Alla mia ANNA,
guida e luce in un cammino
non sempre lieto.
Il paese di cui nella presente nota si ricordano le poco consolanti condizioni igieniche, risponde al nome di contrada Montecanepino 1 . È un paese di cresta, come del resto lo sono in massima parte i paesi e le città marchigiane fuori della striscia piana costiera, in Comune di Potenza Picena e in Provincia di Macerata. Dista 3 chilometri dal Comune e circa 4 da Porto Potenza Picena, ridente cittadina sulla costa adriatica, fra Porto Recanati e Porto Civitanova. Da Porto Potenza Picena passa la linea ferroviaria Milano-Lecce che, arrivando a Porto Civitanova, si dirama per Macerata unendo tutti i paesi circonvicini col capoluogo di Provincia 2 .
Montecanepino, che è a circa 200 metri sul livello del mare, deve il proprio nome ai fabbricanti di corda (canepini) che formarono il primo nucleo dell’attuale paese, il quale ebbe, in origine, una sola casa dove vi era una specie di bazar (baratto) a cui si rifornivano i contadini e i braccianti dei luoghi vicini.
Il paese, data la natura calcare della collina, è privo di pozzi e solamente nel 1938 venne costruita una fontana, usufruendo una sorgente di minima portata posta alla distanza di un chilometro circa, verso la sottostante, fertilissima vallata. Si è detto che la portata della sorgente è minima e infatti nella stagione estiva il paese può avere acqua solo in determinati periodi della giornata.
Le abitazioni sono abbastanza numerose e disposte tutte sul lato destro (per chi viene dal mare) della carrozzabile che unisce Montecanepino a P. Picena e a Porto P. Picena. Ma la vita che si svolge in queste case non è certamente delle più igieniche e cercherò di dimostrarlo in brevi parole.
Pochissime sono le abitazioni fornite di un apposito scarico per l’acqua sporca la quale viene indifferentemente gettata sulla strada oppure nelle immediate vicinanze della uscita posteriore della casa. Le latrine, almeno secondo un concetto elementare di igiene, mancano del tutto e a questa delicatissima parte dell’abitazione si supplisce con fosse scoperte, malamente sormontate da capannucce di canna le quali hanno un telo in luogo della porta. E quel che è peggio è che questi luoghi luridi sono a brevissima distanza dall’abitazione, presso ad altri depositi immondi di letame e rifiuti di ogni genere. Si può quindi, facilmente immaginare quale inferno di mosche sia la casa nella stagione estiva! Malgrado questo basso livello igienico non si ricordano, a detta degli abitanti, malattie epidemiche e in realtà le persone – giovani e vecchi – presentano caratteri di assoluta sanità e robustezza fisica. Bisogna ricordare l’estrema piccolezza delle finestre che dànno poca aria e poca luce alle stanze.
La mia ultima visita al paese ha avuto luogo nel giugno del 1944, periodo in cui vi era un assembramento veramente enorme di persone sfollate da Porto P. Picena, con conseguente eccessivo peggioramento delle condizioni igieniche.
A completare il quadro poco brillante, ricordo che la borgata è priva della Chiesa e di un servizio automobilistico che la colleghi alle due città di Potenza Picena e Porto Potenza Picena. In tempi normali funzionava un’autocorriera fra P. P. Picena e P. Picena, la quale passava per una strada forse più comoda, ma scelta senza tener conto delle reali necessità della popolazione. Nell’impossibilità tecnica, anche a mondo pacificato, di istituire due linee automobilistiche, mi sembra cosa logica studiare il problema – di risoluzione del resto non troppo difficile – di far passare l’unica linea per la contrada di Montecanepino. La distanza chilometrica è inferiore, se pur di poco, e la strada, con gli opportuni rifacimenti nei brevi tratti in cui se ne presenti la necessità, eccellente.
A chiusura della presente nota non ritengo fuori luogo ricordare che per Porto Potenza Picena scorre il Fosso Potenza, ricco di acque impetuose nell’inverno e puzzolente palude in estate. Durante la stessa stagione il fosso è un fomite di zanzare che intralciano lo sviluppo turistico della graziosissima cittadina adriatica. L’Amministrazione Comunale voglia prendere nella giusta considerazione questi richiami fatti da un extraregionale e quindi, è sperabile, fatti imparzialmente.
Tratto da Nota, in “Panorami geografici”, n. 2, marzo 1945
1: Durante la sporadica rinascita della dittatura fascista la contrada fu terrorizzata da un sansepolcrista lombardo, certo Conconi, il quale si compiacque del nome nuovo dato al paese: Monte Conconio! Registro la cosa a solo titolo di cronaca paesana e per ricordare, seppure ce ne fosse bisogno, in quale conto il passato regime tenesse la toponomastica italiana, malgrado le assicurazioni più o meno ufficiali di ammirazione per la geografia
2: Sulle possibilità turistiche e di assorbimento di mano d’opera di Porto Potenza Picena, si vedano le brevi righe da me dedicate al paese: S. Zavatti, FASCINO DI PORTO POTENZA PICENA, in “Il Popolo di Roma”, 6 aprile 1941; id., PORTO POTENZA PICENA: L’ISTITUTO ELIOTERAPICO “DIVINA PROVVIDENZA”, in “Il Resto del Carlino”, 3 febbraio 1942.
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