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Archive for giugno 2017

stemma_catasto_rusticoSono trascorsi trenta anni da quando si è svolto il referendum consultivo per la costituzione in comune autonomo della frazione di Porto Potenza Picena.
Era il giorno 28 giugno 1987 quando tutti gli elettori e le elettrici di Potenza Picena hanno espresso il loro parere sul referendum consultivo regionale.
Sono andati a votare ben 9.106 cittadini e cittadine pari all’85,60% del totale degli aventi diritto. Il risultato di tale referendum è stato molto netto: hanno vinto i contrari alla costituzione del nuovo Comune di Porto Potenza Picena. I no sono stati 4.809, pari la 53,63% mentre i favorevoli sono stati 4.158, pari al 46,37%, le bianche e nulle 139.
A livello territoriale i favorevoli hanno vinto, com’era prevedibile, nelle sezioni di Porto Potenza Picena, mentre i contrari hanno vinto ampiamente sia a Potenza Picena che in tutte le sezioni di campagna, San Girio e Montecanepino comprese.
E’ stato un fatto molto importante di grande partecipazione democratica, scaturito dopo che nel Consiglio Comunale del giorno 19 aprile 1982, delibera n. 27, tutte le forze politiche presenti, ad esclusione del PRI rappresentato da Alberto Rosciani, si erano dichiarate favorevoli al referendum consultivo. Per poter richiedere l’autonomia di Porto Potenza Picena dal capoluogo si era formata anche una lista cittadina, che nelle elezioni amministrative del 1975 aveva preso 2 consiglieri, mentre in quelle del 1980 addirittura 3 ed erano Rolando Simonetti, Mario Ottaviani e Sesto Rafanelli.

Documenti allegati:

  • pdficon_large referendum_delibera consiglio-comunale.pdf  –  Delibera Consiglio Comunale n. 27 del 13 aprile 1982 – “Mozione lista cittadina per referendum consultivo costituzione in Comune autonomo frazione Porto Potenza Picena.
  • pdficon_large referendum_prop_di_legge.pdf – Proposta di legge di iniziativa popolare per la costituzione in Comune Autonomo delle Frazione Porto Potenza Picena del 3 giugno 1985.

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Lo scorso marzo si è svolto a Ürgüp, nella regione della Cappadocia (Turchia), il secondo congresso internazionale di speleologia in cavità artificiali; obiettivo dell’incontro era la condivisione dei risultati ottenuti dall’esplorazione e dallo studio degli ambienti sotterranei scavati/costruiti dall’uomo nel corso dei secoli per varie finalità.

Organizzato dal gruppo italiano di ricerca e valorizzazione delle cavità artificiali Hypogea e da Obruk Cave Research Group (Turchia), l’evento ha ottenuto il patrocinio di importanti associazioni speleologiche e istituzioni accademiche di livello internazionale .

Copertina degli Atti del convegno HYPOGEA 2017

Copertina del libro degli Atti del Congresso Cappadocia HYPOGEA 2017.

Visto l’ampio raggio di interesse di questo settore della speleologia, i molti lavori presentati (137 autori e 67 contributi pubblicati) hanno preso in esame varie tipologie di opere sotterranee (civili, militari, di culto, estrattive e idrauliche) descrivendone aspetti tecnici, scientifici e storici. Il tutto è stato quindi organizzato in varie sessioni di discussione a seconda dell’oggetto della ricerca.

Nella sessione riguardante le opere idrauliche sotterranee il nostro concittadino Luca Carestia, iscritto al Gruppo Grotte di Recanati, ha presentato un lavoro di ricerca storica sulla neviera costruita nell’area del Parco delle Fontanelle alla fine del XIX secolo.

Attraverso la consultazione delle fonti catastali sette-ottocentesche, dei registri delle delibere comunali e reperendo informazioni da varie pratiche amministrative conservate presso l’Archivio Storico della nostra città, lo studio condotto da Luca Carestia ha ripercorso le varie fasi di progettazione e di utilizzo di questa neviera sotterranea, descrivendo le vicende storiche che a essa fanno riferimento.

Cabreo 1765

Cabreo del 1765 riportante i beni posseduti dalla famiglia Bonaccorsi nel territorio di Monte Santo. Tra essi risulta una neviera in Contrada della Retta (nei pressi della chiesa della Madonna delle Grazie). (Archivio Storico Comunale di Potenza Picena)

Suddivisa in vari paragrafi, la ricerca ha il suo fulcro nella descrizione dei vari progetti che vennero presentati dopo che il consiglio comunale del 1872 ne approvò la costruzione. Delle varie proposte sono state evidenziate le caratteristiche costruttive, fatto cenno alle località e alle soluzioni più idonee per la collocazione e realizzazione di ogni singolo progetto, arricchendo la descrizione con notizie tratte dai registri consiliari e dalla storiografia locale. In particolare sono stati citati passi della Istoria di Carlo Cenerelli Campana e tenuto conto dell’opera vernacolare di Severino Donati nella quale viene menzionata la neara e il suo utilizzo in tempi passati. è stato poi esaminato il progetto definitivo del 1892, redatto dall’ingegnere comunale Giuseppe Pierandrei, e narrati gli eventi che hanno caratterizzato la storia di questa neviera, dalla sua costruzione ad opera dell’impresa di Giuseppe Clementoni, sino agli anni in cui l’oblio ne ha offuscato le tracce dalla memoria collettiva.

Parco della Rimembranza

Il Parco delle Rimembranze in una foto del 1931 di Carlo Balelli. La foto mostra l’area dove venne costruita la neviera. (Biblioteca Mozzi-Borgetti Macerata, B.C. MC BAL.53.106)

Nel contributo sono presenti molte immagini tratte dal nostro Archivio Storico: il cabreo settecentesco della famiglia Bonaccorsi, la pianta catastale del 1818 del centro storico di Monte Santo, le varie proposte progettuali e un’inedita foto del Parco delle Rimembranze scattata da Carlo Balelli negli anni trenta del novecento, oggi conservata nel fondo omonimo nella Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata.

Vista la tematica affrontata, riteniamo che il lavoro condotto da Luca Carestia sia interessante e meritevole di menzione oltre che per il recupero della memoria di un luogo sconosciuto a molti, anche per il valore dato all’Archivio Storico Comunale come luogo di significativa importanza per la conservazione di un enorme patrimonio di informazioni utili alla conoscenza e allo studio della storia locale.

Progetto definitivo neviera

Progetto eseguito dall’ing. Giuseppe Pierandrei illustrante la neviera sotterranea costruita a Potenza Picena nel 1893. (Archivio Storico Comunale di Potenza Picena)

Il contributo di Luca Carestia può comunque essere consultato e scaricato gratuitamente cliccando qui. Si ricorda comunque agli interessati che il volume (di ben 553 pagine) può essere acquistato sul seguente sito.

atti

Pagina iniziale del contributo di Luca Carestia tratta dal libro degli atti del convegno.

Come riferitoci da Luca Carestia la ricerca, arricchita con note e maggiori dettagli scaturiti da successive e più approfondite indagini, sarà pubblicata nei prossimi mesi nella rivista STORIA & STORIE NELLE MARCHE (edita a cura dell’associazione Spazio Cultura di Recanati) e una versione “ridotta” potrà essere letta prossimamente ne LO SPECCHIO, trimestrale con cui il nostro blog collabora da tempo.

Ringraziamo Luca Carestia per aver citato il nostro blog nel suo articolo e cogliamo occasione di menzionare anche chi, come noi, ha potuto dare il suo contributo a questa ricerca: Paola Cennerelli, Maurizio Delmonte, Jacqueline Goyette e Paola Nicolini per la traduzione del contributo in atti e del poster di presentazione; Roberto Domenichini per aver revisionato il contenuto della ricerca; Alvise Manni per i suoi preziosi suggerimenti e il sig. Enzo Mosca per aver concesso materiale della sua collezione; infine, il Comune di Potenza Picena e la Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata per aver consentito l’utilizzo delle immagini di loro proprietà.

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di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Casa Parrocchiale sul piazzale S. Stefano. Foto di Sergio Ceccotti.

Casa Parrocchiale sul piazzale S. Stefano. Foto di Sergio Ceccotti.

Stanno procedendo celermente i lavori sull’Oratorio e la casa parrocchiale portati avanti dalla Parrocchia dei Santi Stefano e Giacomo di Potenza Picena.
Dagli inizi del mese di Aprile 2017 è stata smontata sia l’impalcatura che la gru dell’impresa Paccaloni di Potenza Picena che era collocata davanti alla facciata del palazzo della casa parrocchiale, posta a fianco della Collegiata di Santo Stefano.
Il Palazzo esteriormente si sta mostrando in tutta la sua bellezza, grazie ai lavori che sono stati eseguiti con molta professionalità dall’impresa locale. Oltre alla facciata, è stato sistemato il tetto e si è proseguito con i lavori all’interno del fabbricato. L’inaugurazione della casa parrocchiale e dell’Oratorio Carlo Acutis è prevista per Domenica 25 Giugno 2017.
Qual’è la storia di questo straordinario Palazzo posto in questo ampio piazzale a fianco alla Collegiata?

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Casa Parrocchiale sul piazzale S. Stefano. Foto Bruno Grandinetti. Prop. fototeca Comunale.

Mons. Giovanni Cotognini nella sua storia dell’Insigne Collegiata di Santo Stefano del 1951, da noi pubblicata integralmente sul blog, ne aveva già parlato.
Secondo lui il Palazzo risale al 1900 ed è stato fatto costruire dal prevosto don Giuseppe Gironelli, a sua spese.
Don Giuseppe Gironelli, nato a Morrovalle il giorno 11/9/1853, è venuto a Potenza Picena nel 1890, ed ha assunto la carica di
Prevosto della Collegiata, che ha lasciato solo alla fine del 1921, per rinuncia. E’ morto nella nostra città il giorno 14/2/1941. Era stato nominato dal Pontefice PIO XI Prelato Domestico di S.S. il giorno 2/6/1928.
Oltre al Palazzo della casa parrocchiale ha donato alla Parrocchia di Santo Stefano anche gli altri due fabbricati di Via S. Marco e che oggi costituiscono l’Oratorio parrocchiale.
Dai documenti dell’archivio storico comunale di Via Trento è emerso che la costruzione di questo Palazzo nel piazzale di Santo Stefano, era stato fonte di un ricorso presso la Prefettura di Macerata. Nel ricorso si mettevano in risalto in particolare due problemi: il primo era l’impatto del nuovo fabbricato con la facciata in cemento attaccato alla Collegiata di Santo Stefano, struttura cinquecentesca in mattoni(Indubbiamente stona), il secondo problema riguardava la proprietà del muraglione posto sopra l’orto dove era stato costruito il Palazzo; per il nostro Comune questo muraglione era una sua proprietà. Il Prefetto di Macerata, in accordo con le parti, per poter trovare una soluzione nominò un perito, nella persona dell’ingegnere provinciale Ciarapica, il quale, dopo approfondite ricerche d’archivio, arrivò alla conclusione che il muraglione era di proprietà della Parrocchia e non del nostro Comune e quindi la costruzione del Palazzo era legittima. L’ingegnere Ciarapica ha comunicato alle parti la sua decisione il giorno 26/10/1901.

mons.-giuseppe-gironelli

mons.-giuseppe-gironelli

La proprietà di questo Palazzo, insieme agli altri due di Via S. Marco, è passata alla Parrocchia di Santo Stefano il giorno 27 Settembre 1934, con atto del notaio dott. Filippo Bocci di Potenza Picena e registrato a Recanati il giorno 16 Ottobre 1934, atto n° 108. Se oggi la nostra comunità parrocchiale può utilizzare questi locali della casa parrocchiale del piazzale Santo Stefano e quelli di Via San Marco è grazie alla generosità di Mons. Giuseppe Gironelli.
Per ricordarlo sarebbe opportuno collocare sulla parete una targa che renda omaggio a questo sacerdote, oppure intitolargli una parte dei locali, esponendo una sua foto.

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a cura di Ernesto Riccobelli

Sulle tracce di Lucy - Donne d'Etiopia.Lucy in the Sky with diamonds cantavano i Beatles quando gli archeologi Johanson e Gray scoprirono i resti del più antico ominide mai ritrovato; e, poiché si trattava di una femmina, decisero di darle il nome della canzone. Oggi lo scheletro di Lucy è esposto nel museo nazionale di Addis Ababa, e fa impressione pensare che quel mucchietto di ossa che non arriva al metro di altezza appartenesse ad una persona vissuta oltre tre milioni di anni fa.
La vita pullula per le strade della Capitale. Molti ragazzi ci avvicinano, ci stringono la mano: “Hello! Welcome to Ethiopia” ci dicono sorridendo. Alcuni bambini si fanno cautamente e timidamente avanti tentando di venderci caramelle, o accendini.
Lungo la strada principale peraltro da pochi anni asfaltata, che da Addis Ababa, ci porta a Sodo, incrociamo pochissimi mezzi: autobus sgangherati , qualche fuoristrada e camion. Per il resto, solo persone. Uomini, donne, bambini che camminano a piedi nudi sull’asfalto scottato dal sole, diretti chissà dove. Ognuno va verso il proprio destino: donne chine sotto ceste piene di sterco seccato che verrà usato come combustibile ; giovani, per lo più bambini guidano le mandrie; ragazzi vestiti con colorate divise di calcio percorrono chilometri verso la scuola più vicina. E poi tantissima altra gente che procede, sotto il sole, camminando con calma per decine di chilometri ogni giorno in terre prive, di acqua. Sono così tanti che il nostro autista deve suonare il clacson in continuazione per allontanarli. E poi le mandrie, di mucche, di pecore, di capretti, che si parano davanti al nostro fuoristrada come se la strada fosse loro. E poi ci sono i bambini; migliaia e migliaia di bambini che camminano formando una fila interminabile ci salutano festosi. Alcuni, piccolissimi conducono le mandrie lungo la strada, altri trasportano taniche di plastica gialla utilizzate per contenere la preziosa acqua. Quando ci fermiamo a fotografare veniamo subito circondati da bambini spuntati fuori da chissà dove che ci sorridono e ci guardano come fossimo alieni.
Indossano per lo più una divisa di calcio logora e scolorita, forse l’unico indumento che abbiano mai posseduto, sono scalzi, si lavano negli stessi ruscelli dove le bestie si abbeverano e, talvolta addirittura si approvvigionano di acqua. La maggior parte delle loro case sono sprovviste di corrente elettrica e acqua, mangiano quando capita, i letti sono pagliericci di foglie di banano stesi in terra. Sembrano felici, i loro sorrisi, la brillantezza dei loro occhi ci disarmano mentre le mosche camminano indisturbate sulle facce.

Ernesto Riccobelli

Ernesto Riccobelli

Mi vengono in mente i nostri figli, i nostri nipoti, forse anche viziati, ricoperti di giocattoli e di attenzioni.
Di donne sono poi le migliaia di braccia che coltivano e recidono fiori nelle immense campagne a sud della capitale, dove crescono le rose che ogni giorno arrivano in aereo in Europa. E di donne sono le sagome chine al tramonto sui campi di teff, l’unico cereale che cresce a queste altitudini, la cui farina è materia prima per il cibo nazionale etiope, una spugnosa focaccia chiamata injera .

Si ringrazia particolarmente l’Associazione ONLUS SORRISI PER L’ETIOPIA che ci ha permesso di conoscere questa particolare inimmaginabile realtà che ha scosso le nostre coscienze.

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Sandro Pesci insieme al Sindaco Francesc Acquaroli e Paolo Onofri.La lunga storia dell’emigrazione santese in Argentina ha coinvolto tantissime famiglie di Potenza Picena. Molti di loro partiti per cercare una vita migliore, non hanno fatto più ritorno a Potenza Picena ed hanno addirittura perso i legami con i loro parenti in Italia.
Hanno formato in Argentina la loro famiglia, ma non hanno perso la voglia di poter ritrovare i loro lontani parenti, anche a distanza di ben 107 anni.
È il caso di Sandro Pesci di Leones, nella Provincia di Cordoba, il cui bisnonno Pietro Pesci insieme alla moglie Gelsomina Spinaci erano partiti da Potenza Picena ben 107 anni fa, nel 1910, dopo che si erano sposati nella nostra città. In Argentina hanno avuto 8 figli, tra maschi e femmine.
Sandro Pesci, il loro pronipote, architetto sta seguendo un master di specializzazione presso l’Università di Salerno e il giorno 26 Gennaio 2017 è venuto a Potenza Picena con l’intenzione di poter ritrovare le sue radici, i suoi parenti.
Tenuto conto che oggi a Potenza Picena ci sono molte famiglie con
il cognome Pesci, Sandro ha cercato nel nostro archivio storico l’origine della sua famiglia. Da queste ricerche è emerso che Pietro Pesci, figlio di Paolo, era della stessa famiglia di Giambattista Pesci, ramo familiare conosciuto popolarmente a Potenza Picena con il soprannome di “Lo crocchio”.
Pietro Pesci - Gelsomina Spinaci e figli e nipoti - Leones - CórdobaQuindi dopo questa conclusione Sandro Pesci ha fatto visita alla sig.ra Rosa Pesci ed ai suoi nipoti Mirco e Sabrina Pesci. Ha preso contatti anche con Amedeo Pesci, figlio di Emilio ed è stato a trovare anche Anna Pesci, moglie di Mario Scipioni. Tutti sono suoi lontani parenti.
Grazie quindi alla sua tenacia ed anche al nostro aiuto, Sandro Pesci è stato in grado di poter ritrovare a distanza di tanti anni, ben 107, le sue radici ed i suoi parenti a Potenza Picena ed è stata una bellissima soddisfazione ed emozione per tutti. Sandro Pesci il giorno 28 Gennaio 2017 è stato anche ricevuto in Comune dal nostro sindaco Francesco Acquaroli.
Ancora una volta Potenza Picena ha saputo accogliere con calore ed affetto un discendente di un suo figlio partito nel 1910, Pietro Pesci, insieme alla moglie Gelsomina Spinaci, per l’Argentina.

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La familia de Pesci Pietro y de Gelsomina Spinaci en Argentina. Una larga historia: 107 años

Traducción: Emilio Zamboni

Sandro Pesci insieme al Sindaco Francesc Acquaroli e Paolo Onofri.La larga historia de la emigración santese (nacidos en Monte Santo) a la Argentina registró, tantísimas familias que se expatriaron de Potenza Picena. Muchos de ellos partieron para encontrar una vida mejor, no regresaron a Potenza Picena y perdieron el contacto con sus parientes de Italia.

Formaron su familia en Argentina, pero nunca perdieron el deseo de volver a ver a su lejana parentela, aún después de cien años. Es el caso de Sandro Pesci, de Leones, Provincia de Córdoba, cuyo bisnono Pietro Pesci y su mujer Gelsomina Spinaci, habían partido de Potenza Picena en 1910, después de casarse en nuestra ciudad. En la Argentina tuvieron 8 hijos, entre varones y mujeres.

Sandro Pesci, sobrino segundo de Pietro, arquitecto, que está siguiendo un curso de especialización en la Universidad de Salerno, el dia 26 de enero de este año vino a Potenza Picena con la intención de poder encontrar sus raices y a sus parientes.

Teniendo en cuenta que hoy en nuestra ciudad viven muchas familias con apellido Pesci, Sandro buscó en el Archivo Histórico de Potenza Picena el origen de su familia. De esta búsqueda descubrió que Pietro Pesci, hijo de Paolo, era de la misma familia de Giambattista Pesci, ramo familiar conocido popularmente en Potenza Picena con el sobrenombre de “Locrocchio”.

Pietro Pesci - Gelsomina Spinaci e figli e nipoti - Leones - CórdobaAdemás de esta conclusión, Sandro Pesci hizo una visita a la Señora Rosa Pesci y a sus sobrinos Mirco y Sabrina Pesci.. Además hizo contacto con Amedeo Pesci, hijo de Emilio y también encontró a Anna Pesci, la mujer de Mario Scipioni. Todos son sus lejanos parientes.

Por consiguiente, gracias a su tenacidad y a nuestra ayuda, Sandro Pesci pudo encontrar sus raices, a sus familiares en Potenza Picena, aún a distancia de más de cien años; con mucha emoción y bella satisfacción para todos.

El dia 28 de enero del corriente año, Sandro Pesci fue recibido en la Comuna por nuestro Síndaco Francesco Acquaroli.

Epílogo: Una vez más Potenza Picena supo acoger con calor y con afecto a un descendiente de uno de sus lejanos hijos, Pietro Pesci, que partió con su mujer Gelsomina Spinaci de nuestra comunidad.en el año 1910

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