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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Una delle più importanti tradizioni folcloristiche di Potenza Picena è il saltarello. Norberto Mancini nel suo libro “Visioni potentine” del 1958 dedica al saltarello di Potenza Picena un interessante capitolo: “Tra le nostre tradizioni non ancora scomparse è il ballo campestre del saltarello. E’ questa una danza quasi unicamente delle nostre campagne. Il contadino non può negarsi, si è allontanato non poco dalle usanze dei padri. Ma non può dimenticare questa antichissima sorgente di spensieratezza e di svago innocente. Il ballo del saltarello si svolge all’aperto, quasi sempre sull’aia. A Carnevale nelle campagne o in qualche ampia cucina. Si eseguisce al suono dell’organetto e del cembalo ritmicamente picchiato da una mano esperta. Il suonatore della fisarmonica deve avere una grande agilità di dita, poiché la musica svolge motivi vari piacevolissimi che sono fughe indiavolate. Dopo la mietitura e dopo la trebbiatura del grano, dopo aver spannocchiato e in altre circostanze, il nostro ottimo colono si abbandona alla gioia della tradizionale danza”.

Nanni Ficosecco in piazza Matteotti balla per la festa del Grappolo d’Oro. Foto tratta dal libro “i 50 anni della Festa del Grappolo d’Oro”.

A Potenza Picena dal 1930 si svolgeva la tradizionale Festa Nazionale dell’Uva, che è proseguita fino al 1940 ed in queste occasioni si esibivano i nostri contadini nel ballo del saltarello. Nella nostra città erano organizzati dal locale dopolavoro seguito dalla signora Mema (Domenica) Lanari Maggini e da Azzolino Clementoni. Tra chi ballava il saltarello in quel periodo si ricorda in particolare la sig.ra Palmina Baldoncini, moglie di Domenico Costantino Cipolletti, chiamata “la ciolena”, che ballava il saltarello con il contadino Sanità. Tra i suonatori di organetto e fisarmonica si ricordano Romeo Renzi ed Elio Dante Percossi.

Il nostro gruppo folcloristico partecipò nel 1930 a Roma ai festeggiamenti del matrimonio tra il principe Umberto con la regina Maria Josè del Belgio e nel  1936 a Macerata si esibì durante la visita di Benito Mussolini.

Anche la figlia di Palmina Baldoncini, Nella Cipolletti, ballava molto bene il saltarello, come anche Nella Bianchini, la moglie di Vittorio Ginocchio, Giuseppa Cipolletti con il marito Nazzareno Gattari.

Nanni Ficosecco e Maria Beruschi sul carro di Montecanepino per la Sagra dei Piselli. Fototeca Comune B. Grandinetti.

Dopo la guerra, con la Festa del Grappolo d’Oro, che ha avuto inizio nel 1955, troviamo altri che ballavano e suonavano il saltarello. Tra di loro Bianca Capponi, Giovanni (Nanni) Ficosecco, Emilio Pesci “lo crocchio”, Borroni Fernando “Arsè”, Raoul Baiocco, Rinaldo Cotronè, Maria Beruschi (la moglie di Flaminio Pepa). Anche la Sagra dei Piselli, che si è svolta a Potenza Picena dal 1959 fino al 1964, era l’occasione per esibirsi nel saltarello.

Nel 1987, grazie all’iniziativa delle maestre elementari Ornella ed Anna Clementoni, si è costituito il Gruppo Folkloristico “Montesanto 92” (all’inizio si chiamava “Montesanto 87”) che coinvolgeva nel saltarello tutti i bambini e le bambine di una classe del ciclo della scuola primaria “Giacomo Leopardi” di Potenza Picena e durava 5 anni. Con loro si esibivano anche i vecchi danzatori e suonatori di Potenza Picena, Montelupone e Montecosaro.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Operaie del laboratorio di assemblaggio dei mantici delle fisarmoniche Bontempi. Foto di Bruno Grandinetti. Prop. Graziano Bocchini.

Nel 1937 a Potenza Picena abbiamo avuto la presenza di una fabbrica di fisarmoniche, gestita da due imprenditori venuti da Castelfidardo, Egisto Bontempi ed Archimede Mancini, questo ultimo nato a Potenza Picena.

La fabbrica si trovava nel Palazzo Marefoschi, in Via Silvio Pellico, oggi sede delle Poste Italiane.

La ditta di produzione di fisarmoniche si chiamava “La Fisarmonica” e dopo la fine della seconda guerra mondiale venne gestita solo da Egisto Bontempi, in quanto Archimede Mancini si era trasferito a Pesaro dove aveva aperto un’altra fabbrica di fisarmoniche.

Tra i tecnici venuti a Potenza Picena dopo l’apertura di questa fabbrica di fisarmoniche possiamo annoverare anche Emilio Magi di Castelfidardo, falegname ebanista, con la sua famiglia, sua moglie Giuseppa Gigli e sua figlia Maria Gentilina, maestra elementare, che poi con le elezioni amministrative del 15 giugno 1975 diventerà sindaco di Potenza Picena per il PSI. Ricoprirà questo ruolo anche dopo le elezioni amministrative del 1980 fino al 1985.

La famiglia Magi abitava nel palazzo di Corso Vittorio Emanuele II, oggi abitato dalla famiglia Cingolani, con la Tipografia e dalla famiglia di Mario Valentini.

Maria Andreani al lavoro nel laboratorio di assemblaggio dei mantici delle fisarmoniche Bontempi. Foto di Bruno Grandinetti. Prop. Graziano Bocchini.

La ditta “La Fisarmonica” di Egisto Bontempi, agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento, decise di portare fuori dalla fabbrica molte delle fasi di lavorazione della fisarmonica. Tra queste anche l’assemblaggio dei mantici delle fisarmoniche.

Questa lavorazione di assemblaggio venne portata avanti dalla moglie di Emilio Magi, la signora Giuseppa che aprì un laboratorio nei sotterranei della propria abitazione di Corso Vittorio Emanuele II. In questo laboratorio, che operò per pochi anni, lavorarono insieme alla signora Giuseppa molte ragazze di Potenza Picena, anche giovanissime.

Tra di loro ricordiamo Maria Andreani, moglie di Mario Bocchini, Claudia Cipollari, moglie di Umberto Boccanera, Maria Clementoni, moglie di Giuseppe Carlocchia, Maria Zallocco, Maria Rossi e Valeria Grandinetti.

Tra le ragazze giovanissime che nel pomeriggio, dopo la scuola, lavoravano in questo laboratorio c’erano Rosalba Domenichini, la futura moglie di Ottorino Marinangeli e sua cugina Maria Laura Domenichini.

Operaie del laboratorio di assemblaggio dei mantici delle fisarmoniche Bontempi. Foto di Bruno Grandinetti. Prop. Graziano Bocchini.

Tra gli operai della Bontempi che lavorarono in questo laboratorio esterno ricordiamo Umberto Boccanera, Dario Rebichini di Montecanepino, Mario Sorichetti, Pierino Cardinali.

Grazie alla disponibilità di Graziano Bocchini, figlio di Mario e di Maria Andreani, possiamo oggi pubblicare  tre foto storiche del laboratorio di assemblaggio dei mantici delle fisarmoniche della Bontempi di Potenza Picena, scattate da Bruno Grandinetti.

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A cura di Paolo Onofri

Busto in marmo Sec. XVII del Cineteatro Aurora. Foto Sergio Ceccotti.

Il giorno 11 agosto 2021, cioè oltre due anni fa, veniva restituito al Comune di Potenza Picena dalla parrocchia dei Santi Stefano e Giacomo di Potenza Picena il busto in marmo di Omero del sec. XVIII, che era stato prelevato dai locali dell’ex Cine-Teatro “Aurora” di Potenza Picena, collocandolo temporaneamente all’interno dell’auditorium “Ferdinando Scorfiotti”.

Il busto di Omero era stato prelevato dal locale dove si trovava la biglietteria del Cine-Teatro “Aurora”, dopo che l’Istituto Diocesano di Fermo per il Sostentamento del Clero di Fermo aveva venduto la struttura ad un privato di Potenza Picena per ricavarci degli appartamenti.

Il nostro Comune successivamente aveva provveduto ad acquistare lo stabile per ricavarci una sala di rappresentanza.

I lavori di sistemazione dello stabile si sono conclusi e manca solo il restauro degli affreschi settecenteschi, salvati dalla distruzione nel 2004 dal dott. Gabriele Barucca della Soprintendenza di Urbino, per il loro elevato valore storico-artistico, vincolandoli.

Interno cineteatro Aurora. Foto Bruno Grandinetti.

Perché non si provvede dopo due anni a ricollocarlo all’interno della struttura, nel suo originario posto, il busto di Omero del sec. XVIII?

Anche la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, tramite il Dott. Pierluigi Moriconi in data 8/9/2021, aveva indicato al nostro Comune di ricollocarlo all’interno dei locali dell’ex cine-teatro “Aurora”, una volta completati i lavori di restauro della struttura.

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ELITE 115

a cura di Piero Venanzetti

Elite 115 – foto per gentile concessione di Piero Venanzetti.

La storia ha inizio nel lontano mese di agosto 1967, quando l’amicizia e la passione per la musica spingono quattro amici ad improvvisare un gruppo: Bruno, Renzo e Tonino, portopotentini doc, ed il sottoscritto, Piero, che veniva da Macerata “granne”.

Avevamo entusiasmo ed una sala prove, la cantina della casa di Bruno, ma mancavano i soldi per comprare il minimo indispensabile di strumentazione, e per questo intervenne Vincenzo, il padre di Bruno, che senza esitare firmò a garanzia tutte le cambiali che erano necessarie per acquistare quello che ci serviva. In seguito “Vincè” sarebbe stato per sempre il cassiere ed economo del gruppo, nonché l’autista del furgone Volkswagen che battezzammo “Otello”.

Cominciammo subito a provare, ma ben presto ci accorgemmo che per fare un buon repertorio da ballo avremmo impiegato dei mesi e che quindi dovevamo trovare chi poteva darci una mano. Per questo motivo, si aggiunsero al gruppo Giammario (che suonava il sax e la fisarmonica), Carletto (che suonava la tastiera) e mio padre Franco (che suonava la tromba).

Così composto il gruppo era già in grado di sostenere una buona serata.

L’esordio dell’Elite 115 fu l’ultimo dell’anno 1967 all’ Albergo Centrale di Potenza Picena: gli spettatori e le coppie che amavano il ballo furono molto soddisfatte, tanto è vero che il proprietario ci fece fare tante altre serate.

Dopo qualche mese Bruno venne chiamato a Roma per un provino alla RCA: tanti complimenti sicuramente meritati, ma la cosa non ebbe seguito.

 A questo punto ci sembrò quasi un dovere incidere un disco: “PAROLE D’ AMORE”; le copie vendute non furono tantissime, ma per noi fu ugualmente una grande soddisfazione.

Elite 115 – foto per gentile concessione di Piero Venanzetti

Iniziò la nostra lunga vita musicale e con il tempo Bruno, che già suonava la chitarra, cominciò ad usare le tastiere, e così Carletto se ne andò, contento di averci dato una mano, e mio padre smise di suonare. Entrò nell’ organico Alberto (Sax tenore), quindi il repertorio si arricchì di brani di rhythm and blues ballabili e molto graditi all’ ascolto.

Negli anni ’70 ci furono le “defezioni” per la leva militare: il primo a partire fu Renzo, il secondo Tonino, sostituito da Massimo, e poi Piero, rimpiazzato da Giorgio. Superammo anche questo periodo…e i nostri successi e la nostra popolarità crescevano sempre più: tutti i locali della provincia e anche fuori ci chiedevano di suonare: il Flamenco, il Palazzo del Mutilato, il Cantinone, il Club vela, l’Hermana e molti altri. Alla fine degi anni ’80, con l’avvento della disco music, delle discoteche e a seguire del liscio, decidemmo di fermarci perché questi erano generi non adatti a noi.

Nel 1989 allestimmo una serata al “Fauno” nella Villa Buonaccorsi dichiarando che sarebbe stata l’ultima, ma nessuno, compresi noi, ci credeva davvero, e infatti dopo un paio d’anni rinnovammo tutta la strumentazione, preparammo un repertorio in gran parte formato da pezzi storici italiani e stranieri e diventammo così un gruppo da ascolto.

In quel periodo si unì a noi Gigi Stronati, polistrumentista di Civitanova Marche che diede al gruppo una nuova spinta per migliorare ancora.

Nel 2007 festeggiammo i nostri 40 anni di musica insieme: tutta Porto Potenza venne in piazza a partecipare alla nostra festa e 115 bambini sfilarono indossando una maglietta con il numero 115; intervenne anche il Sindaco, che ci consegnò una bellissima targa in ricordo della magnifica serata.

Poco dopo ci lasciarono i due sax, Gianmario e Alberto, quindi rivedemmo un po’ tutto il repertorio e lo spostammo verso il pop italiano degli anni ’60 (Battisti, New Trolls, Dik Dik, Equipe 84, ecc.). La cosa fu visibilmente gradita ai nostri fans, tanto è vero che ogni volta che ci esibivamo la platea era gremita e gli spettatori cantavano insieme a noi.  Solitamente si dice che nessuno è profeta in patria, ma questo detto non vale per l’Elite 115 che ogni volta che usciva in paese faceva sold out.

Elite 115 – foto per gentile concessione di Piero Venanzetti.

Il tempo passa… eravamo ad un passo dal festeggiare i 50 anni di musica insieme quando, in seguito ad una brutta malattia, ci lasciava Tonino: un colpo devastante. Ce l’abbiamo messa tutta per poter arrivare alla festa del 50°, con la certezza che il nostro amico così avrebbe voluto. L’abbiamo raggiunto quel mezzo secolo, di nuovo con Sindaco e targa commemorativa… ma ormai le luci per noi erano spente.  

Ad illuminarci però restano tanti bei ricordi ed a chi chiede che fine ha fatto l’ELITE 115 io con orgoglio rispondo: “Ormai è leggenda!!!”

A cura di Norberto Mancini

Tratto da Potentini Illustri del 1950.

Nato il 19 dicembre del 1875. Compositore, propagandista, didatta. Apprese i primi rudimenti musicali dal padre suo e questi mortogli (1888), li continuò con Ernesto Pettenati, maestro della banda di Potenza Picena. Ma dopo breve tempo abbandonò completamente lo studio della musica. Entrato nel Seminario Arcivescovile di Fermo (1889), fu ammesso, dietro regolare esame alla seconda ginnasiale. Ivi compì l’intero corso del ginnasio, del liceo e teologico.

            Riprese da solo lo studio della musica, non essendovi in quel tempo l’insegnamento di tale materia. In seguito ebbe poche lezioni di armonia e di contrappunto dal maestro Luigi Montanari, direttore della Cappella Metropolitana e dell’Istituto Civico di musica, che intravvide in lui la stoffa del compositore. Fu un allievo di grandi meriti.

            Terminato il corso teologico (1899), esercitò il ministero sacerdotale quale Parroco di Piedivalle di Montefortino. Da qui, nel maggio del 1903, pubblicò Fiori Mariani, un fascicolo di sue composizioni quale saggio – programma della futura Rivista mensile illustrata di musica sacra, con testo e musica, per voci bianche, dal titolo Cappella Aloisiana che avrebbe visto la luce nel gennaio del 1904, come infatti avvenne. Come collaboratori scelse maestri di chiara fama tra i quali l’Amedei, il Tebaldini direttori della Cappella della Santa Casa di Loreto, il Casimiri, il Lazzarini, il Montanari, il Giorgini e molti altri.

            Per la pubblicazione del “testo” impiantò una piccola tipografia nella casa parrocchiale di Piedivalle (che fu la prima cellula della tipografia aperta nel 1905 a Potenza Picena e poi trasportata e ampliata a Fermo nel 1912), mentre copertina e musica venivano stampate dalla Ditta Bertarelli e C. di Milano. La Cappella Aloisiana ebbe un lusinghiero successo di diffusione in tutta Italia. L’anno successivo (1905), portandola a Potenza Picena, l’ampliò con il titolo Cappella Aloisiana, Riviste delle Riviste di musica sacra, pubblicazione mensile illustrata di musica sacra per voci bianche, virili e per organo ed armonio. Nel primo e secondo numero di questa (gennaio-febbraio 1905) viene riportata per esteso una lettera di Mons. G. Bressan, Capp., Segretario di S. S. Pio X, che esortava il Direttore Don Boni “a perseverare nell’utile impresa”.

            Mi è impossibile riportare qui anche una minima parte dei giudizi intorno alle precitate riviste. Mi limito a riferire quanto si legge nella Storia della musica sacra del Card. G. B. Kaschthaler (II. ediz. italiana, tradotta dal Tedesco e pubblicata dalla S. T. E. N. di Torino, 1910, pag. 310): “Ad ottenere questo risveglio più generale (della riforma della musica sacra, secondo il Motu-proprio pontificio di Pio X, 1904), cooperarono senza dubbio, oltre i giornali quotidiani anche parecchi periodici speciali (di cui pubblica l’elenco)… Nel gennaio 1904 il M. Sac. Giambattista Boni iniziava a Montefortino di Ascoli Piceno, nelle Marche la Cappella Aloisiana con testo e musica per voci bianche, e nei seguenti anni 1905 – 1906, trasportandola a Potenza Picena la trasformava in Rivista delle Riviste di musica sacra. ”

            In questo tempo, precisamente nel 1905, istituì in patria una Schola Cantorum. Al riguardo nella Rivista delle Riviste di musica sacra (N. 7 , luglio 1905), nella rubrica delle esecuzioni si legge: “Potenza Picena: La nuova Schola Cantorum … eseguisce… ecc. Una nota commenta: Questa scuola, fondata e diretta dal Sac. Boni, ha dato ottime prove nelle varie esecuzioni, incontrando il favore del pubblico… La scuola eseguì con ottimo successo musica di vari autori. ”

            Nel 1908 fu richiamato a Fermo come canonico ed organista della Collegiata di S. Michele Arcangelo. Nel 1909 fu nominato direttore della Schola Cantorum dei due Seminari regionale piceno e diocesano e insegnante di musica. Di un documento rilasciato in data 20 dicembre 1923, dal Rettore Mons. Roberto Nogara, poi Arcivescovo di Cosenza si rivela, “ …che il M. Sac. Boni per primo ha istituito corsi regolari di canto gregoriano e musica figurata, secondo un particolareggiato programma elaborato dallo stesso Maestro; per primo ha introdotto il canto gregoriano delle parti variabili della Messa in Duomo; che per effetto di tale lavoro lungo, nascosto, paziente, il canto gregoriano e la musica liturgica hanno preso nel Seminario uno sviluppo notevole così che la Schola Cantorum ha riscosso più volte lusinghiere approvazioni e lodi; …che è ben lieto di significare a lui tutta la sua gratitudine e tutta la sua stima che ben si merita riconoscendo a lui il merito dei successi che oggi il Seminario raccoglie. ” (Giudizio sunteggiato dal documento sopra citato, e che è riportato per esteso nel primo quaderno del Repertorio di melodie sacre per una e più voci contenente dieci composizioni del Boni).

            Nel 1916, a iniziativa del benemerito don Luigi Cesetti (morto il 30 gennaio 1946) e del M. Can.  Boni, è stata fondata la Cappella Musicale dell’insigne Collegiata di S. Michele Arcangelo per i servizi capitolari e parrocchiali. Prima di quest’epoca la Messa capitolare veniva eseguita in gregoriano dagli stessi Canonici. D’allora ad oggi, la Cappella assolve il servizio dell’intero anno liturgico (tutte le domeniche e le altre solennità). Con la fondazione della Cappella è stato iniziato anche l’Archivio musicale della stessa; e la maggior parte del materiale musicale occorrente per i molteplici servizi è stato fornito da Don Boni, sia con le sue composizioni, sia con opere di sua proprietà (Messe, mottetti ecc.) che aveva in abbondanza attraverso i “cambi” di Periodici musicali nazionali ed esteri.

Potentini Illustri

            Nel 1921-24, senza lasciare quella della Collegiata, fu chiamato, in collaborazione con il M. L. Montanari, a dirigere la Cappella Musicale della Metropolitana il cui Capitolo, nell’approvare il rendiconto  1921 della Cappella esprime un voto di plauso nell’adunanza (2 marzo 1922) e con lettera diretta a Don Boni (6 marzo 1922) manifesta: “…la piena soddisfazione del Capitolo per l’opera solerte ed intelligente, onde nel passato 1921, primo della sua nomina, ha disimpegnato le sue mansioni, nonostante la tenuità dell’onorario; nonchè il plauso con ogni ragione meritato sia per la musica sempre scelta a norma delle prescrizioni liturgiche, sia per l’ordine e la disciplina mantenuta nel corpo dei cantori, sia per il conseguito maggior affiatamento ed impasto delle singole parti, sia finalmente per la precisa e inappuntabile direzione delle esecuzioni; onde ben a ragione egli può esser lieto di aver donato novella vita alla nostra Cappella musicale, riportandola all’altezza delle sue gloriose tradizioni”.

            Nel 1925 fondò la corale S. Cecilia con i migliori elementi di voci adulte della città di Fermo e di alcune di fuori e di voci di ragazzi, plasmando così un ottimo e bene addestrato complesso di cantori per il servizio di Chiesa, e per l’esecuzione artistica dei capolavori musicali dell’arte antica e moderna.

            Attraverso i vari organismi musicali, qui sopra elencati, con frequenti ed artistiche esecuzioni di autori antichi e moderni, ha portato un largo risveglio nel terreno pratico della musica sacra nella città di Fermo, nella diocesi e anche fuori. Da una memoria a stampa edita nel settembre del 1929, si rileva che sotto la sua direzione sono state eseguite sessantacinque messe (di gloria e di requiem) da una a quattro voci. Cinquantacinque di dette Messe mai, nel passato, erano state eseguite a Fermo. Accenno brevemente alle più significative: Palestrina Messa Isle confessor (1916); idem, parte della Messa Sine nomine (1922); Vittadini Messa Costantiniana a quattro voci disp.) 1914); Perosi, Messa eucaristica, a 4 voci disp. (1922); Lotti, Messa in ut a 3 voci disp. (1913): Halter, Messa in onore di S. Massimo a 3 voci disp. (1913); Refice, Messa Regina Martyrum (1928); idem, Missa choralis a 3 voci pari con risposte del popolo (1928); Boni, Missa Solemnis a 4 voci disp. (1928); idem, Messa dell’Immacolata a 3 voci disp. (1922); Capocci F., Messa Mater Amabilis a 3 voci disp.; Magri P. Messa natalizia a 3 voci pari; Mitterer I., Messa di S. Secondo (1922); Polleri G. B., Messa di S. Giovanni Battista, a 3 voci pari (1912). Di Lorenzo Perosi, sono state eseguite dieci Messe, ecc.

Norberto Mancini all’età di 20 anni

            Non accenno affatto ai numerosi mottetti da 1 a 5 a 6 voci. Ricordo appena le grandiose esecuzioni di musica sacra per il Centenario Costantiniano (1913); per il III. Centenario della Madonna del Pianto (1914) in cui furono eseguite cinque nuove Messe di Perosi, Vittadini, Cervi, Montanari, Boni (all’organo il M. A. Bambini di Brescia); per il III. Centenario della Madonna della Misericordia; per il III. Congresso Eucaristico Marchigiano (all’organo il M. Matthey).

            Per le nozze del Re di Bulgaria con Giovanna di Savoia (Assisi 1930) dalla Casa Reale venne scelto e fatto eseguire il suo Inno preghiera per il Re, a 4 voci miste.

            Nel genere teatrale con fortunato successo di pubblico e di critica il Boni diresse a Fermo il suo Guitto di Maremma (libretto di A. Rapanelli), melodramma in due atti per soli coro e orchestra. Di quest’opera si dà qualche cenno nell’elenco delle composizioni pubblicate dal Boni, come si può leggere qui in appresso. Particolareggiate, per quanto concise, notizie vengono date anche della sua Scuola pratica d’armonia senza maestro di cui uscirà nel 1950 la sesta edizione, completamente rifusa.

            Il Boni ha organizzato e diretto numerose artistiche “Accademie” vocali e strumentali, facendo conoscere, oltre le sue composizioni, quelle dei più celebri maestri nazionali ed esteri, antichi e moderni.

            Per il Clero d’Italia ha pubblicato e diretto il Sal terrae periodico prima mensile (1912-1913) e poi settimanale (1914-1915). Per dare un’idea con quanto favore venne accolto questo periodico tra i numerosi giudizi riportati nella copertina dell’annata 1914, cito i due seguenti: “ Trovo il periodico molto ben fatto nella trattazione delle diverse materie. Riesce interessante, si raccomanda da sè e potrà produrre ottimi frutti ”. Mons. Dott. Giuseppe Dodici, Piacenza. “ Insuperabile periodico ! Sapiente nella distribuzione, pratico nella dottrina, dilettevole nella varietà degli argomenti, efficacissimo per l’ora triste che attraversiamo, splendido nella edizione ”. Can. V. Fonte, Vicedirettore del Seminario di Trapani.

            Cenni biografici del Boni possono leggersi nel Dizionario dei musicisti, Sonzogno, Milano; e in Italia musicale, Ausonia, Roma e nella Enciclopedia moderna italiana, vol. I. pag. 575.

Morto a Fermo il 31 ottobre 1964.
Potenza Picena ha dedicato al maestro Giovanni Battista Boni una via della città.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

In Viale Trieste a Potenza Picena è presente da 50 anni il negozio Ferramenta Frattari, aperto nel 1973 da Fausto Frattari (la licenza è stata rilasciata il giorno 30/12/1972 dal sindaco pro-tempore di Potenza Picena prof. Gabriele Nocelli).

Fausto Frattari è nato a Civitanova Marche, nel quartiere di Fontespina, il giorno 14/08/1932 da Alfredo e da Natalina Verdini. Il giorno15/10/1960 si è sposato a Potenza Picena con  Maria Biagiola, che ha sempre collaborato nella gestione dell’attività, e dal loro matrimonio sono nati Marina, Laura e Giorgio.

Fausto Frattari prima dell’apertura del negozio di ferramenta svolgeva il lavoro di falegname ed era anche arbitro di calcio sezione dilettanti. Fausto è morto a Potenza Picena il giorno 11/03/2012.

Successivamente, nella gestione del negozio è subentrato il figlio Giorgio, nato il 13/01/1975 a Recanati, diplomato ragioniere, il quale, il giorno 07/08/2004, ha sposato a Montelupone Francesca Fratini e dal loro matrimonio sono nati Marco e Fabio.

Il giorno 30/12/2022 Giorgio Frattari ha festeggiato i 50 anni di attività.

Fausto Frattari all’esterno del suo negozio. Foto by Meletta. Prop. fam. Frattari.

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Fausto Frattari arbitro di calcio. Foto fam. Frattari.