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Posts Tagged ‘porto potenza picena’

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

stazione ferroviaria di Porto Potenza anni 20/30 del novecento. Foto tratta dal libro “Il fascino della storia ed il respiro del mare”. Op. Cit.

Dopo l’Unità d’Italia (17/03/1861) venne costruita la Ferrovia Adriatica, realizzata dalla Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali.

L’inaugurazione di questa nuova linea ferroviaria Ancona-Pescara si ebbe il giorno 13/05/1863, cioè centosessanta anni fa.

Con la nuova linea ferroviaria si realizzò anche la stazione di Porto Potenza Picena, chiamata successivamente stazione Potenza Picena-Montelupone.

Con la stazione ferroviaria, Porto Potenza Picena cominciò a popolarsi. Già nel censimento della popolazione del 1871 troviamo ben trentatre famiglie, di cui sei impegnate direttamente nell’attività della stazione e della linea ferroviaria; gli addetti erano: Angelozzi Annibale, Floret Gabriele, Gasparroni Giuseppe, Marconi Luigi, Travellesi Francesco e Valentini Antonio.

Manifesto con gli orari dei treni della linea ferroviaria Ancona Foggia Bari del 1865. Foto di Sergio Ceccotti. ASCPP

Con la stazione ferroviaria a Porto Potenza Picena vi fu la necessità di costruire una nuova strada che collegasse più agevolmente Potenza Picena con Porto Potenza Picena. La scelta fu quella di ricavarla nella valle del Fosso a Mare, costruita nel 1879. Altre due strade anticamente portavano a Porto Potenza Picena: quella del Giardino di Montecanepino e quella del Palazzo Rosso.

Il servizio di messaggeria tra Potenza Picena e Porto Potenza Picena con la stazione ferroviaria era svolto da diligenze trainate da cavalli e le strade erano solo brecciate.

Solo nel 1912 si utilizzarono mezzi meccanici, gli omnibus e la società che gestiva il servizio era la SAP, Società Automobilistica Potentina. In precedenza il servizio di messaggeria era gestito dai signori Rinaldelli e Pantanetti con diligenze trainate da cavalli.

I locali della stazione ferroviaria di Porto Potenza Picena dal 2007 non sono più utilizzati dalle Ferrovie dello Stato, che hanno, pertanto, concesso dal 2009 in comodato al Comune di Potenza Picena i locali del piano terra. Il nostro comune, successivamente, ha provveduto a riqualificare il fabbricato che oggi è sede di varie associazioni ed ospita, inoltre, una sala mostre.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

anni 40 – chiesa S.Anna. Per gentile concessione di Roberto Purifico.

Le cartoline d’epoca possono raccontare la storia di una città.
Il collezionista privato Roberto Purifico di Porto Potenza Picena è riuscito a raccogliere in tanti anni molte cartoline d’epoca di Porto Potenza Picena, alcune delle quali veramente rare.
Queste cartoline erano già state pubblicate nel libro di Giuseppe “Ninì” Colafranceschi presentato a Porto Potenza Picena in Piazza Marotta il giorno 15 luglio 2022 intitolato “Lo Porto” de tant’anni fa.
Porto Potenza Picena si è sviluppata a seguito dell’apertura della stazione ferroviaria, avvenuta prima del 1860. Già era presente ovviamente la Torre del porto di Monte Santo, risalente al sec. XVI, successivamente venne costruita la chiesa di Sant’Anna, la scuola elementare, oggi palazzo della delegazione comunale ed il palazzo Colocci che si trova vicino alla scuola.
Dal 1921 in poi si sono anche sviluppate le prime fabbriche a Porto Potenza Picena, come la Smat di Antonio Antonelli e Giacinto Tebaldi, poi diventata SCA, la fabbrica delle conserve, prima SIF di Copparucci, poi acquisita da Alberto Cavalli, poi successivamente diventata Massalombarda. In Contrada Pan Perduto era già presente la Fornace di Antonio Antonelli, a Montecoriolano operava la tenuta dei Casalis con i vigneti. Nel 1921 iniziò l’attività anche la Colonia Marina Perugina del conte Giancarlo Conestabile Della Staffa di Perugia, ma questa realtà non viene immortalata nelle cartoline di Roberto Purifico. Al porto era presente anche l’Istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù di Pollenza.

anni 20 – stazione. Per gentile concessione di Roberto Purifico.

Le vie più importanti di Porto Potenza Picena immortalate nelle cartoline d’epoca sono il Viale Regina Margherita, Via Duca degli Abruzzi, Via Cristoforo Colombo e Via Antonelli e Tebaldi.
In via Regina Margherita, nella statale, le persone immortalate nelle foto passeggiano tranquillamente lungo la strada, poco transitata, dalle auto dell’epoca.
In queste vie si trovavano le principali attività e servizi della città, come la farmacia, l’ufficio postale, la scuola elementare, la stazione ferroviaria con la piazza, la chiesa di Sant’Anna, la Torre del porto, il ponte del fosso a mare, la Casa del Fascio con il cinema Italia, poi diventato nel dopoguerra Florida e il dopolavoro. Bellissima la cartolina che immortala il passaggio a Porto Potenza Picena sul ponte del fosso a mare di 3 ciociare in pellegrinaggio a piedi a Loreto.
I paesaggi delle cartoline sono molto interessanti perché documentano lo sviluppo edilizio della nostra città rivierasca.

anni 40 – stabilimento laterizi A. Antonelli. Per gentile concessione di Roberto Purifico.

Molte cartoline che raffigurano Porto Potenza Picena sono della serie “saluti dalla spiaggia”, vengono spesso ritratti i bagnanti presso la nostra bellissima spiaggia, anche con i mosconi. Ne abbiamo diverse anche con i nostri pescatori, in quanto la pesca al porto era all’epoca un’attività molto rilevante. La nuova chiesa di Sant’Anna, progettata dall’architetto santese Eusebio Petetti ed inaugurata nel 1926, parroco don Silvio Spinaci, è molto spesso raffigurata nelle cartoline. Vi troviamo non solo le foto esterne della chiesa, ma anche quelle interne. E’ interessante anche la foto della vecchia chiesa di Sant’Anna, vicino alla Torre del porto di Monte Santo.
Complessivamente sono 37 le cartoline d’epoca, di grande valore storico, che possono raccontare davvero la storia di un paese.
Ringraziamo di cuore Roberto Purifico che ci ha consentito di poterle pubblicare.

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Presentazione a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Copertina del libro “Lo Porto de Tant’anni fa” di Giuseppe “Ninì” Colafranceschi.

Dopo aver parlato del libro di Alida Scocco Marini “Porto Potenza Picena, tante storie per una storia”, presentato il giorno domenica 12 dicembre 2021, oggi parliamo di un altro libro che parla di Porto Potenza Picena. Si tratta della ristampa del libro di Giuseppe “Ninì” Colafranceschi “Lo Porto” de tant’anni fa. Il testo era stato scritto dall’autore nel lontano 1991 e la ristampa del volume è stata presentata il giorno 15 luglio 2022 a Piazza Marotta a Porto Potenza Picena, promossa dalla Pro Loco del Porto in particolare dalla Presidente Francesca Ceci. Il libro è stato stampato dall’Editore Giaconi di Recanati.

Il testo è stato riletto e preparato da Roberto Purifico e da Marco Fermani, mentre la parte grafica è stata curata da Rosanna Stefanelli. I figli di Giuseppe Colafranceschi, Paola e Carlo, hanno acconsentito di far pubblicare di nuovo il libro del padre, arricchito da ben 42 cartoline d’epoca e foto di Porto Potenza Picena messe a disposizione dal collezionista privato Roberto Purifico.

L’autore del libro amava tantissimo il suo paese, il Porto e lo ha saputo raccontare in tante poesie e racconti scritti in un dialetto locale, molto originale. Troviamo nel libro anche un dizionario di questo dialetto. Giuseppe Colafranceschi era nato a Porto Potenza Picena il giorno 18 agosto 1914, da Ugo e da Eda Benedetti,  aveva altri due fratelli, Remo e Romolo. Si era sposato con la signora Ivana Benedetti  e dal loro matrimonio sono nati Paola e Carlo.

Ha studiato presso le scuole elementari di Porto Potenza Picena con la maestra Augusta Angeletti Tranquilli e poi ha frequentato l’avviamento professionale di Fermo, diventando meccanico tornitore.

Prematuramente scomparso il padre Ugo, ha lavorato presso la tenuta dei conti Buonaccorsi a Montecanepino per poter mantenere la sua famiglia. Alla fine degli anni Trenta, fino al sopraggiungere degli eventi bellici, ha lavorato presso i cantieri navali di Trieste come tecnico progettista.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale ha lavorato presso la Ceramica Adriatica di Porto Potenza Picena del comm. Eugenio Quaglia, progettando fornaci sempre più efficienti per la produzione di mattonelle. Ha lavorato presso la SCA fino alla fine degli anni Settanta, quando va in pensione per problemi polmonari.

Muore il giorno 15 dicembre del 2000.

Era veramente innamorato del suo Porto ed era sempre molto presente nella comunità locale, seguendo molto attivamente la società di calcio.

Nelle sue poesie e nei suoi racconti possiamo ricostruire veramente la storia di Porto Potenza Picena, fatta di tanti personaggi, importanti e non, di fatti anche sconosciuti, delle attività produttive che sono sorte dal 1921 in poi, che hanno trasformato la realtà sociale ed economica del Porto, come la colonia marina perugina del conte Giancarlo Conestabile della Staffa di Perugia, la SMAT del conte Antonio Antonelli e Giacinto Tebaldi, la SIF per la lavorazione dei pomodori, i cantieri navali dei Merani e di Ennio Clementoni, la sartoria di alta moda di Romolo Ricci.

Parla anche del turismo balneare al Porto e dell’attività della pesca.

Cita personaggi famosi che frequentavano la spiaggia di Porto Potenza Picena, da Beniamino Gigli, che da 1925 fino al 1927 è stato ospite della Villa Carancini, del Principe Bandini, dei conti Buonaccorsi di Macerata, del conte Giancarlo Conestabile della Staffa, di Brandicelli, di Barbarossa, dell’ambasciatore Cancellario, del prefetto Olivieri, del medico Murri, fratello di suor Ida Murri, del violinista Principe, delle cantanti liriche Pederzini ed Albanese, del pittore Tamburi e delle attrici Alida Valli e Lea Padovani.

Dalle poesie e dai racconti di Giuseppe “Ninì” Colafranceschi veniamo anche a conoscenza di fatti mai menzionati storicamente, come la costituzione al Porto di una Banca Popolare promossa da un sacerdote, don Dante, poi andata fallita.

Si tenga conto che già dal 1897 vi era a Potenza Picena la Banca Popolare di Credito.

Giuseppe Colafranceschi aka “Ninì” a 16 anni. ASCPP

In conclusione questo libro è molto interessante con i suoi 101 racconti e poesie, che vanno attentamente letti.

Un plauso alla Pro Loco di Porto Potenza, in particolare al Presidente Francesca Ceci, per questa bella ed originale iniziativa editoriale.

Pubblichiamo con questo articolo una foto di Giuseppe Colafranceschi scattata nel 1930, quando aveva solo 16 anni, trovata nel nostro ricchissimo archivio storico comunale di Via Trento.

Il libro si può consultare presso la Biblioteca Comunale “Carlo Cenerelli Campana” di Via Trento e si può acquistare presso la Pro Loco di Porto Potenza al prezzo di €15,00.

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di Roberto Domenichini

La Torre del Porto di Montesanto. Foto tratta dal libro “Il fascino della Storia il respiro del Mare”. Op. Cit.

La cosiddetta “Torre di Sant’Anna” è ciò che resta di un edificio fortificato di origine medievale che ha subíto vari rimaneggiamenti nel corso dei secoli. Nei documenti il manufatto viene in genere definito “edificio del Porto”, o più semplicemente “Porto” di Monte Santo.
Ripercorrere la storia della “Torre” significa dunque, in gran parte, analizzare le vicende di questo fabbricato che, dalle raffigurazioni settecentesche, appare di forma quadrangolare, dotato di cortile interno, con la porta rivolta verso il mare. Le sue origini appaiono incerte.
Il primo documento che ne attesta l’esistenza è un foglio membranaceo, forse facente parte di un registro, nel quale sono annotate le spese del Comune; vi compaiono, in particolare, acquisti di utensili per il “Porto Communis”, pagamenti per il trasporto di materiale dal capoluogo al Porto, nonché per il salario di certo Alessandro di Domenico, “Capitano del Porto”. Tale pergamena risale alla prima metà del secolo XV.
Nell’archivio storico comunale si conserva pure un altro foglio membranaceo, restaurato di recente, sul quale, nel febbraio del 1426, si annota la nomina di un Capitano del Porto, seguita dall’inventario, forse parziale, di beni mobili conservati nell’edificio, che doveva essere, già all’epoca, fortificato.
Per il sec. XVI si dispone di maggiori informazioni. Nella prima metà del Cinquecento sono documentate presenze “barbaresche” al largo del nostro mare, pertanto si sente la necessità di rafforzare il Porto, pertanto il Comune, nel Consiglio generale del 8/7/1504 dispone di aumentare la vigilanza nella Torre del Comune ed in quella del Porto; a quella data, dunque la torre del Porto era già “in piena efficienza”.
Nel 1564 il pontefice Pio IV concede al Comune il privilegio di trattenere il denaro “delle pene dei malefitii” ed i beni confiscati ai rei per riparare le mura castellane nel centro abitato e la rocca del Porto. È possibile che questa venga quasi ricostruita integralmente alla fine del secolo, come ricorda una piccola lapide ancora presente sul manufatto.
Si ritiene che la ristrutturazione della Torre sia opera dell’Architetto recanatese Verzelli, anche se l’attribuzione si basa su notizie generiche.

Raffigurazione del Castello del Porto di Monte Santo con la Torre del tardo Seicento. Foto tratta dal libro “Il fascino della Storia il respiro del Mare”. Op. Cit.

Relativamente al XVII sec. non è stata rintracciata documentazione rilevante, ad eccezione del rinnovo dei “capitolati” per il Porto, che, però, non si riferiscono all’edificio o alla sua manutenzione ma solo al Capitano.
È quasi certo che l’area portuale registri in questo periodo una progressiva decadenza. La contrazione dei traffici commerciali, in particolare nell’Adriatico, determina, forse, un diminuito interesse del Comune per il Porto, ormai utilizzato quasi solo a scopo di difesa militare e sanitaria.
Se ne ha conferma nella prima chiara “descrizione” dell’edificio, forse risalente al primo Settecento, nella quale è ben messa in rilievo la “Torre quadra”, il cui “maschio” appare ancora ben alto e forte, coperto di tegole, “commodo da far sentinella”. Nonostante l’edificio sia ampio, dotato di un pozzo “d’acqua buona” entro le sue mura ed anche di una cappella “di dir messa”, esso è abitato da un solo oste con la sua famiglia; lamentando la quasi completa mancanza di valide armi da difesa, l’anonimo estensore della relazione ricorda i lavori di restauro che sarebbe necessario effettuare.
Dopo la metà del sec. XVIII, a favore del Porto si registrano tangibili segni di interesse, sollecitati dalla crescita economica (questa volta limitata al settore agricolo) e demografico: dal Porto di Monte Santo salpano piccole imbarcazioni colme di cereali, olio ed altri prodotti agricoli, per lo più dirette allo scalo di Ancona, le stesse tornano al Porto cariche di prodotti finiti in buona parte acquistati al mercato anconitano ed alla fiera di Senigallia. Anche le statue della Villa Bonaccorsi sono arrivate con questa modalità dal Veneto. Nel 1766 il Comune interviene in modo consistente sull’intero edificio, e, dunque, sulla Torre che sarà “coronata” anche da merli “ghibellini”, al pari dei muraglioni perimetrali. I lavori sono documentati dagli atti consiliari nonché dalla data incisa su un mattone presente sul manufatto. A quest’epoca risale anche la prima raffigurazione, che offre la prima immagine in prospetto dell’edificio. La Pianta in scala sarà disegnata invece in occasione del primo catasto geometrico – particellare, generalmente detto “gregoriano”, che risale al primo Ottocento.

Piante del Castello del Porto di Monte Santo Foto tratta dal libro “Il fascino della Storia il respiro del Mare”. Op. Cit.

Dopo la fine delle guerre Napoleoniche, esauritosi il fenomeno delle incursioni “barbaresche” sull’Adriatico, viene meno anche la sua funzione di difesa; l’edificio, che in età napoleonica era stato demanializzato, viene poi lasciato in stato di semi abbandono. Dopo l’unità d’Italia il Comune ne riacquista la proprietà e qualche anno dopo decide di demolire il manufatto, in parte semidiroccato, conservando solo la Torre vera e propria. Questa subirà un nuovo intervento nel 1884, quando verrà modificata la sua parte superiore.

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Porto Potenza Picena agli inizi del Nocevento.

a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Il 15 Aprile del 1940, anno XVIII° E.F., veniva costituito a Potenza Picena l’Ente “Pro Porto Potenza Picena”, con sede nella frazione Porto e con l’intento di sviluppare il turismo balneare.

Il primo consiglio di amministrazione era così composto:

 

Presidente Azzolino Clementoni Maestro Elementare

Podestà

Vice-Presidente Guido Clementi Magazziniere SCA

Segr. Fasci di Combattimento

Segretario Giulio Casciotti Farmacista
Cassiere Carlo Marchetti Ragioniere SCA
Consigliere Filippo Bocci Notaio
Consigliere Attilio Masserini Insegnante in pensione
Consigliere Gerio Matteucci Possidente
Consigliere Nazzareno Pavoni Pensionato F.S.
Consigliere Daniele Fava Fattore azienda Casalis-Douhet

Si gettavano in questo modo le basi per sviluppare il turismo, dopo che il Ministero della Cultura Popolare il 17/7/1936 aveva dichiarato Porto Potenza Picena “Centro di interesse turistico e di villeggiatura”. Uno dei primi slogan pubblicitari per promuovere Porto Potenza Picena è sta­to “la sua attraente spiaggia dal mare incantevole ad oriente e dalle lussureggianti colline ad ovest, è in una continua festa di azzurro, di verde, di sole. Visitatela.”

Azzolino Clementoni

Azzolino Clementoni

Già in quel periodo e negli anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, a Porto Potenza Picena, oltre che gli affittacamere privati, era­no già presenti strutture accoglienti per i turisti che sceglievano la nostra spiaggia per trascorrere le loro vacanze. Avevamo la Pensione Diana di Belluccini Alberico in Via Aprutina, l’Albergo Adriatico di Elisa Ricci in Via Duca degli Abruzzi n° 22, la Trattoria del Gallo in Piazza della Stazione 3 (con la specialità delle tagliatelle all’uovo), la Pensione Mare in Via Dante Alighieri 53 (ritrovo famigliare, aperto tutto l’anno, prezzi modici), il Caffè Giorgetti in Piazza della Stazione 10 (troverete il miglior caffè, liquore, dolciumi, gelati e vini).

Comunque i primi alberghi di Porto Potenza Picena sono stati l’Albergo “Piceno” che si trovava in Via Carlo Buonaccorsi, vicino alla Stazione Fer­roviaria, ed era gestito dalla sig.ra Luisa Prosperi in Castrucci nata a Ro­ma (ha operato fino al 1931 dopo di che la struttura è stata acquistata dalle Suore dell’Addolorata di Potenza Picena), l’Albergo “Marino” di Sante Pasquali in Via Dante Alighieri 615 e l’Albergo-Osteria Rampioni in Via Ettore Bocci. A Potenza Picena operava invece l’Albergo “Vittoria” in Corso Vittorio Emanuele II, gestito dalla sig.ra Vittoria Tamburrini Tamante.

I primi stabilimenti balneari di Porto Potenza Picena erano gestiti da famiglie di pescatori, come quelli di Ricci Riccardo e di Marconi Primo e Nazzareno. In quel periodo il turismo balneare a Porto Potenza Picena era prevalentemente locale, con famiglie che provenivano anche da grandi cit­tà come Perugia, Roma, Milano e Bologna. Inoltre forte era la presenza già all’epoca delle colonie per bambini, in particolare provenienti da Pollenza, per la presenza dell’Istituto “Mons. Corrado Marinozzi”, da Perugia, per la Colonia “Perugina”, da Recanati, per l’Educandato di S. Stefano gestito dalle Suore della città leopardiana.

Le presenze complessive delle stagioni estive a Porto Potenza Picena erano già considerevoli negli anni Trenta. Ad esempio nella stagione balneare del 1934 si erano registrate n° 861 presenze nel periodo luglio ed Agosto, di cui 409 adulti, 233 bambini e 219, sempre bambini, delle colonie estive. Vigilava sulla sicurezza dei bagnanti l’Associazione Marinai, in congedo, che utilizzava una lancia messa a disposizione da una famiglia di pescatori (Scataglini Augusto, Giri Pasquale). Era possibile già all’epoca assistere nella stagione estiva al cinema all’aperto, sia nell’arena del Cinema Italia, che nel giardino dell’Albergo “Piceno”. Non bisogna dimenticare che Porto Potenza Picena e la zona collinare circostante veniva scelta anche dai nobili, possidenti ed industriali per costruirvi le loro dimore e ville che utilizzavano in particolare nel periodo estivo, come la Villa Serra, costruita nel 1930 dall’ing. Giovanni Serra di Matelica, ed in precedenza le ville delle fa­miglie Bonaccorsi, Marefoschi, Solanelli, Casalis, Matteucci, Scarfiotti, Bocci.

Padre Erasmo Percossi nel 1969 definiva Porto Potenza Picena “affascinante ed accogliente, quale oasi di pace e di bene, con la sua ampia e nitida spiaggia, che chiameremo “la Perla della Provincia”, che simile a farfalla variopinta si adagia e svolazza da un fiore all’altro. E’ uno dei più bei centri turistici della regione marchigiana, che offre oltre ad una meravi­gliosa scena panoramica, di colli, di vigneti e campi verdeggianti…. un clima mite … un conforto di vita sana e ricreativa …..caratterizzata da una ospitalità, propria dei Potentini, affabile e gentile”. Artefice di questa intuizione è stato senza alcun dubbio il maestro elementare Azzolino Clementoni, in quel periodo Podestà del Comune di Potenza Picena. Azzolino era nato a Potenza Picena il 18/10/1891, da Serafino e Annunziata Bufalari, fratello dei più importanti musicisti Arturo e Flavio, oltre che di Giuseppe, tragicamente morto in un incidente stradale a Monterotondo di Roma il 25/8/1937.

bandiera-blu

bandiera blu 2009

Azzolino Clementoni si era sposato con la maestra elementare Giulia Marconi ed è sempre vissuto a Potenza Picena in Via Fioretti n° 15. Nel 1948 si è trasferito con la sua famiglia a Porto Potenza Picena, andando ad abitare in Via Duca degli Abruzzi 8. E’ autore di due famosi stornelli che esaltano l’intero territorio comunale di Potenza Picena: “Jrenne per Montesanto” e “Nenie …. di Porto”. Il primo dedicato al Capoluogo (appunto Montesanto), il secondo al Porto. E’ morto il 22/9/1971 a Porto Potenza Picena.

Oggi Potenza Picena, con la spiaggia di Porto Potenza Picena, le bellezze ambientali, architettoniche, artistiche e storiche del Capoluogo, le sue strutture ricettive, la capacità di accoglienza, può vantare di aver ottenuto la Bandiera Blu dal 2008, confermata anche nel 2019 per la dodicesima volta, ma senza il contributo di persone come il maestro Azzolino Clementoni e di tutti coloro che nel lontano 1940 hanno fondato la “Pro Porto Potenza Picena” ed hanno creduto nelle potenzialità turistiche del nostro centro rivierasco e dell’intero territorio comunale, questo ambitissimo traguardo non lo avremmo potuto raggiungere.

Adobe PDF iconDOC036.pdf –  Materiale promozionale turistico delle spiaggie dell’Adriatico in lingua tedesca e francese promosso dall’ENIT (Ente Nazionale Italiano di promozio­ne Turistica) nell’anno 1925. Si noti che anche la spiaggia di Poten­za Picena era presente insieme alle più importanti dell’Adriatico. Archivio Storico Comunale.

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cartolina7La spiaggia di Porto Potenza Picena è una delle più belle del litorale adriatico marchigiano, posta tra quelle molto più importanti di Porto Recanati e Civitanova Marche.
Oggi il turismo balneare è molto fiorente, ma quali sono state le sue origini ed i suoi protagonisti?
Il grande sviluppo popolare si è concentrato sicuramente solo dopo la seconda guerra mondiale, ma dai documenti contenuti nel nostro ricchissimo archivio storico comunale di Via Trento, possiamo avere delle interessanti informazioni storiche, che ci consentono di poter conoscere meglio il fenomeno turistico nella nostra realtà.
Il giorno 24 Luglio del 1910 è venuto a passare le sue vacanze estive a Porto Potenza Picena anche il Rettore dell’Università di Siena, il prof. Filippo Virgili, sicuramente ospite della villa del prof. Balduino Bocci, anche lui professore all’Università di Siena, villa che all’epoca si trovava lungo la strada di collegamento tra Potenza Picena e Porto Potenza Picena. Il Rettore dell’Università di Siena in una sua lettera definisce la spiaggia di Porto Potenza Picena “bellissima e tranquilla per il mio riposo estivo”, e questo è sicuramente una straordinario complimento.
cartolina5L’Enit, l’ente nazionale di promozione turistica, nel 1925 ha inviato un questionario nei giorni 11 e 26 Febbraio al nostro comune e dalle risposte del nostro Ente abbiamo la possibilità di poter conoscere meglio la realtà del turismo a Porto Potenza Picena in quel periodo. Nella risposta del nostro Podestà dell’epoca, l’avv. Paolo Scarfiotti, (il padre dello scenografo Ferdinando Scarfiotti, premio Oscar nel 1988 per la scenografia del film di Bernardo Bertoluccì “L’Ultimo Imperatore”) veniamo a sapere che in quel periodo al Porto non c’erano impianti sportivi e ritrovi mondani e che vi era solo un modesto albergo e che nella prossima stagione balneare 1925 ne apriva invece un’ altro, molto più signorile e fornito di camerette. Inoltre si dice che c’erano capanni che si affittavano a prezzi modicissimi, e si informa che nella nostra realtà è esistente un Istituto Educativo con educandato delle suore della Addolorata di Potenza Picena che fanno passare nel loro Palazzo al Porto alle loro ragazze 2 o 3 mesi di bagni. Vi era già un Sanatorio per bambini malati e convalescenti chiamato “Colonia Perugina”, fondato dal conte Giancarlo Conestabile della Staffa di Perugia.
L’Enit, nel 1925, dopo le risposte fornite dal nostro Comune, ha incluso la spiaggia di Potenza Picena in una pubblicazione di propaganda in lingua francese, che è stata stampata in 100.000 copie e distribuita sia in Italia che all’estero. La spiaggia di Potenza Picena si trova insieme a quelle di Pesaro, Fano, Mondolfo, Senigallia, Falconara, Porto Civitanova, Porto San Giorgio, Grottammare e San Bendetto del Tronto. Il Ministero della Cultura Popolare il giorno 17/7/1936 aveva dichiarato Porto Potenza Picena “Centro d’interesse turistico e di villeggiatura”.
cartolina9Di certo il turismo balneare all’epoca, negli anni Venti del Novecento, contava veramente poco nell’economia di Porto Potenza Picena e dell’intero comune. Era molto più importante l’industria e l’agricoltura, oltre che il sanatorio fondato dal conte Giancarlo Conestabile Della Staffa. Era già presente la SMAT (poi SCA), la fornace Antonelli, la SIF per citarne alcune delle industrie molto importanti a Porto Potenza Picena. C’era indubbiamente una bellissima spiaggia e pochi capanni che venivano affittati d’estate a prezzi modicissimi da alcuni pescatori. Per quanto riguarda gli Alberghi che vengono citati nel questionario dell’Enit nel 1925, il primo in assoluto che è sorto a Porto Potenza Piena è stato quello gestito da Sante Pasquali, aperto nel 1921 e chiamato Albergo Marino. Nella stagione estiva del 1925 poi ha aperto l’Albergo Piceno gestito da Prosperi Palmira coniugata Castrucci che era di Roma. A Potenza Picena nello stesso periodo operava in Corso Vittorio Emanuele II l’Albergo Vittoria, gestito da Tamanti Vittoria che era nata a Petritoli.
Per quanto riguarda invece i primi noleggiatori di casotti in un censimento del 1937 troviamo Riccardo Ricci che era all’epoca proprietario di n° 10 casotti, Primo Marconi di n° 4 e Nazzareno Marconi di n° 3 per un totale di n° 17 casotti presenti nella spiaggia di Porto Potenza Picena. Tutti e tre i gestori dei casotti erano anche pescatori. In questo interessante censimento del 1937 troviamo come noleggiatore di barche, sandolini e mosconi il sig. Domenico Carlini, figlio di Lorenzo, mentre l’attività della pesca era svolta in quel periodo dai seguenti pescatori Carlocchia Rinaldo, Giri Nicola, Giampaoli Arturo, Giampaoli Gino e Giampaoli Nazzareno. Nello stesso periodo gli affittacamere regolarmente autorizzati erano Piatti Luigi, Paccaloni Fosca, Barbetti Alessandro e Amadio Adornina, per un totale di n° 8 letti.
cartolina8Nel 1940, il giorno 15 Aprile, a Porto Potenza Picena si è anche costituita la “Pro Porto Potenza Picena” (antesignana dell’attuale Pro Loco) per promuovere meglio il turismo balneare, ed il primo Presidente è stato il maestro comm. Azzolino Clementoni.
Oggi l’attività turistica si è molto sviluppata e costituisce sicuramente un’importante fonte di reddito per la nostra comunità, ma è utile poter conoscere meglio la sua storia e l’evoluzione nel corso del Novecento. Dal 2008 Potenza Picena può vantare la Bandiera Blu, titolo che è stato sempre confermato in questi 10 anni consecutivi.

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