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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

Interno teatro “B. Mugellini” anni 60 – foto Bruno Grandinetti

Il nostro teatro è stato condominiale fino al 1971, anno in cui il comune di Potenza Picena ha proceduto a liquidare i diciannove condomini, proprietari dei palchi, del loggione e del palcoscenico e ad acquisirne, pertanto, la titolarità.
Oggi il Teatro “Bruno Mugellini” è comunale e non ha alcun regolamento per quanto riguarda le norme da seguire nell’utilizzo della struttura.
Fino a quando è stato condominiale era disciplinato da un preciso e puntuale regolamento, che prevedeva diritti e doveri dei condomini, le regole per la sua gestione e le persone incaricate per la sua apertura al pubblico, sia per le rappresentazioni teatrali che cinematografiche. Si tenga conto che già nel 1919, all’interno del nostro Teatro Condominiale, cominciarono le proiezioni di cinema, all’inizio quello muto poi quello sonoro, diventando la struttura ufficialmente Cine-Teatro “Bruno Mugellini” nel 1933.
Il primo regolamento che i condomini approvarono per la futura gestione del Teatro Condominiale risale al 1856, quando iniziarono i lavori alla struttura.
Il secondo regolamento risale al 1865, redatto tre anni dopo l’apertura ufficiale avvenuta il giorno sabato 27/12/1862, mentre il terzo lo troviamo solo il 31/12/1920, segretario il maestro Azzolino Clementoni, che era anche uno dei condomini.
L’ultimo regolamento del teatro condominiale, già all’epoca chiamato “Bruno Mugellini”, venne deliberato il 05/01/1935, presidente il prof. Alessandro Baldoni, segretario il maestro Azzolino Clementoni.
Tra le regole comuni di questi quattro regolamenti troviamo quella che ogni anno i palchi venivano sorteggiati tra i condomini, ad eccezione del palco n° 12, nel secondo ordine, che spettava di diritto al nostro sindaco o al podestà nel periodo dell’avvento del fascismo.
I condomini erano tenuti tutti al versamento di una quota annua necessaria per coprire tutte le spese di gestione del teatro ed il versamento era obbligatorio, altrimenti si poteva anche perdere la titolarità del palco. I palchi erano provvisti di una porta e la chiave veniva consegnata al condomino.
Per la gestione del Teatro Condominiale erano necessarie molte figure professionali: il custode, il macchinista, l’elettricista, il bigliettaio, il portinaio e n° 2 guardie di sala, per un totale di n° 7 figure professionali necessarie per il buono e corretto funzionamento del Teatro e tutti venivano regolarmente retribuiti, compenso previsto nel regolamento.
Quando il teatro veniva concesso, per rappresentazioni teatrali o proiezioni cinematografiche, il concessionario doveva versare una cauzione, che, in caso di danni alla struttura, o di asportazione di materiale, veniva trattenuta dal condominio.

Sipario dedicato a Minerva del Teatro Mugellini. Foto Sergio Ceccotti.

Il veglione del lunedì di Carnevale era organizzato ogni anno direttamente dal condominio teatrale.
Per gli spettatori nei regolamenti c’era anche una curiosa proibizione: tenuto conto che la struttura non era dotata di riscaldamento, quando faceva freddo nessuno poteva portarsi scaldini a mano, ma solo borse d’acqua calda.
I condomini ogni anno dovevano eleggere un consiglio di amministrazione, che poi doveva nominare al proprio interno il presidente, il segretario-cassiere-economo e due deputati e tutti duravano in carica un anno ed erano poi rieleggibili.
Il Teatro Comunale “Bruno Mugellini” dopo i grandi lavori di ristrutturazione iniziati nel 1984, è stato poi riaperto al pubblico il giorno 03/05/1990.

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Elza a Salsomaggiore anni 60. Foto Famiglia Cingolani Campugiani.

Una delle impiegate più rappresentative ed importanti di Porto Potenza Picena è stata sicuramente la sig.ra Elza Scataglini. Si occupava del settore della gestione del personale, in particolare delle paghe dei dipendenti delle aziende private per cui ha lavorato in tanti anni.

Il suo lavoro all’epoca veniva svolto tutto manualmente, utilizzando la calcolatrice Olivetti meccanica Divisumma. Aveva una straordinaria professionalità, frutto di tanti anni di esperienze lavorative.
Ha lavorato molti anni presso la Fornace Antonelli di Contrada Pan Perduto, gestita da Giuseppe Antonelli, per tutti “sor Peppe”. La Fornace Antonelli, nel periodo in cui ci ha lavorato Elza Scataglini, aveva molti dipendenti, uomini e donne ed era una delle aziende più importanti di Potenza Picena.
Ogni giorno Elza, da Porto Potenza Picena dove abitava, a Pan Perduto dove si trovava la Fornace Antonelli, percorreva la strada a piedi.
Dopo la Fornace Antonelli, Elza è andata a lavorare presso l’Italorto (azienda di conserve), attività stagionale e poi presso l’Edalit. Successivamente è stata assunta dalla Stylint di Adriano Offidani e Giuseppe Fiorani, insieme al marito, Aldo Cingolani, che, rientrato dalla Francia dove era emigrato per lavoro, vi svolgeva l’attività di magazziniere.
Curava anche in queste aziende tutto ciò che riguardava il personale.
Ha lavorato anche presso la Cooperativa “Il lavoro” di Porto Potenza Picena, nata nel 1975 sulle ceneri della Stylint, in questa cooperativa che si occupava di confezioni, il marito Aldo è stato il primo Presidente del consiglio di Amministrazione.

Elza ed Aldo da fidanzati. Foto Famiglia Cingolani Campugiani.

Elza Scataglini, senza alcun compenso, aiutava amici e conoscenti per le pratiche della pensione.
Elza è nata a Porto Potenza Picena il giorno 9/2/1926 da Paolo e da Filomena Foresi, aveva due sorelle, Pina e Rita, quest’ultima ha lavorato presso l’Istituto Santo Stefano. Si è sposata con Aldo Cingolani e dal loro matrimonio sono nate Lorenza e Flavia. È morta il giorno 10 agosto 2006.
Il marito Aldo Cingolani è stato consigliere comunale a Potenza Picena, come la figlia Lorenza. Oggi anche la nipote Valentina Campugiani, figlia di Lorenza e di Leonardo Campugiani, è consigliere comunale.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri

A sinistra via Silvio Pellico a destra Vico De Amicis

Grazie all’iniziativa del garibaldino dott. Felice Schelini, medico ed amministratore della nostra città nell’Ottocento, a Potenza Picena, nel nostro centro storico, sono presenti molte vie dedicate a personaggi ed avvenimenti del nostro glorioso Risorgimento.
Tra i personaggi ci piace ricordare il corso principale dedicato al Re Vittorio Emanuele II, Piazza Giuseppe Garibaldi, le vie Luigi Mercantini, Carlo Zima, Luca Spano, Silvio Pellico, Edmondo De Amicis.
Tra gli avvenimenti ricordiamo San Martino, Solferino, Castelfidardo, Caprera, Marsala, Palestro, Balilla e Masaniello. Avevamo anche una Via XX Settembre, poi, nel 1939, è stata dedicata a Guglielmo Marconi.

“Costa delle donne" ora via Luca Spano
Via Luca Spano – già Costa delle Donne

In alcuni casi nessuno sa chi siano determinati personaggi a cui Potenza Picena ha dedicato una via. Ad esempio la Via Carlo Zima, un tempo Via Santa Croce, vicino al quartiere Galiziano, il personaggio viene ricordato nelle Dieci Giornate di Brescia del 1849, quando morì bruciato avvinghiato ad un soldato austriaco. Oppure Via Luca Spano, la scalinata molto suggestiva che collega il Piazzale Armando Diaz al Corso Vittorio Emanuele II, un tempo chiamata Costa delle Donne. Il personaggio era un garibaldino morto nel 1866 e nato a Tempio nel 1845.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

anni 40 – chiesa S.Anna. Per gentile concessione di Roberto Purifico.

Le cartoline d’epoca possono raccontare la storia di una città.
Il collezionista privato Roberto Purifico di Porto Potenza Picena è riuscito a raccogliere in tanti anni molte cartoline d’epoca di Porto Potenza Picena, alcune delle quali veramente rare.
Queste cartoline erano già state pubblicate nel libro di Giuseppe “Ninì” Colafranceschi presentato a Porto Potenza Picena in Piazza Marotta il giorno 15 luglio 2022 intitolato “Lo Porto” de tant’anni fa.
Porto Potenza Picena si è sviluppata a seguito dell’apertura della stazione ferroviaria, avvenuta prima del 1860. Già era presente ovviamente la Torre del porto di Monte Santo, risalente al sec. XVI, successivamente venne costruita la chiesa di Sant’Anna, la scuola elementare, oggi palazzo della delegazione comunale ed il palazzo Colocci che si trova vicino alla scuola.
Dal 1921 in poi si sono anche sviluppate le prime fabbriche a Porto Potenza Picena, come la Smat di Antonio Antonelli e Giacinto Tebaldi, poi diventata SCA, la fabbrica delle conserve, prima SIF di Copparucci, poi acquisita da Alberto Cavalli, poi successivamente diventata Massalombarda. In Contrada Pan Perduto era già presente la Fornace di Antonio Antonelli, a Montecoriolano operava la tenuta dei Casalis con i vigneti. Nel 1921 iniziò l’attività anche la Colonia Marina Perugina del conte Giancarlo Conestabile Della Staffa di Perugia, ma questa realtà non viene immortalata nelle cartoline di Roberto Purifico. Al porto era presente anche l’Istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù di Pollenza.

anni 20 – stazione. Per gentile concessione di Roberto Purifico.

Le vie più importanti di Porto Potenza Picena immortalate nelle cartoline d’epoca sono il Viale Regina Margherita, Via Duca degli Abruzzi, Via Cristoforo Colombo e Via Antonelli e Tebaldi.
In via Regina Margherita, nella statale, le persone immortalate nelle foto passeggiano tranquillamente lungo la strada, poco transitata, dalle auto dell’epoca.
In queste vie si trovavano le principali attività e servizi della città, come la farmacia, l’ufficio postale, la scuola elementare, la stazione ferroviaria con la piazza, la chiesa di Sant’Anna, la Torre del porto, il ponte del fosso a mare, la Casa del Fascio con il cinema Italia, poi diventato nel dopoguerra Florida e il dopolavoro. Bellissima la cartolina che immortala il passaggio a Porto Potenza Picena sul ponte del fosso a mare di 3 ciociare in pellegrinaggio a piedi a Loreto.
I paesaggi delle cartoline sono molto interessanti perché documentano lo sviluppo edilizio della nostra città rivierasca.

anni 40 – stabilimento laterizi A. Antonelli. Per gentile concessione di Roberto Purifico.

Molte cartoline che raffigurano Porto Potenza Picena sono della serie “saluti dalla spiaggia”, vengono spesso ritratti i bagnanti presso la nostra bellissima spiaggia, anche con i mosconi. Ne abbiamo diverse anche con i nostri pescatori, in quanto la pesca al porto era all’epoca un’attività molto rilevante. La nuova chiesa di Sant’Anna, progettata dall’architetto santese Eusebio Petetti ed inaugurata nel 1926, parroco don Silvio Spinaci, è molto spesso raffigurata nelle cartoline. Vi troviamo non solo le foto esterne della chiesa, ma anche quelle interne. E’ interessante anche la foto della vecchia chiesa di Sant’Anna, vicino alla Torre del porto di Monte Santo.
Complessivamente sono 37 le cartoline d’epoca, di grande valore storico, che possono raccontare davvero la storia di un paese.
Ringraziamo di cuore Roberto Purifico che ci ha consentito di poterle pubblicare.

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A cura di Simona Ciasca e Paolo Onofri.

Targa metallica ovale della Banca Popolare di Credito di Potenza Picena. Foto Sergio Ceccotti. Pianacoteca Comunale.

Il giorno 15 ottobre 1972, cioè 50 anni fa, ha aperto a Porto Potenza Picena in Piazza Giulio Douhet la filiale della Banca Popolare di Potenza Picena.
L’apertura di questa filiale al Porto consentiva ai cittadini di poter disporre di due sportelli bancari (era già presente la Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata in Via Livorno).
La Banca Popolare di Potenza Picena era sorta nel lontano 1897 e l’apertura di questa nuova filiale coincideva con i 75 anni dell’Istituto di credito santese.
Per festeggiare l’avvenimento si tenne un’iniziativa all’interno del cinema Aurora in Via Silvio Pellico e per l’occasione la Banca Popolare donò al nostro comune un’autoambulanza.
Il dott. Mauro Mancini in quella circostanza fece una ricostruzione storica della Banca Popolare di Potenza Picena.
In quell’anno 1972 il Presidente della Banca Popolare di Potenza Picena era il comm. Egisto Bontempi, mentre il Vice-Presidente era l’imprenditore edile Domenico Bernacchia.
Il consiglio di amministrazione era composto dai seguenti membri: Mauro Mancini, Emilio Mignanelli, Gianmario Fermani, Luciano Bilò, Francesco Percossi e Manlio Natalini.
Il collegio sindacale era composto da: Ferruccio Orselli Presidente, Antonio Carestia e Pietro Scipioni, sindaci effettivi, Giacomo Cecarini e Aldo Minestroni, sindaci supplenti.
Il Collegio dei Probiviri era composto da: Carlo Moretti, Presidente, Romolo Colafranceschi ed Umberto Rossi, membri.
Nel 1972 con l’apertura della nuova filiale della Banca Popolare di Potenza Picena, a Porto Potenza avevamo 2 sportelli bancari, come anche a Potenza Picena.

Egisto Bontempi al centro

Oggi, a distanza di 50 anni il capoluogo ha un solo sportello bancario, Intesa San Paolo in Piazza Matteotti (in cui è confluita nel frattempo la Banca Popolare), mentre a Porto Potenza Picena troviamo ben 4 sportelli bancari: Cassa di Risparmio di Fermo in Via Rossini, Monte dei Paschi di Siena in Via Regina Margherita, Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano in Via Regina Margherita ed Intesa San Paolo in Via Livorno.
Un’ultima curiosità, venuta fuori leggendo le poesie ed i racconti di Giuseppe “Ninì” Colafranceschi: in una sua poesia cita l’apertura di una Banca Popolare al Porto, promossa da un sacerdote, Don Dante De Angelis, agente bancario, poi fallita, purtroppo però nei documenti d’archivio di Via Trento non abbiamo mai trovato notizie di questo avvenimento.

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A cura di Paolo Onofri

Viale Trieste. Foto Bruno Grandinetti.

Potenza Picena, la città del Governatore delle Marche Francesco Acquaroli, può vantare dal lontano 1900 uno dei più bei viali alberati delle Marche: Viale Trieste, nato nel contesto della festa degli alberi promossa a Potenza Picena dal prof. Umberto Boccabianca, prima ancora che venisse istituita a livello nazionale la festa degli alberi.

Il viale è lungo 350 metri, è arricchito da ben 14 panchine rivestite di granito bianco e 24 aiuole. Si trova all’ingresso del nostro centro storico medievale, vicino a dove fino al 1950 si trovava la bellissima Porta Girola o Marina, abbattuta per poter allargare l’ingresso in modo da far entrare le corriere della Sap.

Nel 2003 un gruppo di 150 cittadini chiese al comune di poter intervenire sul viale per salvarlo dal degrado, tenuto conto che era pericoloso e pieno di buche.

Oggi a distanza di 19 anni il nostro comune ritorna ad intervenire sulla pavimentazione del viale, non per sostituire l’asfalto con altro materiale, ma per rimetterlo nuovo.

Sembrerebbe una decisione incomprensibile, anche perché un intervento del genere fatto nel 2022 significa rischiare di non poter sostituire per molti anni l’asfalto e di non poter avere pertanto una pavimentazione come ad esempio quella del Pincio o del marciapiede della Circonvallazione Nord in Via Macerata.

Successivamente abbiamo capito che la scelta di rimettere l’asfalto in questo originale viale era una decisione che si basava su un fatto storico. Nel Medioevo a Monte Santo e solo nella nostra città, già si usava questo materiale, l’asfalto, quello tipico ed originale della nostra città.

Un plauso all’ingegnere Dora De Mutiis, capo del nostro Ufficio Tecnico comunale ed all’assessore ai Lavori Pubblici Luisa Isidori per questa scelta che valorizzerà sicuramente il nostro Viale.

Ovviamente, per coerenza, verrà anche asfaltato il lato destro del marciapiede del viale, lasciando i cordoli in cemento e non in travertino.

L’ingresso principale del nostro centro storico in questo modo verrà valorizzato in senso moderno.

Viale Trieste con la Porta Girola o Marina. Foto p. Nazzareno Pistelli.

Dopo i lavori di asfaltatura del viale pedonabile, costati complessivamente oltre 140.000,00 euro, questo sembra più una pista ciclabile. Già prima dell’esecuzione di questi lavori molti ciclisti passavano in questo viale, in discesa anche ad alta velocità, rischiando di investire coloro che tranquillamente passeggiavano nel viale, in particolare gli anziani, ma non solo.

Ora con il nuovo asfalto i ciclisti saranno molto più stimolati a percorrere il viale. In questo modo probabilmente non sarà più possibile passeggiare in tranquillità per i nostri anziani.

Era proprio necessario intervenire oggi in questo viale con nuovo asfalto? Se non vi erano i soldi, come dice il nostro sindaco, il lavoro poteva sicuramente essere rimandato magari fatto tra un anno o due oppure quest’anno si poteva pavimentare solo il lato destro, ma con altri materiali.

Speriamo che questa mania dei nostri amministratori e dell’ufficio tecnico comunale di utilizzare l’asfalto nel borgo medievale di Monte Santo abbia fine (vi ricordate quando si voleva asfaltare anche il Piazzale Santa Croce?).

Nell’intervenire oggi sul nostro viale ci si augura che venga messo a dimora l’ottantottesimo tiglio, mancante ormai da 4 anni, come sostituito il palo arrugginito e la targa illeggibile del viale che si trova in fondo al viale.

Prof. Umberto Boccabianca

Nella nostra città medievale per quanto riguarda i marciapiedi assistiamo ad una situazione paradossale: i marciapiedi della Circonvallazione Nord di Via Macerata sono completamente pavimentati in mattoni con un cordolo in travertino. Nei marciapiedi della Circonvallazione Le Grazie dove ci sono le abitazioni, la scuola media, la chiesa della Madonna delle Grazie e quella della Neve, invece, troviamo asfalto e cemento, con cordoli in cemento. Sono due città diverse?

Norberto Mancini ha dedicato al viale Trieste di Potenza Picena una sua poesia, che facciamo conoscere ai nostri lettori.

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n mancini viale trieste