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Posts Tagged ‘Umberto Boccabianca’

A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Gaetano Solanelli

Nel 1862, nell’anno del cambio del nome della nostra città da Monte Santo a Potenza Picena, avvenuto il giorno 21/12/1862, vennero inaugurate la scuola elementare femminile e la scuola serale.
Sono trascorsi centosessanta anni da quel giorno (23/02/1862), quando, alla presenza delle autorità civili e religiose della nostra città, la “damigella” Albina Maffei, maestra elementare, in Monte Santo, pronunciò un memorabile discorso.
Il testo di questo bellissimo discorso è contenuto in una pubblicazione stampata dalla tipografia di Giuseppe Cortesi di Macerata nel 1862 di cui una copia, in originale, si trova presso il nostro archivio storico comunale di Via Trento e che oggi pubblichiamo.
Il sindaco di Potenza Picena in quel periodo, dopo l’Unità d’Italia, avvenuta il 17/03/1861, era il console Gaetano Solanelli.
Prima del 1862 le ragazze di Monte Santo non avevano la possibilità di frequentare la scuola pubblica e potevano imparare a leggere, scrivere e fare i conti solo andando privatamente dalle monache, negli educandati, riservati, pertanto, solo a chi aveva le possibilità economiche.
A Monte Santo erano presenti le monache clarisse di San Tommaso, le monache benedettine di Santa Caterina d’Alessandria e le Figlie dell’Addolorata, chiamate le monachette.
Nei loro educandati le ragazze di buona famiglia erano ospitate per l’educazione scolastica e religiosa, mentre le ragazze del popolo non avevano alcuna possibilità di istruzione.
A Monte Santo inoltre, dal 1702, c’era l’Orfanotrofio femminile, fondato grazie ad un lascito del conte Ludovico Marefoschi ed in questa istituzione le ragazze orfane avevano la possibilità di istruzione. Nel 1861 si trovavano ad educare queste ragazze orfane, che in quel periodo erano ventuno, due maestre: la sig.ra Bernardina Tartabini di Montelupone e la sig.ra Paola Dottori di Monte Santo.

Foto fine Ottocento interno Chiostro S. Agostino – Potenza Picena

Nel 1862 dove si trovavano i locali delle scuole elementari maschili e femminili?
Non potendo ancora utilizzare i conventi lasciati liberi dagli ordini religiosi presenti nella nostra città (questo avverrà solo successivamente, dopo il 1869, prima con il convento di San Francesco dei frati conventuali, poi con il convento di Sant’Agostino degli agostiniani, in via Massucci, oggi Mariano Cutini, nel 1895), nel 1862 utilizzavano il piano superiore del palazzo municipale, dove oggi si trovano gli uffici della ragioneria e dell’economato.
A Porto Potenza Picena la nuova scuola elementare verrà costruita solo nel 1894, su progetto dell’architetto Aristide Marazzi, mentre a San Girio e Montecanepino nel 1895.
Nel suo discorso di inaugurazione della scuola elementare femminile, Albina Maffei ricorda che

la storia c’insegna che ne’ remoti tempi il signore e il ricchissimo possidente era tutto, e il popolo nulla, o peggio che nulla era il servo, lo schiavo.
Ai primi i privilegi, le dignità, gli onori, i titoli, la libertà, il possesso de’ beni; al popolo delle campagne, dei villaggi e anche delle città i più duri e vili lavori, le lunghe fatiche, i sudori, gli stenti, gli oltraggi ed una servitù senza fine.

Continuava il suo discorso

E in condizione più abbietta versava la donna, Ella non era considerata come dovrebb’essere, dispensatrice di pace, di bontà, di virtù e di santa educazione, ma creduto un essere debole, vile, consacrato agli uffici più degradanti e oltraggiosi, e serva abbietta del vilissimo servo.
Ed essa pure, condannata dalla sua ignoranza, molte volte doveva violare il santuario della famiglia o quello del suo cuore mettendo a parte de’ più cari segreti uno sconosciuto indifferente, che, richiesto d’un consiglio, o non conoscesse quella delicata gelosia di non svelare tutto, o non intendesse o, malignamente travisasse il senso delle parole udite, si cambiava spesse volte da amico consigliere in perturbatore di pace, e in fonte di terribili guai ed affanni.

Quando nel 1873 il perito agrimensore Domenico Filippetti, padre del prof. Anton Mario Filippetti, aprì a Potenza Picena la scuola di disegno, le ragazze non erano ammesse. Solo successivamente, con il prof. Umberto Boccabianca nel 1891, si aprì la sezione femminile, nel 1899 intitolata alla regina “Margherita di Savoia”, dove le ragazze di Potenza Picena potevano imparare il mestiere di sarte, cucitrici e ricamatrici.

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A cura di Paolo Onofri

Viale Trieste. Foto Bruno Grandinetti.

Potenza Picena, la città del Governatore delle Marche Francesco Acquaroli, può vantare dal lontano 1900 uno dei più bei viali alberati delle Marche: Viale Trieste, nato nel contesto della festa degli alberi promossa a Potenza Picena dal prof. Umberto Boccabianca, prima ancora che venisse istituita a livello nazionale la festa degli alberi.

Il viale è lungo 350 metri, è arricchito da ben 14 panchine rivestite di granito bianco e 24 aiuole. Si trova all’ingresso del nostro centro storico medievale, vicino a dove fino al 1950 si trovava la bellissima Porta Girola o Marina, abbattuta per poter allargare l’ingresso in modo da far entrare le corriere della Sap.

Nel 2003 un gruppo di 150 cittadini chiese al comune di poter intervenire sul viale per salvarlo dal degrado, tenuto conto che era pericoloso e pieno di buche.

Oggi a distanza di 19 anni il nostro comune ritorna ad intervenire sulla pavimentazione del viale, non per sostituire l’asfalto con altro materiale, ma per rimetterlo nuovo.

Sembrerebbe una decisione incomprensibile, anche perché un intervento del genere fatto nel 2022 significa rischiare di non poter sostituire per molti anni l’asfalto e di non poter avere pertanto una pavimentazione come ad esempio quella del Pincio o del marciapiede della Circonvallazione Nord in Via Macerata.

Successivamente abbiamo capito che la scelta di rimettere l’asfalto in questo originale viale era una decisione che si basava su un fatto storico. Nel Medioevo a Monte Santo e solo nella nostra città, già si usava questo materiale, l’asfalto, quello tipico ed originale della nostra città.

Un plauso all’ingegnere Dora De Mutiis, capo del nostro Ufficio Tecnico comunale ed all’assessore ai Lavori Pubblici Luisa Isidori per questa scelta che valorizzerà sicuramente il nostro Viale.

Ovviamente, per coerenza, verrà anche asfaltato il lato destro del marciapiede del viale, lasciando i cordoli in cemento e non in travertino.

L’ingresso principale del nostro centro storico in questo modo verrà valorizzato in senso moderno.

Viale Trieste con la Porta Girola o Marina. Foto p. Nazzareno Pistelli.

Dopo i lavori di asfaltatura del viale pedonabile, costati complessivamente oltre 140.000,00 euro, questo sembra più una pista ciclabile. Già prima dell’esecuzione di questi lavori molti ciclisti passavano in questo viale, in discesa anche ad alta velocità, rischiando di investire coloro che tranquillamente passeggiavano nel viale, in particolare gli anziani, ma non solo.

Ora con il nuovo asfalto i ciclisti saranno molto più stimolati a percorrere il viale. In questo modo probabilmente non sarà più possibile passeggiare in tranquillità per i nostri anziani.

Era proprio necessario intervenire oggi in questo viale con nuovo asfalto? Se non vi erano i soldi, come dice il nostro sindaco, il lavoro poteva sicuramente essere rimandato magari fatto tra un anno o due oppure quest’anno si poteva pavimentare solo il lato destro, ma con altri materiali.

Speriamo che questa mania dei nostri amministratori e dell’ufficio tecnico comunale di utilizzare l’asfalto nel borgo medievale di Monte Santo abbia fine (vi ricordate quando si voleva asfaltare anche il Piazzale Santa Croce?).

Nell’intervenire oggi sul nostro viale ci si augura che venga messo a dimora l’ottantottesimo tiglio, mancante ormai da 4 anni, come sostituito il palo arrugginito e la targa illeggibile del viale che si trova in fondo al viale.

Prof. Umberto Boccabianca

Nella nostra città medievale per quanto riguarda i marciapiedi assistiamo ad una situazione paradossale: i marciapiedi della Circonvallazione Nord di Via Macerata sono completamente pavimentati in mattoni con un cordolo in travertino. Nei marciapiedi della Circonvallazione Le Grazie dove ci sono le abitazioni, la scuola media, la chiesa della Madonna delle Grazie e quella della Neve, invece, troviamo asfalto e cemento, con cordoli in cemento. Sono due città diverse?

Norberto Mancini ha dedicato al viale Trieste di Potenza Picena una sua poesia, che facciamo conoscere ai nostri lettori.

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n mancini viale trieste

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Ritrattro del Prof. Emidio Consorti, olio su tela tratto dal volume “Il lavoro Manuale Educativo, il sistema pedagogico, le conferenze”

Potenza Picena ricorda il prof. Emidio Consorti in occasione dei centonove anni dalla sua morte, avvenuta a Ripatransone il 19/02/1913.
Nato a Ripatransone il giorno 14/12/1841, fondatore in Italia del lavoro manuale educativo, ebbe nel prof. Umberto Boccabianca il suo migliore allievo. Il prof. Boccabianca da Ripatransone era venuto a Potenza Picena ad insegnare nella nostra scuola elementare “Giacomo Leopardi”, diventandone anche, successivamente, direttore. Grazie alla sua genialità ha fondato, a proprie spese, a Potenza Picena, nel 1887, la seconda scuola in Italia di lavoro manuale educativo, dopo quella di Ripatransone, oltre ad aver diretto con competenza la scuola d’arte “Ambrogio Della Robbia” e la sezione femminile “Margherita di Savoia” sempre a Potenza Picena. Il prof. Umberto Boccabianca ha partecipato, inoltre, in qualità di insegnante, ai corsi nazionali per maestri, diretti dal prof. Emidio Consorti, che si tenevano annualmente a Ripatransone a decorrere dal 1889, insegnando Plastica. Insieme a lui vi hanno partecipato anche professori molto noti all’epoca, come le sorelle Rosa e Carolina Agazzi e Pietro Pasquali.

Pochi sanno che il prof. Emidio Consorti è stato a Potenza Picena nel 1907, in occasione dei festeggiamenti al prof. Umberto Boccabianca per i suoi venticinque anni di insegnamento nella nostra città. In quella occasione, presso il teatro condominiale (l’attuale “Bruno Mugellini”), al prof. Umberto Boccabianca fu fatto dono, da parte della nostra comunità, di una pergamena artistica, opera del pittore di San Ginesio Ciarlantini, oggi esposta all’interno dei locali della biblioteca comunale “Carlo Cenerelli Campana”.
All’interno della stessa struttura si trova un ritratto del prof. Emidio Consorti, con dedica autografa al prof. Umberto Boccabianca. Inoltre, grazie alla disponibilità di Nazzareno Pierandrei, nipote del. Prof. Boccabianca, presso il nostro archivio storico comunale si trova una foto originale del 1909, scattata a Ripatransone dal fotografo G. Domizi, in occasione del 21° corso annuale nazionale di lavoro manuale educativo, dove è ritratto il prof. Emidio Consorti insieme a tutti gli insegnanti e professori che hanno partecipato in quell’anno. Probabilmente una delle ultime foto del prof. Emidio Consorti prima della sua morte, avvenuta nel 1913. In questa foto non è presente il prof. Umberto Boccabianca, che aveva smesso di partecipare ai corsi nel 1908.

Nel 1997 il Comune di Ripatransone ha pubblicato il volume “Il lavoro manuale educativo, il sistema pedagogico e le conferenze” di Emidio Consorti, a cura di Emidio Diletti, Giancarlo Galeazzi e Walter Michelangeli. Una copia del volume si può consultare presso la nostra biblioteca comunale “Carlo Cenerelli Campana” di Via Trento.

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A cura di Paolo Onofri.

Viale Trieste con la Porta Girola o Marina. Foto p. Nazzarenod Pistelli.

Potenza Picena, grazie all’intuizione del prof. Umberto Boccabianca, dal 1900 può vantare un bellissimo e suggestivo viale alberato composto da 88 tigli, Viale Trieste, in prossimità dell’ingresso principale del nostro centro storico, quello di Porta Girola o Marina, la cui struttura è stata demolita nel 1950 per poter allargare l’accesso.

Il viale alberato è stato creato nel lontano 14 marzo 1900, in occasione della prima festa degli alberi organizzata a Potenza Picena dal Prof. Umberto Boccabianca con le scuole elementari locali, collocandovi 88 tigli. Il viale è lungo 360 metri, largo 2,60 metri e dispone di n.14 panchine in pietra, molto belle ed utili per la socializzazione, in particolare degli anziani che durante l’estate sono soliti passeggiare lungo il viale, un tunnel alberato refrigerante.

Nel 2003 le condizioni del fondo erano gravissime, pieno di buche e di rialzi del terreno causati dalle radici dei tigli. Un gruppo di 150 nostri concittadini ha deciso di lanciare un appello al Comune con una petizione per poter sistemare il viale e renderlo, in questo modo, di nuovo sicuro. L’appello dei nostri concittadini è stato accolto dall’amministrazione comunale, all’epoca guidata dal sindaco Mario Morgoni ed il viale è stato sistemato ed asfaltato.

Il Prof. Umberto Boccabianca insieme agli alunni della Scuola Elementare di Potenza Picena

Le piante dei tigli sono soggette all’azione corrosiva degli insetti e debbono periodicamente essere sostituite da piante nuove. Nel 2019 ne sono state sostituite 2, nel 2020 ben 3. Quest’anno nessuna. Purtroppo da 3 anni nello spazio che occupava il tiglio n.88 non c’è più la pianta e nel corso di questi 3 anni non è stata più rimpiazzata. Pensavamo di poterla vedere collocata durante le sostituzioni dei tigli del 2019 e del 2020, ma niente è avvenuto. Niente nemmeno quest’anno. In questo modo il tunnel d’ombra dei tigli lascerà un vuoto nel punto dove è mancante la ottantottesima pianta.

Norberto Mancini, scrittore e poeta di Potenza Picena, ha dedicato a Viale Trieste una bellissima poesia, pubblicata nel libro “Visioni potentine” del 1958, che noi facciamo conoscere ai nostri lettori. Il nome “Trieste” è stato dato solo dopo la fine della prima guerra mondiale, in precedenza si chiamava Via Piana.

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a cura si Simona Il cedro del Libano durante la nevicata del febbraio 2012. Foto Sergio CeccottiCiasca e Paolo Onofri
Nel contesto del nostro Pincio c’è da sempre la presenza di un albero particolare. Si tratta di un Cedro del Libano, secondo il parere del prof. Gianfranco Morgoni. Quanti anni ha questo monumentale albero, che non è stato mai colpito da fulmini e sostituito, a differenza del gemello che spesso è stato colpito ed anche sostituito?
Nel nostro archivio storico comunale di Via Trento non ci sono notizie particolari in riferimento al cedro del Libano del nostro Pincio. Si parla solo della sistemazione dei tigli nel 1901, nel contesto della festa degli alberi organizzata a Potenza Picena dal prof. Umberto Boccabianca, ancora prima della istituzione a livello nazionale di questa festa, che risale al 1903. L’anno prima, cioè nel 1900, avevano messo a dimora i tigli di Via Piana, oggi viale Trieste.
Per quanto riguarda la più antica foto del nostro cedro del Libano, noi abbiamo avuto la fortuna di averne una risalente 20/10/1929, cioè 90 anni fa, quando è stata inaugurata la Palestra dell’ONB del Pincio, foto che ci è stata fornita da Mario Barbera Borroni e che noi abbiamo già inserito nel nostro blog.

Palestra Pincio

Partecipanti all’inaugurazione della palestra

In questa foto di 90 anni fa il cedro del Libano del Pincio era già maestoso e con la punta curva, con una circonferenza del tronco già molto grande ed una chioma enorme, mentre i tigli messi a dimora nel 1901 erano ancora piccoli. Ci siamo divertiti, anche se dobbiamo confessare la nostra incompetenza in materia, a rilevare alcuni dati tecnici della nostra pianta del cedro del Libano il giorno sabato 4 Novembre del 2014. La circonferenza del tronco risultava di metri 3,63, il diametro di metri 2,30, mentre il diametro medio della chioma risultava di metri 22, tenendo conto però che una parte è stata tagliata e pertanto dovrebbe considerarsi superiore. Non siamo ancora riusciti a stabilire l’altezza attuale della pianta, perché non disponiamo di strumenti tecnici adeguati per questa operazione, ma sicuramente è superiore ai 20 metri, senza considerare la notevole curvatura della punta.
Secondo il nostro modesto parere il cedro del Libano del nostro Pincio potrebbe anche essere tra i più vecchi cedri delle Marche, addirittura il 4°, dopo quello di Osimo, a Villa Simonetti di anni 265, di Macerata a Villa Serra e di Fano in località Belgatto, tutti e due di anni 185, tenendo conto della documentazione storica e fotografica in nostro possesso possiamo sostenere che il cedro abbia costituito e costituisca tutt’oggi un elemento di attrazione turistica aggiuntiva del nostro già bellissimo Pincio, che tutti ci invidiano.

00000003In Europa il Cedro del Libano si è diffuso a partire dal secolo XVII ed il suo legno solido, durevole e compatto è stato apprezzato fin dall’antichità, quando veniva usato per la costruzione di navi e palazzi. L’attuale Pincio un tempo era l’orto e chiostro dei Francescani Conventuali locali e dopo che nel 1867 fu abbattuto il muraglione ed eliminato il chiostro, nel 1873 si realizzò il piazzale con il passeggio, e messo a dimora questo cedro del Libano, in abbinamento con il gemello, oltre che la siepe. In questo modo il nostro cedro del Libano oggi dovrebbe avere un’età superiore ai 145 anni, potendosi considerare a ragione uno dei più vecchi delle Marche. Un bel primato di cui dovremmo essere molto orgogliosi.
Comunque i nostri amministratori potrebbero richiedere un parere tecnico al Corpo Forestale dello Stato per poter stabilire l’età della nostra pianta, effettuando anche tutte le rilevazioni tecniche del Cedro del Libano del nostro Pincio.

Notizie tecniche e storiche tratte da:
Marche, 50 alberi da salvare. I più importanti della regione. Vallecchi
Editore 1984 a cura di Valido Capodarca.
Alberi custodi del tempo, a cura della Provincia di Macerata, prima
edizione 2004, Seconda edizione 2005.
Presso Biblioteca Comunale “Carlo Cenerelli Campana” Potenza Picena.

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a cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

00000001-10Nel 1892 si era costituita a Potenza Picena la Cassa di Risparmio locale. Nel 1897, 5 anni dopo, grazie all’iniziativa di un folto gruppo di nostri concittadini, nasce anche la Banca Popolare di Credito, società anonima cooperativa a capitale illimitato.
Ogni azione era del valore di Lire 25 e nella fase iniziale sono state sottoscritte ben 229 azioni, per un valore complessivo di lire 5.725, per un totale di n° 56 azionisti.
Risulta successivamente azionista anche l’avvocato Lodovico Scarfiotti, nonno del pilota di Formula Uno Lodovico junior, tra i fondatori della Fiat di Torino nel 1899 e primo Presidente, che ha sottoscritto il 15/10/1897 n° 10 azioni per un valore complessivo di Lire 250.
Il più importante sottoscrittore di azioni all’inizio è stato il conte Flavio Buonaccorsi, che ne ha sottoscritte ben 100, poi Giuseppe Pagnini 12, il Sindaco di Potenza Picena, cav. Ettore Bocci 10, Domenico Mocchegiani 10, Giovanni Colocci di Porto Potenza Picena 10 e Benedetto Broccolo 8. Tra i fondatori della Banca di Potenza Picena troviamo il prof. Umberto Boccabianca, il maestro Raffaele Petetti, il cav. Francesco Casalis, il dott. Pietro Felici, Matteucci Pacifica, Mazzarella Antonio, il maestro di musica Ernesto Pettenati, l’ingegnere comunale Giuseppe Pierandrei, il veterinario dott. Giuseppe Subissi, Casciotti Pacifico, don Antonio Pierconti, parroco di San Girio, don Alessandro Cipollari, prevosto della Collegiata di Santo Stefano, il farmacista Ezio Mengoni e Paolo Mazzoni. Un’ultima curiosità, tra i fondatori della Banca c’era anche Aldebrando Properzi, fornaio, zio di Giuseppe e Mario Properzi. Era il fratello del loro bisnonno Pasquale. Troviamo anche i nobili delle famiglie Buonaccorsi, i conti Flavio e Leopoldo, ed il conte Prospero Marefoschi.
03°_DSC4025E’ stato approvato uno Statuto della Banca nell’Assemblea del giorno 11/11/1897, che regolamentava l’istituto di Credito, prevedendo l’Assemblea dei soci, un consiglio di Amministrazione che eleggeva al suo interno un Presidente, oltre ad un Direttore. La durata iniziale della banca era di anni 50, prorogabile.
Il primo Presidente è stato il conte Flavio Buonaccorsì, mentre il primo Direttore Domenico Mocchegiani.
La prima sede della Banca è stata messa a disposizione da parte del nostro Comune nell’ex Pretura, nel Palazzetto del Podestà, facendo utilizzare i tre locali del piano terra, per la durata di anni 5.
Successivamente la banca si è trasferita nel Palazzo Marefoschi. Solo nel 1972, Presidente il Comm. Egisto Bontempi, è stata aperta la filiale di Porto Potenza Picena. In quell’anno, il giorno 15 ottobre, ci sono stati anche i festeggiamenti per i 75 anni della Banca, che si sono svolti nel Cinema-Teatro “Aurora” e la Banca fece dono al nostro Comune di una autoambulanza. In quella occasione il Dott. Mauro Mancini scrisse una breve storia della Banca.
Senza titolo-6-7Nel 1977 il giorno 17 dicembre, la Banca Popolare di Potenza Picena ha concluso la sua gloriosa storia, sciogliendosi e confluendo nella Banca Popolare delle Provincie di Ancona e Macerata. Tra le originali iniziative dì questa nuova Banca ci piace ricordare la ristampa anastatica nel 1978 della storia di Monte Santo di Carlo Cenerelli Campana del 1852.
Nel nostro ricchissimo archivio storico comunale di Via Trento troviamo una copia dello statuto della Banca Popolare di Potenza Picena del 1897 ed anche uno dei primi libretti di deposito a risparmio, il n°19 del 5/6/1898. Si trova anche la scheda sottoscritta dall’avvocato Lodovico Scarfiotti.
Grazie alla disponibilità di Giuseppe Properzi, nipote di uno dei fondatori della Banca Popolare, il fornaio Aldebrando, possiamo far conoscere l’elenco completo dei soci fondatori della Banca Popolare di Credito di Potenza Picena. Gianfranco Morgoni, nostro collaboratore, ci ha inoltre messo a disposizione un’azione della Banca Popolare di proprietà di Giuseppe Pagnini, trasferita a suo nonno paterno, Raffaele, il giorno 9/1/1915.
01°_DSC4012Un’ultima curiosità per concludere questa storia della Banca Popolare di Potenza Picena: negli anni scorsi, mentre si stavano effettuando dei lavori di ristrutturazione all’interno dei locali della Banca Popolare di Via Marefoschi, alcuni operai tra il materiale che avevano scartato, avevano inserito anche l’antica targa ovale metallica dell’Istituto di Credito, con la scritta “Banca Popolare di Credito di Potenza Picena”, una testimonianza eccezionale della storia della banca ed anche un bellissimo manufatto. Per fortuna ci siamo trovati a passare in quel momento, prima che la targa venisse portata via con il camion e gettata in discarica e siamo riusciti a recuperarla. Dopo averla ripulita, l’abbiamo depositata presso la nostra Pinacoteca Comunale “Benedetto Biancolini” di Via Trento, dove oggi si trova, acquisita al patrimonio del nostro comune. E’ un cimelio straordinario che rischiavamo di perdere per sempre.
Questo articolo nasce anche grazie alla collaborazione con Carlo Percossi, Giuseppe Properzi e Gianfranco Morgoni, che ringraziamo di cuore.

Documenti allegati:

  • pdficon_large banca_cenni_storici_banca_pop – Cenni storici della Banca Popolare di Potenza Picena a cura del Dott. Mauro Mancini. Prop. Carlo Percossi.
  • pdficon_large statuto_banca_pop – Statuto della Banca Popolare di Credito di Potenza Picena del 11/11/1897. Archivio Storico Comunale Potenza Picena.
  • pdficon_large azionisti_banca – Elenco degli azionisti della Banca Popolare di Credito di Potenza Picena del 1897 – Prop. Giuseppe Properzi.

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