amici d’arte”, insieme al suo amico Angelo Malatini di Potenza Picena.

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SANTA MARIA MADDALENA

Era la notte tra il 13 e il 14 gennaio del 1997, cioè 25 anni fa, quando ignoti ladri sono entrati nel Palazzo Municipale di Potenza Picena in Piazza Matteotti, sprovvisto di allarme, portando via tutte le opere d’arte che erano presenti nella sala del Consiglio Comunale ed in quella della Giunta, oltre ad una ribaltina in noce del Sec. XVIII.
Le opere d’arte, di grande valore artistico, storico ed economico, erano composte tra 3 oli su tela, una piccola tempera su tavola ed un busto in terracotta. Il busto del sec. XVI (cm52x55), rappresentava Santa Maria Maddalena, compatrona di Monte Santo, opera attribuita a fra Ambrogio Della Robbia (1477 – 1527/28) proveniente dalla Chiesa di Sant’Agostino, un olio su tela raffigurante la Pietà del Sec. XVII di scuola marchigiana, probabilmente proveniente dal Monte di Pietà di Monte Santo attivo dal 1558 (cm 147×107), una piccola tempera su tavola di scuola umbra del sec. XV/XVI (cm. 38X33) raffigurante “La Deposizione del Cristo dalla Croce”, una “Madonna col Bambino”, olio su tela di scuola marchigiana del sec. XVIII (cm 74×56), e “l’Allegoria della Pace”, sec. XVIII (cm. 155X115), successivamente attribuita a Corrado Giaquinto, pittore nativo di Molfetta.

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LA DEPOSIZIONE DEL CRISTO DALLA CROCE

Solo nel 2002 il nostro comune è riuscito a recuperare l’opera molto importante di Corrado Giaquinto mentre veniva venduta dalla casa d’aste londinese Sotheby’s, grazie all’intervento dei Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico di Monza, al comando del M.llo Sergio Banchellini. Per essere messa all’asta a Milano la tela era stata, per nostra fortuna, anche restaurata. Solo il giorno 5 aprile del 2003 la tela è ritornata a Potenza Picena con una solenne cerimonia presenti tante autorità civili e militari, tra cui il protagonista del recupero a Milano, il M.llo Sergio Banchellini. È stata collocata di nuovo nel contesto della Sala Giunta “Antonio Carestia” insieme al “Sant’Emidio che protegge Monte Santo” del 1770 di Benedetto Biancolini e alla “Madonna con Bambino tra i Santi Rocco e Martino” del 1584 di Simone De Magistris.
Per quanto riguarda il resto delle opere d’arte trafugate quella notte del 1997 nessuna notizia. Ci si augura che i nostri Carabinieri, come hanno recuperato “l’Allegoria della Pace”, possano prossimamente recuperare le altre opere d’arte e la ribaltina in noce. Sperare non costa niente.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Deposizione – Simone De Magistris – foto Sergio Ceccotti

Presso la chiesa di San Lorenzo dei Frati Cappuccini di Potenza Picena, sul Colle Bianco, si trova la più importante opera d’arte eseguita da Simone De Magistris, risalente al 1576, collocata oggi nell’altare maggiore.

Si tratta della tavola La deposizione dalla Croce e i Santi Francesco d’Assisi e Lorenzo Diacono, pagata all’epoca cento scudi e posta in origine all’interno della chiesa di San Donato di Monte Santo, chiesa oggi non più esistente.

Questo capolavoro di Simone De Magistris viene citato sia dal marchese Filippo Bruti Liberati nella sua III lettera sopra Monte Santo, scritta nel 1840, in occasione del matrimonio del conte Paolo Emilio Carradori con la sig.ra Vittoria Perozzi, nella quale si dice che la tavola si trovava nel contesto del presbiterio della chiesa di San Lorenzo dei Frati Cappuccini, che da Carlo Cenerelli Campana, nel 1852, nella sua storia di Monte Santo.

Nel 1967 la tavola è stata sottoposta ad un accurato lavoro di restauro ad Urbino da parte di Andrea Rothe, che l’ha riportata all’originario splendore. Un precedente intervento era stato effettuato nel 1742 da padre Antonio Maria Costantini di Monte Santo, frate cappuccino nato nella nostra città.

Padre Antonio Maria Costantini, morto ad Offida il giorno 26/02/1767,  era entrato nell’ordine dei Cappuccini il giorno 02/02/1710. È stato anche il postulatore della causa sopra il culto memorabile di San Girio, compatrono di Monte Santo. Pittore e restauratore, è intervenuto anche sulla tela di Simone De Magristris del 1585-1588 presente a Tolentino nel Museo dell’Opera, dal titolo Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria e i santi Nicola da Tolentino e Antonio da Padova.

È stato un importante storico della nostra città ed ha scritto Memorie della nobile terra di Montesanto, manoscritto apografo collocato presso la Biblioteca Civica di Fermo.

Nel 1811 la tavola di Simone De Magistris, La deposizione dalla Croce e i Santi Francesco d’Assisi e Lorenzo Diacono, insieme ad altre otto opere d’arte presenti a Monte Santo nelle chiese di San Antonio di Padova dei Frati Minori, di San Tommaso Apostolo delle Clarisse e di San Pietro, erano state scelte da Antonio Boccolari, professore presso l’Accademia di Modena, per essere portate via da Monte Santo e collocate all’interno di collezioni pubbliche statali.

Convento Frati Cappuccini

Nessuna di queste nove opere per fortuna ha mai lasciato Monte Santo.

La dott.ssa Chiara Belardinelli, nostra concittadina, nel 2002, frequentando il Corso di Laurea in Storia e Conservazione dei Beni Culturali, Indirizzo Storico-Artistico, della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Macerata, ha effettuato un interessante lavoro di ricerca su questa tavola di Simone De Magistris.

Grazie alla sua disponibilità, facciamo conoscere ai nostri lettori la sua tesina sull’opera di Simone De Magistris che ci consente di approfondire meglio questo capolavoro della nostra comunità.

Il giorno 14/04/2007 anche il prof. Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte e curatore a Caldarola di diverse mostre su Simone De Magistris, in visita nella nostra città, ha voluto vedere la tavola della chiesa di San Lorenzo dei Cappuccini.

Tesina di Chiara Belardinelli sulla deposizione di Simonte De Magistris del 1576 di Potenza Picena.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

La Crocefissione di Palma Il Giovane 1595 – Chiesa di S. Antonio di Padova – Foto Sergio Ceccotti.

Su questa tela il nostro blog ha già pubblicato un interessantissimo articolo del dott. Roberto Domenichini, nostro concittadino e Direttore dell’Archivio di Stato di Pesaro.

La tela è collocata all’interno della chiesa di Sant’Antonio di Padova dei Frati Minori Osservanti, da tutti chiamati Zoccolanti, posta nel primo altare laterale sinistro quando si entra, altare dedicato alla famiglia Mancinforte di Monte Santo, committenti dell’opera d’arte.

Infatti la famiglia Mancinforte di Monte Santo, una delle più facoltose ed importanti della nostra città, insieme ai Bonaccorsi ed ai Marefoschi, ha dato incarico al pittore veneto Jacopo Negretti, detto Palma Il Giovane (Venezia 1544-1628), di eseguire l’opera per onorare la memoria testamentaria di Giovanni Mancini, morto nel 1583 e di sua moglie Clezia Massucci di Recanati. L’ opera è stata portata a termine nel 1594 dal loro figlio Marco Antonio Mancini.

L’anno successivo, nel 1595, la famiglia Mancini paga il pittore Palma Il Giovane, secondo quanto riferisce il dott. Roberto Domenichini nel suo articolo. Anche Carlo Cenerelli Campana nella sua storia di Monte Santo, del 1852, parla di questo pagamento, avendo visto il relativo documento nell’archivio della famiglia Mancinforte di Monte Santo.

Il quadro rappresenta la Crocefissione (l’altare dove è stato collocato per volontà dei Mancini era dedicato al SS Crocefisso) di nostro Signore, con la Vergine, San Giovanni Evangelista, il prediletto del Signore, la Maddalena abbracciata alla Croce e San Nicola di Tolentino. La presenza del Santo di Tolentino, da molti scambiato per Sant’Antonio di Padova, Santo titolare della chiesa dei Frati Minori, secondo Roberto Domenichini è giustificata dal fatto che si è voluto rendere omaggio a Nicola Antonelli, marito della sig.ra Vanna Forti, che ha lasciato tutte le sue ricchezze alla famiglia Mancinforte. Questa affermazione del dott. Roberto Domenichini è giustificata anche dalla iconografia del Santo rappresentato, troppo anziano per essere Sant’Antonio di Padova ed in quanto non veste un abito religioso dei Frati Minori Osservanti, che è marrone, ma un abito nero, come quello degli Agostiniani di San Nicola di Tolentino.

Per quanto riguarda inoltre l’anno di esecuzione dell’opera da parte di Palma Il Giovane, secondo il dott. Roberto Domenichini e come sostenuto anche da Carlo Cenerelli Campana, si tratta del 1595, e non dell 1599, come sostiene la dott.ssa Costanza Costanzi nella scheda del quadro inserita nel volume L’aquila e il leone, l’arte veneta a Fermo, Sant’Elpidio Mare e nel Fermano. Jacobello, i Crivelli e Lotto. Catalogo della mostra (Sant’Elpidio a mare. 2006), in occasione della mostra che si è tenuta nella città di Fermo presso la Pinacoteca Civica del 24 marzo al 17 settembre del 2006, dove la tela di Potenza Picena è stata anche esposta ed a Sant’Elpidio a Mare presso la Pinacoteca Civica “Vittore Crivelli”, curata dal prof. Stefano Papetti.

La Crocefissione di Palma Il Giovane 1595 – Chiesa di S. Antonio di Padova – Foto Sergio Ceccotti.

Inoltre la tela di Potenza Picena è stata esposta a Loreto nel contesto della mostra curata dal prof. Vittorio Sgarbi “La Maddalena, tra peccato e penitenza”, dal giorno 3 settembre del 2016 al giorno 8 gennaio del 2017.

La tela, nel 1960, è stata restaurata ad Urbino, in quanto le sue condizioni non erano  buone. Nel 1968 è stata esposta in una mostra dove si potevano ammirare tante opere d’arte marchigiane restaurate.

Noi riteniamo corretta la tesi del dott. Roberto Domenichini, che sostiene che l’opera d’arte sia stata eseguita nel 1595, in quanto i lavori della cappellina della famiglia Mancinforte si sono conclusi nel 1594 e la tela dovrebbe essere stata collocata l’anno successivo, dopo che era stata pagata al pittore veneto.Comunque sia, 1595 oppure 1599, Sant’Antonio di Padova o San Nicola di Tolentino, La Crocefissione di Palma Il Giovane di Potenza Picena è un autentico capolavoro d’arte presente nella nostra città, di cui essere orgogliosi.

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Di Roberto Domenichini.

Presentazione da cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Cardinale Simone Bonaccorsi. 1765, Benedetto Biancolini.

In occasione dei festeggiamenti per i 90 anni di padre Floriano Grimaldi di Loreto, è stato pubblicato un interessante libro che raccoglie le ricerche storiche di molti studiosi marchigiani.

Tra queste ricerche troviamo anche quella del dott. Roberto Domenichini, nostro concittadino e fino al 30/09/2021 Direttore dell’Archivio di Stato di Pesaro, oggi in pensione, dal titolo  “Sulla presenza del pittore Benedetto Biancolini e dell’Architetto Pietro Augustoni a Monte Santo – Potenza Picena nel tardo Settecento”. Come sempre il dott. Domenichini, da archivista per professione e valente storico, ha ampiamente consultato sia il nostro archivio storico di Via Trento che gli archivi familiari della famiglia Bonaccorsi e della famiglia Marefoschi. 

Cardinale Andrea Corsini di Benedetto Biancolini, 1765.

Al pittore Benedetto Biancolini, nato ad Ascoli Piceno nel 1717, sposato a Monte Santo nel 1754 con la signora Maria Maddalena Vannelli del luogo, avevamo già dedicato un articolo sul nostro blog nel 2017 per ricordare i 300 anni della sua nascita;   a lui, nel 1999,  con delibera della Giunta Comunale n.306 del 14 maggio, Sindaco Mario Morgoni, venne  intitolata la nostra Pinacoteca Comunale di Via Trento. Benedetto Biancolini era venuto a Monte Santo da Ascoli Piceno solo nel 1750, chiamato dalla famiglia Bonaccorsi per affrescare una sala della loro villa a Montecanepino. Tra le opere più importanti e conosciute, commissionate dal nostro comune, vogliamo ricordare il “Sant’Emidio” del 1770 che protegge la terra di Montesanto dal terremoto che si era verificato in quell’anno, tela che si trova oggi all’interno della Sala Giunta comunale “Antonio Carestia” nel palazzo municipale. L’ altra opera importante e significativa, commissionata dal nostro comune, è il “San Girio”, lavoro eseguito tra il 1791 ed il 1793 e dedicato al compatrono della nostra città, oggi si trova all’interno del Santuario di San Girio. 

Inoltre si riconosce al Biancolini anche l’attribuzione delle decorazioni della volta della Cappella dei Contadini, nel contesto della Collegiata di Santo Stefano.  L’artista è intervenuto anche su opere di altri pittori, ad esempio all’interno della chiesa di Sant’Agostino sulla pala dedicata a “San Nicola da Tolentino che intercede per le anime del Purgatorio”, del sec. XVII della scuola del Pomarancio e all’interno della chiesa di San Tommaso delle Clarisse sul quadro dell’altare maggiore “L’incredulità di San Tommaso” del sec. XVIII. Le ricerche d’archivio del Domenichini ci hanno consentito di scoprire altri lavori commissionati dal nostro comune al pittore ascolano, in particolare due ritratti di cardinali, uno del cardinale santese Simone Bonaccorsi eseguito nel 1763 e l’altro del cardinale Andrea Corsini, romano e protettore della terra di Monte Santo presso la Curia Romana. Queste due tele si trovano oggi all’interno dei locali della Collegiata di Santo Stefano, ma nell’inventario del nostro comune del 1896 si trovavano all’interno del Palazzo Municipale, insieme ad altri ritratti di cardinali. Inoltre al Biancolini nel 1769 è stato commissionato e pagato un quadro per la cappella dei Santissimo Crocefisso che si trovava all’interno del castello del porto di Monte Santo di cui oggi possiamo ammirare solo quanto resta, cioè la Torre di Piazza Marotta. Questa tela è andata persa. L’artista a Monte Santo aveva anche una fiorente scuola di pittura con molti allievi, tra cui si ricordano Giovanni Sari e Bernardino Costanzoni.

Progetto dell’Arc. Pietro Augustoni. Opere d’arte donate dalle Clarisse di Pollenza alla Citta di Potenza Picena. Foto di Sergio Ceccotti.

Per quanto riguarda l’architetto ticinese Pietro Augustoni, nato in provincia di Como nel 1741 e morto nel 1815, è documentato un suo intervento sulla nostra Torre Civica di Piazza Grande, oggi Giacomo Matteotti, nel 1795. L’Augustoni dovrebbe anche essere intervenuto sia sul campanile che sulla facciata della chiesa di San Francesco al Pincio dei Frati Conventuali. Presso la nostra Pinacoteca comunale “Benedetto Biancolini” di Via Trento si trovano dal 2017 tre tavole originali del settecento, due delle quali firmate dall’architetto Augustoni, provenienti dal Monastero di San Tommaso delle nostre Clarisse. Esse rappresentano la facciata esterna del convento di Via Marefoschi e gli interni. 

Il lavoro di ricerca del Dott. Domenichini ci consente di poter conoscere molte novità sia sul pittore ascolano Benedetto Biancolini, morto a Monte Santo il 23 maggio 1797, che sull’opera dell’architetto Pietro Augustoni nella nostra città.

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