Potenza Picena lo ricorda a 160 anni dalla nascita (11/7/1852 – 19/5/1945)
a cura di Gigliola Terenna
Balduino Bocci nasce a Potenza Picena nel 1852, nella provincia di Macerata, compiuti gli studi classici è studente di medicina a Bologna dove si laurea nel 1877, due anni dopo vince un concorso ministeriale di sussidio per studi all’estero. Nell’aprile del 1881 si trova a Parigi dove frequenta il laboratorio del Marey, a cui si deve lo sviluppo del metodo grafico in Fisiologia e in Medicina. Marey è interessato a vedere uno strumento inventato dal Bocci, si tratta di una nuova cannula per fìstola gastrica e lo stesso Marey incaricherà il dottor Francois Franck a darne comunicazione alla locale Società di Biologia, dove verrà segnalata la particolarità tecnica di bloccaggio della cannula che la mantiene in posizione durante l’intervento operatorio.
Il Bocci descrive la cannula nel dicembre 1879 in una lettera al professor Giovanni Paladino, suo maestro di Istologia e Tecnica microscopica, successivamente pubblicata nel “Giornale internazionale delle scienze mediche” (anno II, fasc. I, 1880).
Ho immaginato e fatto costruire una breve cannula, che invagina uno stiletto metallico acconciamente acuminato. Con un colpo deciso lo stiletto e la cannula penetrano con tutta facilità le pareti addominali e le gastriche già preventivamente dilatate per una grande ingestione di cibo (fistola gastrica del cane). Ciò fatto si ritira subito lo stiletto, senza tema che esso trascini in fuori la cannula, che resta invece tenacemente fissata al di dentro nella cavità dello stomaco per mezzo delle linguette metalliche. Queste sono articolate con la cannula e, prima e durante l’atto operatorio, si trovano strettamente avvicinate alla punta triangolare dello stiletto, dal quale automaticamente si allontanano per addossarsi alla mucosa gastrica, non appena l’istrumento raggiunge il cavo ventricolare.
La realizzazione della cannula è opera della ditta romana di Ernesto Invernizzi, nel suo primo anno di attività, il 1879. L’invenzione del Bocci è subito apprezzata dai colleghi fisiologi, così al Congresso Internazionale Medico di Londra del 4 febbraio 1882, perché semplifica l’atto operatorio portando a eccellenti risultati, anche su un’ammalata.
Nel 1884 il Bocci pubblica le nuove ricerche sull’epitelio vibratile con l’ausilio di due apparecchi inventati: il miografo a spira e il chemio-miografo. Come succederà altre volte nella sua carriera scientifica, Balduino Bocci dovrà affrontare aspre critiche, sulla sua invenzione, ad esempio, dal celebre Angelo Mosso che la ritiene tecnicamente superflua. Se in un primo momento per deferenza al maestro il Bocci rinuncia a replicare l’eccessiva critica, poi preso dalla stessa foga non si astiene dal ricordare al Mosso che il suo pletismografo era stato preceduto da apparecchi analoghi di Chelius e di Fick.
Dopo il periodo all’estero Balduino Bocci è dunque a Roma, prima come assistente del professor Jacob Moleschott alla cattedra di Fisiologia, poi in qualità di sostituto alla morte dello stesso; se al momento non riuscirà a ottenere l’incarico della libera docenza per titoli, a causa del trafugamento dei suoi documenti come denuncia lui stesso, la otterrà successivamente a voti unanimi della Facoltà e del Consiglio superiore, tanto che la commissione riconoscerà la sua “operosità ed attitudine a sperimentare, sempre pronto a trovare le risorse per condurre bene gli esperimenti, possedendo qualità didattica in grado superiore”.
Il Bocci docente a Roma sarà ricordato con lode e riconoscenza da un’allieva diventata poi la celebre pedagogista Maria Montessori.
Balduino Bocci traduce nel 1889 l’edizione tedesca del famoso Trattato di Fisiologia dell’uomo con istologia, anatomia e microscopica di Leonard Landois, che ebbe per un ventennio una spettacolosa diffusione; nel 1892 il Bocci pubblica di nuovo con successo dalla milanese Vallardi, Guida tecnica del medico igienista, per soddisfare come dice lui stesso, “a un bisogno degli ufficiali sanitari e dei medici”.
La sua ricerca Sull’immagine visiva cerebrale riscuoterà in campo medico notevole interesse, come attesta anche l’informazione che riceve il Bocci dal professor Vizioli di Napoli nel 1896, il quale “avendo da tre mesi installato un grande laboratorio di Neuropatologia di undici camere per lavori e ricerche” si occupa di “alcuni effetti della visione come necessaria premessa ad una conferenza per signore sui raggi Röntgen”. Ancora le adesioni alle sue ricerche sono alternate da ostacoli, come l’impedimento a mostrare i suoi apparecchi (cromosciascopio, encefaloiconoscopio, pesca-acido, cronografo e panconografo di reazione) inventati a Siena, costruiti dal meccanico Mazzei del Gabinetto fisico, nel Congresso Internazionale dei fisiologi a Torino del 1901; quelle che il Bocci chiama “pastette” operate impunemente ai suoi danni, si presentano anche alla riunione della Società italiana per il progresso delle scienze a Siena nel settembre 1913, presenziata da illustri scienziati. Già nel 1904, per la nomina a professore ordinario di Fisiologia ricevuta l’anno dopo con decreto reale, il Bocci per superare l’ostracismo nei suoi confronti dovette invocare la nomina di una commissione ministeriale, col preciso mandato di esaminare e sperimentare gli apparecchi da lui ideati e condotti allo scopo presso l’Istituto di Fisica di Roma. Alla risoluzione della questione contribuiranno i pareri molto positivi degli illustri scienziati Hermann ed Engelmann, interpellati dalla commissione, sui lavori del Bocci relativi all’ottica fisiologica con l’immagine visiva cerebrale, alla meccanica cardiaca e alla fisiologia del cervelletto.
Balduino Bocci, partito da Roma per prendere domicilio a Siena in piazza dell’Abbadia n. 2, dal 1 dicembre 1895 svolgerà il suo incarico di docente, inizialmente straordinario, e direttore del Gabinetto di Fisiologia fino all’anno accademico 1926-’27, come tiene a precisare “a favore della scolaresca universitaria in una città silenziosa così invidiabilmente adatta ad un lavoro profìcuo”. Nel 1915, il Bocci avrà la nomina a consigliere superiore dell’Istruzione.
La passione per la poesia accompagna il Bocci fin dalla giovinezza, come riferisce l’autorevole opinione di Filippo Turati nel 1881, dal periodico letterario milanese “Il Preludio”: “entrambi studenti a Bologna, lui pativa fin d’allora della malattia dei versi, non lesinava la recitazione ai compagni dai portici del Pavaglione con il suo accento fortemente marchigiano, che pareva vivificare fra verso e verso la parentela geografica che lo congiungeva al Leopardi”.
I suoi campi di indagine scientifica, enunciati anche dal titolo del suo Peregrinazioni di un fisiologo nell’arte, nella vita, nella morale del 1911, includono alcuni grandi poeti italiani. Il discorso inaugurale dell’anno accademico dell’Università di Siena letto il 3 novembre 1912 sarà intitolato II dinamismo cerebrale del genio: Giacomo Leopardi; l’anno seguente Balduino Bocci pubblica Giacomo Leopardi. Rivendicazione, un saggio sulla condizione fisica e psichica del poeta, infine scrive senza pubblicarla La psicofisiologia nella critica letteraria, Gabriele D’Annunzio, Giovanni Pascoli, al termina della sua docenza.
Non poteva mancare nella vicenda umana di Balduino Bocci la passione politica e civile che investe molti uomini del suo tempo, per cui oltre le numerose pubblicazioni di fisiologia, alcune di psicologia sperimentale, scrive liriche sulla guerra del 1915-’18 e sulla passione interventista di Fiume, tra il 1919 e il 1920. Il Bocci è invitato dal Comitato per Rino Daus a scrivere l’epigrafe per il giovane fascista ucciso negli scontri politici del 1921 e nel discorso per l’inaugurazione del relativo monumento auspicherà l’avvento del Duce.
II rapporto di Balduino Bocci con la città di Siena terminerà col suo collocamento a riposo nel 1927, le pubblicazioni successive, fino al 1936, riguarderanno argomenti politici, civili e letterari.
Nella pubblicazione autobiografica II Commiato del 1927, riporta i contrasti avuti nella sua carriera, respingendo ogni onoranza che non sia a carattere rigorosamente personale, infine Balduino Bocci reputa, usando la sua espressione, un “danno certo e inevitabile quando si aggiunge alla cresciuta autorità dell’uomo, la voglia assillante di una supremazia assoluta su quanti hanno a che fare con lui, creando invidia e ostacoli, mentre non è un danno se l’ammirazione di amici e colleghi consentono di aspirare alle più grandi onorificenze e a qualche carica ambitissima che, prima del trionfo del Fascismo, conferiva una intangibilità quasi assoluta”.
Balduino Bocci, fisiologo inventore, morirà nel 1945 a Potenza Picena, dove sarà onorato negli anni successivi tra gli uomini illustri della città natale.
Si ringraziano Alessandro Leoncini, Archivio e Percorso storico dell’Università di Siena e Roberto Marconi, Archivio storico e Biblioteca Comunale di Potenza Picena.
Articolo tratto da “La collezione degli strumenti di fisiologia” a cura di Gigliola Terenna e Francesca Vannozzi, Nuova Immagine Ed., Siena, Febbraio 2006.
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